La GERARCHIA e l'AUTORITA' nella Chiesa: chiarimenti e confutazioni

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Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:30
San Clemente (terzo successore di Pietro a Roma) scrive intorno all'anno 80/90 d.C. una Lettera accorata alla chiesa ai Corinti....san Paolo era morto da circa trent'anni e la situazione era degenerata....c'era il caos nella comunità ognuno andava avanti come voleva, non si obbediva più ai vescovi....
Nessun altro vescovo (eppure Ippolito era già al lavoro, ed era discepolo di Giovanni che stava nell'isola di Phatmos) interviene....MA DIVERSI VESCOVI INFORMANO CLEMENTE che a Corinto c'è disordine....LO INVITANO A FARE QUALCOSA.....Clemente però non sta a Roma....E' PRIGIONIERO A CAUSA DELLE PERSECUZIONI....e tuttavia invierà la famosa Lettera per richiamare quella chiesa ALL'UNITA'....
Questa Lettera è anche importante perchè per la prima volta si legge di un matrimonio che venisse benedetto DAL VESCOVO....e Clemente richiama all'ordine ricordando i ruoli  E LA GERARCHIA.......
Lo stampo di oggi è il medesimo di ieri.... i fatti storici che si sono succeduti non l'hanno intaccato.... Cristo non è uscito dalla storia dell'uomo, al contrario CI E' ENTRATO DENTRO....se avrai l'umiltà di cogliere questa chiave di lettura comprenderai che il Signore AGISCE CON L'UOMO ma non gli impedisce affatto di vivere NEL SUO TEMPO CON LA SUA PROPRIA CULTURA E LA SUA DINAMICITA'....
La Chiesa NON è statica, è in continuo MOVIMENTO E PERFEZIONAMENTO..... quando diciamo che la Chiesa è UNA E SANTA lo diciamo in virtù del Battesimo e dei Sacramenti e della  Eucarestia che tale la rendono.....NON è l'uomo seppure santo a renderla santa, al contrario i santi esistono PERCHE' LA CHIESA E' UNA E SANTA....e dentro ad essa vivono, in modo separati TUTTI I CRISTIANI che per motivi TERRENI E MATERIALI SI DISSOCIANO da Essa perchè si sono fatti una immagine sbagliata.....
Vuoi la vera immagine della Chiesa? scoprila dai suoi SANTI......scoprila da santa Teresina del Bambin Gesù, leggiti san Giovanni della Croce, santa Brigida di Svezia, Madre Teresa di Calcutta.... Giovanni XXIII nella sua Enciclica Mater et Magistra.....
Tutte le comunità cristiane NON cattoliche HANNO UNA LORO GERARCHIA, poco importa se non è quella che usa la Chiesa Una e Santa.....sta di fatto che senza una gerarchia non esisterebbe nessuna comunità....senza gerarchia non esisterebbe neppure una FAMIGLIA..... l'autorità, si legge nelle Lettere apostoliche del Nuovo Testamento, E' STATA DATA DA DIO....
La domanda dunque più onesta da rsi è: CHE COSA è LA GERARCHIA? che cosa comporta la gerarchia nella Chiesa?
Atti 15, 24:
Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre.....
...
Attenzione alle parole di Paolo...che dice ALCUNI FRA NOI...non erano dunque estranei......ma tuttavia NON avevano ricevuto NESSUN MANDATO da parte NOSTRA cioè, da parte della Chiesa.....ed andavano a turbare da che cosa? dalle vere dottrine con i "LORO DISCORSI"......
1Tim.1,19 :
Questo incarico di RICHIAMARE IO TE LO AFFIDO, o Timoteo, figlio mio, IN ACCORDO ALLE PROFEZIE che già si sono manifestate riguardo a te, affinchè da quelle sostenute tu combatta la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunziato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede...
...
Come per le raccomandazioni a Tito, anche per Timoteo Paolo AFFIDA IL COMPITO DI RICHIAMARE...quanti si dissociavano dalla vera FEDE E, attenzione, BUONA COSCIENZA...alla quale, dice, alcuni hanno rinunciato....Paolo aveva affidato la Chiesa di Efeso a Timoteo con lo scopo appunto di richiamare quanti si erano allontanati ALLA DOTTRINA COMUNE.....successivamente gli da l'incarico....per organizzare il culto (2,1-15), lo manda "pastore del gregge" (3,1/6,2) perciò Paolo lo istruisce perchè Timoteo sia a conoscenza delle cariche episcopali ecclesiastiche (3,1-13), cioè chi vuole diventare episcopo deve avere delle caratteristiche che però attenzione....VANNO ANCHE OLTRE LO SCRITTURALE DELLA LETTERA.....dal momento che Paolo fa presente di aver ISTRUITO ANCHE A VOCE (2Tess.2,15-17).....e poi ancora, ISTRUISCE al mistero ed alla pietà (3,14-16) dove leggiamo: "....perchè, SE PER CASO IO RITARDASSI, TU SAPPIA COME DEVI COMPORTARTI NELLA CASA DI DIO"...attenzione Paolo non gli dice " se io ritardassi, ARRANGIATI, VEDI CIO' CHE E' MEGLIO".......NO....gli da delle ISTRUZIONI perchè ciò che si deve fare sia UNANIME ALLA CHIESA TUTTA......e ritorna sui FALSI DOTTORI come quando ne parla a Tito, a Timoteo pure lo mette sull'avviso (4,1-16)..e così procede nella seconda lettera a Timoteo scritta probabilmente dal carcere.....e dal quale e nella quale Paolo ribadisce i concetti DOTTRINALI AI QUALI E' NECESSARIO OBBEDIRE......e dove appunto al verso del cap.3,16-17 ricorda a Timoteo di RESTARE SALDO SIA NELLE SCRITTURE, MA ANCHE FEDELE ALLE VERITA' ACQUISITE PERCHE', dice Paolo "Ogni Scrittura è ispirata da Dio", dunque a maggior ragione anche queste Lettere DELLA GIOVANE CHIESA CHE SPIEGANO LE SCRITTURE SONO DA CONSIDERARSI VALIDAMENTE ISPIRATE......in questo modo SI E' ANDATA COMPLETANDO nella Chiesa LA TRADIZIONE CHE DI FATTO ERA GIA' PRESENTE NEL POPOLO ELETTO....ma fa comprendere Paolo che la Tradizione deve rispecchiarsi nelle Scritture.....
Sempre dalla 1Tim leggiamo:
Avvertimento contro le false dottrine
(1Ti 6:3-5, 20-21; Tt 3:9) Ga 3:10-12, 19-24; 5:6; Ti 2:10-14
3 Ti ripeto l'esortazione che ti feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse 4 e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l'opera di Dio, che è fondata sulla fede.
5 Lo scopo di questo incarico è l'amore che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. 6 Alcuni hanno deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso. 7 Vogliono essere dottori della legge ma in realtà non sanno né quello che dicono né quello che affermano con certezza......
alla 2Tim.2,23 dice: Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese...
.....
e poco prima aveva scritto: Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti a Dio che non facciano dispute di parole; esse non servono a niente e conducono alla rovina chi le ascolta....
.....
Sembra un tam-tam continuo...Paolo ha a cuore che L'INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI (dunque della Chiesa) sia conosciuto, rispettato ED OBBEDITO......per stare nella Chiesa occorre mantenere fede non solo a Paolo dunque che trasmetteva questi insegnamenti ma a loro volta i fedeli DOVEVANO OBBEDIENZA A TIMOTEO O A TITO A CRETA  i quali si esprimevano CON LA STESSA AUTORITA' DELL'APOSTOLO il quale aveva dato loro il mandato.....(cfr.2Tim.1,6)...attenzione qui Paolo non dice a Timoteo "hai lo spirito perchè Dio ti ha investito", ma dice che Timoteo ha il carisma di Dio perchè: "  E' IN TE PER L'IMPOSIZIONE DELLE MIE MANI...".......
In Gv.12,44.....possiamo comprendere il senso di questa obbedienza, Gesù dice: Ma Gesù ad alta voce esclamò: Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato...>..... Gesù a sua volta INVIO' I DODICI ad iniziare quest'opera che conosciamo per mezzo della Chiesa la quale CI HA TRAMANDATO QUANTO OGGI CONOSCIAMO......dunque.....credendo in Paolo, o Tito, o Timoteo o altri POSTI MEDIANTE LA SUCCESSIONE APOSTOLICA A GUIDA DELLA CHIESA......è COME CREDERE IN CRISTO E IN COLUI CHE L'HA MANDATO....
Dunque OBBEDIENZA, RISPETTO E FEDE nell'autorità che Dio ha messo a guida della sua Chiesa attraverso i vescovi...è FONTE DI GRAZIA E DI CARISMI.....e dice infatti il Salmo 16,3:
quanto ai santi che son sulla terra,
essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto
....
Ma l'affetto NON basta....si ama quando riponendo anche la fiducia si OBBEDISCE a ciò che è utile per il perfezionamento della nostra fede........

Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:36

L'autorità apostolica è vero che è stata tramandata da Cristo agli apostoli e da questi alle guide della Chiesa Sua dal I secolo sino ai nostri giorni !! E' vero ! Non è vero che è stata tramandata - questa autorità - solo in virtù di una persona od in virtù di un episcopato locale ! E' stata tramandata in virtù dell'ubbidienza di gueste guide cristiane all'essenza del Vangelo ed all'autorità dello Spirito Santo !! La "linea di comando" s'è succeduta in base alla fedeltà a Cristo non in base alla fedeltà a Pietro o Paolo, non a Roma o Bisanzio, non alla tradizione cattolica od alla tradizione protestante (che ci sta pure quella !).  
Mario
RISPONDO
Quando la gerarchia si comporta male.....sta tranquillo....c'è il Signore che GUIDA..... e attraverso gli strumenti quali i Sinodi e i Concilii la Chiesa ha potuto anche CORREGGERSI.....per il resto "chi è snza peccato scagli la prima pietra!"  ma il peccare NULLA TOGLIE ALLO STRUMENTO GERARCHICO attraverso e solo attraverso il quale si riceve il MANDATO e di conseguenza implica il fedele all'obbedienza dottrinale come spiega chiarissimamente san Paolo....
Anche nella prima ora del Protestantesimo si costituì la gerarchia....chi infatti NON obbediva alle rimostranze offerte dai loro "capi" era considerato NEGATIVAMENTE UN CATTOLICO....
anche oggi....in ogni comunità cristiana è così, se non si ascolta e non si obbedisce al proprio pastore o alla propria chiesa si viene ripresi e nella peggiore delle situazioni si viene allontanati....fino ad essere buttati fuori.....
La Chiesa non è stata nè mai sarà guidata da Satana, altrimenti verrebbero meno le parole del Cristo: e le porte degli inferi NON PREVARRANNO......questa è l'unica vera GARANZIA che permette a noi cattolici, ma anche ai NON cattolici che si dicono cristiani di continuare la predicazione in almeno a quanto ci unisce: GESU' CRISTO, VERBO INCARNATO, MORTO E RISORTO PER SALVARCI...nella Santissima Trinità unico Dio in Tre Persone non divise, ma DISTINTE... E questa Verità unica ed intramontabile è garantita dalla Gerarchia che di anno in anno, e dopo Duemila anni professa la medesima Fede difendendola da ogni tentativo di corruzione dottrinale..... "se qualcuno vi predicasse un vangelo diverso, SIA ANATEMA"!
L'autorità apostolica è stata garantita proprio dall'obbedienza ai primi VESCOVI che PREDICAVANO ORALMENTE(=Tradizione) quanto avevano ricevuto.....
La "linea di comando" si è succeduta in base alla fedeltà al Cristo PROFESSATA DA PIETRO E DAI SUOI SUCCESSORI......ai quali spetta il compito di "CONFERMARE GLI ALTRI NELLA FEDE"  nè Lutero, nè Calvino, ne Ario, nè Donato, ne altri oggi hanno ricevuto questa autorità......
La "linea di comando" sta in mano a chi deve CONFERMARE GLI ALTRI NELLA FEDE..... perchè se anche Pietro si dovesse comportare male, c'è LA PROMESSA DEL CRISTO: IO HO PREGATO PER TE, PERCHE' NON VENGA MENO LA TUA FEDE.....questa è una garanzia SULLA DOTTRINA e non sul comportamento umano e materiale di Pietro e dei suoi Successori......
Questa VERITA' è impressa nella prima lettera NON inserita nel Canone biblico che abbiamo: la Lettera di Clemente ai Corinti......dell'anno 80/90 d.C. Fedeltà a Pietro non significa fedeltà alla persona in quanto tale, MA FEDELTA' AL RUOLO CHE RIVESTE E CHE E' LA GARANZIA PER ESSERE CONFERMATI NELLA FEDE........diversamente si riporrebbe la fedeltà in altri, come Lutero per esempio o alla tradizione protestante o ai pentecostali.... Si rifiuta il primato e la struttura gerarchica per finire di andare semplicemente SOTTO ALTRE GERARCHIE E COMANDI....con l'illusione di essere liberi semplicemente perchè si interpretano le Scritture a seconda delle nostre voglie e più ci sentiamo soddisfatti e più si ritiene ingannevolmente che la chiesa sia un altra....
Ergo riporto al processo di formazione della gerarchia sopra riportato.....
COM-PRENDERE.......cioè, al COME -PRENDERE  e ritornare con la mente all'epoca in cui gli apostoli insegnavano e i cristiani nostri predecessori, apprendevano ed obbedivano......
Leggiamo ora Rom.16,17:
Ma sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa.......
........
leggiamo bene queste parole.....Paolo parla di obbedienza AD UNA FORMA DI INSEGNAMENTO TRASMESSO..... i Vangeli NON erano ancora stati redatti......e la Bibbia non era in tutte le case come oggi la conosciamo.....
Isaia al cap.46,10...dice: Io annunzio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà.....ed è infatti ciò che a distanza di migliaia di anni stiamo vivendo noi.....tuttavia Dio necessita di una cosa importante....L'APPOGGIO DELL'UOMO, cioè....che l'uomo accolga ciò che Dio ha preparato per lui....in sostanza, l'insistenza di Paolo ruota attorno ALL'OBBEDIENZA A DIO PER MEZZO DELLA CHIESA.....da loro rappresentata..........
Ma....questa obbedienza come scatta??
ce lo dice qui in 2Tim.2,9 quando dice: Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità....
....
Dunque è Gesù CHE RIVOLGE A NOI UNA CHIAMATA.....che poi Paolo identificherà NEI RUOLI ben definiti......una chiamata al matrimonio, per esempio, oppure ad essere missionari, oppure ad essere un buon politico onesto......oppure episcopo......diacono, medico.....avvocato..ecc.......Dunque Gesù intanto CHIAMA, rivolge una chiamata e questo avviene PER TUTTI perchè NON si nasce cristiani, ma lo diventiamo e non in virtù dei ruoli che poi ricopriremo....ma PER GRAZIA.....solo che questa Grazia necessita DI ESSERE ACCOLTA DA NOI MEDIANTE L'OBBEDIENZA......la fede è sottointesa...cioè se NON credo non ho neppure motivo di obbedire......, cioè non sono motivata....
L'obbedienza serve poi per una questione anche DI ORDINE...ordine nelle comunità che pian piano si sviluppavano, si moltiplicavano e se non vi fosse stata l'obbedienza...le stesse due Lettere ai Corinzi ci danno l'idea della CONFUSIONE che quelle comunità stavano vivendo a acausa della disobbedienza......
Chiamata dunque....ED UNA SOLA UNITA' NELLO SPEZZARE IL PANE, NELLA MESSA, NELLA DOTTRINA.... a questo serve il ruolo dei Vescovi e di Pietro che deve TENERLI TUTTI UNITI........
Ciò che emerge perciò dall'insegnamento degli Apostoli, è una incessante opera di propagazione della fede cristiana alla quale occorre obbedire per poter comprendere in quale modo acquisire i benefici che ne dirivano.....e per essere in questo modo TESTIMONI CREDIBILI......L'obbedienza a tali insegnamenti fa scattare quella gratuità della Grazia, quando Paolo dice agli Ef.2,8: Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio........se ho fede OBBEDISCO...così come ci fanno comprendere sia Tito che Timoteo MAGISTRALMENTE....istruiti da Paolo, essi hanno fede ed obbediranno agli insegnamenti dell'apostolo il quale li pone come vescovi in altre sedi......
FEDE NON SEMPLICEMENTE E SOLO IN CRISTO, MA ANCHE NEL SUO CORPO CHE E' LA CHIESA E FEDE IN PIETRO CHIAMATO A CONFERMARE GLI ALTRI IN QUESTA FEDE.....
Dice appunto Paolo in 2Tess.2,13-17:
13 Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, 14 chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera. 16 E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.....
......
attenzione sempre alle parole di Paolo....QUANTI VANGELI C'ERANO???....... al momento tale Vangelo di cui Paolo dice NOSTRO.....(Chiesa) e in altre occasioni dirà MIO......NON era stato ancora redatto.....circolavano certamente alcune parti prima di giungere a quella completezza che sarà marcata intorno all'anno 100....dunque è UN VANGELO FATTO DI TRADIZIONE APPRESA sia dai testimoni oculari (i Dodici) sia da Paolo, aggiunto ad essi mediante la rivelazione stessa del Cristo e della confermazione di Pietro (Gal.2,9)......così come si aggiungeranno Tito, Timoteo, Clemente ( che sarà poi il vescovo che riporterà l'unita della Chiesa di Corinzi), ed altri ancora che venivano INVIATI a stabilire I CANONI DELLA GIOVANE CHIESA.....questi NON arrivavano con le Bibbie in mano da distribuire.....ma portavano LA TRADIZIONE E L'INSEGNAMENTO APOSTOLICO con la ricchezza del Vangelo che NARRAVANO, CIOE' RACCONTAVANO......chi credeva con fede NON SOLO AL CRISTO PRESENTATO DAGLI APOSTOLI, MA ANCHE AL CORPO CHE ESSI COSTITUIVANO NELLA LORO AUTORITA' DI DARE I SACRAMENTI... si convertiva e si atteneva ALL'OBBEDIENZA DEL PRESBITERO il quale a sua volta si atteneva agli insegnamenti RICEVUTI.....LA DIVISIONE INIZIA NEL MOMENTO IN CUI VIENE MENO QUESTA OBBEDIENZA E SI SEPARA IL CRISTO E LA FEDE IN LUI DAL SUO CORPO RESO VISIBILE NELLACHIESA ATTRAVERSO IL COLLEGIO DEGLI APOSTOLI.......
Questa fu la vera ricchezza della Chiesa fin dalla prima ora..e lo vediamo ancora oggi nonostante le divisioni..L'OBBEDIENZA AL CRISTO MEDIANTE IL SUO CORPO CHE E' LA CHIESA RETTA DAI VESCOVI E GOVERNATA VISIBILMENTE DA PIETRO ......diversamente si rischia di inseguire una fede IN UNA IMMAGINE DEL CRISTO PRIVA DEL CORPO o peggio, CON UN CORPO CREATO A SECONDA DELLE NOSTRE SPECULAZIONI INTERPRETATIVE......

Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:45
A quanto detto sopra aggiungo le parole del vescovo di Cagliari usate ieri per accogliere PIETRO.....

«Le abbiamo portato
la nostra fede»


All'inizio della messa, l'arcivescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Mani, ha rivolto al Papa l'indirizzo di omaggio.

Santità, la accogliamo in questo tempio che il Signore ci ha preparato. È il più bello. Questo stupendo cielo di Sardegna ne sono le volte, le nostre spiagge sono le pareti, il pavimento, ci creda, è tutto intriso d'oro.
Tutta l'isola oggi è un tempio del Signore. C'è Lui, il Padre. C'è Gesù vivo e presente. Lo Spirito ci ha convocati. C'è il Vicario di Cristo che è venuto a confermarci nella fede.
Tutta la Sardegna è qui. Ci sono i malati e gli anziani uniti a noi con i mezzi di comunicazione sociale. Ci sono i nostri fratelli delle carceri che vi abbracciano. Ci sono anche coloro che non volendo partecipare occhieggiano qui e là con lo sforzo di non lasciarsi coinvolgere.
Santità, l'abbiamo voluta nelle sponde del nostro mare perché si sentisse a casa sua, a Cafarnao, e soprattutto a Cesarea per farle sentire di nuovo la voce di Cristo:  "Pasci i miei agnelli. Pasci le mie pecorelle". Siamo noi, Santità.
Quelle barche e quei pescatori che vede nel mare siamo noi. Dopo aver lavorato tutta la notte senza guadagnare nulla, guardando verso terra, abbiamo visto un uomo vestito di bianco che ha acceso un fuoco e ci ha invitato:  "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò"; "Non temete io sono con voi sempre, sino alla fine dei tempi"; "Io sono il pane vivo disceso dal cielo". 

( a scanso di equivoci mons. Mani sta parlando di CRISTO! leggete bene!)


Siamo venuti. E abbiamo trovato qualcosa di più squisito di un ottimo pesce arrostito. Abbiamo trovato l'Eucaristia del Signore.
Santità, la Sardegna è tutta qui. Siamo venuti e le abbiamo portato quanto di più bello possediamo:  la nostra fede. Ce l'hanno consegnata i martiri, è nata nelle profondità delle nostre miniere, è stata fecondata da tanti testimoni, e vivificata nelle nostre famiglie. Fu per questa fede che un secolo fa, i nostri padri scelsero Maria come la loro massima patrona. Quel giorno dissero:  ai sardi basta la Madonna! Questa fede la presento a lei perché ci confermi. Ci dica che è la stessa fede che i martiri ci hanno portato, la fede di Gesù Cristo, quella che salva! Con questa certezza riprenderemo il nostro cammino per fare della nostra isola, come desideriamo, un lembo del Regno di Dio.

la risposta del Papa:
Cari fratelli e sorelle!
Lo spettacolo più bello che un popolo può offrire è senz'altro quello della propria fede. In questo momento io tocco con mano una commovente manifestazione della fede che vi anima, e di questo voglio esprimervi subito la mia ammirazione.
 In Sardegna il cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri che qui hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini. È nelle vostre miniere che risuonò per la prima volta la Buona Novella portata dal Papa Ponziano e dal presbitero Ippolito e da tanti fratelli condannati ad metalla per la loro fede in Cristo. Così anche Saturnino, Gavino, Proto e Gianuario, Simplicio, Lussorio, Efisio, Antioco sono stati testimoni della totale dedizione a Cristo come vero Dio e Signore.
La testimonianza del martirio conquistò un animo fiero come quello dei Sardi, istintivamente refrattario a tutto ciò che veniva dal mare. Dall'esempio dei martiri prese vigore il vescovo Lucifero di Cagliari, che difese l'ortodossia contro l'arianesimo e si oppose, insieme ad Eusebio di Vercelli, anch'egli cagliaritano, alla condanna di Atanasio nel Concilio di Milano del 335, e per questo ambedue, Lucifero ed Eusebio, vennero condannati all'esilio, un esilio molto duro. La Sardegna non è mai stata terra di eresie; il suo popolo ha sempre manifestato filiale fedeltà a Cristo e alla Sede di Pietro. Sì, cari amici, nel susseguirsi delle invasioni e delle dominazioni, la fede in Cristo è rimasta nell'anima delle vostre popolazioni come elemento costitutivo della vostra stessa identità sarda.

Dopo i martiri, nel v secolo, arrivarono dall'Africa romana numerosi Vescovi che, non avendo aderito all'eresia ariana, dovettero subire l'esilio. Venendo nell'isola, essi portarono con sé la ricchezza della loro fede. Furono oltre cento Vescovi che, sotto la guida di Fulgenzio di Ruspe, fondarono monasteri e intensificarono l'evangelizzazione. Insieme alle reliquie gloriose di Agostino, portarono la ricchezza della loro tradizione liturgica e spirituale, di cui voi conservate ancora le tracce. Così la fede si è sempre più radicata nel cuore dei fedeli fino a diventare cultura e produrre frutti di santità. Ignazio da Láconi, Nicola da Gésturi sono i santi in cui la Sardegna si riconosce. La martire Antonia Mesina, la contemplativa Gabriella Sagheddu e la suora della carità Giuseppina Nicóli sono l'espressione di una gioventù capace di perseguire grandi ideali. Questa fede semplice e coraggiosa continua a vivere nelle vostre comunità, nelle vostre famiglie, dove si respira il profumo evangelico delle virtù proprie della vostra terra:  la fedeltà, la dignità, la riservatezza, la sobrietà, il senso del dovere.
E poi, ovviamente, l'amore per la Madonna. Siamo infatti qui, oggi, a commemorare un grande atto di fede, che i vostri padri compirono affidando la propria vita alla Madre di Cristo, quando la scelsero come Patrona massima dell'Isola. Non potevano sapere allora che il Novecento sarebbe stato un secolo molto difficile, ma certamente fu proprio in questa consacrazione a Maria che trovarono in seguito la forza per affrontare le difficoltà sopravvenute, specialmente con le due guerre mondiali. Non poteva essere che così. La vostra Isola, cari amici della Sardegna, non poteva avere altra protettrice che la Madonna. Lei è la Mamma, la Figlia e la Sposa per eccellenza:  "Sa Mama, Fiza, Isposa de su Segnore", come amate cantare. La Mamma che ama, protegge, consiglia, consola, dà la vita, perché la vita nasca e perduri. La Figlia che onora la sua famiglia, sempre attenta alle necessità dei fratelli e delle sorelle, sollecita nel rendere la sua casa bella e accogliente. La Sposa capace di amore fedele e paziente, di sacrificio e di speranza. A Maria in Sardegna sono dedicate ben 350 chiese e santuari. Un popolo di madri si rispecchia nell'umile ragazza di Nazaret, che col suo "sì" ha permesso al Verbo di diventare carne.
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ecco cosa dobbiamo intendere per autorità, per gerarchia, per obbedienza....FAR GRMOGLIARE IL SANGUE DEI MARTIRI NELLA NOSTRA QUOTIDIANA TESTIMONIANZA A CRISTO, PER CRISTO ED IN CRISTO E CON CRISTO.....ma non attraverso una sua immagine bensì ATTRAVERSO IL SUO CORPO CHE E' LA CHIESA ALLA QUALE CRISTO HA POSTO PIETRO: PASCI I MIEI AGNELLI!
CONFERMA GLI ALTRI NELLA FEDE!

Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:46
 
 un forumista mi risponde sulla Lettera di san Clemente:
Dalla lettera si può notare che c'era un gruppo di persone ribelli ma non il caos più totale, e comunque sia l'argomento è la gerarchia e non tanto il primato romano, certo connesso con la prima ma io volevo soffermarmi sull' evoluzione gerarchica nei secoli e non tanto sul papato.
Io non metto in dubbio l'importanza di una gerarchia, anche se preferisco non chiamarla così ma semplice "distinzione di ruoli", ma il distacco con il popolo che si è creato, il muretto sempre più alto tra fedeli e clero.
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Ma che vai dicendo????? la gerarchia senza Pietro NON ha alcun senso.....nè avrebbe senso un Pietro privo del Collegio dei VESCOVI.....rileggiti san Cipriano sull'unità della Chiesa...... NON SI PUO' ESSERE UNITI AD UNA IMMAGINE DEL CRISTO PRIVA DI UN CORPO......nè si realizzerebbe una unità senza UN CAPO....Pietro è a capo del Collegio dei Vescovi i quali costituiscono la GERARCHIA nella Chiesa PER SERVIRE.......
Clemente, romano, era un discepolo di San Paolo e suo collaboratore a Filippi. Fu nominato vescovo da San Pietro. La tradizione lo presenta figlio del senatore Faustino della gens Flavia, parente quindi dell'imperatore Domiziano. Quest' imperatore nel 95 scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani.....
 La persecuzione stessa fece molte vittime illustri come ad esempio il console Flavio Clemente, marito di Domitilla, nipote di Domiziano. Altra vittima di rilievo fu San Giovanni Evangelista che però uscì indenne dal martirio dell'olio bollente..... Fu quindi esiliato nell'isola di Patmos dove scrisse la sua Apocalisse.
Clemente fu Papa dall'88 al 97. Nel 96 c.a. scoppiò un conflitto nella chiesa di Corinto coinvolgendo tutte le comunità della città in fazioni di quanti erano d'accordo ora con gli uni ora con gli altri: intervennero allora alcuni giovani vescovi contestando a diversi presbiteri la direzione della comunità di quella città, mettendoli in guardia dalle deviazioni che stavano prendendo, al tempo stesso richiamano i fedeli ad ascoltare solo i presbiteri IN COMUNIONE CON LORO.... E RICHIAMARONO L'ATTENZIONE DI CLEMENTE CHIEDENDOGLI DI INTERVENIRE..... Clemente con una lettera  richiamò sia questi presbiteri quanto i fedeli alla necessità di obbedire alle autorità tradizionali della chiesa, esortandoli a fuggire i falsi dottori...... La lettera fu accolta con grande ATTENZIONE TANTO CHE diventò oggetto di meditazione nella celebrazione della messa domenicale (la famosa Lettera ai Corinti).
E' il primo testo che afferma la superiorità del vescovo di Roma su tutte le chiese sparse per il mondo e che delinea i contorni della gerarchia nella Chiesa attraverso l'obbedienza che i fedeli devono ai presbiteri, i presbiteri ai vescovi....
Nel 97 l'imperatore Nerva esiliò il Papa di cui parliamo nel Chersoneso. Nel Ponto Eusino egli svolse opera di apostolato, a Roma lo sostituì il pontefice Evaristo. Nella terra d'esilio Clemente I s'incontrò con circa 2000 cristiani condannati ai lavori forzati nelle cave di marmo e li incoraggiò ad aver fede; compì nuove conversioni, mantenne anche nella prigionia il senso di comunione e di unità fra i vescovi con lui prigionieri e i fedeli; molti fedeli si fecero presbiteri e la notizia irritò il nuovo imperatore Traiano...... Gli venne ordinato di sacrificare agli dei e Clemente ovviamente rifiutò. Venne eseguita la condanna; fu gettato nel mar Nero con un'ancora al collo. Questo avvenne nell'anno 100.
Dalla Lettera di san Clemente:
XLIV, 1. I nostri apostoli conoscevano da parte del Signore Gesù Cristo che ci sarebbe stata contesa sulla carica episcopale.
2. Per questo motivo, prevedendo esattamente l'avvenire, istituirono quelli che abbiamo detto prima e poi diedero ordine che alla loro morte succedessero nel ministero altri uomini provati.
3. Quelli che furono stabiliti dagli Apostoli o dopo da altri illustri uomini con il consenso di tutta la Chiesa, che avevano servito rettamente il gregge di Cristo con umiltà, calma e gentilezza, e che hanno avuto testimonianza da tutti e per molto tempo, li riteniamo che non siano allontanati dal ministero.
4. Sarebbe per noi colpa non lieve se esonerassimo dall'episcopato quelli che hanno portato le offerte in maniera ineccepibile e santa. 5. Beati i presbiteri che, percorrendo il loro cammino, hanno avuto una fine fruttuosa e perfetta! Essi non hanno temuto che qualcuno li avesse allontanati dal posto loro stabilito. 6. Noi vediamo che avete rimosso alcuni, nonostante la loro ottima condotta, dal ministero esercitato senza reprensione e con onore.
 
XLVII, 1.Prendete la lettera del beato Paolo apostolo.
2. Che cosa vi scrisse all'inizio della sua evangelizzazione?
3. Sotto l'ispirazione dello Spirito vi scrisse di sé, di Cefa, e di Apollo per aver voi allora formato dei partiti.
4. Ma quella divisione portò una colpa minore. Parteggiavate per apostoli che avevano ricevuto testimonianza e per un uomo (Apollo) stimato da loro.
5. Ora, invece, considerate chi vi ha pervertito e ha menomato la venerazione della vostra rinomata carità fraterna.
6. E' turpe, carissimi, assai turpe e indegno della vita in Cristo sentire che la Chiesa di Corinto, molto salda e antica, per una o due persone si è ribellata ai presbiteri.
7. E tale voce non solo è giunta a noi, ma anche a chi è diverso da noi. Per la vostra sconsideratezza si è portato biasimo al nome del Signore e si è costituito un pericolo per voi stessi.
QUESTA è LA GERARCHIA DELLA CHIESA.....e a questo serve....se dissoci la gerarchia dal suo ruolo e dallo stesso PRIMATO Petrino, la snaturalizzi e le dai una immagine FALSA....

Cattolico_Romano
00giovedì 6 novembre 2008 18:50
a chi interessa una lettura vera e completa.....clicchi qui:
  • 28 marzo 2007, Sant'Ireneo di Lione
    [Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

  • Aderendo a questa fede trasmessa pubblicamente dagli Apostoli ai loro successori, i cristiani devono osservare quanto i Vescovi dicono, devono considerare specialmente l’insegnamento della Chiesa di Roma, preminente e antichissima. Questa Chiesa, a causa della sua antichità, ha la maggiore apostolicità, infatti trae origine dalle colonne del Collegio apostolico, Pietro e Paolo. Con la Chiesa di Roma devono accordarsi tutte le Chiese, riconoscendo in essa la misura della vera tradizione apostolica, dell’unica fede comune della Chiesa. Con tali argomenti, qui molto brevemente riassunti, Ireneo confuta dalle fondamenta le pretese di questi gnostici, di questi intellettuali: anzitutto essi non posseggono una verità che sarebbe superiore a quella della fede comune, perché quanto essi dicono non è di origine apostolica, è inventato da loro

La gerarchia non può essere spiegata ignorando tutto questo, o scardinando tutto questo....si avrebbe una immagine falsa di ciò che essa è e si combatterebbe ciò che essa NON è.....
Buona meditazione

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