Legalità, presupposto..

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enricorns
00martedì 21 luglio 2009 14:22
piùvoce.net
21 Luglio 2009
 
 

Ogni anno 400 miliardi di nero
Combattiamolo mobilitando le coscienze

LEGALITA`, PRESUPPOSTO
PER LIBERTA` E GIUSTIZIA

“Se mancano chiare e legittime regole di convivenza, oppure se queste non sono applicate, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto, con la conseguenza che la libertà è messa a rischio fino a scomparire. La “legalità”, ossia il rispetto e la pratica delle leggi, costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace tra gli uomini.... Il rispetto della legalità è chiamato ad essere non un semplice atto formale, ma un gesto personale che trova nell’ordine morale la sua anima e la sua giustificazione”.

E’ un passaggio della Nota Pastorale “Educare alla legalità approvata” dalla Cei nell’ottobre ‘91. Un documento che mostra tuttora  la capacità di illuminare l’azione della comunità cristiana e di tutti coloro che hanno a cuore il futuro del paese. 
Gli ultimi dati forniti dalla Corte dei Conti quantificano in 400 miliardi di euro il fatturato annuo derivato dalle attività illecite , di cui 250 provenienti da attività economiche  non fiscalmente dichiarate (l’economia in nero) e  i restanti derivati da attività criminali  (droga, rapine, usura, ecomafie, prostituzione). Una cifra che per le sue dimensioni impressiona e fa paura: rappresenta  quasi un quarto del Pil  sottratto al bene comune. I motivi sono tanti e noti: qui vorrei rimarcare non gli elementi  strutturali (la carenza di forti politiche di contrasto), ma quelli di ordine socioculturale  determinanti come i primi. Dietro al fenomeno  si nasconde una cultura che tollera e  talvolta giustifica il lavoro nero e il non pagamento delle tasse. Con l’aggravio che ciò  accade all’interno di un circuito  di relazioni e reti amicali tra loro  conniventi  che di fatto coprono il fenomeno. Lo stesso accade – con  una carica di illegalità maggiore – anche nelle attività dell’economia criminale che in alcune regioni è riuscita a  costituire veri e propri distretti industriali  gestiti da imprese ben posizionate nei territori e con un buon  grado di “efficienza”.
In questi anni qualcosa di buono si è fatto, l’azione delle forze di polizia in alcune regioni è stata efficace. Ma l’attività di repressione  si mostrerà insufficiente se non sarà affiancata da una forte ripresa della legalità come valore morale della cittadinanza. Manca – ricorda il documento del ’91 – quella mobilitazione delle coscienze che, insieme ad un’efficace azione istituzionale, può frenare e ridurre il fenomeno criminoso. Non vi è solo paura, ma spesso anche omertà; non si dà solo disimpegno, ma anche collusione; non sempre si subisce una concussione, ma spesso si trova comoda la corruzione per ottenere ciò che altrimenti non si potrebbe avere. Non sempre si è vittima del sopruso del potente o del gruppo criminale, ma spesso si cercano più il favore che il diritto, il “comparaggio” politico o criminale che il rispetto della legge e della propria dignità.
La Chiesa italiana nel Convegno ecclesiale di Verona ha  posto nella propria agenda il tema di una cittadinanza più solida al servizio del bene comune: la legalità assieme alla solidarietà  ne rappresentano un tratto fondamentale.

Edoardo Patriarca

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