Ma che bravi!!!!!

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Gabbianella1.
00giovedì 22 ottobre 2009 10:30

Roma,ecco la panchina anti-clochard

Assessore:misura per decoro e sicurezza

A Roma arrivano le panchine anticlochard. Lo annuncia Fabio De Lillo, assessore all'Ambiente della giunta Alemanno: saranno realizzate con uno o due braccioli nel mezzo, in modo da eliminare la possibilità di sdraiarcisi sopra. La panchina non potrà dunque essere trasformata in un letto dai tanti barboni che fanno dei parchi pubblici le loro dimore. Un'iniziativa simile era già stata presa a Verona dal sindaco leghista Flavio Tosi.

Al Campidoglio si pensa dunque seriamente alla realizzazione di questo nuovo prototipo di panchine come deterrente per i senza fissa dimora. Secondo quanto spiega ancora l'assessore, in una conferenza stampa per inaugurare un nuovo giardino, le panchine dovrebbero essere installate all'interno dei parchi che non prevedono una chiusura notturna, quelle aree cioè che non sono controllate e che per questo sono le più gettonate dai barboni.

Proprio i giardini inaugurati dal'assessore, che si trovano a piazza Ragusa, in zona Appia, per lungo tempo erano stati luogo di bivacco per molti sbandati, complice anche una vicina mensa per poveri. Le panchine, ha aggiunto l'assessore, sono già state progettate, e a breve si partirà con i finanziamenti per introdurle nell'arredo urbano di ville e parchi. Saranno disponibili già nel 2010, mentre le vecchie panchine verranno spostate nelle aree più curate.

Questo tipo di panchine esiste già in altre capitali, ha sottolineato De Lillo: hanno braccioli proprio per evitare che qualcuno possa stendervisi sopra.

da TgCom

Gabbianella1.
00giovedì 22 ottobre 2009 10:37
Invece di spendere i soldi in ste cavolate,nn potevano studiare un altro modo per risolvere il "problema"?Ad es aiutare la Caritas nella loro opera di aiuto a qte persone .Quasi sembra sia colpa della mensa dei poveri vicina al parco se le panchine sono prese ...d'assalto da qte persone nullatenenti.
Oltre a pensare che qti siano "barboni" per scelta(diciamo la verita' ...qti lo pensano?),nn si potrebbe pensare che qte siano persone che per una qualsiasi ragione della loro vita si sono ritrovate sole e senza un soldo?Possibile chel'egoismo nn porti a pensare che anche noi potremmo trovarci in quella condizione?
Tra le varie soluzioni hanno scelto la meno costosa e la meno impegnativa e la piu' disumana.
Ammesso che sia umano far dormire una persona su una panchina magari coperto da un cartone....
S_Daniele
00giovedì 22 ottobre 2009 15:56
Sai che su questo argomento non riesco a pronunciarmi?
E' così variegato che è impossibile dire se è giusto o errato prendere certi provvedimenti.
Gabbianella1.
00giovedì 22 ottobre 2009 18:44

L'angelo dei barboni
Busti: fratel Ettore per molti già santo in vita

SEVESO (Milano). Il ricordo di fratel Ettore Boschini e del suo straordinario impegno a favore degli ultimi ha radici profonde ed è ancora ben vivo. Lo dimostra la prosecuzione dell’opera nei numerosi centri di accoglienza da lui fondati in Italia e all’estero e lo conferma la vasta partecipazione ai riti di suffragio celebrati in occasione del 3º anniversario della morte. La principale cerimonia religiosa si è svolta a Casa Betania di Seveso. Qui la messa è stata officiata da 9 sacerdoti, tra i quali monsignor Roberto Busti, che come nuovo vescovo farà ingresso a Mantova il 7 ottobre.Tra i celebranti anche padre Pier Vittorio Paleari, superiore dei camilliani per la Lombardia e il Veneto. Alla messa ha assistito una folta delegazione mantovana, composta, oltre che dalla nipote di fratel Ettore, Chiara Marazzoli (che aveva organnizzato un pulmino), tre delle sorelle del religioso roverbellese: Carla, Gabriella e Maria. La quarta, Angela, è stata impossibilitata a intervenire, così come il vescovo Egidio Caporello che comunque, tramite Chiara Marazzoli, ha fatto pervenire a padre Paleari un toccante messaggio di adesione spirituale all’iniziativa. In prima fila pure suor Teresa Martino, che di fratel Ettore ha raccolto la pesante eredtà nella gestione di tutti i centri di accoglienza.Sull’altare sono state poste le scarpe sgualcite del religioso, quale simbolo ideale e concreto del molto cammino da lui percorso e dell’umiltà che aveva caratterizzato l’opera di assistenza nell’aiuto ai barboni della stazione Centrale di Milano e, più in generale, a tutti i diseredati. Virtù questa che ha fatto subito avviare la complessa causa di beatificazione.Proprio sull’umiltà si è accentrata l’omelia di padre Paleari.Monsignor Busti è intervenuto per sottolineare che, da capo dell’ufficio stampa del cardinale Martini, aveva avuto modo di incontrare più volte in curia a Milano fratel Ettore, che poi aveva visto anche transitare per la città con la sua vecchia auto sormontata dalla statua della Madonna di Fatima. L’opera di carità del camilliano - ha aggiunto - era nota a tutti, tanto che per la gente lui era già santo in vita. Un uomo che agiva più col cuore che con la ragione; la sua era un’assistenza umile, immediata e concreta, molto simile a quella di Madre Teresa di Calcutta.Cerimonie per il terzo anniversario della scomparsa si sono tenute in tutti i centri di accoglienza fondati dal frate di Roverbella. Nella nostra provincia messe sono state celebrate nella chiesa di Cerese e a Mantova (all’istituto per anziani Isabella d’Este e nella parrocchiale di Santa Teresa in via Mazzini).
preso dal sito http://portal.lombardinelmondo.org/lombardinelmondo/portal/articoli/storiaemigrazione/view
Gabbianella1.
00giovedì 22 ottobre 2009 18:46

Fratel Ettorel’angelo dei poveri(1928-2004)

  

Ettore Boschini

<< camilliano dei barboni>>

Una vita al servizio dei diseredati

Confortato dai miei superiori...Penso che quest’Opera per gli ultimi, i diseredati, gli emarginati, sia stato proprio voluta dal Signore.
Egli fa cose ben più grandi, anche solo con una mascella d’asino, dunque perchè stupirci se ha fatto queste belle cose con un poveraccio come me?
Ma io mi stupisco ancora, e richiedo: - Ma è vero, tutto vero, ciò che sto osservando, tutto ciò che si sta compiendo? – E mi rispondo così: - Chi confida nel Signore non manca di nulla! -.
Non solo non manchiamo di nulla, ma constatiamo anche il superfluo dopo aver accolto, sfamato e vestito, migliaia e migliaia di poveri… Il superfluo lo destiniamo come aiuti umanitari ai terremotati, alluvionati, nazioni povere, comunità bisognose… e nel cuore ci risuonano le parole di Gesù: - L’hai fatto a me! –
Dopo venti anni mi si domanda: - Dopo di te, chi continuerà quest’Opera?
Da sempre, come il mio fondatore
San Camillo, ho creduto che l’Opera non è mia ma Sua, del Crocefisso; e ho sempre creduto che Lui, proprio come ebbe a dire San Camillo, la proteggerà e la provvederà.
Per ora ha provveduto ad una associazione di "Discepole" che, noi speriamo, voglia essere il primo passo verso una soluzione stabile per la continuazione dell’opera, divenendo famiglia religiosa: "Discepole di San Camillo,Missionarie del Cuore Immacolato di Maria".
A tale punto potrei pregare come l’anziano profeta Simeone: - Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace…-
  Fratel Ettore 

"Quello che aiuta i poveri..."Oggi, mentre vado per strada, domando ad un passante: "Tu lo sai chi è fratel Ettore?" Lui mi guarda e poi mi fa: "Ah! Sì…quello che aiuta i poveri". Ecco. In cinque parole c’è dentro un po’ tutto; ma per saperne di più bisognerebbe leggere il libro dal titolo "Ettore dei poveri".
Intanto tento di fare una breve sintesi della vita.
Nasce a Roverbella di Mantova a mezzogiorno del giorno 25 marzo 1928. La sua è una famiglia di contadini ed anche lui fino ad una certa età lavora in campagna. Dopo una giovinezza spensierata (come tanti giovani della sua età) al Santuario della Madonna della Corona decide di cambiare rotta e darsi al servizio dei malati in qualità di religioso camillliano.
Ma la sua avventura al servizio dei più poveri incomincia con l’apertura del "Rifugio" in via Sammartini a Milano, presso la Stazione Centrale. E il cammino tra i più poveri continua da una ventina d’anni, tra tante croci e poche consolazioni. Povero me o beato me…!
Ebbe a sospirare un giorno. E un’altra volta: "C’è di che diventar santi…ma è dura!"
L’elenco delle Case di accoglienza da lui aperte ci dà una misura del lungo cammino che è stato fatto fino ad oggi.
Va tenuto presente che, per lui, le povertà non sono solo quelle materiali, ma anche (e soprattutto…) quelle spirituali.
Di entrambi si prende cura, secondo l’elenco delle sette opere di misericordia corporali e delle sette opere di misericordia spirituali.
Questo è tanto vero che una delle sue Case di accoglienza porta il nome di "Villaggio delle Misericordie" situata a Milano in Via Assetta (Affori).
Ultima sua scoperta… è quella delle "Discepole di San Camillo". E così, col cercare nuove giovani reclute, intende dare continuità a ciò che ha iniziato grazie a Dio… "a cui pongono mano e cielo e terra" mi verrebbe da dire con Dante Alighieri.
Venite e vedete e … dateci una mano…!
 D.G.V.


dal sito http://www.parrocchie.it/calenzano/santamariadellegrazie/Fratel%20Ettore.htm

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