PAPA:RIFORMA CHIESA DALL'INTERNO E COMINCI DA CAPI

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S_Daniele
00mercoledì 7 ottobre 2009 14:52
PAPA:RIFORMA CHIESA DALL'INTERNO E COMINCI DA CAPI

(AGI) - CdV, 7 ott.

(di Salvatore Izzo)

"Purificare la Chiesa la rende piu' bella e santa". Ma "ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e non contro la Chiesa". Inoltre, qualunque "riforma dei costumi degli uomini" deve avvenire "a cominciare da chi comanda, ed estendersi ai sudditi".
E questo vale soprattutto per la Chiesa. Sono le due indicazioni che Benedetto XVI ha offerto oggi nella
catechesi pronunciata all'Udienza Generale, che e' stata dedicata alla figura di San Giovanni Leonardi, farmacista e sacerdote vissuto alla fine del '500.
"Coloro che aspirano alla riforma dei costumi degli uomini cerchino specialmente e per prima cosa la gloria di Dio", e diano cosi' il buon esempio, ha spiegato il Pontefice, sottolineando che secondo ì questo santo, vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, "per ottenere una integrita' di vita e l' eccellenza dei costumi occorreva, piu' che costringere, atterrare dolcemente alla riforma".
Per questo, ha ricordato ancora il Papa teologo, San Giovanni Leonardi suggeriva che "chi vuole fare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, una attenta diagnosi dei mali che percorrono la Chiesa e prescrivere per ciascuno di essi un rimedio piu' appropriato.
E osservava poi che il rinnovamento della Chiesa deve avvenire parimenti nei capi e nei dipendenti, deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi". "Percio' - ha spiegato Ratzinger - mentre sollecitava il Papa di allora a promuovere una riforma universale della Chiesa, San Giovanni Leonardi si preoccupava di formazione cristiana del popolo e dei fanciulli, da educare nella fede cristiana e nei santi costumi".
Infatti, "ogni riforma interessa certamente le strutture, ma in primo luogo deve incidere nel cuore dei credenti" e solo cosi' puo' aiutarli "in maniera determinante, a costruire un mondo migliore".
Sono indicazioni, ha detto il Pontefice, che rendono San Giovanni Leonardi "veramente straordinario e attuale", anche nella cultura contemporanea, che e' "caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio e l'affermarsi dell' autonomia dell'uomo che sceglie di vivere come se Dio non ci fosse".
Si tratta, ha rilevato Benedetto XVI, "della crisi del pensiero moderno che piu' volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo". Da parte sua, ha scandito il Papa teologo, San Giovanni Leonardi esortava a seguire "Cristo innanzitutto", a mettere cioe' "Cristo al centro del cuore, al centro della storia e del cosmo".
"Di Cristo - ha ricordato ancora Ratzinger citando di nuovo il fondatore dei chierici regolari della Madre di Dio - l'umanita' ha estremo bisogno, perche' lui e' la nostra misura".
"Non c'e' ambiente - ha commentato Ratzinger - che non possa essere toccato dalla sua forza; non c'e' male che non trovi in lui rimedio, non c'e' problema che in lui non si risolva". Di qui l'invito, rivolto oggi dal Papa ai sacerdoti "in primo luogo" ma a "tutti i cristiani", a "tendere costantemente alla misura alta della vita cristiana" che e' la santita', "ciascuno naturalmente secondo il proprio stato". Non dimenticando mai che "soltanto dalla fedelta' a Cristo puo' scaturire l'autentico rinnovamento ecclesiale", ha concluso Benedetto XVI rivolto alla grande folla dei fedeli (oltre 40 mila persone, piu' del doppio cioe' di quanti erano previsti dalla Prefettura della Casa Pontificia), indicando in particolare questa "luminosa figura di sacerdote" come esempio a tutti i preti del mondo in occasione dell'Anno Sacerdotale.

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S_Daniele
00mercoledì 7 ottobre 2009 14:57
Il Papa all'udienza generale: Cristo è la "medicina" contro il relativismo, il risolutore dei mali del mondo. I lavori sinodali affidati alla Vergine del Rosario

Una “luminosa figura di sacerdote”, che a metà del XVI secolo fece di Cristo il centro assoluto della sua opera apostolica, contrastando con i valori del Vangelo la scissione tra fede e ragione che in quel periodo iniziava a delinearsi. In occasione dell’Anno Sacerdotale, Benedetto XVI
ha presentato questa mattina, all’udienza generale in Piazza San Pietro, la storia di San Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio e Patrono dei farmacisti, del quale dopodomani si ricordano i 400 anni dalla nascita. Al termine, nel giorno della festa liturgica della Vergine del Rosario, il Papa ha affidato a Lei i lavori del Sinodo dei Vescovi per l’Africa in corso in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Tutto comincia da una passione per gli aromi e i medicamenti che, a metà del ‘500, è praticata dalla corporazione degli “speziali”. L’adolescente Giovanni Leonardi studia e presto affina la vocazione alla farmacopea, ma si apre pure all’altra vocazione, quella del sacerdozio, che coltivava da tempo e che lo porta - ha spiegato Benedetto XVI ai 40 mila in Piazza San Pietro - a trasmettere agli uomini “la medicina di Dio”, il Cristo Risorto, che per Leonardi è, e sarà sempre, “misura di tutte le cose”:

“Animato dalla convinzione che di tale medicina necessitano tutti gli esseri umani più di ogni altra cosa, san Giovanni Leonardi cercò di fare dell’incontro personale con Gesù Cristo la ragione fondamentale della propria esistenza (...) Il primato di Cristo su tutto divenne per lui il concreto criterio di giudizio e di azione e il principio generatore della sua attività sacerdotale”.

Questa passione per Cristo, oltre a indurlo a spendersi senza risparmio per l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio da lui fondato - come pure per le missioni per le quali contribuì all’istituzione della Congregazione di Propaganda Fide - lo portò a farsi promotore presso Papa Paolo V di un rinnovamento morale e di costumi a partire all’interno della Chiesa. Osservava, ha detto il Papa:

“Che ‘chi vuole operare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un'attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere per ciascuno di essi il rimedio più appropriato’. E notava che ‘il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi’”.

Ai suoi occhi, la Chiesa appariva realisticamente “santa ma fragile” e, dunque, ha spiegato il Pontefice, San Giovanni Leonardi cercò di renderla sempre più bella, un segno “trasparente” del suo capo:

“Capì che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa. In questo, san Giovanni Leonardi è stato veramente straordinario e il suo esempio resta sempre attuale”.

L’azione di San Leonardi si sviluppa, ha notato ancora Benedetto XVI, negli stessi anni - tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 - nei quali cominciano “ a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea”, caratterizzata, ha detto il Papa:

“Da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo il quale sceglie di vivere “come se Dio non ci fosse”. E’ la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo”.

Anche in questo caso, ha affermato il Pontefice, la risposta di San Giovanni Leonardi è chiara e attuale: “Cristo innanzitutto” al centro del cuore, della storia e del cosmo:

“E di Cristo - affermava con forza - l’umanità ha estremo bisogno, perchè Lui è la nostra ‘misura’. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c’è male che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui non si risolva. ‘O Cristo o niente’! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale”.

In conclusione, Benedetto XVI ha rivolto questo auspicio tanto al clero quanto all’insieme dei credenti:

“L’esempio e l’intercessione di questo ‘affascinante uomo di Dio’ siano, particolarmente in questo Anno Sacerdotale, richiamo e incoraggiamento per i sacerdoti e per tutti i cristiani a vivere con passione ed entusiasmo la propria vocazione”.

Durante le catechesi, parlando in lingua polacca, il Papa ha affidato alla Madonna del Rosario i lavori sinodali dei vescovi dell’Africa in corso in Vaticano, ribadendo poco dopo in lingua italiana “l'importanza” di questa preghiera mariana, “tanto cara - ha ricordato - anche ai miei venerati Predecessori”. Benedetto XVI ha esortato in particolare i giovani, i malati e i nuovi sposi a fare del Rosario il centro della loro vita cristiana. Quindi, saluti del Pontefice sono giunti anche al cardinale Ivan Dias e ai collaboratori del Dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli, ai responsabili e agli studenti del Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide, ai partecipanti al pellegrinaggio promosso dall’Ordine della Madre di Dio, in occasione del quarto centenario della morte di San Giovanni Leonardi, ai sacerdoti, religiose e seminaristi dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e ai rappresentanti dell'Associazione “Pianeta Down”, e , tra gli altri, ai Cavalieri del Ringraziamento di Roio, in provincia de L’Aquila. “Alla Vergine Maria della Croce, venerata nel Santuario di Roio affido ancora una volta - ha concluso il Papa - le attese e le speranze delle popolazioni colpite dal recente terremoto”.

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S_Daniele
00giovedì 8 ottobre 2009 14:34
“Non contro ma dentro” la Chiesa c’è bisogno di una riforma.

Il crescendo di parole del Papa Benedetto XVI sulla Chiesa Cattolica, iniziato con la
Via Crucis del 2005 e culminato con la Lettera ai Vescovi sulla Fraternità Pio X, ha trovato ieri un’importante conferma. Di più, ieri il Papa ha annunciato una riforma per rendere la Chiesa “più bella e più santa”.
Oggi non possiamo sapere se sia in arrivo uno o più atti ufficiali, prendiamo atto che l’attenzione del ‘timoniere’ alla barca è vigile e appassionata.
Ieri, <
ricordando nell’Udienza del mercoledì le virtù di san Giovanni Leonardi
, uomo che visse a metà del XVI e XVII secolo, Papa Benedetto non solo ne ha voluto sottolineare la straordinaria attualità ma anche la similitudine dell’ambiente culturale di allora e di oggi:”un indebita scissione tra fede e ragione, l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo il quale sceglie di vivere come se Dio non ci fosse”.Oggi si chiama relativismo.
Giustamente il Papa riafferma un’evidenza, troppo spesso capovolta dalla ‘fede adulta’, Cristo si incontra nella sua Chiesa, “santa ma fragile” in un divenire a volte oscuro, “dove grano e zizzania crescono insieme”.
Il Papa invita ad avere lo stesso atteggiamento di san Giovanni, “non si scandalizzò delle debolezze, ma per contrastar la zizzania scelse di essere buon grano, decise di amare Cristo nella Chiesa e lavorò alacremente per purificarla”. La Riforma di cui parla il Papa, un richiamo a ciascuno di noi, deve passare dalla “riforma dei costumi degli uomini, a cominciare da chi comanda”, una riforma che deve essere attuata con la prudenza e la determinazione del buon medico:” una attenta diagnosi dei mali che percorrono la Chiesa e prescrivere per ognuno di essi un rimedio più appropriato”.
Perché tutti, dice Benedetto, devono aspirare alla santità, alla misura alta della vita cristiana e…soltanto coloro che sono pronti a scelte radicali ispirate dal Vangelo”, possono rinnovare la Chiesa. Un passo ancor più fermo, una conferma dell’appassionata determinazione di passare dai richiami e dalla denuncie dei ‘difetti’, alla azione.
Benedetto XVI, dopo aver parlato in diverse circostanze al clero e ai vescovi tutti, stavolta spinge le sue parole più in là, il “ buon medico” fa suo le parole di San Paolo: correggi a ‘tu per tu’, richiama davanti a un altro amico, infine denuncia l’errore a tutta la comunità.
Tutti i fedeli cattolici dovrebbero ringraziare la sollecitudine per gli appassionati richiami del Papa, la sua indefessa volontà ad correggere,accudire, voler sante le sue pecorelle. Il successore di Pietro, al di là di estemporanei sussurri e fraintendimenti fuori e dentro la Chiesa, ha il timone ben saldo in mano e agirà con il buon esempio e con esemplari decisioni.
Non per dar ragione a chi sta ‘fuori’, solo da ‘dentro’ e per il bene della stessa Chiesa. Benedetto “il Compassionevole” c’è e non allenterà la presa.


On. Luca Volonté
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 16:10
La Chiesa ha bisogno di una continua "riforma" nel senso che ha bisogno di un continuo rinnovamento.
Perciò ben venga l'invito del nostro Pontefice, che profeticamente avanza su questa linea per guidare da buon "amministratore posto a capo" (Luca 12, 41 ss), la "casa" che gli è stata affidata, finchè il Padrone non ritorni.
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