Preghiera ecumenica per la giustizia e la pace a Gaza

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Cattolico_Romano
00martedì 6 gennaio 2009 18:59
La meditazione del Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah

Preghiera ecumenica
per la giustizia e la pace a Gaza


Gerusalemme, 5. Domenica 4 gennaio è stata una giornata dedicata interamente alla preghiera per la giustizia e la pace in Terra Santa. Fautori dell'iniziativa tredici capi di Chiese di Gerusalemme. Su invito del centro ecumenico di teologia della liberazione Sabeel, alcuni rappresentanti di tutte le Chiese a Gerusalemme si sono uniti ai domenicani di Santo Stefano per una preghiera comune per la pace a Gaza.
Nella chiesa piena, l'assemblea, composta da numerosi palestinesi, ma anche da cristiani di lingua ebraica, ha cominciato la preghiera con un momento di silenzio, proseguendo con la lettura della Lettera agli Efesini (6, 14):  "State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il Vangelo della pace"; e il Vangelo di Matteo (7, 7):  "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto").
Dopo una meditazione del Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah, è stato letto in arabo un messaggio di padre Manuel Musallam, parroco della Sacra Famiglia a Gaza e direttore della scuola cristiana Holy Family.
"Dalla valle di lacrime - ha sottolineato il sacerdote - da Gaza bagnata dal suo sangue, un sangue che ha soffocato la felicità nel cuore di un milione e mezzo di abitanti, rivolgo a voi queste parole di fede e di speranza. Non utilizzerò la parola "amore", essa è rimasta intrappolata anche nelle gole di noi cristiani".
Padre Musallam ha proseguito il suo messaggio con il racconto della morte di Cristina, una giovane di circa quindici anni, deceduta nei giorni scorsi per una crisi cardiaca sotto i continui bombardamenti, il cui corpo era già spossato dal freddo di una casa in cui tutti i vetri erano saltati in aria, dalla fame, dalla mancanza di sonno, dalla paura. Padre Manuel ha descritto una situazione drammatica a Gaza per la popolazione civile e negli ospedali. La Croce Rossa internazionale ha espresso tutta la sua preoccupazione e inquietudine per il peggioramento della crisi umanitaria a Gaza dopo dieci giorni di offensiva israeliana. Il direttore delle operazioni, Pierre Kraehenbuehl, si è detto "sempre più preoccupato dell'aumento delle vittime civili e dell'aumento degli edifici civili, inclusi gli ospedali, danneggiati dai combattimenti". Kraehenbuehl ha anche ricordato che le leggi internazionali proibiscono qualsiasi attacco contro i civili durante un conflitto e che entrambe le parti devono ridurre al minimo le vittime.
Il messaggio di padre Musallam, ieri, si è concluso con l'ennesimo appello per la pace. Successivamente è stata recitata una preghiera d'intercessione in diverse lingue per la popolazione di Gaza, per i prigionieri, i deportati e rifugiati, per la fine dell'attacco e perché gli sforzi per la pace proseguano.
Nelle strade di Gerusalemme, Gaza è presente in ogni animo. Tutte le manifestazioni pubbliche da parte araba - aggiunge il sito web della Custodia di Terra Santa - sono state annullate. L'albero di Natale è spento a Betlemme, così come le luci della festa nel quartiere cristiano della Città Vecchia di Gerusalemme. Per l'Epifania e il Natale ortodosso, le celebrazioni solenni dovranno essere ridotte al minimo.
"Pesanti bombardamenti - ha riferito poi all'agenzia Misna lo stesso padre Manuel Musallam - un gran numero di vittime, i soldati israeliani non distinguono più tra civili e combattenti. Questa è guerra; qualcuno provi a fermarli. I soldati israeliani si trovano nell'area dei loro vecchi insediamenti abbandonati nel 2005 ma non entrano nelle nostre città perché hanno paura di fronteggiare il cuore della resistenza palestinese. I bombardamenti da cielo, da terra e dal mare sono continui - ha proseguito il sacerdote - alcuni colpi sono arrivati a nemmeno venti metri dalla chiesa. Dopo la morte della piccola Cristina, un'altra bimba è morta domenica mattina per il terrore e i boati continui. Era musulmana, frequentava la nostra scuola, il padre della piccola, Abu Ras, è disperato".
C'è rassegnazione nelle parole del sacerdote, che vede con i suoi occhi ciò che molti mezzi di informazione non riescono a raccontare.
"Gli israeliani - sottolinea il parroco - stanno usando nuove armi. Ho parlato con il direttore del maggiore ospedale di Gaza che mi ha riferito di corpi con strane ferite da armi da fuoco mai viste prima qui a Gaza. Non so cosa stiano usando".
Chiuso nei confini stretti di una striscia di terra lunga quaranta chilometri e larga quindici, un milione e mezzo di persone aspetta gli sviluppi di un attacco di cui non si riescono ancora a vedere con chiarezza gli sviluppi.
Secondo il religioso palestinese a Gaza è in corso una crisi umanitaria senza precedenti:  "La gente usa la farina destinata agli animali per cucinare. L'altro giorno un panettiere si vergognava a darmi il pane perché diceva che era troppo impuro per un prete".
In città la corrente elettrica manca per parecchie ore, ma nella parrocchia di padre Musallam c'è un generatore elettrico a gasolio:  "Molta gente viene qui per cucinare o per ricaricare il telefonino". In dieci giorni di assedio oltre a obiettivi militari sono state colpite diverse case, strade, caserme della polizia, uffici governativi e sette moschee. "È vero - ha aggiunto il sacerdote - ci sono i miliziani qua, ma la maggior parte degli abitanti di Gaza sono povere persone innocenti. Anche i poliziotti uccisi i primi giorni. Loro lavoravano per Hamas, ma non appartenevano a quel movimento. Moltiplicare i motivi di risentimento dei palestinesi, come sta facendo Israele uccidendo donne, uomini e bambini che non hanno mai preso un'arma in pugno non farà altro che allontanare ancor di più la pace. Diventa sempre più difficile parlare di perdono sia ai cristiani che ai musulmani".
Secondo il prete palestinese, gli attacchi israeliani degli ultimi giorni contribuiscono ad aumentare il consenso della popolazione nei confronti del partito guidato da Ismail Haniye:  "Se volevano distruggere Hamas, sono riusciti invece a rafforzarlo. Oggi la gente è più estremista e fondamentalista di un tempo. Se dài fuoco alla casa del vicino, prenderà fuoco anche la tua. Questa guerra porta solo vittime. La pace è possibile - ha concluso il parroco di Gaza - ma come si può raggiungere  in  una  tale condizione di sofferenza e umiliazione per i palestinesi?".
La ferma condanna della guerra e la richiesta di un cessate il fuoco immediato giungono anche dal Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), e dal suo segretario generale, Samuel Kobia. "Nei Paesi coinvolti in questo conflitto - si legge nel messaggio del Wcc - le Chiese e i membri delle Chiese chiedono ai Governi di iniziare l'urgente lavoro di assicurare un futuro più certo ai palestinesi, agli israeliani e ai loro vicini. La stanca logica dei funzionari pubblici che incolpano gli altri negando la responsabilità del loro Governo ha portato alla perdita di molte vite. I Governi - conclude il messaggio del Consiglio ecumenico delle Chiese - devono ora essere responsabili della pace. La morte e la sofferenza di questi giorni sono spaventose e vergognose e non otterranno altro che nuove morti e nuova sofferenza".
Secondo fonti militari, una decina di razzi sono caduti lunedì mattina in diverse località nel sud di Israele, inclusi i centri di Gadera e Kiriat Malachi che distano da Gaza decine di chilometri, senza causare vittime. Nei combattimenti in corso a Gaza oltre a un soldato ucciso domenica sono finora stati feriti cinquantatré soldati; sei di questi la scorsa notte e lunedì. Quattro dei feriti sono in gravi condizioni. Fonti palestinesi hanno stimato il numero dei palestinesi uccisi a Gaza in almeno cinquecentoventiquattro, in parte civili.
Negli scontri della scorsa notte, sempre secondo queste fonti, una dozzina di civili sono stati uccisi e tra questi diversi bambini.
Intanto, le autorità israeliane hanno autorizzato l'ingresso a Gaza di un convoglio di diversi autocarri di aiuti umanitari.



(©L'Osservatore Romano - 5-6 gennaio 2009)
Robenz
00martedì 6 gennaio 2009 21:26
Mi associo alla preghiera!! AMEN

Pace

Roberto
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