Primato di Roma, Trinità et ecc....

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Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 05:49
Sposto in questo nuovo Trhend alcuni messaggi del topic DIO E' IN OGNI LUOGO? perchè non attinenti alla discussione del trhend.



 
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29/06/2009 19.05


"Dialogo Ecumenico: avviato dalla Chiesa Cattolica fin dal secondo secolo dell'Era Cristiana, si pratica con quanti dicendosi Cristiani credono nella Santissima Trinità, credono nell'Incarnazione di Dio e credono nei Sacramenti in una forma incompleta o dissociata dall'insegnamento della Chiesa.... "


Alle volte comincio veramente a pensare che studiate sui libri di Don Sezze..

Nel secondo secolo non si può parlare ne di sacramenti ne di chiesa cattolica come la conosciamo oggi, e non ha senso nemmeno parlare di chiesa ma di chiese. Di trinità ancor più non si può parlare così presto ne di magistero, salvo che ci si riferisca alle direttive dei vescovi delle grandi chiese emergenti.
Il dialogo ecumenico nel II sec. non è nemmeno accennabile, la cultura e l'epoca erano totalmente diverse da quelle di oggi, contesti differenti ed esigenze differenti, e basta far passare qualche secolo in più per parlare solamente di intolleranza religiosa e non di ecumenismo, verso tutto ciò che era definito "eretico" dall'ortodossia dichiarata ufficiale.


Stay tuned on the future.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 05:50
 
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X Clint


Alle volte comincio veramente a pensare che studiate sui libri di Don Sezze..



Beh se per te Congar, Rahner, Kasper, Ratzinger et ecc.. sono Don Sezze, non mi rimane che piangere!


Nel secondo secolo non si può parlare ne di sacramenti ne di chiesa cattolica come la conosciamo oggi,



Nulla di una volta è come lo conosciamo oggi, la Chiesa è un soggetto composito sempre in evoluzione sia nella sua struttura sia nel suo pensiero.
Bisogna capire poi cosa tu intenda per sacramenti, il termine teologico o il sacramento in se stesso?
Il Battesimo, Eucarestia e Cresima o imposisizione delle mani sono attestati sin dal secondo secolo.
Ignazio docet.


e non ha senso nemmeno parlare di chiesa ma di chiese.



Perchè tu vuoi forzare la differenza tra chiese locali con chiesa universale cioè l'unione di tutte le chiese locali, come d'altronde è anche oggi.
Questo è attestato già dall'inizio del II secolo con Ireneo:

"In realtà, la Chiesa, sebbene diffusa in tutto il mondo fino alle estremità della terra, avendo ricevuto dagli Apostoli e dai loro discepoli la fede..., conserva questa predicazione e questa fede con cura e, come se abitasse un'unica casa, vi crede in uno stesso identico modo, come se avesse una sola anima ed un cuore solo, e predica le verità della fede, le insegna e le trasmette con voce unanime, come se avesse una sola bocca", Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 1, 10, 1-2 (SC 264, 154-158; PG 7, 550-551).

"Infatti, se le lingue nel mondo sono varie, il contenuto della Tradizione è però unico e identico. E non hanno altra fede o altra Tradizione né le Chiese che sono in Germania, né quelle che sono in Spagna, né quelle che sono presso i Celti (in Gallia), né quelle dell'Oriente, dell'Egitto, della Libia, né quelle che sono al centro del mondo", Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 1, 10, 2 (SC 264, 158-160; PG 7, 531-534).

"Il messaggio della Chiesa è dunque veridico e solido, poiché essa addita a tutto il mondo una sola via di salvezza", Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 5, 20, 1 (SC 153, 254-256; PG 7, 1177).


Di trinità ancor più non si può parlare così presto ne di magistero, salvo che ci si riferisca alle direttive dei vescovi delle grandi chiese emergenti.



La Trinità è già attestata all'inizio del II secolo con Tertulliano, Ireneo, Origene (anche se in maniera imperfetta), ovviamente c'è poi un pensiero evolutivo frutto della meditazione della Chiesa che culminerà a Nicea, come tu hai detto altrove le dottrine e la Verità di esse non cadono dal cielo, così come il N.T., ma sono frutto della contemplazione-meditazione degli uomini di Dio dinanzi alla Rivelazione di Dio.

Il Magistero infatti è composto dai vescovi, comunque già Ireneo dava un'idea di magistero: Infatti con questa Chiesa (Roma), in ragione della sua origine più eccellente, deve necessariamente essere d'accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte — essa nella quale per tutti gli uomini è sempre stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli.
E ancor prima a fine I Secolo assistiamo all'obbedienza della Chiesa di corinzi al Vescovo di Roma Clemente.
Naturalmente nessuno di noi sostiene che la realtà dei primi III secoli è identica a quella di oggi, ma la realtà di oggi era già presente in forma ancora non completa nei primi tre secoli, ergo la Chiesa è sempre in evoluzione e miglioramento fino alla venuta di cristo che la porterà a compimento.


Il dialogo ecumenico nel II sec. non è nemmeno accennabile, la cultura e l'epoca erano totalmente diverse da quelle di oggi, contesti differenti ed esigenze differenti,



Il dialogo ecumenico di per sè non esisteva fino al dopo Riforma, credo che Caterina si rifaccia più a un dialogo tra la Chiesa e i donatisti, nel IV secolo e non nel II secolo, comunque Caterina spiegherà meglio lei il suo pensiero.


e basta far passare qualche secolo in più per parlare solamente di intolleranza religiosa e non di ecumenismo, verso tutto ciò che era definito "eretico" dall'ortodossia dichiarata ufficiale.




La solita minestra riscaldata, ma non ti stanchi mai?
Comunque l'intolleranza c'era anche da parte degli eretici e ti rammento che ci fu un periodo, il dopo Nicea, che l'arianesimo fu considerato ortodossia ufficiale dalla corte imperiale, e la persecuzione la subirono i Trinitari, Atanasio docet!
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 05:51
 
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30/06/2009 18.06

Re:
ClintEastwood82, 29/06/2009 19.05:


"Dialogo Ecumenico: avviato dalla Chiesa Cattolica fin dal secondo secolo dell'Era Cristiana, si pratica con quanti dicendosi Cristiani credono nella Santissima Trinità, credono nell'Incarnazione di Dio e credono nei Sacramenti in una forma incompleta o dissociata dall'insegnamento della Chiesa.... "


Alle volte comincio veramente a pensare che studiate sui libri di Don Sezze..

Nel secondo secolo non si può parlare ne di sacramenti ne di chiesa cattolica come la conosciamo oggi, e non ha senso nemmeno parlare di chiesa ma di chiese. Di trinità ancor più non si può parlare così presto ne di magistero, salvo che ci si riferisca alle direttive dei vescovi delle grandi chiese emergenti.
Il dialogo ecumenico nel II sec. non è nemmeno accennabile, la cultura e l'epoca erano totalmente diverse da quelle di oggi, contesti differenti ed esigenze differenti, e basta far passare qualche secolo in più per parlare solamente di intolleranza religiosa e non di ecumenismo, verso tutto ciò che era definito "eretico" dall'ortodossia dichiarata ufficiale.


Stay tuned on the future.






misà che è partito un colpo a vuoto...

dunque...non meriti risposte perchè sono temi che hai già conosciuto...
rispondo solo per rispetto a chi legge che ciò che hai scritto è falso!

Tra la Didachè, il Pastore d'Erma e la Lettera a Diogneto (nonchè il processo a san Giustino avvenuto nell'anno 150 circa dove descrive il Culto della chiesa) abbiamo documenti stilati tra il primo e il secondo secolo nei quali si traccia la vita liturgica della comunità cristiana...
Nell'ordine viene elencato ciò che è la Santa Messa:
- Lettura della Parola (si parlava già di Nuovo Testamento e si leggevano le Lettere di Paolo e i Vangeli), il diacono leggeva le Lettere anche del vescovo laddove si riteneva necessario;
- iniziava l'offertorio e i catecumeni venivano allontanati perchè non ancora battezzati e che non potevano ricevere l'Eucarestia;
- i fedeli portavano le offerte in vestiti, danaro e mangiare, compreso il pane azzimo per la consacrazione;
- il PRESBITERO CONSACRAVA il pane e il vino e formulava le così dette Preghiere Liturgiche del Canone (i primi a renderle fisse sono stati gli Ortodossi, la Chiesa di rito Greco, la Chiesa di Roma ha fissato il Canone nel secondo secolo);
- si dava il segno della pace con un bacio e si distribuiva la Comunione, il diacono ne prendeva una parte da portare agli ammalati e ai cristiani in carcere, la storia di san Tarcisio lo conferma...
- alla fine della liturgia si cantavano i Salmi biblici

E' ovvio che fino all'arrivo di sant'Agostino la Chiesa NON ha COMPLETATO ancora la teologia sui Sacramenti, così come DOPO TRE SECOLI LA CHIESA DICHIARA DOGMATICAMENTE LA DOTTRINA SULLA TRINITA'....a dimostrazione che non è che non ci fossero i Sacramenti o non ci fosse la Trinità, ma che dogmaticamente e dottrinalmente occorreva UN PRONUNCIAMENTO FORMALE ED UFICIALE, Gesù l'aveva predetto: A SUO TEMPO LO SPIRITO SANTO VI RICORDERA' OGNI COSA... ....


Nell'Anno 400 sant'Ambrogio riforma la Messa per la Chiesa ambrosiana, da qui il termine che tutt'ora la contraddistingue, in sostanza il rito è lo stesso, cambiano alcune preghiere e alcuni Salmi. le Ceneri da loro sono la prima domenica di Quaresima, Tempo liturgico conosciuto fin dal primo secolo in preparazione alla Pasqua...
La Messa di rito latino si conferma senza più aggiustamenti con san Gregorio Magno (Messa detta GREGORIANA) che il Concilio di Trento estenderà a tutto l'Urbe e l'Orbe...per evitare che ognuno facesse con riti improvvisati...vengono riconocsciuti dalla Chiesa TUTTI i riti Orientali anche dopo lo scisma...perchè la Messa era uguale per tutti nel SACRAMENTO...

I Sacramenti sono sempre stati 7 fin dal primo secolo, solo che Battesimo e Cresima si davano insieme come avviene oggi ancora nella Chiesa Ortodossa...la Chiesa Ortodossa da insieme a questi due anche l'Eucarestia...la Chiesa in molte occasione da Cresima ed Eucarestia insieme...la notte di Pasqua ai Catecumeni si da Battesimo, Eucarestia e Cresima insieme come avveniva fin dal primo secolo con i catecumeni...
Il Matrimonio è sempre stato considerato un Sacramento già con san Paolo, ne da conferma la Lettera di Papa Clemente nell'80 d.C. nella sua lettera ai Corinti dove stabilisce che il matrimonio cristiano è benedetto DAL VESCOVO...dal terzo secolo, aumentando le diocesi e il numero dei fedeli, i vescovi delegano i presbiteri a celebrare il matrimonio e gli altri Sacramenti, tranne l'Ordine Sacro e la Cresima...
L'unzione dei malati è un Sacramento descritto dalla Lettera di Giacomo (o Giovanni) del Canone bliblico...

Nell’agosto 257 un primo decreto di Valeriano proibisce il culto cristiano pubblico (non quello privato) e ordina ai membri del clero di venerare con sacrifici pubblici gli dèi dell’impero...Papa Sisto viene scoperto a CELEBRARE con due diaconi l'Eucarestia davnti ad un gruppo di fedeli, viene decapitato insieme ai diaconi...
La Messa era già un atto PUBBLICO da due secoli....

P.S.
la Chiesa Cattolica è sempre la stessa ma anche sempre REFORMANDA, NON E' STATICA, i Sacramenti sono quegli Atti in cui NON E' IL PRESBITERO o il Vescovo l'autore, ma la Santissima Trinità che interviene PERSONALMENTE attraverso i suoi Ministri nella Successione apostolica o da essi delegati (i Presbiteri= dal greco luogo della chiesa dove è posto l'altare il PRESBITERIO sul quale è il PRETE, da presbitero, a celebrare) così come confermato da san Paolo nella 1Cor. 4 "SIAMO AMMINISTRATORI DEI MISTERI DI DIO"
così come sempre è san Paolo a ricordare: CRISTO HA DATO A NOI IL COMPITO DI RICONCILIARE, VI SUPPLICO, LASCIATEVI RICONCILIARE CON CRISTO
...

i cambiamenti e le riforme avvenute nella Chiesa NON hanno nulla a che vedere con LA BASE DOTTRINALE MA SOLO NEI MODI ATTRAVERSO I QUALI AMMINISTRARE I MISTERI DI DIO...
i modi cambieranno ancora, qualcosa si aggiungerà, qualcos'altro si aggiusterà, ma la dottrina è immutabile e Benedetto XVI lo sta rammentando anche attraverso UN RITORNO alla Sacra Liturgia infettata per troppo tempo dalla moda di quest'ultimo secolo...

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L'Ecumenismo...è ovvio che fino al terzo e quarto secolo non si sentì la necessità di parlare di questa forma di dialogo FRA CRISTIANI...l'Ecumenismo nasce con Constantinopoli eletta a capitale del nuovo impero...il Patriarca di Costantinopoli assume il titolo di Ecumenico...ma perchè?
PER L'ERESIA ARIANA...per intavolare un dialogo aperto con i cristiani che cominciavano a seguire dottrine contrarie all'insegnamento della Chiesa, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli (l'attuale Patriarca, Bartolomeo I porta ancora questo titolo) fungeva da ARBITRO nella questione ariana nata appunto all'interno della Chiesa Orotodossa e diffusa anche nella Chiesa di rito latino (noi- l'occidente)....
L'Ecumenismo attuale nasce nei primi del Novecento e consolidato con il Concilio Vaticano II ha assunto anche forme sballate e ingannevoli che Benedetto XVI sta portando a riparo...


Ergo amico...ARGOMENTA invece di sparare a zero, evita di ingannare chi legge, evita di confondere, evita e prega... prega e medita...

e P.S.
evita per favore di parlare di intolleranza citando il Medioevo, le Crociate e l'Inquisizione...sono argomenti triti e ritriti sui quali sono stati scritti non solo testi contro la Chiesa ma anche molti, di recente con documenti e prove, con giustizia all'operato della Chiesa...si comincino a leggere questi o anche questi se si vuole davvero parlare di tolleranza...
si cominci a tollerare la GIUSTIZIA DELLE FONTI e dei Documenti autentici...si cominci a finirla di parlare per sentito dire o sempre sui luoghi comuni, si abbia l'umiltà di comprendere gli eventi accadauti, la storia associabile solo al proprio tempo ed impossibile giudicare con la mentalità di oggi...si rammenti che la civiltà europea porta la firma dei CATTOLICI di ogni tempo a cominciare dalla costruzione di ospedali, università, orfanatrofi, la carità attraverso le Confraternite...

Direi che basta così....a noi interessa che la Vergine Santissima e il suo Divin Figlio abitano questa UNICA CHIESA come ha inteso il Papa domenica all'Angelus...la Tunica di Cristo era un unico pezzo, senza cuciture...


Buona estate!


[Modificato da Caterina63 30/06/2009 18.51]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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X Cattolico

"Nulla di una volta è come lo conosciamo oggi, la Chiesa è un soggetto composito sempre in evoluzione sia nella sua struttura sia nel suo pensiero. "


Diciamo che sono proprio alcune di queste sue evoluzioni che non accetto.


"Perchè tu vuoi forzare la differenza tra chiese locali con chiesa universale cioè l'unione di tutte le chiese locali, come d'altronde è anche oggi.
Questo è attestato già dall'inizio del II secolo con Ireneo: "


Quando parla Ireneo direi che non è possibile indicare la molteplicità di dogmi e sacramenti che abbiamo oggi ma semmai si riferisce all'annuncio di Cristo alle genti e alla salvezza tramite Lui, e questo anche oggi non è punto in discussione tra chiesa cattolica e chiese riformate.
Inoltre Ireneo vive in una situazione emergente della chiesa, anzi delle chiese, che si stavano costituendo e ben presto avrebbero anche rivaleggiato tra loro, basti pensare alla supremazia che voleva sempre stringere Alessandria e la sua competizione con Antiochia.


"La Trinità è già attestata all'inizio del II secolo con Tertulliano, Ireneo, Origene (anche se in maniera imperfetta), ovviamente c'è poi un pensiero evolutivo frutto della meditazione della Chiesa che culminerà a Nicea, come tu hai detto altrove le dottrine e la Verità di esse non cadono dal cielo, così come il N.T., ma sono frutto della contemplazione-meditazione degli uomini di Dio dinanzi alla Rivelazione di Dio. "


Con i primi nomi citati abbiamo solo collocazioni ed interpretazioni delle cosidette tre persone divine e non la trinità. Hai ragione le dottrine sono in continua evoluzione ma ciò che non accetto è l'imposizione di queste, non l'idea in se stessa. La trinità nicena ha avuto fortuna perchè ha avuto imperatori che l'hanno appoggiata. A chi poi D_o si riveli non penso possiamo saperlo con certezza, ma dubito a persone che avevano più premura del mantenimento della loro ortodossia piuttosto che l'amore del prossimo.
Origene da te citato nei secoli che seguirono fu infamato e calunniato dai suoi più stretti seguaci (non quando era in vita, parlo post mortem) come Girolamo o Teofilo d'Alessandria, che non si astennero dal dipingerlo con epiteti abbastanza offensivi; se veramente avessero dovuto tener conto di lui come di un precursore del credo niceno avrebbero avuto maggior rispetto.


"Il Magistero infatti è composto dai vescovi, comunque già Ireneo dava un'idea di magistero: Infatti con questa Chiesa (Roma), in ragione della sua origine più eccellente, deve necessariamente essere d'accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte — essa nella quale per tutti gli uomini è sempre stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli. "


I fatti che seguirono diedero però un'idea del tutto diversa dal primato di Roma, a cominciare dagli antichi concili che ben poco avevano di romano, ma di questo possiamo riparlarne. Inoltre l'adversus haereses di Ireneo presenta un elenco di vescovi romani che non c'è nell'originale in greco, questo può far pensare ad interpolazioni ed aggiunte successive quindi è da prendere con le pinze ed anche con il riscontro degli avvenimenti storici; un passo scritto da qualcuno non basta a validare una dottrina.


"E ancor prima a fine I Secolo assistiamo all'obbedienza della Chiesa di corinzi al Vescovo di Roma Clemente. "


Posso citare molti altri avvenimenti a sfavore della supremazia di Roma, come quello dei vescovi spagnoli Basilide e Marziale che riporta Cipriano (epistulae 67), che furono rimossi dalla carica perchè avevano una vita licenziosa, e si appellarono a Roma dove il papa Stefano dispose la reintegrazione; le chiese spagnole si rifiutarono e si appellarono all'Africa che gli diede ragione in un sinodo e li incitò ad ignorare Roma. Naturalmente queste storie sono meno conosciute perchè scomode.



"La solita minestra riscaldata, ma non ti stanchi mai?
Comunque l'intolleranza c'era anche da parte degli eretici e ti rammento che ci fu un periodo, il dopo Nicea, che l'arianesimo fu considerato ortodossia ufficiale dalla corte imperiale, e la persecuzione la subirono i Trinitari, Atanasio docet!"


E' storia, non minestra, siete voi che riproponete le stesse affermazioni cattolicocentriche che fanno a cazzotti con essa. L'intolleranza religiosa è biasimabile da qualunque parte, anche ariana, ma non è proponendo le violenze di altri che si cancellano le proprie; l'onestà è di evidenziarle tutte, quelle di casa e quelle non.


Stay tuned on the future.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 05:56
 
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X Caterina

"dunque...non meriti risposte perchè sono temi che hai già conosciuto...
rispondo solo per rispetto a chi legge che ciò che hai scritto è falso! "


Semmai questi temi li ho conosciuti sui libri di storia e non su forum cattolici. La tua lista delle varie pratiche dei cristiani antichi non vedo dove invalidi ciò che ho detto, che ciò di allora non era comparabile con ciò che conosciamo adesso, almeno non tutto, nel cattolicesimo.


"E' ovvio che fino all'arrivo di sant'Agostino la Chiesa NON ha COMPLETATO ancora la teologia sui Sacramenti, così come DOPO TRE SECOLI LA CHIESA DICHIARA DOGMATICAMENTE LA DOTTRINA SULLA TRINITA'....a dimostrazione che non è che non ci fossero i Sacramenti o non ci fosse la Trinità, ma che dogmaticamente e dottrinalmente occorreva UN PRONUNCIAMENTO FORMALE ED UFICIALE, Gesù l'aveva predetto: A SUO TEMPO LO SPIRITO SANTO VI RICORDERA' OGNI COSA... "


Fino all'arrivo di Agostino? Tutti i dogmi del cattolicesimo sono frutto di evoluzioni in cui Agostino semmai può avere una parte ma è impossibile dire che tutto sia rapportato a lui, visto che hanno tutti una precisa storia con avvenimenti e personaggi vari. Non è la chiesa inoltre che ha dichiarato "dogma" il credo niceno ma Costantino, nè sono esempio i vescovi niceni che lo seguirono nell'arianesimo, cosa detta migliaia di volte, ciò che nell'antichità un imperatore suggellava come ortodossia quella era la verità anche per la chiesa, e il resto "eresia". Semmai è giusto dire che molti membri della chiesa antica seguivano il credo niceno ma nessuno di loro poteva suggellarlo a dogma e ortodossia senza l'appoggio imperiale.


"Sacramenti sono sempre stati 7 fin dal primo secolo"


Sei tu che li chiami così da una visione cattolica della storia mentre si tratta semplicemente di pratiche che solo in seguito sarebbero state ufficializzate come sacramenti, e anche chiamandoli così, il loro aspetto è mutato nel tempo, basti vedere l'ordine sacro, che coinvolge quindi il clero, il quale ha compiuto numerose evoluzioni nel corso dei primi secoli quindi non è possibile dire che siano la stessa cosa.



"Il Matrimonio è sempre stato considerato un Sacramento già con san Paolo, ne da conferma la Lettera di Papa Clemente nell'80 d.C. nella sua lettera ai Corinti dove stabilisce che il matrimonio cristiano è benedetto DAL VESCOVO...dal terzo secolo, aumentando le diocesi e il numero dei fedeli, i vescovi delegano i presbiteri a celebrare il matrimonio e gli altri Sacramenti, tranne l'Ordine Sacro e la Cresima... "


Paolo non parla di rituali del matrimonio e nemmeno una sola riga della Bibbia, il matrimonio come sacramento è cmq un'evoluzione post apostolica. Non mi risulta inoltre che si parli di matrimonio nella lettera ai Corinti di Clemente, se mi sbaglio mi si corregga.


"i Sacramenti sono quegli Atti in cui NON E' IL PRESBITERO o il Vescovo l'autore, ma la Santissima Trinità che interviene PERSONALMENTE attraverso i suoi Ministri nella Successione apostolica o da essi delegati "


Eh..mi sà che è una partita persa.. a quale successione apostolica ti riferisci? al liber pontificalis che per i primi 5 secoli contiene anche liste manipolate ed alterate? E D_o dovrebbe intervenire personalmente su tutti i cosidetti ministri, anche quelli piu' riprovevoli come papa Damaso o Cirillo d'Alessandria? Bè ognuno è libero di credere quello che vuole ma io dissentisco..


"PER L'ERESIA ARIANA...per intavolare un dialogo aperto con i cristiani che cominciavano a seguire dottrine contrarie all'insegnamento della Chiesa, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli (l'attuale Patriarca, Bartolomeo I porta ancora questo titolo) fungeva da ARBITRO nella questione ariana nata appunto all'interno della Chiesa Orotodossa e diffusa anche nella Chiesa di rito latino "


Ma che vai dicendo? Poco tempo dopo Nicea tutta la chiesa di Costantinopoli fu ufficialmente ariana, solamente con l'imperatore Graziano e con l'editto di Tessalonica di Teodosio si torno' al credo niceno, e gran parte dei vescovi ariani rivoltarono la faccia al vecchio credo.


"L'Ecumenismo attuale nasce nei primi del Novecento e consolidato con il Concilio Vaticano II ha assunto anche forme sballate e ingannevoli che Benedetto XVI sta portando a riparo... "


Ingannevoli...anzi..Papa Giovanni devo dire che è stato molto aperto al dialogo e se non fosse stato per lui il cattolicesimo sarebbe ancora trincerato.


"evita per favore di parlare di intolleranza citando il Medioevo, le Crociate e l'Inquisizione...sono argomenti triti e ritriti sui quali sono stati scritti non solo testi contro la Chiesa ma anche molti, di recente con documenti e prove, con giustizia all'operato della Chiesa...si comincino a leggere questi o anche questi se si vuole davvero parlare di tolleranza..."


Il revisionismo lo conosco purtroppo, ma preferisco la storia autentica e non le alterazioni. Tutto ciò che è stato scritto su inquisizione e crociate da DVF o dal sito di Salvatore è smontabile con qualunque libro di storia. Dialogavate solo con pentecostali impreparati o con persone somarelle,e facevate il tifo l'uno con l'altro credento di aver avuto la meglio su chissà quale colosso.


"Direi che basta così....a noi interessa che la Vergine Santissima e il suo Divin Figlio abitano questa UNICA CHIESA come ha inteso il Papa domenica all'Angelus...la Tunica di Cristo era un unico pezzo, senza cuciture... "


A me invece interessa che D_o Padre Santissimo (solo Lui lo è) abita tutte quelle persone che credono in Lui in ogni dove e non certo in una sola denominazione.



Detto questo posso anche dire a Danny che posso fermarmi quì e non andro' oltre OT, perchè in questo dialogo mancano le basi storiche completamente per poter dialogare sui fatti e non sull'aria.



Stay tuned on the future.
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00sabato 4 luglio 2009 05:56
 
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Re:
ClintEastwood82, 01/07/2009 20.05:


Semmai questi temi li ho conosciuti sui libri di storia e non su forum cattolici. /POSTQUOTE]


*****************************************

Bene con questo hai detto tutto e nulla dal momento che selezioni i libri che interessano a te dimenticando i libri di storia che smentiscono le tue opinioni, ergo a me basta così...la frammentazione delle risposte altrui non è utile alla comprensione dei fatti esposti chiarissimamente...si tratta di prendere o lasciare, e non di analizzare a seconda delle personali opinioni...quelle le lascio a te, a me non interessano...

Buona estate...e rinfrescati le idee, aggiornati, sono 3 anni che triti e ritriti le medesime storielle....cambia metodo

a chi legge è stata data l'opportunità di studiarsi quanto ho risposto e ciò mi basta, poi ognuno è libero di aderire a ciò che vuole...l'importante è agire con onestà intellettuale e non con le personali opinioni....

Ave Maria





[Modificato da Caterina63 02/07/2009 17.59]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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"Nulla di una volta è come lo conosciamo oggi, la Chiesa è un soggetto composito sempre in evoluzione sia nella sua struttura sia nel suo pensiero. "

--------------------------------------------------------------------------------


Diciamo che sono proprio alcune di queste sue evoluzioni che non accetto.




L’eresia, nel suo scegliere cosa credere e cosa scartare, vorrebbe tenersi solo la dimensione di Cristo scartando la Chiesa, dimenticando che lui stesso ha indicato Pietro quale pietra della Chiesa, ed è questa Chiesa fondata e voluta da Cristo ad esserne sua rappresentante in terra.
Tu non accetti alcune evoluzioni, ma ne accetti altre, come ad esempio il Canone. la Chiesa di derivazione apostolica, ben prima di avere il canone del NT, s’era data come criterio distintivo dalle altre Chiese, anch’esse che proclamavano di avere insegnamenti apostolici, l’imposizione delle mani di successore in successore degli apostoli. E’ il canone all’interno di questo alveo che tu stai usando, non il canone di gnostici o ebioniti. Accetti il canone che s’è sviluppato all’interno del corso del fiume di chi riconosceva questo criterio , ma rigetti il criterio in base al quale chi faceva parte di questa Chiesa legittimava la sua pretesa di poter dire che cos’era canonico e cosa no. Se rigetti il criterio, e fai dei cristiani ortodossi del IV secolo gente al pari di qualunque altra setta come legittimità, cioè semplicemente dei “brav’uomini” o ancora peggio dei "malvagi uomini", in base a che cosa il loro canone sarebbe giusto?


"Perchè tu vuoi forzare la differenza tra chiese locali con chiesa universale cioè l'unione di tutte le chiese locali, come d'altronde è anche oggi.
Questo è attestato già dall'inizio del II secolo con Ireneo: "

--------------------------------------------------------------------------------


Quando parla Ireneo direi che non è possibile indicare la molteplicità di dogmi e sacramenti che abbiamo oggi ma semmai si riferisce all'annuncio di Cristo alle genti e alla salvezza tramite Lui, e questo anche oggi non è punto in discussione tra chiesa cattolica e chiese riformate.
Inoltre Ireneo vive in una situazione emergente della chiesa, anzi delle chiese, che si stavano costituendo e ben presto avrebbero anche rivaleggiato tra loro, basti pensare alla supremazia che voleva sempre stringere Alessandria e la sua competizione con Antiochia.




Sia i dogmi che i sacramenti si contano sulle dite delle mani, Ireneo nel suo Adversus haereses parla anche del battesimo e dell’eucaristia.
La rivalità tra sedi episcopali non ha nulla a che vedere sulla Traditio, anche tra gli apostoli c’erano queste rivalità, non c’entra nulla sulla questione posta.


"La Trinità è già attestata all'inizio del II secolo con Tertulliano, Ireneo, Origene (anche se in maniera imperfetta), ovviamente c'è poi un pensiero evolutivo frutto della meditazione della Chiesa che culminerà a Nicea, come tu hai detto altrove le dottrine e la Verità di esse non cadono dal cielo, così come il N.T., ma sono frutto della contemplazione-meditazione degli uomini di Dio dinanzi alla Rivelazione di Dio. "

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Con i primi nomi citati abbiamo solo collocazioni ed interpretazioni delle cosidette tre persone divine e non la trinità.




Clint cos'è la Trinità se non la Summa Teologica delle Tre persone divine?
Nella lettera di S.Ignazio ai Romani, possiamo leggere molte espressioni che danno per scontata la divinità di Cristo (e per divinità intendo l'essere divino, pertanto NON UNA CREATURA):

"...la Chiesa amata e illuminata nella volontà di chi ha voluto tutte le cose che esistono nella fede e nella carità di Gesù Cristo Dio nostro ..."
"...l'augurio migliore e gioia pura in Gesù Cristo, Dio nostro." (Saluto)

"Dio nostro Signore Gesù essendo nel Padre si riconosce maggiormente" (III,3)

Notare l'espressione "nel Padre" e non "con il padre"

"Lasciate che io sia imitatore della passione del mio Dio" (VI,3)
Ignazio, Teoforo, a colei che…è stata scelta nella passione vera per volontà del Padre e di Gesù Cristo, Dio nostro (Ef., Saluto)

Apparso Dio in forma umana per una novità di vita eterna si sciolse ogni magia, si ruppe ogni legame di malvagità (Ef, XIX)

Aspetta chi è al di sopra del tempo, atemporale, invisibile, per noi (fattosi) visibile, impalpabile, impassibile, per noi (divenuto) passibile, e sopportò ogni cosa. (Pol. II,2)

Vi prego di essere forti nel Dio nostro Gesù Cristo e in lui rimanete nell'unità e sotto la vigilanza di Dio (VIII,3)

Mi sembra superfluo ogni commento circa il fatto che Ignazio avesse ben chiara la divinità di Cristo. Questi non è una creatura, un angelo, o un uomo, ma è il “Dio nostro”, con la stessa dignità ontologica del Padre.

Epistola di Barnaba: Negli ultimi tempi fece una seconda creazione. Dice il Signore: «Ecco, io faccio le ultime cose come le prime». In questo senso parlò il profeta: «Entrate in una terra sgorgante latte e miele e siatene padroni». Dunque, noi fummo creati una seconda volta, e lo dice (la Scrittura) in un altro profeta: «Ecco, dice il Signore, io toglierò a costoro - cioè a quelli che lo Spirito del Signore ha previsti, - il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne». Egli stesso doveva manifestarsi nella carne e abitare in noi

Dio stesso doveva manifestarsi nella carne.
Almeno per l’autore dell’epistola, era chiaro che chi doveva incarnarsi non era “un” elohim, ma il soggetto di tutto il discorso precedente, l’unico Dio.

Atenagora, un padre pre-niceno nella sua opera Supplica per i cristiani, risalente al 177 d.C., scrive: «Chi non resterebbe perplesso dopo aver sentito che vengono definiti atei coloro che riconoscono Dio Padre e Dio Figlio e lo Spirito Santo e che ne dimostrano la potenza nell'unità e la distinzione nell'ordine?» (cap. 10,5).

Ireneo (morto attorno al 200), studente di Policarpo che a sua volta era discepolo dell'Apostolo Giovanni:

«Non siamo dunque stati fatti dagli angeli né da essi plasmati - essi non avrebbero potuto farci a immagine di Dio - né da alcuna potenza diversa dal Verbo di Dio. Dio non aveva bisogno di costoro, per attuare ciò che aveva deliberato di fare, come non avesse mani: sono sempre a sua disposizione il Verbo e la Sapienza, (cioè) il Figlio e lo Spirito, mediante i quali opera tutte le cose con ogni libertà e indipendenza. Ad essi parla quando dice: “Facciamo l'uomo a immagine e somiglianza nostra” (Gen. 1,26).» - Contro le eresie IV, 20,1.

«Il Figlio sempre coesistente al Padre, dall'inizio sempre rivela il Padre agli angeli, agli arcangeli, alle potenze e a tutti coloro cui Dio lo vuol rivelare.» - Contro le eresie II, 30, 9.

«Ancora: che il nostro Salvatore non sarebbe stato semplice uomo e senza carne - senza carne sono gli angeli - lo profetò dicendo “Non un inviato o un angelo, ma lo stesso Signore ci salverà; perché li ama avrà pietà di loro e li libererà” (Is. 63,9). E che egli sarebbe stato vero uomo visibile, pur essendo il Verbo che è salvezza, lo dice ancora Isaia: “Ecco, città di Sion, i tuoi occhi vedranno la salvezza” (Is. 33,20).» - Contro le eresie III, 20, 4.

«Fu, dunque, Dio a farsi uomo e il Signore in persona ci salvò, egli ci diede il segno della Vergine (Is. 7, 14).» - Contro le eresie III, 21, 1.

Tertulliano (morto attorno al 230) nella sua opera Contro Prassea dice: «Ma Dio né cessa di essere, né può essere cosa d'altro. E la Parola è Dio, e "la Parola del Signore rimane per sempre" perseverando, naturalmente nella sua forma ... noi lo troviamo (Gesù Cristo) esplicitamente presentato Dio e uomo ... sotto ogni aspetto Figlio di Dio e figlio di uomo, senza dubbio e Dio e uomo secondo l'una e l'altra sostanza distinta nelle loro propria realtà, perché la Parola non è altro che Dio, e la carne non è altro che l'uomo.» (XXVII, 7, 10).

«Perché prima di tutte le cose Dio era solo; Egli stesso era per sé il mondo, il luogo, il tutto. Era solo, perché, oltre a lui, null'altro vi era di estrinseco a lui. Ma neppure allora era solo, perché aveva con sé la Ragione che egli aveva in sé, la sua naturalmente. Perché Dio è razionale e la ragione è dapprima in lui; e così da lui derivano tutte le cose; la quale ragione è la sua stessa mente. Essa è ciò chi i Greci chiamano logos, il quale termine noi usiamo anche per indicare la "parola": e perciò i nostri sono già abituati a dire, con letterale traduzione, che "la parola esisteva al principio presso Dio"» (V, 2-3 .

«...da tutte le scritture risulta sia l'evidenza sia la distinzione della Trinità...» (XI, 4).

«Ti scandalizza il numero Trinità?», «del resto io, in ogni occasione, tengo ferma una sola sostanza in tre Persone connesse tra loro» (XII, 1-7).

«Era infatti necessario che i Cristiani brillassero nel mondo come figli della luce, adorando e invocando un unico lume del mondo, Dio e Signore. Altrimenti se dalla conoscenza con la quale sappiamo che il nome di Dio e di Signore conviene al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, invocassimo dèi e signori, noi avremmo spento le nostre lanterne, fatti meno coraggiosi anche di fronte al martirio, perché ci si offrirebbe in qualche modo la possibilità di sfuggire, giurando per dèi e signori, come fanno certi eretici che venerano più di un dio. Perciò io non dirò in nessun caso né "dèi" né "signori", ma seguirò l'apostolo: se il Padre e il Figlio devono essere invocati insieme, io chiamerò il Padre "Dio" e Gesù Cristo "Signore". Ma Il Cristo da solo lo potrò chiamare Dio, come fa lo stesso apostolo che dice: "Dai quali (padri) viene il Cristo, che è Dio su tutto, benedetto per sempre". Anche il raggio di sole quando è solo, lo chiamerò "sole"; ma quando dovrò nominare il sole, cui raggio appartiene, non chiamerò più "sole" il raggio. Perché in questo modo farei anche due soli. Tuttavia il sole ed il raggio li conterò come due oggetti e due forme di una sostanza sola e indivisa, allo stesso modo come Dio e la sua Parola, come il Padre e il Figlio.» (XII, 8-10).

Origene*: La grazia dello Spirito santo è comunicata a chi ne è degno, viene trasmessa da Cristo e viene operata dal Padre secondo il merito di coloro che diventano meritevoli di riceverla.
Lo indica esplicitamente l'Apostolo dimostrando che una e identica è l’attività della Trinità, quando dice:
«Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;
vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è concessa la rivelazione dello Spirito secondo quanto gli conviene» (1Cor 12,4-7).
Questo significa in modo chiaro che nella Trinità non c’è nessuna differenza, ma quello che è detto dello Spirito viene trasmesso mediante il Figlio ed è prodotto per opera del Padre: «Tutte queste cose è l’unico e medesimo Spirito a operarle, distribuendo a ciascuno come vuole » (1Cor 12,11). Origene, I princìpi 1,3,7

* Origene comunque si spinse fino al Trideismo divenedo eterodosso.



Hai ragione le dottrine sono in continua evoluzione ma ciò che non accetto è l'imposizione di queste, non l'idea in se stessa.



Beh è facile dire: non accetto questo, non accetto quella!
Da quando ti conosco critichi la Trinità il modalismo et ecc. ma mai che enunci la tua visione di Dio, a meno chè non hai nessuna visione di Dio, se è così prima di giudicare gli altri prendi coscienza di te stesso.


La trinità nicena ha avuto fortuna perchè ha avuto imperatori che l'hanno appoggiata.



La Trinità è antecedente a Nicea, quest’ultima la dogmatizza dichiarandola verità di fede.


A chi poi D_o si riveli non penso possiamo saperlo con certezza, ma dubito a persone che avevano più premura del mantenimento della loro ortodossia piuttosto che l'amore del prossimo.



Questa è una tua personale opinione piena di pregiudizi, la verità di un enunciato non dipende dalla moralità di chi lo enuncia.


Origene da te citato nei secoli che seguirono fu infamato e calunniato dai suoi più stretti seguaci (non quando era in vita, parlo post mortem) come Girolamo o Teofilo d'Alessandria, che non si astennero dal dipingerlo con epiteti abbastanza offensivi; se veramente avessero dovuto tener conto di lui come di un precursore del credo niceno avrebbero avuto maggior rispetto.



E questo cosa c’entra con la verità di una dottrina?
Nulla.


I fatti che seguirono diedero però un'idea del tutto diversa dal primato di Roma, a cominciare dagli antichi concili che ben poco avevano di romano, ma di questo possiamo riparlarne.



Quanto agli antichi Concili che avrebbero ben poco di romano, non so cosa intendi. Roma era la testa di ponte in Occidente di un cristianesimo in gran parte orientale (4 delle 5 sedi della futura Pentarchia sono orientali), è dunque ovvio che quei Concili fossero tenuti ad oriente. Ciò non toglie che vi fossero i legati papali presenti, e che siano questi stessi Concili a riconoscere il primato romano nel loro atteggiamento. A Calcedonia dopo la lettura del Tomo a Flaviano di papa Leone i presenti esclamarono “Pietro ha parlato per bocca di Leone”… Si prenda un caso eclatante: il can 28 di Calcedonia vuole parificare Costantinopoli, la nuova Roma, a Roma in Italia. Questo Concilio cosa ha fatto dopo aver promulgato questo canone? Ha spedito una lettera a papa Leone perché lo ratificasse, ergo hanno chiesto la sua approvazione, che ovviamente non fu data, e infatti il can. 28 di Calcedonia non è riconosciuto dai cattolici. Ma l’atteggiamento assunto dai Padri Conciliari mostra bene quale fosse il potere di Roma. Altro esempio è che per annullare il cosiddetto “brigantaggio di Efeso” furono i Padri Orientali stessi a dire che il Concilio non era valido perché mancava l’approvazione di Roma, ergo essa è la conditio sine qua non per la validità di un Concilio che, senza l’apporto di Roma, non può dirsi ecumenico.



Inoltre l'adversus haereses di Ireneo presenta un elenco di vescovi romani che non c'è nell'originale in greco, questo può far pensare ad interpolazioni ed aggiunte successive quindi è da prendere con le pinze ed anche con il riscontro degli avvenimenti storici; un passo scritto da qualcuno non basta a validare una dottrina.



Oltre al fatto che sia Tertulliano che Egesippo oltre a Ireneo sopra citato parlano di successione apostolica, citando per'altro la sede apostolica di Roma, come detto sopra la Chiesa di derivazione apostolica, ben prima di avere il canone del NT, s’era data come criterio distintivo dalla altre Chiese, anch’esse che proclamavano di avere insegnamenti apostolici, l’imposizione delle mani di successore in successore gli apostoli.
Questa è la comprensione del cristianesimo delle origini, prima del NT e delle tue speculazioni “protestanteggianti” su di esso: “Mostrino esse (le chiese eretiche N.d.R.) la successione dei loro vescovi in modo da poter risalire o ad un apostolo o ad un loro discepolo, così come fanno le CHIESE APOSTOLICHE, ad esempio… la Chiesa di Roma che presenta Clemente consacrato da Pietro ” (Tertulliano, La prescrizione degli eretici, 32,2)

Ti ricordo che il testo greco di tutta quella parte del Contro le Eresia non c'è proprio pervenuto, quindi non ha senso dire che manca nell'originale greco la lista dei vescovi, c’è giunta solo la traduzione latina, quindi dire che quella lista di vescovi nell’originale greco manca non vuol dire assolutamente nulla.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 06:02
 
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"i Sacramenti sono quegli Atti in cui NON E' IL PRESBITERO o il Vescovo l'autore, ma la Santissima Trinità che interviene PERSONALMENTE attraverso i suoi Ministri nella Successione apostolica o da essi delegati "

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Eh..mi sà che è una partita persa.. a quale successione apostolica ti riferisci? al liber pontificalis che per i primi 5 secoli contiene anche liste manipolate ed alterate? E D_o dovrebbe intervenire personalmente su tutti i cosidetti ministri, anche quelli piu' riprovevoli come papa Damaso o Cirillo d'Alessandria? Bè ognuno è libero di credere quello che vuole ma io dissentisco..



Come già detto c’è un piccolo problema. Tu confondi la Chiesa con le azioni dei suoi mebri, e già questo è teologicamente scorretto, perché la santità della Chiesa non ha nulla a che fare con la santità dei suoi membri (oltre al fatto che la predicazione di qualcosa non c’entra con la santità di chi te racconta: se anche un mafioso ti spiegasse un teorema matematico, questo non diventerebbe falso solo perché te lo sta dicendo un mafioso. La verità di qualcosa è del tutto indipendente da chi la pronuncia. Né ovviamente c’entra qualcosa il discorso di Gesù sul fatto che si riconosce una persona dai frutti, infatti giudicare una dottrina cattolica sulla base di un suo ripetitore significherebbe supporre che quella dottrina sia sua, e dunque che sia giudicabile in base a lui. Il problema è che se un papa cattolico fosse un assassino, non potremmo comunque giudicare la sua predicazione in base alla sua vita, perché questa predicazione non l’ha creata lui e non gli appartiene. Se anche Innocenzo III mi spiegasse cosa intendevano i Padri per “con stanziale”, questa dottrina non sarebbe meno vero solo perché uno dei suoi ultimi ripetitori è un “malvagio”.

Queste frasi partono dal presupposto implicito che la Chiesa si sia allontanata dalla missione affidatagli da Cristo, e cioè tu supponi che le opere di alcuni membri della Chiesa bastino ad inficiarne la missione: il trionfo del cliché teologico. In primis, la tua valutazione semplicistica della storia non ti permette di vedere che in duemila anni di cristianesimo l’attivo supera ampiamente il passivo, in secondo luogo non hai ancora capito se se anche tutti i cattolici degli ultimi duemila anni di storia fossero degli A. Hitler questo non cambierebbe di una virgola la missione della Chiesa, che come ripeto non basa la sua infallibilità sulla santità dei suoi membri. I Sacramenti della Chiesa, o il fatto che possa dire cose infallibili, non hanno nulla a che fare con la santità di chi esegue questi gesti. Come si dice il teologia: sacramento rum validitas ex opere operato, cioè i sacramenti valgono per il semplice fatto di essere eseguiti, e non di chi li esegue. Un prete pedofilo può amministrare l’eucaristia e i suoi fedeli ne trarrebbero beneficio spirituale, perché non è lui che fa funzionare quel sacramento, esattamente come dice Agostino: “Battezzi pure Pietro, ma è Cristo che battezza”. L’infallibilità della Chiesa e la validità sacramentale non si basano sulla morale delle singole persone ma sul fatto che esse siano incardinate all’interno della successione apostolica tramite l’imposizione delle mani, criterio che i cristiani, da ben prima di avere il NT in base al quale tu ci giudichi, hanno sempre considerato come criterio principe per distinguere la vera Chiesa dagli eretici.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 06:03
 
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Direi che basta così....a noi interessa che la Vergine Santissima e il suo Divin Figlio abitano questa UNICA CHIESA come ha inteso il Papa domenica all'Angelus...la Tunica di Cristo era un unico pezzo, senza cuciture... "

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A me invece interessa che D_o Padre Santissimo (solo Lui lo è) abita tutte quelle persone che credono in Lui in ogni dove e non certo in una sola denominazione.




Tralasciando il fatto (anche se è importantissimo) che da questo post. neghi totalmente la Santità del Cristo e dell'opera di salvezza, a lui devi la salvezza, e neghi anche la Santità dello Spirito Santo, a lui devi l'incorporazione a Cristo e la santificazione.

La teologia cattolica contempla già le obiezioni che tu poni sul fatto che si può essere graditi a Dio senza essere battezzati o senza essere cattolici: questi personaggi sono le animae naturaliter christianae. Ma come sempre, dal fatto che esista una Chiesa come popolo di Dio, tu come molti protestanti hai dedotto l'impossibilità che esista una Chiesa anche come istituzione, e questo è per l'appunto ciò che fa l'eresia in senso etimologico, cioè sceglie alcune cose a cui credere all'interno del patrimonio della Traditio mentre ne scarta altre (eresia in greco vuol dire "scelta": questo sì, questo no). Il motto della Chiesa cattolica è et-et (sia...sia).
I passi che di solito citi, e che dicono che esiste una Chiesa degli spiriti, non escludono in alcun modo che la piena comunione con questa Chiesa si abbia quando si è in comunione sacramentale con essa: ovviamente poi per gli altri cristiani o per i non credenti ci sono diversi livelli di partecipazione alla Chiesa (anche se inconsapevolmente), e la teologia cattolica contempla tutte queste possibilità da secoli, senza alcun bisogno di darsi ad eresie.

Nessuno imprigiona Dio, qui si sta parlando semplicemente di dove lo si può trovare con pienezza perché il sentimento buono del fedele trova un suo corrispondente nella pienezza della dottrina, e dove invece il buon sentimento, che pure Dio riconosce, non s’accompagna con la pienezza della verità dottrinale, e dunque la partecipazione alla comunione con Cristo è ridotta.

E' un po' un cliché protestante che far parte di una Chiesa equivalga a delegare il proprio cervello e la propria spiritualità a qualcun altro.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 06:03
 
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"E ancor prima a fine I Secolo assistiamo all'obbedienza della Chiesa di corinzi al Vescovo di Roma Clemente. "

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Posso citare molti altri avvenimenti a sfavore della supremazia di Roma, come quello dei vescovi spagnoli Basilide e Marziale che riporta Cipriano (epistulae 67), che furono rimossi dalla carica perchè avevano una vita licenziosa, e si appellarono a Roma dove il papa Stefano dispose la reintegrazione; le chiese spagnole si rifiutarono e si appellarono all'Africa che gli diede ragione in un sinodo e li incitò ad ignorare Roma. Naturalmente queste storie sono meno conosciute perchè scomode.



Vorrei poi pregarti di non scambiare episodi di disobbedienza al primato come prove del fatto che il primato non esiste. Sarebbe come se uno storico dell’anno 3000, guardando nel passato, e vedendo Mons. Lefebvre che disobbedisce a papa Giovanni Paolo II, ne volesse dedurre che non esisteva il primato di Roma nel XX secolo. Il fatto che due vescovi spagnoli si siano appellati a Roma significa infatti di per sé che essi sapevano di poterlo fare.
Non si sono appellati a Milano, o a chicchessia, ma a Roma. Perché?

In questo caso Nicea aveva già stabilito che degli spodestati potessero ricorrere presso il loro vescovo metropolita, che nel caso della Spagna era Roma, motivo per cui la prassi di Milziade e Basile era perfettamente legittima. La prassi di poter ricorrere a Roma fu confermata nel Concilio provinciale di Sardica (oggi Sofia, nella Mesia) nel 343 d.C., al canone 3. Questa prassi esisteva, ed era attesta anche in Oriente.
Cipriano s’è semplicemente impuntato contro Roma, ma alla fine la prassi di Roma è risultata vincente. Cipriano stesso, prima di entrare in bega con Roma, aveva riconosciuto il suo primato nei propri scritti: “ebbene Cristo abbia dato un uguale potere a tutti gli apostoli, non ha tuttavia stabilito che una sola cattedra, organizzando così con la sua autorità, l'origine e la ragion d'essere dell'unità...Anche gli altri apostoli erano quello che era Pietro, ma a Pietro aveva dato il primato e così è mostrato che non c'è che una sola chiesa e una sola cattedra...Chi non ritiene questa unità di Pietro, come può credere di mantenersi nella fede? Chi abbandona la cattedra di Pietro, sulla quale è fondata la Chiesa, s'illude di essere nella Chiesa?" (Cipriano, De Cath.Eccl.unitate, 4)

L’unità della Chiesa Cattolica si basa sull’unità con Roma. Questa ovviamente non è la dottrina ortodossa del primato, non basta infatti dire che la communio si basa su Roma, e dunque la dottrina di Cipriano sul primato, anche prima di litigare con Stefano, era già carente.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 06:04
 
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"La solita minestra riscaldata, ma non ti stanchi mai?
Comunque l'intolleranza c'era anche da parte degli eretici e ti rammento che ci fu un periodo, il dopo Nicea, che l'arianesimo fu considerato ortodossia ufficiale dalla corte imperiale, e la persecuzione la subirono i Trinitari, Atanasio docet!"

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E' storia, non minestra, siete voi che riproponete le stesse affermazioni cattolicocentriche che fanno a cazzotti con essa. L'intolleranza religiosa è biasimabile da qualunque parte, anche ariana, ma non è proponendo le violenze di altri che si cancellano le proprie; l'onestà è di evidenziarle tutte, quelle di casa e quelle non.



Sei tu semmai che hai una visione della storia a dir poco semplicistica e con la convinzione che la Chiesa si sia allontanata dalla missione affidatagli da Cristo, tu leggi e proponi una storia di parte con l'unico intento di screditare la Chiesa e questo scusami è di assoluta scorrettezza.
In questo forum, perchè io posso parlare solo a nome del mio forum, non propiniamo alcuna intolleranza religiosa ne usiamo alcun sistema detto "argumentum ad hominem", sistema che noto volentieri in quasi tutte le tue argomentazioni e in quelle di Cielys.
L'onestà intellettuale sta nel dimostrare che ad esempium la dottrina della Trinità è errata mediante determinati motivi teologici e non perchè Costantino non era un esempio di santità, come se la dottrina della Trinità trova la sua origine e la sua appartenenza a Costantino che per chi non lo sapesse viene cronologicamente dopo la Trinità.
Come se poi, ripetendomi all'infinito, c'entrasse qualcosa la verità di una dottrina con la moralità di un singolo appartenente a un soggetto composito come la Chiesa.
La verità della Traditio non dipende dalla moralità del singolo che la enuncia.
Cattolico_Romano
00sabato 4 luglio 2009 06:05
 
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X Caterina

"Buona estate...e rinfrescati le idee, aggiornati, sono 3 anni che triti e ritriti le medesime storielle....cambia metodo "


Alla faccia, tutte le castronerie che si sono dette in dvf sono anche peggio, alle volte si riesce ad essere veramente patetici.


X Cattolico

"L’eresia, nel suo scegliere cosa credere e cosa scartare, vorrebbe tenersi solo la dimensione di Cristo scartando la Chiesa, dimenticando che lui stesso ha indicato Pietro quale pietra della Chiesa, ed è questa Chiesa fondata e voluta da Cristo ad esserne sua rappresentante in terra"


Passo che può essere soggetto ad interpretazioni; il primato di Pietro non compare in nessun testo paleocristiano, e il primo ad attribuirsi il verso di Matteo fu Stefano I suscitando lo sdegno di Cipriano.


T"u non accetti alcune evoluzioni, ma ne accetti altre, come ad esempio il Canone. la Chiesa di derivazione apostolica, ben prima di avere il canone del NT, s’era data come criterio distintivo dalle altre Chiese, anch’esse che proclamavano di avere insegnamenti apostolici, l’imposizione delle mani di successore in successore degli apostoli. E’ il canone all’interno di questo alveo che tu stai usando, non il canone di gnostici o ebioniti."


Derivazione apostolica indimostrabile storicamente se non con liste false, uno; secondo l'ordinazione del canone non seguì certo come criterio la sola presunta successione apostolica ma anche ben altri senza i quali non sarebbe stata possibile una sistemazione.


"Sia i dogmi che i sacramenti si contano sulle dite delle mani, Ireneo nel suo Adversus haereses parla anche del battesimo e dell’eucaristia. "


Somaraggine storica, ai tempi di Ireneo non c'era nessun dogma sancito da nessun concilio, sui sacramenti non li ho negati ma ho negato che ciò che c'è ora era uguale ai tempi antichi post-apostolici, e anche il loro numero.



"La rivalità tra sedi episcopali non ha nulla a che vedere sulla Traditio, anche tra gli apostoli c’erano queste rivalità, non c’entra nulla sulla questione posta."


Ce l'ha eccome, una presunta traditio per essere perfetta deve avere voce univoca senza imporsi con mezzi brutali e senza che vi siano rivalità tra le grandi chiese; rileggiti ciò che successe al concilio di Efeso e come Cirillo di Alessandria manipolò la situazione e poi ne riparliamo.



"Clint cos'è la Trinità se non la Summa Teologica delle Tre persone divine? "


Si ma si apre a più interpretazioni il suo modo di vederla; tu hai riportato solo vari modi di interpretarla, e ti ricordo che i padri apostolici esaltano il Padre mettendolo sempre in primo piano rispetto alla divinità del Figlio.

"Policarpo e i presbiteri che sono con lui alla Chiesa di Dio che dimora in Filippi. Misericordia e pace sia a voi concessa con ogni pienezza da parte di Dio onnipotente e di Gesù Cristo salvatore nostro." Policarpo di Smirne - Lettera ai Filippesi , Saluto

"La Chiesa di Dio che dimora a Smirne alla Chiesa di Dio che è a Filomelio e a tutte le comunità della santa Chiesa cattolica di ogni luogo. La misericordia, la pace e la carità di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo abbondino."
Martirio di S.Policarpo, Saluto

"Ignazio, Teoforo, alla Chiesa di Magnesia vicino al Meandro benedetta nella grazia di Dio Padre in Gesù Cristo nostro Salvatore il mio saluto e l’augurio di grande gioia in Dio Padre e in Gesù Cristo." Lettera ai cristiani di Magnesia, Saluto




"La Trinità è antecedente a Nicea, quest’ultima la dogmatizza dichiarandola verità di fede. "


Vi erano molte altre visioni ed interpretazioni delle tre persone nelle varie chiese cristiane, monofisismo, arianesimo, origenismo, e non è possibile dire che costituissero un'esigua minoranza.



"Questa è una tua personale opinione piena di pregiudizi, la verità di un enunciato non dipende dalla moralità di chi lo enuncia. "


Cirillo d'Alessandria che è santo e padre della chiesa cattolica può benissimo essere definito un criminale a tutti gli effetti, chiaramente se si conoscono i fatti e non solo le dicerie da parrocchia.


"E questo cosa c’entra con la verità di una dottrina?
Nulla. "


Centra perchè Girolamo e Teofilo hanno cambiato sponda solo quando non conveniva più essere origenisti, quindi hanno abbracciato un'altra dottrina.


"non toglie che vi fossero i legati papali presenti, e che siano questi stessi Concili a riconoscere il primato romano nel loro atteggiamento."


I legati papali pesarono molto poco in gran parte di tutti i concili antichi, per esempio ad Efeso fu data parola loro solo alla fine e Cirillo non attese nemmeno il loro arrivo per l'apertura del concilio.



"A Calcedonia dopo la lettura del Tomo a Flaviano di papa Leone i presenti esclamarono “Pietro ha parlato per bocca di Leone”… Si prenda un caso eclatante: il can 28 di Calcedonia vuole parificare Costantinopoli, la nuova Roma, a Roma in Italia. Questo Concilio cosa ha fatto dopo aver promulgato questo canone? Ha spedito una lettera a papa Leone perché lo ratificasse, ergo hanno chiesto la sua approvazione, che ovviamente non fu data, e infatti il can. 28 di Calcedonia non è riconosciuto dai cattolici. Ma l’atteggiamento assunto dai Padri Conciliari mostra bene quale fosse il potere di Roma."


In quel concilio fu la sola rara volta che si osannò il papa ad un concilio antico e questo perchè il suo tomos era perfetto per screditare il monofisismo di Efeso II, ed è chiaramente un fatto usatissimo dagli apologeti cattolici per provare il presunto primato romano. In realtà negli atti di quel concilio non vi è un solo punto che dichiari l'autorità del papa.
Sul 28° canone conosci poco, in realtà nella sessione del concilio in cui fu decretato non erano presenti i legati papali (alcuni storici pensano che non vi abbiano partecipato volutamente perchè impreparati a situazioni in cui si trattatava di diritto costituzionale) i quali protestarono aspramente nella sessione successiva ma senza risultati. La lettera è stata spedita quando ormai il canone era validato e semmai era una lettera di avviso e non di approvazione. Semmai è Leone che dopo aver saputo la notizia mandò decine di lettere calunniando tutta la corte di Costantinopoli per la decisione presa, apparte all'imperatore che mai si azzarda a insultare e anzi lo tratta con la massima riverenza, l'autorita' era appunto imperiale e non papale.
Poi cosa centra Flaviano, costui era morto picchiato a sangue ad Efeso II.



"Altro esempio è che per annullare il cosiddetto “brigantaggio di Efeso” furono i Padri Orientali stessi a dire che il Concilio non era valido perché mancava l’approvazione di Roma, ergo essa è la conditio sine qua non per la validità di un Concilio che, senza l’apporto di Roma, non può dirsi ecumenico. "


Fu l'imperatore Marciano che chiese l'apertura del concilio a papa Leone ma non certo per motivi di primato ma semplicemente perchè tra Roma e Costantinopoli era uso accordarsi in questa maniera, Leone infatti espresse più volte la sua disapprovazione; l'imperatore non curante aprì il concilio stabilendo lui stesso data e luogo senza interpellare il papa.
C'è da dire anche che Leone non si azzardò mai a dichiarare nullo Efeso II, semplicemente perchè non poteva.


"Questa è la comprensione del cristianesimo delle origini, prima del NT e delle tue speculazioni “protestanteggianti” su di esso: “Mostrino esse (le chiese eretiche N.d.R.) la successione dei loro vescovi in modo da poter risalire o ad un apostolo o ad un loro discepolo, così come fanno le CHIESE APOSTOLICHE, ad esempio… la Chiesa di Roma che presenta Clemente consacrato da Pietro ” (Tertulliano, La prescrizione degli eretici, 32,2) "


Non la può dimostrare nemmeno la chiesa di Roma, molti elenchi per i primi secoli sono falsi e contraffatti, cosa che nessun buono storico mette in dubbio. Il liber pontificalis per i primi V secoli non ha valore storico quindi le prove della successione apostolica non ci sono.


"Ti ricordo che il testo greco di tutta quella parte del Contro le Eresia non c'è proprio pervenuto, quindi non ha senso dire che manca nell'originale greco la lista dei vescovi, c’è giunta solo la traduzione latina, quindi dire che quella lista di vescovi nell’originale greco manca non vuol dire assolutamente nulla

. "
Certo che è pervenuto in greco, almeno una parte, un'altra parte è in latino, una in armeno e un'altra in siriaco. La riedizione latina è del IV secolo circa ed è manifestatamente alterata.


"In primis, la tua valutazione semplicistica della storia non ti permette di vedere che in duemila anni di cristianesimo l’attivo supera ampiamente il passivo, "


Certo per i singoli ma non per le gerarchie cattoliche.


"Come si dice il teologia: sacramento rum validitas ex opere operato, cioè i sacramenti valgono per il semplice fatto di essere eseguiti, e non di chi li esegue. "


I cattolici possono credere alle favole che vogliono e difendere i criminali che vogliono. Visto che nessuno sarebbe più andato a messa se si fosse detto che Gesù non si presenta in qualsiasi eucarestia consacrata (cosa che infatti credo) bisognava formulare la favoletta che il sacramento è valido nonostante l'empietà di chi lo amministra. E chi lo dice questo? Semplici uomini.


"L’infallibilità della Chiesa e la validità sacramentale non si basano sulla morale delle singole persone ma sul fatto che esse siano incardinate all’interno della successione apostolica tramite l’imposizione delle mani, "


Successione indimostrabile e fallace, D_o sceglie i suoi in ogni dove e non certo, anche ammettendo una presunta catena dagli apostoli, su una successione di uomini che possono benissimo essere corrotti.


"tu come molti protestanti hai dedotto l'impossibilità che esista una Chiesa anche come istituzione, e questo è per l'appunto ciò che fa l'eresia in senso etimologico, cioè sceglie alcune cose a cui credere all'interno del patrimonio della Traditio mentre ne scarta altre "


Non nego la chiesa come istituzione ma non certo una sola chiesa ma semmai molte chiese-comunità. La libertà del credente ci deve essere eccome, Gesù non ha lasciato dogmi ne vincoli ma ha lasciato libertà, cosa non possibile nella chiesa cattolica in cui un fedele deve credere obbligatoriamente a paganaggini come il culto mariano e dei santi, tanto per fare un esempio.


"Non si sono appellati a Milano, o a chicchessia, ma a Roma. Perché? "



Milano? E che centra Milano. La chiesa di Milano assume importanza con Ambrogio ma prima di questo era sempre stata abbastanza irrilevante, manco la cronologia storica sapete..
Roma era cmq una delle grandi chiese più importanti, ciò senza necessariamente infilarci un primato che non c'è, e l'appello dei due vescovi era cmq la prima procedura di questo genere, cioè vescovi stranieri che si appellano a Roma dopo essere stati sollevati.

Per quanto riguarda Cipriano, non ha mai sostenuto il primato di Roma, e guarda un pò cosa viene citato? Il de unitate ecclesiae c.4, proprio lo scritto che fu falsificato a Roma e che molti storici ritengono inaccettabile vista la realtà dei fatti. Una breve ricerca può confermare che la storiografia considera la falsificazione di Cipriano alla stregua della donazione di Costantino e della falsificazione di Gregorio Magno sul papato.
Tra Cipriano e Stefano vi fù un aspro scontro con vari insulti, di un Cipriano che contestò spessissimo un "vescovo dei vescovi" cioè un vescovo superiore agli altri.


Stay tuned on the future.
Polymetis
00lunedì 6 luglio 2009 15:25
Per Clint


“Passo che può essere soggetto ad interpretazioni; il primato di Pietro non compare in nessun testo paleocristiano, e il primo ad attribuirsi il verso di Matteo fu Stefano I suscitando lo sdegno di Cipriano.”



Bisogna distinguere vari problemi. Il primato di Pietro è una cosa, il fatto che esso debba passare a coloro che abbiano seduto sulla cattedra di Pietro un altro. Sul fatto che Pietro fosse il principe degli apostoli, penso che non possa negarlo nessuno se non chi voglia accecarsi volutamente. La preminenza che questo apostolo ha rispetto agli altri, anche solo per numero di occorrenze, è esponenziale: il numero di episodi e di dialoghi in cui è coinvolto, surclassa tutti gli altri dodici. Paolo stesso a quanto ci dicono gli Atti, andò da Pietro per accertarsi di non “aver corso invano”.
Tuttavia il primato di Pietro è una cosa, la sua trasmissibilità un'altra. Tuttavia, ammesso il primo,. È difficile negare il secondo. Se infatti Cristo ha assegnato un primato a Pietro è perché s’è reso contro che, alla sua dipartita, la Chiesa aveva bisogno d’una guida. Teorie più o meno anarchiche di governo, mettersi cioè a discutere sul fatto che la Chiesa possa governarsi senza un primus, sono irrilevanti qualora si stabilisca che Cristo volle un primus tra gli apostoli. Evidentemente Cristo non era uno di quegli anarchici moderni che hanno l’allergia a sentire la parola “autorità” e credono ad un cristianesimo gestito interamente dai singoli. Se si stabilisce che Cristo volle un primato tra gli apostoli, allora evidentemente se esso era necessario con una Chiesa ristretta tanto più lo sarebbe stato per una Chiesa grande. Si badi che quando dico “primus” non voglio sentire i soliti anarchici strepitare che Cristo ha insegnato che i primi saranno gli ultimi. Intendo qualcosa di profondamente diverso. Il primato petrino non è un comando nel senso che a questo termine danno i politici, bensì è un ministero, un servizio. Gesù non ha detto infatti “nessuno comandi”, ma “chi comanda, sia come colui che serve”: quindi qualcuno a comandare ci dev’essere, alla faccia dell’individualismo protestante, e tuttavia questa persona che comanda deve concepire il suo mandato come un servizio alla Chiesa. Se era necessario un primato nella Chiesa delle origini, è evidente che Cristo non può aver dato questo primato con l’idea che l’istituzione si esaurisse con San Pietro, giacché o credeva che la Chiesa sarebbe morta con lui altrimenti non si vede perché, se credeva che un primus serviva al tempo degli apostoli, non avesse dovuto credere che sarebbe servito anche dopo.
Comunque, il primato è inscindibile dalla dimensione stessa dell’essere Chiesa, giacché la Chiesa crede al primato petrino da prima di avere il Nuovo Testamento in base al quale oggi la contestano. La formulazione di questo primato è cioè più antica, nella storia della Chiesa, della formulazione dell’attuale canone. Questo è da tenere bene a mente per chi, irrazionalmente, voglia scartarne uno e tenerne un altro.
Bisogna poi fare un altro distinguo. L’esistenza del primato del successore di Pietro con l’attribuirsi questa prerogativa citando quel passo di Matteo. La prima attestazione di un procedimento dialettico non è la nascita di quel procedimento, ma per l’appunto la sua prima attestazione. Che Stefano sia il primo (a noi pervenuto) ad attribuirsi il passo di Matteo non implica che sia stato il prima papa ad averlo fatto, né soprattutto implica che questo sia l’inizio del primato del vescovo di Roma. Ciò che c’è pervenuto della letteratura paleocristiana è davvero esiguo, e, anche se possiamo vedere in essi alcuni esercizi del primato, non necessariamente vediamo le giustificazioni dottrinali che noi oggi diamo. Anche perché, che giustificazione vuoi dare, se tutti sanno già tutto? Le giustificazioni iniziano a servire quando interviene l’oblio… Così, possiamo vedere ad esempio un grande esercizio di primato nella I lettera di Clemente, che interviene, a suon di minacce, in una comunità orientale. Il fatto che la giustificazione di questo intervento non dipenda da Matteo, anche se Pietro viene comunque citato nella lettera, non rende meno esplicito l’intervento. Non si tratta di una semplice “sollecitudine” di una chiesa verso un’altra comunità, il tono non è l’ammonimento fraterno, ma la minaccia. Cito: “Se qualcuno disobbedisce alle parole detta da lui (Dio) per mezzo nostro, sappia che sta per incorrere in una colpa e in un pericolo non lievi…. Ci procurerete una grande giogaia se ubbidirete a quello che abbiamo scritto sotto la guida dello Spirito Santo” (1Clem 59 e 63) Sarà pura una correzione fraterna, ma è una correzione fatta dall’alto in basso.
Quanto al problema della trasmissione del primato, Cipriano che tu citi non dubita affatto dell’esistenza del primato o del fatto che spetti al vescovo di Roma in quanto successore di Pietro, semplice non è d’accordo con Stefano circa le modalità in cui questo primato possa esercitarsi. Cipriano parla della Chiesa romana come “cathedra Petri” e “chiesa principale, dalla quale è nata l’ unità sacerdotale” (Lettera 59,14) Cipriano, contro papa Stefano sulla questione del battesimo amministrato dagli eretici, pur avendo litigato per lettera col pontefice su questo punto, era tuttavia ben conscio dell’autorità del vescovo di Roma e della sua funzione di garante dell’unità ecclesiastica tant’è che gli rivolse comunque la sua preghiere affinché, forte della sua autorità, risolvesse la crisi ecclesiale nelle Gallie (Ep 68,2-3). La posizione di Cipriano è di riconoscere un’autorità superiore alla Chiesa di Roma, ma non esprimibile in termini giuridici, qualcosa che noi oggi chiameremmo “autorevolezza”. Diciamo che Pietro e il vescovo di Roma incarnano in maniera primaziale ciò che hanno tutti i vescovi.

Comunque, nel caso del battesimo degli eretici, che vide Cipriano contro Roma, la storia ha dato ovviamente ragione a Roma. Oggi nella Chiesa il battesimo, anche se amministrato da degli eretici, non viene reiterato. In questo caso Cipriano contesta a Stefano che il suo ricorso a Mt 16,18 è inconcepibile, perché, proprio in quanto lui pretende di essere la roccia che unisce la Chiesa, non può sognarsi di validare un battesimo amministrato fuori dall’unità ecclesiale, cioè da degli eretici.
Si noti qui che c’è già un profondo senso di successione apostolica e di unità ecclesiale: i protestanti di oggi per i criteri di Cipriano sono tutti degli eretici, quindi si guardino bene dal citarlo. Egli respinge il battesimo amministrato da degli eretici proprio perché essi sono fuori dalla communio ecclesiale in quanto non fanno parte della Grande Chiesa, cioè della Chiesa in cui i vescovi hanno il magistero degli apostoli, ed è Cipriano stesso a ricordarlo (e sono io che lo ricordo ai protestanti d’oggi, specie a quelli che si sognano di poter avere qualcosa a che fare con la Chiesa che ha creato il NT, e tuttavia rigettano il criterio della successione apostolica).
Tornando a Cipriano, come ripeto la critica che fa a Stefano è di non potersi richiamare a quel passo di Mt perché, ben lungi dallo star servendo l’unità della Chiesa, la sta disgregando. Tuttavia intravediamo nella filigrana di tutta questa vicenda la consapevolezza di Cipriano della superiorità della sede romana. Come scrive Klaus Schatza proposito di questa vicenda: “Non si deve dimenticare che verso Roma Cipriano ha un atteggiamento puramente difensivo. Egli non scomunica il vescovo di Roma. Anzi, scrive a Stefano che lui stesso non vuole imporre a nessuno il suo punto di vista. (Lettera 72,3) […] Ciò è alquanto singolare, perché in questo caso non si trattava soltanto di differenti usanze ecclesiastiche, come nella contesta sulla festività della Pasqua, ma vi era in gioco la validità del battesimo. Tuttavia Cipriano non ruppe i rapporti con Roma, neppure quando Stefano non ricevette nemmeno i suoi inviati e non li ammise alla celebrazione eucaristica, né fece dare loro alloggio e assistenza nella comunità. Dopo il tentativo di mediazione del vescovo Dionigi d’Alessandria, soltanto con il successivo vescovo romano venne ripristinata la comunione ecclesiale fra Roma e Cartagine.“ (Klaus Schatz, Il primato del papa. La sua storia dalle origini ai giorni nostri, Brescia, 1996, Queriniana, p. 51)


“Derivazione apostolica indimostrabile storicamente se non con liste false, uno; secondo l'ordinazione del canone non seguì certo come criterio la sola presunta successione apostolica ma anche ben altri senza i quali non sarebbe stata possibile una sistemazione.”



Ci sono due cose che non vanno in queste righe. La prima è che pensi dire che non esiste successione apostolica perché le liste sarebbero false. Ma questo ragionamento confonde due problemi, e cioè la realtà della successione apostolica con la possibilità di conoscere la nomenclatura dei vescovi che in essa sono inseriti. La prassi della Chiesa di nominare vescovi, quali successori degli apostoli, tramite imposizione della mani, è attestata in modo indelebile già dal II secolo, con Tertulliano, Ireneo, ecc. Ora, se sappiamo che questa era la pratica, a prescindere dal fatto che ci siano arrivati i nomi di questi vescovi, è forse ragionevole presumere che, in qualsiasi parte dall’impero, la Chiesa abbia smesso di ordinare vescovi, così che si siano creati degli anelli mancanti? Se c’è sempre stata la Chiesa, se cioè c’è sempre stata una comunità cristiana, ci sono sempre stati vescovi, a prescindere dal fatto che sappiamo o meno i loro nomi. Ireneo dice che ogni chiesa può elencare i vescovi che sono stati sulla sua cattedra, e che questo la distingue dagli eretici, Tertulliano dice la medesima cosa contro gli eretici: “Mostrino esse (le chiese eretiche N.d.R.) la successione dei loro vescovi in modo da poter risalire o ad un apostolo o ad un loro discepolo, così come fanno le CHIESE APOSTOLICHE, ad esempio… la Chiesa di Roma che presenta Clemente CONSACRATO DA PIETRO” (La prescrizione degli eretici, 32,2) . Questo era il criterio che già nel II e nel III secolo la Chiesa si dava, e che infatti riscontriamo nei Padri. Vista che questa era la situazione, sostenere che non esista una successione apostolica, e che la Chiesa si sia sognata di smettere di ordinare vescovi, è pura follia. Se tra 2000 anni uno storico vorrà redigere la lista dei vescovi della Chiesa cattolica, ma per colpa di un incidente la documentazione relativa ad esempio al XVII secolo fosse andata distrutta, non per questo tale storico potrebbe sognarsi di dire che siccome non abbiamo le liste dei vescovi del XVII secolo non ci sia stata continuità tra i vescovi del XVI e quelli del XVIII secolo: se la prassi di una Chiesa è quella che un vescovo ne ordini un altro, è evidente che finché c’è un gregge da mandare avanti questa prassi continui, a prescindere dal fatto che noi ne abbiamo documentazione o meno. Quello che stava dicendo Cattolico-Romano è che la Chiesa nel cui alveo s’è creato il canone è la grande Chiesa, cioè la Chiesa che diceva di se stessa che a distinguerla dagli eretici era la successione apostolica. Si badi che è del tutto irrilevante a questo punto stabilire se esista una successione apostolica tra la Chiesa apostolica del I secolo e la Grande Chiesa, quella dei vescovi, del II secolo. Se non c’è, tanto peggio per noi tutti, infatti è il canone di questa Grande Chiesa quello che utilizziamo, e se questa grande Chiesa non è la legittima erede della Chiesa apostolica, allora il canone che abbiamo in mano non vale nulla, e tanto varrebbe rifarsi al canone di altre sette coeve, come gli gnostici o i giudeo-cristiani, a questo punto legittimi (o meglio: illegittimi) quanto la Grande Chiesa. Se il canone si chiude nel IV secolo, è certo che all’interno della Grande Chiesa si ragionava in base alla successione episcopale dal II secolo almeno . La contraddizione che Cattolico Romano voleva palesarti è che tu accetti il canone di siffatta Chiesa, ma escludi il criterio che permette a questa Chiesa di legittimarsi e di distinguersi dalle altre: senza questo criterio non c’è alcun modo di dire che la Chiesa del II secolo sia quella del III, o che quella del III sia quella del IV. In sintesi, non ha nessuna importanza se le liste che provano la successione episcopale tra I e II secolo siano corrette, perché anche ammettendo ex hypothesi che tale successione non sia avvenuta, resta il fatto che il canone a cui tu pretendi di rifarsi è quello di una Chiesa tra II e IV secolo dove questa successione apostolica c’è stata di sicuro. Dunque, indipentemente dal fatto che la Chiesa del I secolo sia quella del II, è certo che la Chiesa del II secolo (per i criteri che lei stessa enunciava), sia la stessa del IV secolo. E poiché è questa Chiesa tra II e IV secolo quella a cui ci appoggiamo per avere il canone, Cattolico_Romano si chiedeva in base a che cosa tu possa accettare il canone di questa Chiesa e non invece la successione episcopale, a cui questa Chiesa credeva da prima che avesse il canone del NT in base al quale la critichi.
Ora veniamo ad un altro punto, cioè la continuità tra la Chiesa del I e quella del II secolo. Sappiamo da Ignazio che la struttura dell’episcopato monarchico c’era già tra fine I secolo e inizio II nella comunità cui egli scrive, giacché raccomanda ad esse l’obbedienza al vescovo e ai presbiteri. Dunque egli sapeva che in quelle comunità il vescovo era qualcosa di diverso dai presbiteri, e che era uno. La struttura episcopale, che tanta allergia crea nei protestanti, era già la struttura della Chiesa quando questo grande Padre della Chiesa, morto nel 107, scriveva. Non c’è poi alcuna ragione per dire che lista riportata da Ireneo nel “Contro le Eresie” relativa alla successione romana sia fasulla, ma su questo tornerò in seguito.


“Non la può dimostrare nemmeno la chiesa di Roma, molti elenchi per i primi secoli sono falsi e contraffatti, cosa che nessun buono storico mette in dubbio.”


Scusa ma non vedo cosa c’entri col passo di Tertulliano citato. Se anche volessi ammettere che le liste che abbiamo noi in mano siano piene di errori o manipolate (ammesso ex hypothesi e non concesso), ciò non toglie il fatto che questo è un problema nostro, di noi nel XXI secolo, non di Tertulliano. Tertulliano vive nel II secolo, e ci dice che la Chiesa di Roma mostra una successione apostolica: “Mostrino esse (le chiese eretiche N.d.R.) la successione dei loro vescovi in modo da poter risalire o ad un apostolo o ad un loro discepolo, così come fanno le CHIESE APOSTOLICHE, ad esempio… la Chiesa di Roma che presenta Clemente consacrato da Pietro ” (Tertulliano, La prescrizione degli eretici, 32,2)
Vale a dire che Tertulliano e i suoi contemporanei conoscevano una lista di successione apostolica di Roma, e questo non ha nulla a che fare col fatto che quella lista sia la stessa che conosciamo noi nel XXI secolo: avremmo sempre e comunque il fatto che Roma vanta una successione apostolica petrina. Cosa del resto ovvia: non si vede proprio perché infatti, giacché sappiamo che il cristianesimo a Roma nel I secolo c’era già dal NT, questa comunità dovrebbe essersi misteriosamente estinta per poi ricomparire: è ovvio che la comunità di Roma del II secolo discendeva da quella del I secolo, non c’è nessun motivo per sospettare che manchino degli anelli di congiunzione. Perché mai infatti quella comunità, giacché di fedeli ne ebbe sempre, avrebbe dovuto smettere di ordinare presbiteri e vescovi al suo interno? E se l’ha fatto, perché dubitare che tale successione apostolica per Roma esista? L’insicurezza di noi moderni circa il nome dei vescovi di Roma, non ha nulla a che fare col fatto che a Roma dal I secolo ci sia sempre stato un vescovo dopo l’altro. Clemente già nel 96 ci raccontava la storia della Chiesa in modo assai diverso da come se la sognano i luterani, conferma cioè, lui che la storia della Chiesa evidentemente la conosceva meglio di chiunque altro, che i vescovi sono una creazione degli apostoli:
“Gli apostoli predicarono il Vangelo da parte del Signore Gesù Cristo che fu mandato da Dio. Cristo fu inviato da Dio e gli apostoli da Cristo. Ambedue le cose ordinatamente secondo la volontà di Dio. Ricevuto il mandato e pieni di certezza nella risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo e fiduciosi nella parola di Dio con l'assicurazione dello Spirito Santo, andarono ad annunziare che il regno di Dio stava per venire. Predicavano per le campagne e le città e costituivano le primizie del loro lavoro apostolico, provandole nello spirito, nei vescovi e nei diaconi dei futuri fedeli. E questo non era nuovo; da molto tempo si era scritto intorno ai vescovi e ai diaconi. Così, infatti, dice la Scrittura: "Stabilirono i loro vescovi nella giustizia e i loro diaconi nella fede" (Ai Corinzi, 42,2-4)


“Ce l'ha eccome, una presunta traditio per essere perfetta deve avere voce univoca senza imporsi con mezzi brutali e senza che vi siano rivalità tra le grandi chiese”



Temo che tu non consideri il fatto “umano”, cioè il libero arbitrio. La tradizione può anche essere una, ma se qualcuno decide di sovvertirla è un problema suo. Non a caso la voce della Traditio infallibile sono i Concili Ecumenici, proprio perché avendo lì voce tutta la Chiesa c’è la certezza che non abbiamo a che fare con la follia di un singolo.


“Si ma si apre a più interpretazioni il suo modo di vederla; tu hai riportato solo vari modi di interpretarla, e ti ricordo che i padri apostolici esaltano il Padre mettendolo sempre in primo piano rispetto alla divinità del Figlio”



Nella Trinità c’è un ordine, e non solo per i Padri Apostolici, anche per noi. C’è infatti quella che si chiama “subordinazione fontale”, cioè il fatto che il Padre sia colui che genera il Figlio e non viceversa, cioè, in termini orientali, quella che viene definita “la monarchia del Padre”. I trinitari hanno tutto questo nella loro dottrina, ma sanno perfettamente che non ha nulla a che fare col fatto che il Figlio stesso sia Dio come il Padre. L’eresia è scegliere cosa credere e cosa no, mentre la Trinità tiene insieme i due aspetti. Hai citato dei brani di Policarpo ed Ignazio che mettono al primo posto il Padre: ma questo perché dovrebbe essere un’argomentazione anti-trinitaria? La Trinità non nega un ordine nelle tre persone divine. Anche Ignazio infatti dice Dio il Figlio. Prendo una sola lettera, che basta per tutte, quella agli Efesini: “Dio nella carne” (7,2) “Il nostro Dio Gesù Cristo è stato portato nel seno di Maria” (18,2) , Dio apparso in forma umana (19,3).
La fede della Chiesa sin dai primordi confessa che Dio è ovunque, atemporale, che Cristo ha perciò realizzato l’incarnazione senza lasciare il seno del Padre. Leggiamo un passaggio dell’Omelia sulla Pasqua di Melitone di Sardi, un testo del 150 d.C. circa: “Per questo egli venne a noi; per questo da incorporeo che era si tessé un corpo della nostra natura;... calpestava la terra e riempiva il cielo; si mostrava bambino ma non abbandonò l'eternità; apparve povero, ma non si spogliò delle sue ricchezze; rivestì la forma di servo, ma non mutò la forma di Padre. Egli era tutto. Stava inannazi a Pilato, mentre era assiso con il Padre; era fissato al legno e sosteneva l'universo.” (fr.14)
Grandiosa formulazione, degna di un dogmatico del IV secolo…


“Vi erano molte altre visioni ed interpretazioni delle tre persone nelle varie chiese cristiane, monofisismo, arianesimo, origenismo, e non è possibile dire che costituissero un'esigua minoranza.”



Che la Chiesa abbia cercato nei secoli di mettere a fuoco la sua terminologia non toglie certo verità al fatto che ci sia un nucleo centrale di proclamazione costituito dalla divinità del Figlio, al di fuori del quale si era eretici. Quelle che tu citi si chiamano non a caso eresie. Alcune poi sono dispute cristologiche che non hanno a che vedere con una subordinazione del Figlio, il monofisismo ad esempio. Bisogna avere una conoscenza della patristica meramente internettiana per non vedere il filo rosso della divinità di Cristo che attraversa tutta la patristica, prima e dopo Nicea. La storia dei dogmi è una storia dei tentativi di mettere a punto una formulazione soddisfacente degli stessi. La Chiesa non ha mai negato l’evoluzione della formulazione del dogma, nel senso che non ha mai negato che la Chiesa, indagando la propria fede, abbia potuto specificarla ed esprimerla meglio quando ve n’è stato bisogno. E’ l’eresia infatti la causa dei dogmi ortodossi… Finché non c’è nessuno che contesta qualcosa, nessuno rende quella cosa dogma. Solo se sorge qualcuno che interpreta quella cosa in modo diverso, allora v’è una difesa dell’ortodossia consistente nel riaffermare contro il sorgere dell’eresia quello che s’è sempre creduto, magari formulandolo con un nuovo linguaggio per non dare più adito agli equivoci terminologici su cui s’erano basati gli eretici per tirare in piedi le loro dottrine.


“Cirillo d'Alessandria che è santo e padre della chiesa cattolica può benissimo essere definito un criminale a tutti gli effetti, chiaramente se si conoscono i fatti e non solo le dicerie da parrocchia.”



Non ho ben capito cosa c’entri questa tua affermazione con la frase di Cattolico_Romano che hai quotato. La frase diceva: “Questa è una tua personale opinione piena di pregiudizi, la verità di un enunciato non dipende dalla moralità di chi lo enuncia. "
Ora, se anche ex hypotesi ammettessi che Cirillo era un criminale, questo falsificherebbe forse l’affermazione di Cattolico_Romano? Come ha detto correttamente, io posso dire “2+2 fa 4” anche se sono un serial killer, e non per questo la mia frase diventa falsa. La dottrina di Cirillo è ortodossa, anche se usa un linguaggio che crea confusione. I copti oggi ad esempio sono accusati di essere monofisiti, ma lo sono alla maniera in cui era monofisita Cirillo, e dunque perfettamente ortodossi in realtà. In questo caso, che ha a che fare l’enunciazione di corrette verità cristologiche che fanno parte della dottrina della Chiesa con la moralità di un singolo? Non è dato saperlo… La verità, secondo la più accreditata definizione che oggi abbiamo in mano, è data dall’adeguazione tra il pensiero e l’essere, cioè tra quello che dico e lo stato di cose del mondo. La verità è adaequatio rei et intellectus. Se così è, il fatto che un’espressione linguistica corrisponda o meno all’essere, cioè a come le cose stanno, è del tutto indipendente dalla moralità di chi pronuncia quest’espressione. Cirillo, un grand’uomo… E’ stato accusato da degli storici faziosi delle più orribili atrocità, persino d’aver fatto uccidere una delle mie filosofe preferite, la povera Ipazia. Inutile dire che, allora come oggi, si tratta solo di voci.

“I legati papali pesarono molto poco in gran parte di tutti i concili antichi, per esempio ad Efeso fu data parola loro solo alla fine e Cirillo non attese nemmeno il loro arrivo per l'apertura del concilio.”



Qui la questione è veramente di tutt’altra matrice, e con Roma c’entra poco. Il Concilio di Efeso è lo spettacolo pietoso di due gruppi che fanno a gara per chi dei due sia “il vero Concilio”, e si scomunicano a vicenda. Gli Orientali di Siria in linea con Giovanni d’Antiochia da una parte, e gli Egiziani (insieme ad altri alleati dell’Asia Minore e dell’Illiria) in linea con Cirillo dall’altra parte. Cirillo ha aperto il Concilio in fretta e furia perché non voleva aspettare l’arrivo dei vescovi orientali favorevoli a Nestorio. In questo modo Nestorio sarebbe stato privato dei suoi appoggi, e infatti non si presentò, venendo deposto da quel medesimo Concilio. A questo punto arrivano i legati romani di papa Celestino (il 10 luglio) e confermano la deposizione di Nestorio. Se questo Concilio e non quello opposto dei nestoriani s’è alla fine imposto gran parte del merito è nel costante appoggio che papa Celestino diede a Cirillo. Bernard Meunier commenta: “Efeso fu un concilio ecumenico? La tradizione ha considera come valido, ed ecumenico, solo il Concilio Di Ciritto. Perché, dato che era visibilmente parziale e non aveva offerto le condizioni di un vero dibattito? Il numero ha fatto la sua parte (il campo di Cirillo è sempre stao più numeroso di quello degli Orientali). L’abilità manovriera di Cirillo ha anche dato i suoi frutti (compresa la politica di comprare alcuni alti funzionari della corte imperiale). Ma uno dei punti decisivi è certamente stata il costante appoggio di Roma al concilio, e il mandato inizialmente affidato a Cirillo da Celestino, anche se egli ne aveva oltrepassato i limiti.” (Bernard Meunier, La nascita dei dogmi, Torino, 2001, Elledici, p. 107)


“In quel concilio fu la sola rara volta che si osannò il papa ad un concilio antico”



E’ falso, posso farti altri esempi di Concili orientali che lodano il papa. Nel Costantinopolitano II ad esempio. In quel caso i Padri Conciliari accolsero l’epistola di papa Agatone come “scritta dal supremo vertice divino degli apostoli”(Sacrorum Conciliorum Nova et amplissima collectio, a cura di G. D. Mansi et al., 11, 684). Nell’acclamazione conclusiva poi si legge: “Il supremo principe degli apostoli ha combattuto con noi; il suo imitatore e successore sulla cattedra è dalla nostra parte e ci ha spiegato con una lettera il mistero dell’incarnazione divina. La vecchia città di Roma ha presentato una professione di fede scritta da Dio e ha fatto sorgere dall’Occidente la luce del dogma. Sembrava carta ed inchiostro, e attraverso Agatone parlava Pietro” (Ibid., 666)
Per la teologia ortodossa di ogni epoca il vescovo di Roma siede sulla cattedra di Pietro. Come disse Teodoro Studita (quello vero, non il nostro amico di internet, l’autorità della chiesa è data “dagli apostoli e dai loro successori, E chi sono i loro successori? –Quello che siede sulla cattedra di Roma ed è il primo; quello che siede sulla cattedra di Costantinopoli ed è il secondo; e dopo di loro quelli di Alessandria, di Antiochia e Gerusalemme. Questa è la quintuplice autorità della chiesa. A loro spetta la decisione sulle dottrine divine. L’imperatore e l’autorità secolare hanno il dovere di aiutarli e di confermare ciò che essi hanno deciso” (PG 99, 1417)


“Sul 28° canone conosci poco, in realtà nella sessione del concilio in cui fu decretato non erano presenti i legati papali”



Scusa ma dove nel messaggio di Cattolico_Romano ci sarebbe stato scritto che questo canone è stato approvato coi legati romani presenti? La prova che fossero assenti quel giorno è semmai una prova del fatto che s’è proditoriamente approfittato della loro assenza, proprio per il fatto che le loro parole, nel caso fossero stati presenti, avrebbero potuto ribaltare la cosa.


“La lettera è stata spedita quando ormai il canone era validato e semmai era una lettera di avviso e non di approvazione.”



Verissimo che il canone era già stato validato senza l’approvazione dei legati, ma proprio per questo spediscono una lettera a Leone chiedendone l’approvazione. Una lettera d’avviso dici? Forse non hai letto le fonti primarie, e dunque stai semplicemente ripetendo, senza aver avuto modo di controllare, quello che hai letto in fonti secondarie (cioè quelle che spiegano le fonti primarie). Non solo è una richiesta d’approvazione, ma è anche fatta con un linguaggio di puro servilismo e supplica Questa lettera è d’ossequi, chiamano il papa loro padre, loro capo e loro dottore, e chiedendo in particolare la conferma del ventottesimo canone. In quella lettera lo salutano come l'interprete della “voce di Pietro, colui che ha ricevuto dal Salvatore la custodia della vigna”, cioè di tutta la Chiesa, il “Capo di cui essi sono membri”, il Padre di cui essi sono i figli: (PL 54,951 sg.) Anatolio vescovo di Costantinopoli, scrisse al papa: “La sede di Costantinopoli ha per Padre la vostra sede Apostolica” (Epist. Ad leonem Papam 4: PL 54,984A). Inoltre, quando i Padri Conciliari decretarono la deposizione di Dioscoro, voluta dal legato romano Pascalino, la motivazione dell’autorizzazione per tale deposizione viene indicata dai Padri nella preminenza della sede Roma: “Leone, per mezzo nostro e di questo Santo Concilio, in unione col beato Pietro Apostolo, che è la pietra angolare della Chiesa Cattolica ed il fondamento della fede ortodossa, gli ha tolto l'episcopato e ogni dignità sacerdotale" (MANSI, VI, 1047) S. Leone Magno (santo anche per gli ortodossi! ) rifiutò l'approvazione del canone 28, che osava affermare che il prestigio di una sede episcopale dovesse derivare dalla sua posizione politica nell’impero, e scrisse all'imperatore Marciano: “Altra è la natura delle cose umane, altra quella delle cose divine; e nessun edificio sarà stabile senza la pietra che il Signore ha posto” (Ep. 104 ad Marcianum,3: PL 54, 993-95).
La Chiesa di Roma non ha mai riconosciuto il canone 28. Roma basa questo suo rifiuto sui seguenti punti:
Non fu decretato autentico da tutti i 500 Padri del Concilio ma solo da 200 circa, ed in una sessione non presieduta dai legati romani.(ergo non si può dire ecumenico)
Costoro, il girono dopo, nella XVI sessione, elevarono contro il decreto una decisa protesta che vollero inserita negli atti; Papa Leone I, malgrado le insistenti sollecitazioni dei firmatari, di Marciano e del vescovo Anatolio, l'abrogò esplicitamente (Ep. 105 ad Pulcheriam Augustam; PL 54, 1000)
Roma non aveva mai basato la sua preminenza sulla politica né ha senso far derivare diritti divini come quelli i un vescovo dall'impero. Il canone ventotto manca nelle collezioni canoniche orientali prima dell'VIII secolo, forse per effetto della protesta di Roma, che in seguito venne ignorata.


“Leone infatti espresse più volte la sua disapprovazione”



Questo è un clamoroso esempio, in puro stile orientale, di cesaropapismo. E’ stato un colpe di mano imperiale, che non a caso è rimasto nella storia come “brigantaggio” o “ladrocinio”, ed è stato ribaltato da Leone. Non con la forza, quella ce l’hanno gli imperatori che usano le armi. La situazione cambierà rapidamente. Comunque, il papa che difese Eutiche, non è Marciano, il quale successe a Teodosio II solo nel 450, mentre il brigantaggio di Efeso risale all’agosto del 339. Il nuovo imperatore manifesta la sua volontà di mantenersi in comunione con Roma e un sinodo, radunato a Costantinpoli nel 450, ratifica il Tomo a Flaviano scomunicando Eutiche. Marciano ha invece aperto il Concilio di Calcedonia. Roma era esitante perché secondo il papa la questione era già regolata dal proprio Tomo a Flaviano.
Quanto a quello affermato da Cattolico_Romano, e che cioè che nel materia storico riguardante i Concili ricorre l’affermazione che un Concilio non possa essere valido senza l’approvazione di Roma, è perfettamente vera, e mostra la consapevolezza che l’Oriente aveva del primato (quando non c’erano interessi politici in gioco che facevano dimenticare questa verità per motivi di comodo). L’esempio portato era il brigantaggio di Efeso: tra i motivi del suo ribaltamento c’è proprio l’opposizione di Roma. Per il legato romano Lucenzio a Calcedonia, il crimine di Dioscoro, architetto del celebre brigantaggio, consisteva nel fatto che “egli ha osato tenere un concilio senza l’autorità della cattedra apostolica, cosa che non è mai accaduta prima né poteva accadere” (Acta Conciliorum Oecumenicorum II 3 I 40) I Padri Conciliari accolsero la tesi di Lucenzio e nel loro scritto all’imperatore marciano affermarono che Dioscoro aveva “abbaiato contro la cattedra apostolica stessa” e aveva addirittura “tentato” di scomunicare Leone (ivi II, 3 II (98) 83s.). Prendiamo poi in esame il II Concilio di Nicea che per motivare che il precedente Concilio di Hiera non era valido ha la seguente motivazione formulata dal legato romano Giovanni Diacono. Hiera non ha validità “perché non vi partecipò il papa di Roma e neppure i vescovi a lui vicini, né per mezzo di legati né per mezzo di una lettera, come è legge per i Concili. Ma anche i patriarchi dell’Oriente di Alessandria, Antiochia e della città Santa (Gerusalemme) non furono d’accordo.” (Sacrorum Conciliorum Nova et Amplissima Collectio, a cura di G. D. Mansi et al., 13, 208s.)
Si noti la differenza. Da una parte Roma, dall’altra “gli altri”. Roma deve partecipare, gli altri devono essere solo d’accordo. Nelle storia della chiesa greche di Socrate e Sozomeno questa formulazione resa in modo tale che papa Giulio risulta non essere stato convocato al Concilio “contro la legge” essendo contrario ai canoni decidere qualcosa sulle chiese in assenza del vescovo di Roma. (Socrate, Storia Ecclesiastica, II 17 PG 67, 220 A)



“Certo che è pervenuto in greco, almeno una parte, un'altra parte è in latino, una in armeno e un'altra in siriaco. La riedizione latina è del IV secolo circa ed è manifestatamente alterata”



Scusa, ma mi chiedo se tu abbia letto quello che ha scritto Cattolico_Romano. Non ha scritto che l’opera non c’è giunta in greco, ma che “ti ricordo che il testo greco di tutta quella parte del Contro le Eresie non c'è proprio pervenuto, quindi non ha senso dire che manca nell'originale greco la lista dei vescovi”. Rispondeva ad una tua frase dove dicevi: “l'adversus haereses di Ireneo presenta un elenco di vescovi romani che non c'è nell'originale in greco”. Da questa frase sembra che, quel brano dove Ireneo parla della potentior principalitas di Roma, ci sia giunto anche in greco, ma senza la lista dei vescovi. Il che è falso. Quella sezione c’è giunta solo in latino, dunque, per quanto concerne quella parte, non sappiamo se c’è giunta corrotta. Quale sarebbe il testo greco di quella parte, senza l’elenco dei vescovi? Me lo dici?


“Certo per i singoli ma non per le gerarchie cattoliche”



E come fgai a dirlo? Fatti un autoesame di coscienza. Quanti papi conosci, anche solo per nome. Prova ad elencarli, forse arriverai a 30. Bene, sono 265. Come ripeto guarda in te stesso e chiediti come puoi dare un giudizio complessivo su un’istituzione di cui neppure sapresti elencare il 10% dei papi.
E questo solo per limitarci al papato. Le gerarchia cattoliche nel corso di 2000 anni hanno annoverato centinaia di migliaia di aderenti. Inutile dire che non conosci né potresti conoscere la storia di costoro, neppure dell’1% di costoro, eppure spari giudizi a vanvera. E’ ovvio che nella storia fa clamore se un cardinale dirige un’ armata e non se un cardinale apre un lebbrosario, o fa più notizia l’inquisizione spagnola (che tra l’altro non dipendeva neppure dalla Chiesa ma dalla monarchia), rispetto alle migliaia di organizzazioni caritatevoli che sono state messe in piedi da chierici cattolici, dei più diversi gradi, nel corso di 2000 anni. In qualsiasi università la prima cosa che ti insegnano nei corsi di storia è che la storia si studia e non si giudica, ma vedo che c’è gente estranea alla forma mentis accademica…


“Visto che nessuno sarebbe più andato a messa se si fosse detto che Gesù non si presenta in qualsiasi eucarestia consacrata (cosa che infatti credo) bisognava formulare la favoletta che il sacramento è valido nonostante l'empietà di chi lo amministra. E chi lo dice questo? Semplici uomini.”



La logica. Infatti i sacramenti non dipendono dal sacerdote, perché non è lui che li amministra. Chi è che battezza? Chi è che fa funzionare l’eucaristia? Il prete? No, è Cristo che battezza, e Cristo che si dà nell’eucaristia. Inoltre, che colpa ne possono avere i fedeli se il loro sacerdote è un criminale (tanto più che siccome i criminali non mettono i manifesti, nella stragrande maggioranza dei casi i fedeli neppure sanno che chi amministra il sacramento è un criminale). Il sacramento non dipende dal sacerdote ma da Dio. Anzi, sarebbe del ridicolo pelagianesimo sostenere che possiamo avere un grado di purezza tale da poter “meritare” che il sacramento funzioni. Vorrebbe dire che i sacramenti non sono Grazia, ma che al contrario sarebbe possibile “meritarli”, come se qualcosa di quello che facciamo potesse essere abbastanza per reclamare verso Dio che un sacramento avvenga… Che pura eresia, così agli antipodi di tutti quello che la Grande Chiesa insegna. E poi, la stabilisci tu la lista di peccati che non fanno funzionare i sacramenti? E in base a che cosa li misuri? Quella che tu proponi è una posizione che genera una selva di aporie.
Inoltre, da capo, questi semplici uomini che hanno stabilito la validità dei sacramenti ex opere operato sono gli stessi, sono quella stessa Chiesa, che ha creato il canone del NT. E ancora una volta ti chiedo in base a che cosa, se li giudichi uomini fallibili, accetti quel canone del NT, e non la ritieni “l’opera di semplici uomini” al pari di questa formulazione sui sacramenti. Tutto il cristianesimo storico è opera di uomini, dalla Bibbia in già compresa.


“on nego la chiesa come istituzione ma non certo una sola chiesa ma semmai molte chiese-comunità.”



Il che sarebbe l’anarchia, con ognuno che fa ciò che vuole e l’impossibilità di avere un criterio esterno per stabilire cosa sia ortodosso qualora ad un singolo vescovo venga in mente di pensare cose eretiche…


“La libertà del credente ci deve essere eccome, Gesù non ha lasciato dogmi ne vincoli ma ha lasciato libertà”



La libertà non è quella di stabilire da soli qual è la dottrina della Chiesa, ma quella di aderirvi (e stare nella Chiesa), o di uscirne. Se Cristo ha dato una predicazione, il nostro dovere è aderire ad essa. La Chiesa primitiva non era il covo di sessantottini anarchici che tu hai in mente, tutto il contrario. Anche lì vi era già una predicazione dogmatica, un messaggio ortodosso, controllato dal gruppo dirigente apostolico. E’ per questo che Paolo può dire “se anche un angelo del cielo vi annunziasse un vangelo diverso, sia anatema”.
Esisteva già un’ortodossia, e Paolo stesso va a confermarsi circa l’ortodossia della propria posizione andando a consultare Pietro a Gerusalemme.


“Milano? E che centra Milano. La chiesa di Milano assume importanza con Ambrogio ma prima di questo era sempre stata abbastanza irrilevante, manco la cronologia storica sapete..”



Guarda che Cattolico_Romano ha scritto: “Non si sono appellati a Milano, o a chicchessia, ma a Roma. Perché?" . Non ha scritto che si sono appellati a Milano, o che avrebbero dovuto appellarsi a Milano, bensì che non si spiega, se si tiene ferma la tua posizione, perché si sia appellati a Roma e non appunto “a Milano o a chicchessia”, cioè perché proprio a Roma e non a chiunque altro. L’italiano è una lingua abbastanza trasparente, non capisco come si possa equivocare così le parole altrui. Perché dunque due vescovi spagnoli si appellano a Roma? Sapevano che era consuetudine potersi appellare alla cattedra di Pietro, come ripeto. Il can. 3 di Sardica (343 d.C.), oggi Sofia in Bulgaria, recita: “Il vescovo Osio disse: Se però un vescovo è stato condannato in una causa e tuttavia crede di avere buone ragioni perché il giudizio debba essere rivisto, onoriamo la memoria, se siete d’accordo, del santo apostolo Pietro; si scriva al vescovo di Roma o da (parte di) coloro che hanno esaminato (il caso), oppure dai vescovi che risiedono nella provincia vicina; se egli (il vescovo di Roma) ha deciso che il giudizio della essere rivisto, ciò sia fatto, e a lui spetta costituire i giudici; ma se egli, nell’esame (della questione) è pervenuto alla conclusione che il caso è risolto nel senso che ciò che è stato deliberato non venga rimesso in questione, allora ciò che egli ha deciso dev’essere confermato”.
Questo sinodo non è un Concilio ecumenico, non lo cito perché ritenga questo canone infallibile, ma solo per testimoniare che quest’idea girava nell’aria.
Quello che conta è che l’atto fatto da Basilide e Milziade non avrebbe senso se essi non avessero pensato che il vescovo di Roma aveva un’autorità superiore a coloro che li avevano dimessi. Come già detto, non bisogna scambiare le disobbedienze al potere di Roma con l’idea che tale potere non esista: con questo modo di ragionare potremmo dire che il primato del papa non esiste neppure nel XXI secolo.


“Per quanto riguarda Cipriano, non ha mai sostenuto il primato di Roma, e guarda un pò cosa viene citato? Il de unitate ecclesiae c.4, proprio lo scritto che fu falsificato a Roma e che molti storici ritengono inaccettabile vista la realtà dei fatti”



Non c’è alcuna prova di una falsificazione di questo punto, a meno che tu non abbia un’edizione critica che espunga il passo. La prova di una falsificazione quale sarebbe? Che Cipriano non s’è comportato in coerenza con quanto scriveva circa il primato romano? Beh, non è la prova di alcunché. Questo è un problema della coerenza di Cipriano, non della Chiesa. Per questo vescovo evidentemente la posizione del papa sul battesimo degli eretici era inaccettabile, e dunque, come per molti cattolici odierni, il primato di Roma gli è andato bene solo fino a quando non s’è trovato lui stesso a fare i conti con questo primato, che però questa volta era lui sfavorevole. Comunque vorrei far notare quanto è già stato scritto, cioè che Cipriano riconosce che Roma è la cattedra di Pietro e il papa è il suo successore, ma non fa derivare da questo un potere particolare che non sia una “maggior autorevolezza”. Cipriano non nega cioè il primato, ma ritiene che quello che Roma ha come “primogenitura” e in modo eminente, lo abbiano anche tutti gli altri vescovi, cioè il potere di sciogliere le legare. Roma è per Cipriano il simbolo dell’unità ecclesiale. Quindi non c’è bisogno di dire che questo passo sia stato manipolato, perché in realtà già prima della disputa con Stefano la teologia di Cipriano circa il primato era deficitaria.

Ad maiora
Cattolico_Romano
00lunedì 6 luglio 2009 19:14
X Clint


Passo che può essere soggetto ad interpretazioni; il primato di Pietro non compare in nessun testo paleocristiano, e il primo ad attribuirsi il verso di Matteo fu Stefano I suscitando lo sdegno di Cipriano.



Il primato di Pietro è attestato sin da Clemente Romano e Ignazio di Antiochia senza alcun bisogno dell'interpretazione del testo di Matteo. Ignazio parla della chiesa di Roma come colei che “presiede all’agape”, e agape in Ignazio indica la communio ecclesiale, è metonimia per ekklesia. Alcuni esempi tratti dalle sue epistole: “αγαπη Σμυρναιων και Εφεσιων”, “η αγαπη των εκκλησιων”, “η αγαπη των αδελφων των εν Τρωαδι”, “Ασπαζεται υμας η αγαπη των αδελφων των εν Τρωαδι”. Per tutte le altre chiese Ignazio ha ordini, per quella di Roma solo elogi, e vuole uniformarsi al suo modello.
Quanto a Cipriano, come ripeto, rifiutò tale primato a partire con la disputa con Cornelio sul ritorno sul ritorno degli scismatici e di chi aveva aburiato la fede in tempi di persecusioni, ma guarda caso in precedenza a questo fatto, periodo in cui fu scritto Il de unitate ecclesiae, quando un'altro rivale di Cipriano, Novaziano fattosi eleggere vescovo di Roma in contrasto a Cornelio che già esercitava tale episcopato, il signor Cipriano elogiava la Cattedra di Pietro.


Derivazione apostolica indimostrabile storicamente se non con liste false, uno; secondo l'ordinazione del canone non seguì certo come criterio la sola presunta successione apostolica ma anche ben altri senza i quali non sarebbe stata possibile una sistemazione.



Io credo che sia da presuntuosi affermare che la lista di Ireneo o Tertulliano siano false dato che a livello accademico non la pensano come te.
E' ovvio che l'ordinazione del Canone ha seguito vari strumenti per essere definito dogmaticamente, la scelta del Canone è ricaduta su quei testi dove si rispecchiava la Traditio della Chiesa, Chiesa distinguibile tramite la successione apostolica che tu neghi.
Inoltre non intendevo dire che il canone è stato selezionato basandosi sulla successione apostolica, bensì che chi si riconosceva in questa successione apostolica sono coloro che hanno selezionato il canone. I criteri sono tre: apostolicità (lo scritto doveva risalire ad un apostolo o ad un discepolo), la cattolicità (nel senso greco del termine, katholikos=universale, vale a dire la diffusione tra le CHiese), e l’ortodossia ( nel senso greco del termine, cioè “giusta opinione”, ognuno parteggiava per i libri che contenevano dottrine secondo a suo avviso ortodosse). Come si vedere, in un modo o nell’altro, non essendo il canone caduto dal cielo, sono stati degli uomini a doverlo riconoscere, degli uomini cioè hanno giudicato il contenuto dei libri: la Chiesa, la comunità ecclesiale, viene prima del Nuovo Testamento, esso deriva dalla Chiesa.


Somaraggine storica, ai tempi di Ireneo non c'era nessun dogma sancito da nessun concilio, sui sacramenti non li ho negati ma ho negato che ciò che c'è ora era uguale ai tempi antichi post-apostolici, e anche il loro numero.



Ho forse detto che Ireneo scrive dei sette sacramenti?
Tu confondi la terminologia dei sacramenti e la loro definitiva spiegazione teologica con il fatto che essi venivano già amministrati dall'età sub-apostolica.


Ce l'ha eccome, una presunta traditio per essere perfetta deve avere voce univoca senza imporsi con mezzi brutali e senza che vi siano rivalità tra le grandi chiese; rileggiti ciò che successe al concilio di Efeso e come Cirillo di Alessandria manipolò la situazione e poi ne riparliamo.



La Traditio è l'insegnamento orale e scritto (la Scrittura è una parte della Traditio) della Chiesa e non ha nulla a che vedere con presunte pretese politiche di alcuni suoi rappresentanti.
Inoltre ti pregherei di finirla di rappresentare il cristianesimo primitivo come autore di massacri e genocidi.
Cirillo di Alessandria può anche esser stato il più terribile dei persecutori (cosa non vera) ma non ha nulla a che vedere con la verità che in Cristo esistono due nature in una sola persona.


Si ma si apre a più interpretazioni il suo modo di vederla; tu hai riportato solo vari modi di interpretarla, e ti ricordo che i padri apostolici esaltano il Padre mettendolo sempre in primo piano rispetto alla divinità del Figlio.

"Policarpo e i presbiteri che sono con lui alla Chiesa di Dio che dimora in Filippi. Misericordia e pace sia a voi concessa con ogni pienezza da parte di Dio onnipotente e di Gesù Cristo salvatore nostro." Policarpo di Smirne - Lettera ai Filippesi , Saluto

"La Chiesa di Dio che dimora a Smirne alla Chiesa di Dio che è a Filomelio e a tutte le comunità della santa Chiesa cattolica di ogni luogo. La misericordia, la pace e la carità di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo abbondino."
Martirio di S.Policarpo, Saluto

"Ignazio, Teoforo, alla Chiesa di Magnesia vicino al Meandro benedetta nella grazia di Dio Padre in Gesù Cristo nostro Salvatore il mio saluto e l’augurio di grande gioia in Dio Padre e in Gesù Cristo." Lettera ai cristiani di Magnesia, Saluto



Ancora una volta la teologia cattolica contempla già le obiezioni che tu poni: "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio..."

Nella Trinità c’è un preciso ordine: Padre, Figlio, Spirito Santo.
Non dimenticando che il Padre è principio (archè) del Figlio e dello Spirito Santo, e questo fa parte della Traditio della Chiesa.


Vi erano molte altre visioni ed interpretazioni delle tre persone nelle varie chiese cristiane, monofisismo, arianesimo, origenismo, e non è possibile dire che costituissero un'esigua minoranza.



Infatti nessuno asserisce che è il numero degli aderenti a stabilire se una dottrina è vera o meno, I Concili stabiliscono cosa sia vero o no, e questi hanno stabilito che le suddette interpretazioni sono errate.


Cirillo d'Alessandria che è santo e padre della chiesa cattolica può benissimo essere definito un criminale a tutti gli effetti, chiaramente se si conoscono i fatti e non solo le dicerie da parrocchia.



Grazie al cielo ci sei tu che conosci i fatti e ci illumini.
Detto questo, non ha nessuna rilevanza la vita di Cirillo con l'insegnamento della Chiesa ne tanto meno se sia riconosciuto o meno come santo dato che non è dogma di fede riconoscere i santi canonizzati si può benissimo dissentire ed essere cattolici.


Centra perchè Girolamo e Teofilo hanno cambiato sponda solo quando non conveniva più essere origenisti, quindi hanno abbracciato un'altra dottrina.



Su Teofilo non saprei esattamente, su Girolamo per quanto ne so non fu mai origenista, l'unica cosa che a Girolamo si può rimproverare è la sua personalità molto irrascibile e impetuosa che traspare anche dai suoi scritti, Girolamo infatti contestò duramente gli origenisti anche perché costoro esasperarono la dottrina di Origene che non la pensava esattamente come chi si rifaceva a lui.


Non la può dimostrare nemmeno la chiesa di Roma, molti elenchi per i primi secoli sono falsi e contraffatti, cosa che nessun buono storico mette in dubbio. Il liber pontificalis per i primi V secoli non ha valore storico quindi le prove della successione apostolica non ci sono.




Noto con piacere che in poco tempo hai cambiato parere per tre volte, la prima volta hai affermato sulla lista di Ireneo che non si è certi che sia reale e che forse è una interpolazione, quindi davi spazio alla possibilità che sbagliavi, ora invece dai come certezza assoluta che tale lista e altre liste siano false, senza se e senza ma, in infotdg rispondendo a Polymetis affermi invece che ALCUNI storici mettono in dubbio la veradicità di tali liste, con questo implicitamente si da per scontato che altrettanti storici sostengano il contrario, forse in infotdg avendo a che fare con gente molto più erudita di me hai evitato di dire boiate.
Comunque, che le liste siano vere o false o che tali liste siano vere ma i nomi sono inseriti in maniera errata nella cronologia è di poco conto dato che come ti ha fatto notare Polymetis: "Sappiamo che queste chiese erano rette da un episcopato monarchico, e che dopo un vescovo ne seguiva un altro. Non si capisce proprio perché, ad un certo punto del tempo, queste comunità, e questa Chiesa all’interno della quale tutti si riconoscevano, avrebbe dovuto smettere di ordinare vescovi dalla mattina alla sera e creare dei buchi negli anelli di congiunzione. Non ha nessuna rilevanza stabilire il nome di questi vescovi, basta la banale constatazione che, per il semplice fatto che in tutti i secoli ci sono stati i vescovi della Grande Chiesa, allora evidentemente nella Grande Chiesa i vescovi sono andati avanti ad ordinare i loro successori."


Certo che è pervenuto in greco, almeno una parte, un'altra parte è in latino, una in armeno e un'altra in siriaco. La riedizione latina è del IV secolo circa ed è manifestatamente alterata.




Che il testo latino sia falso o meno oltre ad essere una teoria fondata sul nulla è irrilevante, la risposta la trovi sopra e nel messaggio di polymetis.


Certo per i singoli ma non per le gerarchie cattoliche.



Certo perché tu hai conosciuto tutti i gerarchi cattolici in duemila anni di storia per poter stabilire che erano per la maggiore dei malvagi, grandiosa argomentazione supportata sul nulla.


I cattolici possono credere alle favole che vogliono e difendere i criminali che vogliono. Visto che nessuno sarebbe più andato a messa se si fosse detto che Gesù non si presenta in qualsiasi eucarestia consacrata (cosa che infatti credo) bisognava formulare la favoletta che il sacramento è valido nonostante l'empietà di chi lo amministra. E chi lo dice questo? Semplici uomini.



Quindi tu sostieni che la validità ad esempio del battesimo è legata alla santità di colui che l'amministra, quindi non diverrebbe più il sacramento opera di Dio ma di uomini, ancor peggio chiunque può contestare e invalidare tutti i battesimi che si vogliono, tanto chi è che non pecca?
Esistono forse ministri di culto che non peccano? No, quindi nessun battesimo o chicchessia può essere considerato valido secondo la tua argomentazione.
E questo chi lo dice? Tu un semplice uomo!
La teologia cattolica ad esempio insegna che il battesimo se è amministrato rettamente anche un ateo può battezzare perché non è lui che fa funzionare il sacramento, ma è Dio: "Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere" 1 Cor 3:6-7


Non nego la chiesa come istituzione ma non certo una sola chiesa ma semmai molte chiese-comunità. La libertà del credente ci deve essere eccome, Gesù non ha lasciato dogmi ne vincoli ma ha lasciato libertà, cosa non possibile nella chiesa cattolica in cui un fedele deve credere obbligatoriamente a paganaggini come il culto mariano e dei santi, tanto per fare un esempio.



Bisogna vedere cosa intendi per culto dei santi e di Maria, non tutto ciò che viene praticato è dogma di fede sancito nei Concili o ex Cathedra, quindi può essere contestato e non incorrere a scomuniche, ti rammento poi che la Comunione dei santi è una pratica che esiste ancor prima del N.T. dal quale tu vorresti giudicarla, qui di seguito ti copio la preghiera mariana più antica che è stata rinvenuta:

Nella tua tenerezza ci rifugiamo,
o Madre di Dio.
Nelle nostre angustie
le nostre suppliche non disprezzare,
ma liberaci dal pericolo,
o sola pura,
o sola benedetta.

Questa preghiera è ancora in uso, la prima attestazione sopravvissuta è su un papiro Rylands dall'Egitto (inizio III sec. )

Detto questo cerchiamo di non spostare la discussione su argomenti non inerenti.
ClintEastwood82
00mercoledì 8 luglio 2009 16:25
Ecco la farina da quale sacco veniva..

X Polymetis

"Bisogna distinguere vari problemi. Il primato di Pietro è una cosa, il fatto che esso debba passare a coloro che abbiano seduto sulla cattedra di Pietro un altro. Sul fatto che Pietro fosse il principe degli apostoli, penso che non possa negarlo nessuno se non chi voglia accecarsi volutamente. La preminenza che questo apostolo ha rispetto agli altri, anche solo per numero di occorrenze, è esponenziale: il numero di episodi e di dialoghi in cui è coinvolto, surclassa tutti gli altri dodici. Paolo stesso a quanto ci dicono gli Atti, andò da Pietro per accertarsi di non “aver corso invano”.
"


Già il termine principe è discutibile e non l'ho mai visto usare da nessuno storico serio, semmai l'apostolo che avesse più rilevanza come guida, questo è già accettabile. Il fatto poi degli episodi in cui è coinvolto non dice molto sul primato, anche Paolo è stato un esponente di rilievo che addirittura riprende Pietro pubblicamente, quindi l'importanza che aveva Pietro la deteneva anche Paolo. Poi non sappiamo nulla o poco degli altri apostoli come Bartolomeo o Tommaso, almeno dal NT, quindi nulla dice che anche loro avessero posizioni di rilievo nell'ambiente dove avessero evangelizzato.


"Se infatti Cristo ha assegnato un primato a Pietro è perché s’è reso contro che, alla sua dipartita, la Chiesa aveva bisogno d’una guida."


Si ma questa è pura interpretazione cattolica, in Matteo 18:18 Gesù dà il potere di legare e sciogliere anche ai discepoli, e non si menzionano solo gli apostoli lì ne solo Pietro.


"Ciò che c’è pervenuto della letteratura paleocristiana è davvero esiguo, e, anche se possiamo vedere in essi alcuni esercizi del primato, non necessariamente vediamo le giustificazioni dottrinali che noi oggi diamo. Anche perché, che giustificazione vuoi dare, se tutti sanno già tutto? "


Hai ragione sulla prima parte ma non sulla seconda, il dire che "tutti sanno già tutto" è solo una congettura, mentre la storia ci dice altro, cioè un clero che pian piano si andava gerarchizzando così da costruire le basi di un distacco tra fedele e ministro, e una Roma che andava via via raggiungendo sempre più potere e pretendeva obbedienza. La moderna storiografia traccia un' evoluzione del vescovo di Roma dalle origini fino alla sua maggior rampa di lancio: Leone Magno. Quindi in età arcaica è impossibile dire che "tutti sanno già tutto".


"Sarà pura una correzione fraterna, ma è una correzione fatta dall’alto in basso. "


L'hai detto tu, Clemente fà una correzione fraterna; le correzioni dall'alto al basso sono frequenti in antichità dai patriarchi delle grandi chiese. Se ti faccio un elenco delle sole minacce fatte da Cirillo d'Alessandria stiamo quì fino a natale.

Riguardo a Cipriano non è in discussione se avesse torto o ragione sul battesimo quanto la sua contestazione a papa Stefano di erigersi come vescovo superiore agli altri. Che consideri Roma come una delle chiese più importanti non mi dice niente di nuovo e non è questo che contesto. Inoltre l'affermazione di Stefano non suscitò lo sdegno solamente di Cipriano ma anche di Firmiliano di Cesarea, vescovo della cappadocia, che arriva addirittura a definirlo "stolto", proprio scrivendo a Cipriano.



"Ireneo dice che ogni chiesa può elencare i vescovi che sono stati sulla sua cattedra, e che questo la distingue dagli eretici,"


Lo dice, ma non sappiamo se era veramente possibile ciò per tutte le chiese dell'impero.


"Tertulliano dice la medesima cosa contro gli eretici: “Mostrino esse (le chiese eretiche N.d.R.) "


Tertulliano è comunque scomodo citarlo, visto che in seguito aderisce al montanismo, e non mi risulta che Montano fosse un vescovo, questo sta a indicare lo scarso valore che Tertulliano diede alla successione apostolica, lamentandosi di carenze ben più grandi nelle chiese quali il carismaticismo.



"Vista che questa era la situazione, sostenere che non esista una successione apostolica, e che la Chiesa si sia sognata di smettere di ordinare vescovi, è pura follia."


E chi l'ha mai detto, ho solo detto che sono incerte le liste e che quindi, facendo un esempio per Roma, i primi papi a partire da Pietro potrebbero essere fasulli, per esempio e che Pietro magari abbia nominato altri vescovi in altre parti dell'impero ma magari non là. Ciò che appunto voglio dire con la mia frase, gli elenchi dei nomi che dimostrano la successione apostolica non sono attendibili.


Sul canone abbiamo già una discussione in corso su Infotdg quindi non mi và di scrivere doppioni.



"Vale a dire che Tertulliano e i suoi contemporanei conoscevano una lista di successione apostolica di Roma, e questo non ha nulla a che fare col fatto che quella lista sia la stessa che conosciamo noi nel XXI secolo: avremmo sempre e comunque il fatto che Roma vanta una successione apostolica petrina. Cosa del resto ovvia: non si vede proprio perché infatti, giacché sappiamo che il cristianesimo a Roma nel I secolo c’era già dal NT, questa comunità dovrebbe essersi misteriosamente estinta per poi ricomparire: è ovvio che la comunità di Roma del II secolo discendeva da quella del I secolo, non c’è nessun motivo per sospettare che manchino degli anelli di congiunzione. "


Forse non ci siamo capiti, inanzitutto anche se ci fosse la dimostrazione perfetta ed elenchi perfetti della successione apostolica sia di Roma che delle altre chiese, sarebbero ben altre le falle del cattolicesimo che non condivido, ma ciò che voglio mettere in luce è la disonestà di quei cattolici che hanno forzato o inventato tali liste per farsi tornare meglio i conti. La successione apostolica pure se perfetta e catalogata, ha nella storia così tante macchie come la simonia delle cariche episcopali e la nomina di persone in quanto di alto rango da dare un'idea vergognosa di essa.



"Non a caso la voce della Traditio infallibile sono i Concili Ecumenici, proprio perché avendo lì voce tutta la Chiesa c’è la certezza che non abbiamo a che fare con la follia di un singolo. "


Giusto, magari escludendo Efeso che aveva a che fare con la follia di Cirillo, visto che è lui che diresse tutta l'orchestra praticamente dal primo all'ultimo momento.




"Hai citato dei brani di Policarpo ed Ignazio che mettono al primo posto il Padre: ma questo perché dovrebbe essere un’argomentazione anti-trinitaria? La Trinità non nega un ordine nelle tre persone divine. "


Inanzitutto non parla di "trinità" ma semmai c'è il concetto, e non ho detto che la nega quanto che pone in rilievo il Padre, cosa che molti trinitari odierni manco si sognano di fare, anzi, molte volte per Signore e D_o intendono Gesù e basta , il Padre nemmeno è menzionato. Questa è ignoranza bella e buona. Poi non è vero che si debba considerare eresia scegliere; nelle prime comunità a stampo giudaico, ed ora ti ripeto le parole che hanno fatto alcuni storici, Gesù veniva visto anche come messia o come creatura angelica adddirittura, non c'era ancora una linea precisa e dogmi imposti nelle comunità: che si sbagliassero o meno, c'era comunque più libertà nella fede.



"Che la Chiesa abbia cercato nei secoli di mettere a fuoco la sua terminologia non toglie certo verità al fatto che ci sia un nucleo centrale di proclamazione costituito dalla divinità del Figlio, al di fuori del quale si era eretici. Quelle che tu citi si chiamano non a caso eresie. "


Chiamate eresie appunto da quella che diveniva l'ortodossia, eresia è un termine che uso veramente poco oramai vista la vergogna di cui si è ricolmato nei secoli.



"Alcune poi sono dispute cristologiche che non hanno a che vedere con una subordinazione del Figlio, il monofisismo ad esempio. "


E che centra e chi l'ha detto? Ho detto varie visioni delle tre persone, quindi riguardante una o tutte le tre persone della trinità.



"Bisogna avere una conoscenza della patristica meramente internettiana per non vedere il filo rosso della divinità di Cristo che attraversa tutta la patristica, prima e dopo Nicea. "


Non credo che lo si debba dire a me questo visto che ho speso e spendo fior di quattrini per libri di storia e patristica, e non è nemmeno il mio settore..



"La storia dei dogmi è una storia dei tentativi di mettere a punto una formulazione soddisfacente degli stessi. "


La storia dei dogmi è anche questo, ma non solo questo, è anche violenze e imposizioni, massacri e spargimenti di sangue in nome di questo o quel credo.



"E’ l’eresia infatti la causa dei dogmi ortodossi… Finché non c’è nessuno che contesta qualcosa, nessuno rende quella cosa dogma. Solo se sorge qualcuno che interpreta quella cosa in modo diverso, allora v’è una difesa dell’ortodossia consistente nel riaffermare contro il sorgere dell’eresia quello che s’è sempre creduto, magari formulandolo con un nuovo linguaggio per non dare più adito agli equivoci terminologici su cui s’erano basati gli eretici per tirare in piedi le loro dottrine. "


L'eresia è ciò che viene definito errore dall'ortodossia vincente. La storia del pensiero cristiano nell'antichità è pieno di varianti interconnessi con i fatti ecclesiali ed imperiali, iscindibili; la storia dei dogmi è interconnessa alla storia di tutto il resto, non stà sulle nuvole a saltellare a parte.



"La dottrina di Cirillo è ortodossa, anche se usa un linguaggio che crea confusione. I copti oggi ad esempio sono accusati di essere monofisiti, ma lo sono alla maniera in cui era monofisita Cirillo, e dunque perfettamente ortodossi in realtà. "


Proprio come dici Cirillo è stato giudicato da molti un monofisita, ma non avendo letto tutto ciò che ha scritto in merito non posso pronunciarmi più di tanto, fatto stà che l'interpretazione forzata che magari ne date voi cattolici di vederlo perfettamente ortodosso non è detto sia quella giusta, ma ripeto non entro nel merito finchè non avrò letto per intero i suoi passi.



"Cirillo, un grand’uomo… E’ stato accusato da degli storici faziosi delle più orribili atrocità, persino d’aver fatto uccidere una delle mie filosofe preferite, la povera Ipazia. Inutile dire che, allora come oggi, si tratta solo di voci. "


Un gran brav' uomo non c'è che dire, peccato che quelle che chiami voci su Ipazia, non lo sono così tanto per le sue violenze contro gli ebrei, i pagani e gli eretici. Nessuno, mai nessuno storico che ho letto finora, dal più revisionista al più anticristiano, ha mai negato la dura repressione che Cirillo d'Alessandria fece con gli ebrei del luogo, negarlo è un puro sputo sulle vittime di un'uomo così feroce.

Su Efeso hai citato solo una piccola parte degli avvenimenti ma non tutti gli inghippi che fece Cirillo in tale sede, visto però che la discussione sta diventando lunga Efeso ce lo lasciamo per un'altra volta, visto che non è esauribile in due righe.


"
E’ falso, posso farti altri esempi di Concili orientali che lodano il papa. Nel Costantinopolitano II ad esempio. In quel caso i Padri Conciliari accolsero l’epistola di papa Agatone come “scritta dal supremo vertice divino degli apostoli”"


Mi riferivo ai primi, dopo Leone Magno il papato è quasi consolidato e quindi il resto della storia è tutto un'altro paio di maniche.



"Scusa ma dove nel messaggio di Cattolico_Romano ci sarebbe stato scritto che questo canone è stato approvato coi legati romani presenti? La prova che fossero assenti quel giorno è semmai una prova del fatto che s’è proditoriamente approfittato della loro assenza, proprio per il fatto che le loro parole, nel caso fossero stati presenti, avrebbero potuto ribaltare la cosa. "


Appunto, avrebbero potuto farlo saltare, mentre il tutto si è fatto praticamente allo scuro di Roma. Come già detto i legati si infuriarono e accusarono il tutto di manipolazione e costrizione, ma i vescovi presenti ribadirono tenacemente che nessuno era stato costretto, questo per chi vuol dimostrare che Roma era tenuta al primo posto in considerazione.



"Verissimo che il canone era già stato validato senza l’approvazione dei legati, ma proprio per questo spediscono una lettera a Leone chiedendone l’approvazione. Una lettera d’avviso dici? "


Se l'approvazione non è stata data come è potuto ancora sussistere il 28° canone? O ti contraddici o semplicemente tutte quelle riverenze sono una scena per mettere una pezza bagnata sul fatto compiuto.


"Quanto a quello affermato da Cattolico_Romano, e che cioè che nel materia storico riguardante i Concili ricorre l’affermazione che un Concilio non possa essere valido senza l’approvazione di Roma, è perfettamente vera, e mostra la consapevolezza che l’Oriente aveva del primato (quando non c’erano interessi politici in gioco che facevano dimenticare questa verità per motivi di comodo)."


Direi che perfettamente vera è solamente l'ultima parte della frase.



"“egli ha osato tenere un concilio senza l’autorità della cattedra apostolica, cosa che non è mai accaduta prima né poteva accadere”"


Questa frase di Lucenzio infatti sottolinea solo la corsa al potere di Roma e non la verità storica.



"Prendiamo poi in esame il II Concilio di Nicea che per motivare che il precedente Concilio di Hiera non era valido ha la seguente motivazione formulata dal legato romano Giovanni Diacono. Hiera non ha validità “perché non vi partecipò il papa di Roma e neppure i vescovi a lui vicini, né per mezzo di legati né per mezzo di una lettera, come è legge per i Concili. "


Ormai siamo nell'alto mediovo, prima di spararmi citazioni dovresti vedere bene quando sono state fatte e non decontestualizzarle; per quanto riguarda quest'epoca ormai non parlerei più di evoluzione ne del papato ne del primato di Roma, visto che era tutto consolidato, o per lo meno ormai aveva messo solide basi.



"Da questa frase sembra che, quel brano dove Ireneo parla della potentior principalitas di Roma, ci sia giunto anche in greco, ma senza la lista dei vescovi. Il che è falso. Quella sezione c’è giunta solo in latino, dunque, per quanto concerne quella parte, non sappiamo se c’è giunta corrotta. Quale sarebbe il testo greco di quella parte, senza l’elenco dei vescovi? Me lo dici? "


Non ho certo sottomano l'originale in greco ma mi baso su ciò che lessi tempo fà, che penso basasse le sue considerazioni sul fatto che visto che la riedizione latina era insicura con nomi incerti, l'originale in greco non ne presentasse, ma occorre un paragone pezzo per pezzo per poterlo dire. Se dici che in greco è andato perduto per quella parte provevderò a verificare.


"E come fgai a dirlo? Fatti un autoesame di coscienza. Quanti papi conosci, anche solo per nome. Prova ad elencarli, forse arriverai a 30. Bene, sono 265. Come ripeto guarda in te stesso e chiediti come puoi dare un giudizio complessivo su un’istituzione di cui neppure sapresti elencare il 10% dei papi.
E questo solo per limitarci al papato. Le gerarchia cattoliche nel corso di 2000 anni hanno annoverato centinaia di migliaia di aderenti. Inutile dire che non conosci né potresti conoscere la storia di costoro, neppure dell’1% di costoro, eppure spari giudizi a vanvera. E’ ovvio che nella storia fa clamore se un cardinale dirige un’ armata e non se un cardinale apre un lebbrosario, o fa più notizia l’inquisizione spagnola (che tra l’altro non dipendeva neppure dalla Chiesa ma dalla monarchia), rispetto alle migliaia di organizzazioni caritatevoli che sono state messe in piedi da chierici cattolici, dei più diversi gradi, nel corso di 2000 anni. "


La percentuale si alza pian piano che si approfondisce, non ti preoccupare; finora ho visto ben poche persone delle gerarchie cattoliche nella storia che non abbiano usato violenze o comunque si siano cullate nel lusso della loro sede. Che nelle innumerevoli persone delle gerarchie cattoliche vi siano state anche brave persone nessuno lo esclude, e non va a loro la mia critica, a me interessa evidenziare coloro che hanno usato violenze per non far finire certi avvenimento dentro un cassetto. Se anche vi fosse stato l'80% di santi uomini nelle gerarchie non vedo perchè non mettere in luce la violenza dell'altro 20%. Se è scomodo per la storiografia descrivere le buone opere (cosa poi non del tutto esatta perchè in molti libri di storia ho letto le opere di carità istituite da questo o quel tale) è scomodo pure per il cattolicesimo mettere in luce le violenze. Se poi il tuo metro è, come sopra, quello di definire per esempio Cirillo "un grand'uomo" allora mi fermo quì perchè sarebbe una battaglia persa.


"In qualsiasi università la prima cosa che ti insegnano nei corsi di storia è che la storia si studia e non si giudica, ma vedo che c’è gente estranea alla forma mentis accademica… "


Essere imbelli non è un presupposto accademico, semmai neutrali; le violenze possono essere evidenziate anche senza giudicarle su carta, sarà il lettore che lo farà.



"Anzi, sarebbe del ridicolo pelagianesimo sostenere che possiamo avere un grado di purezza tale da poter “meritare” che il sacramento funzioni. "


Dipende anche dalla sincerità del cuore del fedele, ma per quanto mi riguarda non penso che il credente debba vincolarsi esclusivamente a ricercare D_o in un sacramento in chiesa ma ovunque si trova.


"Che pura eresia, così agli antipodi di tutti quello che la Grande Chiesa insegna. E poi, la stabilisci tu la lista di peccati che non fanno funzionare i sacramenti? E in base a che cosa li misuri? Quella che tu proponi è una posizione che genera una selva di aporie. "


Io non stabilisco niente, dico solo che il sacramento deve essere una cosa che unisce i fedeli e l'assemblea in Cristo. Ciò che c'è di accettabile nei sacramenti nel cattolicesimo può esserlo giusto in forme più dinamiche come RCC e RNS, un approccio più spontaneo e meno gerarchico, ma per quanto riguarda le chiese tradizionali sono più fredde del cemento, e come siano arrivate a questo solamente un'analisi storica può dirlo, studiando la progressiva gerarchizzazione del clero e il muro sempre più alto che si è alzato tra esso e i fedeli.
Se non fosse per il protestantesimo che critichi tanto, ossia per il pentecostalesimo, non ci sarebbe nel cattolicesimo nessun rns.


"Il che sarebbe l’anarchia, con ognuno che fa ciò che vuole e l’impossibilità di avere un criterio esterno per stabilire cosa sia ortodosso qualora ad un singolo vescovo venga in mente di pensare cose eretiche… "


Non mi pare, un certo ordine ci deve sempre essere, ma questo accomunato alla libertà del credente. Tu ragioni in modo gerarchico dogmatico quindi questo ti risulta inconcepibile.



"La libertà non è quella di stabilire da soli qual è la dottrina della Chiesa, ma quella di aderirvi (e stare nella Chiesa), o di uscirne. Se Cristo ha dato una predicazione, il nostro dovere è aderire ad essa. La Chiesa primitiva non era il covo di sessantottini anarchici che tu hai in mente, tutto il contrario. Anche lì vi era già una predicazione dogmatica, un messaggio ortodosso, controllato dal gruppo dirigente apostolico. E’ per questo che Paolo può dire “se anche un angelo del cielo vi annunziasse un vangelo diverso, sia anatema”.
Esisteva già un’ortodossia, e Paolo stesso va a confermarsi circa l’ortodossia della propria posizione andando a consultare Pietro a Gerusalemme. "


Il Vangelo per Paolo non era certo quella moltitudine di dogmi imposti che conosciamo oggi nel cattolicesimo, era la fede in Cristo e nella sua resurrezione, questo era il cardine.

"23 Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». 26 Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. " 1Corinzi 11:23

"Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, 2 e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!
3 Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, 4 fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,"

1 Corinzi 15:1





"Quello che conta è che l’atto fatto da Basilide e Milziade non avrebbe senso se essi non avessero pensato che il vescovo di Roma aveva un’autorità superiore a coloro che li avevano dimessi. Come già detto, non bisogna scambiare le disobbedienze al potere di Roma con l’idea che tale potere non esista: con questo modo di ragionare potremmo dire che il primato del papa non esiste neppure nel XXI secolo. "


Questo è un buon modo per farsi i tornare i conti anche con elementi storici scomodi; quella questione dei due vescovi evidenzia che vi erano chiese indipendenti che non necessariamente dovevano sottomettersi a Roma. Il nocciolo di quel fatto non è che i due vescovi si siano appellati a Roma, ma che Alessandria consiglia la disobbedienza a Roma; se ne possono citare altri di esempi come quando papa Zosimo aiuta a consolidare il regno metropolita per il vescovo Patroclo d'Arles, e le chiese adiacenti si oppongono a questo e disobbediscono alle direttive papali.


"La prova di una falsificazione quale sarebbe? Che Cipriano non s’è comportato in coerenza con quanto scriveva circa il primato romano? Beh, non è la prova di alcunché. "


Veramente a scoprire tale anomalia fu Thomas James, già nel XVII secolo, nel suo trattato sulle falsificazioni di Roma, ed è oggetto di discussione di diversi storici, quindi, non è così facile come la vedi tu che la questione non presenta problemi.



X Cattolico
Non penso di doverti rispondere, hai chiamato altri a difenderti quando ti sei trovato in un "big trouble" quindi ora fammi rispondere a quegli altri. Io non vivo davanti al pc ed ho anche altre cose da fare.


Stay tuned on the future.
Cattolico_Romano
00giovedì 9 luglio 2009 06:44

X Cattolico
Non penso di doverti rispondere, hai chiamato altri a difenderti quando ti sei trovato in un "big trouble" quindi ora fammi rispondere a quegli altri. Io non vivo davanti al pc ed ho anche altre cose da fare.




Ammesso e non concesso che io abbia chiamato altri, non capisco dove sta il tuo problema.
E' forse un delitto consultare persone più preparate?
Dici di non avere tempo?
Amico mio se è per questo io di tempo ne ho di meno di te dato che ho pure famiglia.
La prossima volta prima di toccare certi tasti pensaci bene, pensavi che in due battute avresti chiuso la questione?
Non ha importanza chi argomenta, importa l'argomentazione.
Quindi se scrive Caio o Sempronio non fa differenza.
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