Resistenza pro motu proprio "Summorum Pontificum" in Normandia: il vescovo Nourrichard fischiato e cacciato dai fedeli (Messainlatino)

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Cattolico_Romano
00giovedì 7 gennaio 2010 09:42
Resistenza pro motu proprio in Normandia





France3 sul vescovo antimotuproprio fischiato e cacciato dalla popolazione

La diocesi di Évreux è una delle più sinistrate di Francia. Dopo il famigerato mons. Gaillot (che Giovanni Paolo II dovette revocare dall’incarico perché completamente fuori dell’ortodossia cattolica, nel suo progressismo dissennato), l’attuale vescovo Nourrichard cura la gestione fallimentare di una terra, quella normanna, che fu un tempo fulcro di cristianità e dove ora le chiese chiudono l’una dopo l’altra, i catechismi sono disertati, le vocazioni scoraggiate e le finanze inaridite.

In questo deserto della disperazione, un prete, l’abbé Francis Michel, mantiene la parrocchia più viva di tutta la diocesi, Thiberville. Questo parroco, che non proviene dal mondo tradizionalista ma che è di animo naturaliter ‘tradizionale’, il che poi è sinonimo puro e semplice, in corrispondenza biunivoca, dell'aggettivo ‘cattolico’, celebra indifferentemente Messe in forma straordinaria e ordinaria: vetus ordo il pomeriggio e novus ordo la mattina (e in modo conforme ai desideri di Benedetto XVI, girato verso il Signore e non verso l’assemblea). Il risultato? Scontato come in un’operazione aritmetica: le persone vedono che ‘ci crede’ e che ha la fierezza di comunicare la sua fede; che la liturgia non è una corsa al ribasso, ma una cosa importante, anzi essenziale, che richiede impegno, studio e attenzione. Insomma: la gente percepisce con l’evidenza dei fatti (e non delle vuote parole, che dal postconcilio in poi impestano il cattolicesimo) che la S. Messa “conta molto”, sicché la parrocchia di Thiberville (insieme agli altri 17 campanili affidati all’abbé Michel) formano l’insieme cattolico più vivente e missionario – l’unico, anzi – dell’intera diocesi: chiesa di Thiberville piena a tutte le messe, servizio a turno nelle altre 17 chiese, catechismo, partecipazione attiva di fedeli e confraternite, folla di chierichetti (solo maschi, naturalmente), scoutismo, altari e chiese tutti restaurati e ben tenuti, funerali celebrati dal parroco (e non, come è ormai la regola in Francia, da squallide équipes di laici necrofori), ecc. Insomma: una parrocchia ‘esemplare’, come direbbero i nostri amici di Maranatha, dove la volontà del Papa è attuata senza complessi e senza riserve.

Ma siccome nelle belle storie c’è sempre un cattivo, anzi più d’uno, ecco che il vescovo Nourrichard, vecchio arnese del progressismo, ha deciso che l’ideologia dello “Spirito del Concilio” deve applicarsi anche a Thiberville, seppure con 40 anni di ritardo e con i nefarii risultati pastorali che tutti conoscono. Ci ha provato in tutti i modi per temperare l’approccio tradizionale del Parroco. Visto che non c’è riuscito, ha scelto la via più diretta che, però, si sta rivelando un bel boomerang che rischia di fargli saltare dalla testa la mitria episcopale. Nelle settimane scorse ha comunicato che il 3 gennaio si sarebbe recato a Thiberville per comunicare “con dolore” (guadagnando così l'iscrizione al 'collegio de l'ipocriti tristi'!) la revoca dell’abbé Michel e l'installazione del nuovo parroco. Anzi, del nuovo responsabile del ‘raggruppamento parrocchiale’ (anche questa la moda francese: abolire le parrocchie e, di fatto, appaltarle ai laici sotto la ‘supervisione’ di un prete responsabile di decine di ex parrocchie). Muoia pure il cattolicesimo, ma si salvi l’ideologia conciliarista.

Tuttavia il vescovo non aveva fatto i conti con la constatazione che i laici, quelli veri e non i trafficoni di sacrestia, il Concilio lo vogliono applicare alla lettera, specie laddove richiede la loro partecipazione e il loro ascolto. Ed essi non ne vogliono sapere di perdere per un arbitrio il Parroco che tanto bene ha fatto alla fede di quelle popolazioni. Tutti si sono mobilitati, Sindaco e consiglieri regionali in testa, per protestare contro una decisione che, chiariamolo subito, non è illecita di per sé (è ovvio che spetta al Vescovo assegnare i compiti ai Sacerdoti), ma è abusiva perché presa esplicitamente senza reale motivazione che non sia quella di punire l’abbé Michel: come sentirete ammettere, nell’intervista televisiva sotto riportata, dal nuovo ‘amministratore del raggruppamento parrocchiale’ che, ovviamente, è dalla parte del vescovo.

Ed ecco che cosa è successo. Domenica 3 gennaio il vescovo si è presentato a Thiberville per la Messa della mattina, con tanto di vicario generale, cancelliere e nuovo ‘pseudoparroco’. Mostrando un tatto da caporale dei carristi, il pingue mitrato è entrato processionalmente nella chiesa strapiena, infagottato in una gellabà bianca ornata dai colori del Gay Pride e preceduto da due chierichette lungochiomate e dal suo vicario che inalberava il Lezionario (l’adorazione del Libro è un must per i progressisti: forse vi vedono un tributo al Sola Scriptura luterano, o sognano di sostituire per quella via l’aborrita adorazione eucaristica). Il messaggio era chiaro: villici, dite addio a pianete e manipoli, ora si cambia musica e si suonerà come dico Io.


L’esito: urla, fischi, contestazioni. Il Popolo di Dio che si esprime: qualcosa che sulla carta manda in sollucchero i progressisti; ma solo quando ne favoleggiano, non quando ciò avviene veramente.

Certo, qualche anima imbelle potrà deplorare la mancanza di rispetto per un successore degli Apostoli; ma qui, notiamolo bene, non si trattava di una parrocchia di gente raffinata: siamo nella Normandia profonda, tra gente semplice del popolo. Lower class, direbbero gli Inglesi. Un ulteriore brusco risveglio per quelli che pensano che la Tradizione sia appannaggio esclusivo di esteti colti dei quartieri-bene. Quella buona gente ha applicato senza conoscerlo il motto del neovescovo dell'Aquila, mons. D'Ercole: se il vescovo dice o si comporta in modo diverso dal Papa, per evitare lo strabismo si guardi solo al Papa.

Godetevi dunque questo reportage televisivo di France3. Anticipiamo l’esito: Sua Eccellenza, dopo le prime battute, ha interrotto la Messa, perché i genitori sono andati a riprendersi i chierichetti (quelli del posto, naturalmente, non le femminucce importate dal vescovo) e tutta la popolazione l'ha mollato lì seguendo l’abbé Michel, che è andato a celebrare in un’altra chiesa: il vescovo li ha tampinati fin lì, ma i fedeli manco l’han lasciato entrare. Si è ripresentato a Thiberville al pomeriggio (per la Messa tridentina) solo per constatare che la Chiesa era arcipiena e che il suo programma di cacciare il Parroco dovrà essere (son sue parole) ’attentamente valutato coi suoi collaboratori’. In sostanza, un triplice scacco per il vescovo: è stato acclarato che la gente è tutta contro di lui; ha raccolto sul piano mediatico una pessima figura (un vescovo cacciato dalle chiese della sua diocesi dai suoi fedeli inferociti... proprio come Nestorio), tanto che perfino su internet nessuno osa difenderlo, nemmeno la conferenza episcopale; e infine, ha reso evidente che non c'erano motivi per la revoca di quel parroco. Un meccanismo di intimidazione episcopale verso i sacerdoti si è dunque inceppato, mostrandone tutta l'arbitrarietà e la fragilità. Seguiremo gli sviluppi.

Dovremmo aggiungere che abbiamo appreso questa notizia 'con dolore'? Ecché, non siamo mica vescovi progressisti...


Messainlatino

Cattolico_Romano
00giovedì 7 gennaio 2010 09:58
Fischiato il vescovo che non vuole dire messa in latino

di Andrea Tornielli

Il vescovo contestato, fischiato dai fedeli e lasciato fuori dalla chiesa perché voleva trasferire il parroco giudicato troppo tradizionalista. È accaduto a Thiberville, nella diocesi di Evreux, in Normandia e il
caso fa discutere il mondo cattolico francese.
La parrocchia di Thiberville viene considerata uno dei rari casi in Francia di perfetta applicazione del motu proprio
Summorum Pontificum
, con il quale nel 2007 Benedetto XVI decise di liberalizzare la messa antica in vigore prima del Concilio.
L’abbé Francis Michel, parroco dal 1986, da tempo ormai celebra personalmente, ogni domenica, una messa pomeridiana in rito antico che si aggiunge alle tre celebrate secondo il messale post-conciliare.
Tutte le messe, quelle alla vecchia maniera come quelle alla nuova, sono celebrate con il sacerdote rivolto verso oriente, che dunque dà le spalle ai fedeli.
La parrocchia, che conta 4.500 anime, è fiorentissima: le chiese – ben tredici i campanili nel paese e nelle campagne circostanti – sono sempre piene, i bambini che frequentano il catechismo sono 120, una trentina le prime comunioni ogni anno. Si fanno ancora le processioni, si celebrano i battesimi individuali, c’è l’adorazione del Santissimo e i riti funebri sono sempre presieduti da un prete e non da laici come accade sempre più spesso nella secolarizzata Francia.
Nonostante i risultati in controtendenza con quanto accade in altre zone della diocesi e del Paese, sono cresciuti i malumori tra il clero per i metodi dell’abbé Michel.
Lo scorso maggio si sono diffuse le prime voci sul suo possibile trasferimento. Il provvedimento del vescovo, Christian Nourrichard, è arrivato nelle scorse settimane e domenica 3 gennaio il prelato si è presentato nella chiesa parrocchiale di Thiberville per celebrare la messa e insediare il nuovo parroco. Il paese si è mobilitato, con il sindaco e i consiglieri regionali in testa, per protestare. Rivestito di paramenti color arcobaleno, monsignor Nourrichard, non appena fatto l’ingresso, è stato aspramente contestato dai parrocchiani, che hanno cominciato a fischiarlo, hanno fatto scendere i loro figli chierichetti dall’altare, hanno abbandonato la chiesa per trasferirsi in un’altra, dove il parroco dimissionato celebrava la messa.
Il vescovo ha cercato di raggiungerli e di entrare nella chiesa, ma i fedeli lo hanno fermato e gli hanno impedito di entrare. Monsignor Nourrichard si è ripresentato in paese al pomeriggio, per la messa in rito antico, e ha constatato che la chiesa era piena e che la sua decisione di trasferire il parroco dovrà essere «attentamente valutata coi suoi collaboratori».
Molti fedeli sostengono che la decisione del vescovo, che conosce bene l’abbé Michel in quanto suo vecchio compagno di seminario, non aveva motivazioni se non quella di dare una direzione meno tradizionale alla parrocchia. Nei siti web blog vicini al mondo tradizionalista si esalta la resistenza degli abitanti di Thiberville: «Quella buona gente ha applicato senza conoscerlo – si legge nel blog messainlatino.it – il motto del neovescovo dell’Aquila, monsignor D’Ercole: se il vescovo dice o si comporta in modo diverso dal Papa, per evitare lo strabismo si guardi soltanto al Papa». Ma c’è chi esprime preoccupazione per l’atto di disobbedienza nei confronti del vescovo da parte del sacerdote e dei suoi fedeli.

© Copyright Il Giornale, 7 gennaio 2010 consultabile online anche
qui.
Caterina63
00giovedì 7 gennaio 2010 13:15
Re:
Cattolico_Romano, 07/01/2010 9.58:

Nei siti web blog vicini al mondo tradizionalista si esalta la resistenza degli abitanti di Thiberville: «Quella buona gente ha applicato senza conoscerlo – si legge nel blog messainlatino.it – il motto del neovescovo dell’Aquila, monsignor D’Ercole: se il vescovo dice o si comporta in modo diverso dal Papa, per evitare lo strabismo si guardi soltanto al Papa». Ma c’è chi esprime preoccupazione per l’atto di disobbedienza nei confronti del vescovo da parte del sacerdote e dei suoi fedeli. 


 





Andrea Tornielli, impeccabile su molti aspetti, dimostra ancora di non saper decidere da che parte stare....e tende a stare nel mezzo...lo si percepisce nella conclusione del suo articolo citando prima, in modo coerente, le parole di mons. D'Ercole, ma chiudendo poi con un richiamo alla DISOBBEDIENZA AL VESCOVO....

Allora è duopo chiarire che nessun fedele è tenuto ad obbedire ad un vescovo quando egli stesso IMPEDISCE AD UN MOTU PROPRIO DEL PONTEFICE DI ESSERE APPLICATO....
il fedele indubbiamente è tenuto a NON creare lui l'insubordinazione, deve evitare di prestarsi ad attacchi al proprio vescovo, ma è anche tenuto a SOLLECITARE il proprio vescovo ad emendarsi quando egli commette un errore...

La situazione in questione è gravissima.... un parroco è stato rimosso senza dargli un altra parrocchia, ma sospeso da ogni incarico perchè celebrava la Messa nella forma Straordinaria...la posizione del vescovo è grave, si assiste ad un abuso di potere IMPOTENTI perchè di fatto che cosa potevano fare e cosa possono fare i fedeli se non manifestare la loro corretta  disapprovazione?

Ciò che dobbiamo augurarci ora è che la Santa Sede ne venga informata e prenda provvedimenti senza umiliare per questo il Vescovo, ma senza neanche penalizzare inutilmente i fedeli....queste cose accadono quando si disobbedisce al Pontefice, quando NON si vuole applicare ciò che ha richiesto, quando si ha in odio la sana e vera Tradizione nella Liturgia....

Che il Signore faccia rinsavire questo Vescovo e la Vergine Santa renda mansueti i cuori di questi fedeli inutilmente colpiti, offesi e ABBANDONATI dal proprio pastore...

Cattolico_Romano
00giovedì 7 gennaio 2010 16:55
E' ovvio che Tornielli nel limite delle sue possibilità cerca di essere al di sopra delle parti evidenziando le ragioni dell'uno e dell'altro, come da copione giornalistico anche se rischia di passare per una persona un pò ambiqua.
Ciò che mi ha sbalordito in tutta questa faccenda, oltre alla rimozione ingiustificata, arbitraria e lasciatemi dire irrazionale e illegittima, è stata l'arroganza del vescovo che in tutta risposta si è presentato in chiesa con delle vesti non solo inidonee ma persino vietate come per l'appunto il pseudo simbolo della "pace".
Questo è di per sè un atto di arroganza e persino intimidatorio verso la comunità, come per dire: qui comando io, se vi piace è così sennò via da qui!
Caterina63
00giovedì 7 gennaio 2010 17:09
[SM=g7515] sulle casule disegnate con la famosa striscia arcobaleno della pace, purtroppo, furono confezionate in massa per il Giubileo del 2000, con una spesa eccessiva [SM=g7315] pur sapendo che non era quello il simbolo vero della pace....in sostanza vennero usate per le Messe nei grandi raduni, ora ne sono rimasti in pochi ad usarle, pazienza, finirà anche questa pagliacciata....da qui possiamo comprendere la PAZIENZA DI DIO... [SM=g7427]

comunque non sono state mai vietate, solo si fece divulgare una sorta di CONSIGLIO a NON usarle più per evitare fraintendimenti, ma è evidente che il senso di collegialità, per alcuni vescovi e sacerdoti (non per tutti grazie a Dio) ha preso il sopravvento sulla PRUDENZA nel seguire le direttive emanate dal Culto Divino e la disciplina...


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