Sacratissimo Cuore di Gesù

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enricorns
00venerdì 19 giugno 2009 20:42
Venerdì successivo alla II Domenica dopo Pentecoste
SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ - Solennità del Signore


LETTURA
Lettura del profeta Osea 11, 1. 3-4. 8c-9

Così dice il Signore Dio: / «Quando Israele era fanciullo, / io l’ho amato / e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. / A Èfraim io insegnavo a camminare / tenendolo per mano, / ma essi non compresero / che avevo cura di loro. / Io li traevo con legami di bontà, / con vincoli d’amore, / ero per loro / come chi solleva un bimbo alla sua guancia, / mi chinavo su di lui / per dargli da mangiare. / Il mio cuore si commuove dentro di me, / il mio intimo freme di compassione. / Non darò sfogo all’ardore della mia ira, / non tornerò a distruggere Èfraim, / perché sono Dio e non uomo; / sono il Santo in mezzo a te / e non verrò da te nella mia ira».

SALMO
Sal 39

® Il Signore su di me si è chinato.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato.
Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli. ®

Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio,
quanti progetti in nostro favore:
nessuno a te si può paragonare!
Se li voglio annunciare e proclamare,
sono troppi per essere contati. ®

Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 3, 8-12. 14-19

Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui. Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 19, 31-37

In quel tempo. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Chiamata a rendere nota al mondo la carità di Cristo è la chiesa, e quindi ciascuno di noi, con la predicazione e con le opere. La comunità cristiana è l'epifania di Cristo, la manifestazione nella storia e nel mondo del segreto disegno del Padre. (Ef 3)

Dopo la crocifissione di Cristo, si poteva pensare che la vita sarebbe continuata normalmente. Invece, a causa di questa morte non comune, nulla ormai poteva essere come prima, per Israele come per il resto del mondo. Sulla croce c’era la vittima dell’espiazione, che aveva offerto liberamente tutta la sua vita. Anche nella morte, Gesù diede qualcosa di se stesso: sangue e acqua. Sulla croce si trova esposta tutta una vita d’amore incondizionato, ed è per noi il segno supremo del mistero di Dio, che è amore. Dovremmo sempre fare con attenzione il segno della croce. Gesù aveva mostrato l’amore profondo di Dio per noi, di cui egli stesso era stato la prova vivente. La generosità assoluta di Cristo, insieme umana e divina, proviene dal profondo del suo essere: si potrebbe dire che essa ha le radici nel suo cuore. La nostra religione deve comprendere un elemento di devozione, cioè un attaccamento diretto e ardente all’umanità di Cristo. Per vivere pienamente una vita cristiana, non basta semplicemente credere in alcuni dogmi, far parte di una comunità, comportarci bene: la Chiesa è nata dal costato aperto di Cristo e dipende da lui per la sua stessa esistenza.

Preghiamo col Salmo
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.



Cattolico_Romano
00sabato 20 giugno 2009 06:48
Sacro Cuore, devozione al cuore umano e divino di Gesù

La Chiesa celebra questa solennità nel venerdì dell'ottava del Corpus Domini



di Carmen Elena Villa

ROMA, venerdì, 19 giugno 2009 (ZENIT.org).- La devozione al Sacro Cuore mira “non soltanto alla contemplazione del suo amore sensibile”, ma ad elevare gli uomini “fino alla considerazione e all’adorazione del suo eccellentissimo amore infuso”. Così diceva Papa Pio XII nell'Enciclica Haurietis aquas, la terza che è stata scritta sul culto del Sacro Cuore.

La storia di questa devozione ha più di 800 anni. I suoi inizi risalgono alla mistica tedesca del tardo Medioevo Matilde da Magdeburgo (1207-1282), seguita da Matilde di Hackenborn (1241-1299) e da Gertrude di Helfta (1266 - 1302).

In seguito vari santi hanno continuato a promuovere il culto del Sacro Cuore. Tra questi, San Bonaventura, Sant'Alberto Magno, Santa Gertrude, Santa Caterina da Siena, il beato Enrico Suso, San Pietro Canisio e San Francesco di Sales.San Giovanni Eudes fu l'autore del primo ufficio liturgico in onore del Sacro Cuore di Gesù, la cui festa solenne è stata celebrata per la prima volta il 20 ottobre 1672.

La pietra miliare di questa celebrazione l'ha segnata Santa Margherita Maria Alacoque, religiosa dell'Ordine della Visitazione, che ricevette varie rivelazioni da Gesù per promuovere ulteriormente questa devozione. Le rivelazioni furono subito diffuse dal suo consigliere spirituale, il gesuita San Claudio de la Colombière.

Papa Pio XII affermava che questa devozione può portare gli uomini a “un’ultima dolce e più sublime ascesa, elevarci sino alla meditazione e all’adorazione dell’Amore divino del Verbo Incarnato”.

Devozione o idolatria?

Non è però un'idolatria adorare un cuore? Questa devozione non può forse sminuire nel credente il fervore verso Dio Padre? I cattolici non adorano un cuore meno metaforico e più reale?

Secondo le informazioni fornite a ZENIT nella Basilica del Sacro Cuore di Roma, che recentemente ha organizzato un congresso sul culto del Sacro Cuore, nel XVIII secolo c'è stato un forte dibattito sull'oggetto di questo culto, definito da molti fedeli un atto di idolatria.Per chiarire qualsiasi distorsione, nel 1765 la Congregazione vaticana per i Riti affermò che il cuore di carne sarebbe simbolo d'amore. Nel 1794 Papa Pio VI, nella Bolla Auctorem fidei, confermò questa dichiarazione dicendo che si adora il cuore unito in modo indispensabile alla persona del Verbo.Pio IX ha esteso la festa del Sacro Cuore a tutta la Chiesa il 23 agosto 1856 e nel calendario postconciliare è rimasta come solennità.Tre Encicliche si sono concentrate sul parlare di questa devozione: la Annum Sacrum di Papa Leone XIII, che ha consacrato l'umanità intera al Sacro Cuore, la Miserentissimus Redemptor di Papa Pio XI e la Haurietis aquas di Pio XII.

“Chi conosce Cristo ma trascura la sua legge e i suoi precetti può ancora guadagnare dal suo Sacro Cuore la fiamma della carità”, diceva Leone XIII nella Annum Sacrum.

“Egli compirà la sua volontà su tutti gli uomini per la salvezza degli uni e il castigo di altri, ma anche nella loro vita mortale dando fede e santità. Che essi mediante queste virtù si sforzino di onorare Dio come dovrebbero e di guadagnarsi la gioia eterna in cielo”, diceva il Pontefice.Da parte sua, Pio XI parla nella Miserentissimus Redemptor dell'unione dell'amore degli uomini con il cuore umano e divino di Gesù: “Ogni anima veramente infiammata nell’amore di Dio, se con la considerazione si volge al tempo passato, meditando vede e contempla Gesù sofferente per l’uomo, afflitto, in mezzo ai più gravi dolori, 'per noi uomini e per la nostra salute', dalla tristezza, dalle angosce e dagli obbrobri quasi oppresso, anzi 'schiacciato dai nostri delitti', e in atto di risanarci con i suoi lividi”.

Adorare il Sacro Cuore

La Chiesa ha meditato per secoli su questa devozione e ha posto per questa tre postulati principali, il primo dei quali indica che, come ogni edificio deve avere fondamenta solide, la base del cristiano deve essere l'amore. Questo punto ricorda ai cristiani che Dio ci ha amati per primo.Il secondo parla della riparazione come impegno: l'anima ha la virtù e la necessità dell'amore che vuole dimostrarsi e condividere le sofferenze che Cristo ha patito nel Getsemani.

Si parla infine dell'imitazione come aspirazione: giungere alla familiarità con Cristo nel mistero pasquale e abbracciarla, nell'Eucaristia. Questo induce a far nostre le virtù perché possiamo dire come Gesù “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Matteo 11,28).

Così Pio XII sintetizza la questione nella sua Enciclica dedicata a questo culto: “Quale atto di omaggio religioso più nobile, più dolce, più salutare del culto sullodato, dal momento che esso è tutto rivolto alla stessa carità di Dio?”.


[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]
Cattolico_Romano
00sabato 20 giugno 2009 06:50

Per chi è interessato su questo Topic: SACRO CUORE DI GESU' (Preghiere, Meditazioni, Riflessioni)

Ci sono delle bellisime meditazioni.

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