sottoscrivo ogni rigo meditato da Gabbianella...
La così detta comunione dei beni si sviluppa proprio grazie al Matrimonio inteso come Sacramento perchè prima del Cristianesimo, o comunque nel paganesimo romano (specialmente fra nobili) il problema non esisteva giacchè il marito era "padre e padrone" la donna (se ricca) portava la sua dote che confluiva nei beni familiari, ma tra nobili e nell'eredità c'era sempre la spartizione alla morte di uno...
Il Cristianesimo dal principio non si preoccupa affatto dei beni materiali, nel senso che, catechizza quella COMUNIONE che tocca non solo le due persone ma anche tutto ciò che possiedono "LO METTONO IN COMUNE"... così come si faceva anche nelle comunità cristiane davanti agli Apostoli -Atti2-
il problema rimane quale tema GIURIDICO di conseguenza
la Chiesa fin dal principio ha sempre consigliato LA COMUNIONE TOTALE....dopo il Risorgimento e l'espandersi dei
matrimoni CIVILI, la comunione o separazione dei beni ha cominciato ad essere più evidente...oggi la Chiesa stessa CONSIGLIA
la separazione dei beni laddove si intravvedessero dei matrimoni particolari come per esempio quelli misti...
ma ATTENZIONE la Chiesa predilige sempre che fra i due
sposi (non li chiama infatti contraenti
)tale comunione sia PIENA e completa e parta con il piede giusto...
Il problema sta infatti nel come si interpreta oggi il Matrimonio... è ovvio che non vedendolo più come SACRAMENTO e quale UNIONE MISTICA DI DUE CORPI E DUE VITE, va da se che resta il misero concetto di CONTRATTO...
e un contratto può essere rotto ma un Sacramento NO!
Certo, c'è il rischio che con la comunione dei beni a causa di un naufragio matrimoniale colui che aveva di più perde di più, ma di fronte ad un divorzio cosa vale di più: PERDERE un pò di bene materiale o perdere L'AMORE della Persona alla quale ci si era legati per tutta la vita con una promessa DAVANTI A DIO?
La prospettiva, per noi che crediamo, è una sola: piuttosto poveri, MA UNITI senza dividere ciò che Dio ha unito...
Io e mio marito sposati da 25 anni non abbiamo mai fatto la separazione dei beni primo perchè non avevamo nulla, appena sposati avevamo centomilalire e un affitto da pagare...
ora si prospetta per me una discreta eredità...ho la casa di mia mamma, e questa sorella di mia mamma che mi lascerà tutto e ciò che ha non è certo un patrimonio esorbitante, ma abbastanza corposo per noi che abbiamo vissuto sempre con il solo stipendio di mio marito e da permetterci una serena vecchiaia...ed è qui il punto: l'avvocato mi consigliava qualche mese fa di fare ora la separazione dei beni, perchè così tutto quello che erediterò sarà solo MIO...ho detto allora all'avvocato: "io la ringrazio del consiglio, ma risponda al mio punto: per 25 anni e in questi anni in cui non avevo nulla, mio marito mi ha sempre dato lo stipendio da gestire in famiglia fidandosi di me...mi ha dato due figli, non mi ha mai fatto mancare nulla...certo, abbiamo passato momenti di tempesta e sfiorato anche la separazione...ma tutto lo abbiamo superato INSIEME, COMBATTENDO SEMPRE INSIEME...
con quale coraggio ora che ho ereditato qualcosa dovrei o potrei espropriare mio marito da questa comunione?e soprattutto, PERCHE'?"
L'avvocato mi ha risposto solo per ciò che gli competeva, ossia, con i suggerimenti legali ai quali però mancava naturalmente la parte
MORALE...
E allora...per noi
la comunione dei beni resta soprattutto UNA DIMOSTRAZIONE ED UNA TESTIMONIANZA DI FIDUCIA NELL'ALTRO...non m'importa se dovessi perdere tutto o metà perchè ciò vorrà dire che prima di questo bene materiale, avrei perduto la mia META' DI CARNE...e allora preferisco presentarmi davanti a Dio POVERA E NULLATENENTE ma conservando intatta l'unione sponsale che mi associa alla Chiesa per mezzo di Cristo SUO SPOSO FEDELE...alla quale Cristo NON ha mai avanzato una separazione dei beni, al contrario, dice a Pietro: TI DARO' LE CHIAVI DEL REGNI DEI CIELI....e ancora dice: "
TUTTO CIO' CHE ERA MIO IO VE L'HO DATO...."
Occorre rivalutare il Matrimonio quale SACRAMENTO DI UNIONE SPONSALE e non come un contratto materiale...