Svizzera dice no a nuovi minareti

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S_Daniele
00lunedì 30 novembre 2009 09:32
Svizzera dice no a nuovi minareti

Nel referendum il 57,5% si e' detto a favore del divieto


(ANSA) - GINEVRA, 29 NOV - Il 57,5% dei votanti svizzeri ha detto si' al divieto di costruire nuovi minareti, secondo i risultati definitivi del referendum. Il primo commento e' del controverso intellettuale Tariq Ramadan, che ha definito 'catastrofico' il risultato. Ramadan, nipote del fondatore della confraternita egiziana dei Fratelli musulmani e cittadino di Ginevra, 'gli svizzeri hanno espresso una vera paura, un interrogativo profondo sulla questione dell'Islam in Svizzera'.

© Copyright Ansa

Svizzera, vince a sorpresa il "no" ai minareti

Ginevra, 30 nov. (Apcom)

Si è conclusa con un grande sorpresa la giornata referendaria svizzera, che vedeva sottoporre ai cittadini della Confederazione tre quesiti tra i quali il principale era quello sul divieto della costruzione dei minareti; la partecipazione al voto, secondo i dati ufficiali, è stata circa del 55%. Contro ogni aspettativa - e contro le indicazioni dei sondaggi della vigilia - gli elettori hanno approvato con oltre il 57% dei voti l'iniziativa che ne vieta la costruzione, avanzata dal partito della destra populista dell'Udc e della destra cristiana dell'Udf. Inoltre, la proposta ha ottenuto anche la maggioranza del voto dei cantoni (22 su 26) e comporterà quindi la modifica dell'articolo 72 della Costituzione, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose: il divieto della costruzione dei minareti vi verrà inserito come una misura "atta a mantenere la pace fra i membri delle diverse comunità religiose". Sia il governo che l'opposizione - come le principali comunità religiose - si erano espressi contro l'approvazione del referendum, considerato una limitazione della libertà religiosa garantita alla popolazione, sottolineando fra l'altro che i minareti sarebbero stati privi di muezzin e non vi sarebbe stata alcuna pubblica chiamata alla preghiera; la destra ha invece avuto successo - grazie anche ad una campagna pubblicitaria aggressiva, tanto da essere criticata perché "istigazione all'odio religioso" e proibita in numerosi comuni - nel dipingere i minareti come simboli non tanto religiosi ma "imperialisti". Da notare che la vittoria del "sì" non mette in discussione i quattro minareti già costruiti: inoltre, resta da verificare la legalità internazionale del provvedimento alla luce dell'intenzione - già manifestata dai Verdi - di voler ricorrere alla Corte Internazionale per i Diritti dell'Uomo. Negli altri due quesiti invece non vi sono state sorprese: respinta con il 68% la proposta - anche questa di iniziativa popolare - di vietare le esportazioni belliche, mentre il decreto che stabilisce di destinare all'aviazione civile le riosorse ricavate dalle tasse sul traffico aereo è stata approvata dal 65% dei votanti. Il referendum svizzero che boccia la costruzione di minareti è una "lezione di civiltà" e ora l'Italia deve inserire la croce nel tricolore. Lo chiede il leghista Roberto Castelli: "Ancora una volta dagli svizzeri ci viene una lezione di civilta. Il messaggio, che arriva soprattutto a noi che viviamo vicini a questa terra, e forte. Occorre un segnale forte per battere l'ideologia massonica e filoislamica che purtroppo attraversa anche le forze alleate della Lega". Credo - conclude - che la Lega Nord possa e debba nel prossimo disegno di legge di riforma costituzionale chiedere l'inserimento della croce nella bandiera italiana". Mgi

© Copyright Apcom
(Teofilo)
00lunedì 30 novembre 2009 10:41
Certamente non posso condividere l'odio verso qualsiasi persona, di qualunque razza e di qualunque religione. Noi cristiani siamo tenuti ad amare tutti indistintamente.
Tuttavia questo non significa permettere tutto, soprattutto a coloro che in ogni modo si industriano per attuare un programma di distruzione delle altre realtà.
Tale programma è stato espresso da uno dei leader musulmani e dice in sintesi:
Grazie alle vostre leggi ci affermeremo, grazie alle nostre leggi ci affermeremo.
(Teofilo)
00lunedì 30 novembre 2009 10:53
Correggo l'ultima frase:
Grazie alle vostre leggi ci affermeremo, grazie alle nostre leggi VI SOTTOMETTEREMO.

Questo in realtà prevede il Corano: la sottomissione di tutti gli altri credi a quella musulmana, altrimenti la eliminazione fisica di quanti non intendono sottomettersi.

Laddove essi non sono maggioranza adottano il programma di affermazione progressiva per poter poi attuare il predominio al momento in cui la forza numerica lo dovesse permettere.

Possiamo allora permettere ogni cosa?
Se essi fossero tolleranti e pacifici nei nostri confronti, nei loro paesi, allora dovremmo esserlo anche noi, ma se essi non lo sono, è nostro dovere un atteggiamento di estrema prudenza e di legittima difesa.
Con affetto
Gabbianella1.
00lunedì 30 novembre 2009 15:12
Quello che dici Teofilo non mi risulta nuovo....una mia collega musulmana l'anno scorso mi ha detto:"Invaderemo l'Europa"e qdo io la corressi dicendo :"Immigrare vorrai dire..."Lei secca e decisa mi rispose:"No ,invadere!".
No comment.
S_Daniele
00lunedì 30 novembre 2009 17:55
Io personalmente non mi sorprendo più di nulla, il corano stesso identifica i cristiani come cani e gli ebrei come maiali, strano che poi la sorte abbia voluto che loro, i padroni, vengano ad elemosinare da noi, i cani, e che i paesi di questi padroni siano a maggioranza povera e quella dei maiali, Israele, è ricca e moderna.
Forse il loro dio ci ha visto davvero male.
Una volta un parroco ad una mia domanda su cosa ne pensava di tutti questi immigrati, sinteticamente mi ha detto: caro figliuolo ci siamo messi da soli una bella bomba sotto il sedere pronta a scoppiare da un momento all'altro.
Gli do pienamente ragione, per questo non condivido le posizioni attuali del Vaticano che cercano di minimizzare il fenomeno islam e la sua pericolosità, comprendo che lo facciano per avere dei buoni rapporti di dialogo e di diplomazia, ma tutti, tranne gli stupidi, sanno cosa dice il corano e quale sia il pensiero dei musulmani verso chi non è tale.
Non parliamo poi dei politici europei che pur di innalzarsi laicisti e non laici e pur di attaccare la cristianità bendano entrambi gli occhi sui crimini religiosi compiuti nei paesi musulmani ai danni di chi non è tale, a quanto pare qui i diritti umani non importano tanto, ma non solo, si inventono persino che l'islam non è una religione violenta, ah no?
E come si è imposta nella sua storia?
Lo hanno mai letto il corano? E la storia?
(Teofilo)
00martedì 1 dicembre 2009 14:36
Purtroppo, sono d'accordo.
Dico purtroppo nel senso che vorrei che i musulmani fossero un popolo tranquillo. Ma la storia e i fatti attuali ci indicano tutt'altro.
Il corano incita a distruggere gli infedeli. Questa è la realtà, purtroppo. E i cosiddetti fondamentalisti lo leggono così come è scritto. Sono gli altri, i cosiddetti moderati a leggerlo male. Spero che questi ultimi prevalgano, ma il sistema islamico, basato sul corano è irreformabile, non ammette aggiustamenti e quindi ci saranno sempre coloro che agiranno così come è scritto.
Il Vangelo invece parla sempre e solo di amore, anche verso i nemici, e questo è anche esattamente quello che ha fatto Gesù nella sua vita terrena. Quindi nel nostro caso vi sì un grande incitamento ma ad amare e perdonare. Tuttavia non dobbiamo cercare a tutti i costi che vengano a prendersi tutto senza far nulla. Se non possiamo usare la violenza, facciamo valere la nostra identità, la nostra cultura, le nostre regole.
S_Daniele
00martedì 1 dicembre 2009 16:55
X Teofilo


Se non possiamo usare la violenza, facciamo valere la nostra identità, la nostra cultura, le nostre regole.



Caro Mario tutto dipende da cosa si intende per violenza, esiste anche la leggittima difesa, come sosteneva sant'Agostino, l'uso della forza è lecito quando l'aggresssore si appropria dei propri beni e delle vite nostre, fu proprio questo principio che diede inizio alle crociate di cui ne siamo debitori se oggi non solo siamo cristiani ma anche liberi pensatori in una civiltà democratica.
Purtroppo non credo ad un islam moderato nel senso di pluralista e che accetti i diritti altrui a praticare una fede diversa dalla loro, se fossero così non avrebbero problemi ad accettare i cristiani nei loro paesi e le costruzioni di edifici religiosi o di culto nei loro paesi, invece stranamente questi moderati li sono fondamentalisti e anti laici e qui fanno le pecorelle in segno del laicato e della libertà religiosa, nn sarà mica per pura convenienza poichè hanno capito la nostra debolezza?
La stessa Turchia che dovrebbe, spero mai, entrare nell'UE, si dichiara stato laico, ma non c'è di fatto libertà di religione e i cristiani sono mal visti e non possono praticare la propria fede liberamente, evidentemente la corte di Strasburgo ignora questi fatti tanto da aver giudicato sul crocifisso persino con un giudice turco!
Inoltre non comprendo la polemica che è sorta a causa di questo referendum, il popolo ha liberamente espresso mediante l'esercizio del suo potere, come prevede una sana democrazia, che non vogliono nuovi minareti, cosa c'entra il voler ricorrere alla corte di Strasburgo?
A questo punto che senso ha un referendum se non si accetta la sconfitta elettorale?
Se non volevano perdere bastava che invece di delegare il popolo a decidere la decisione la prendeva il parlamento elvetico.
Se sono democratici devono accettare il verdetto del popolo, che ricordo che non solo è sovrano, ma che la stessa democrazia si basa per l'appunto sul popolo che governa; δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere.
La smettino anche di fare paragoni assurdi con il crocifisso, e qui parlo del Vaticano, non ha nulla a che vedere il crocifisso con i minareti, il primo è il simbolo proprio dell'Europa, il secondo di un popolo estraneo a noi sia nella sua cultura sia nella sua religione, il primo lo si vuole togliere il secondo lo si vuole imporre.
Basta con questa ipocrita politically correct!
(Teofilo)
00mercoledì 2 dicembre 2009 17:37
Sì, siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Leggevo da qualche parte che i minareti che si non si vuole far costruire in Svizzera, non esclude però che si possano costruire moschee.
Alla fin fine quindi questa regolamentazione è solo un piccolo segnale ma che non impedirebbe l'uso di luoghi per riunirsi e magari di prepararvi attacchi da parte di islamici non moderati.
Con affetto
(Teofilo)
00mercoledì 2 dicembre 2009 18:15

Cara Gabbianella,
tu dicevi:

Quello che dici Teofilo non mi risulta nuovo....una mia collega musulmana l'anno scorso mi ha detto:"Invaderemo l'Europa"e qdo io la corressi dicendo :"Immigrare vorrai dire..."Lei secca e decisa mi rispose:"No ,invadere!".
No comment.


Per non rimanere sul sentito o sul generico voglio qui di seguito riportare alcuni significativi esempi di versetti coranici che incitano ad odiare e distruggere anzichè amare i nemici:

Dalla Sura 8

vers. 13-17

Non risparmiate nessuno di quelli che non hanno creduto in noi e nel nostro Inviato...

Colpiremo così i miscredenti, ai quali è riservato il fuoco dell'inferno.

O voi che credete! Affrontate senza timore quella gente e non volgete loro le spalle...

In verità non siete voi ad uccidere i nemici di Dio in battaglia, ma Egli stesso per mano vostra.


vers.39

O voi che credete, combattete nella via di Dio fino a che l'idolatria non sarà annientata e l'islam sarà la sola religione. Ma se i nemici desistono dalla lotta , anche voi desistete e saremo Noi ad osservare il loro successivo comportamento.


dalla Sura 47:

vers.4

O voi che credete, quando vi troverete ad affrontare in battaglia i negatori, colpiteli con durezza, e dopo averli vinti, metteteli in catene...in verità la morte combattendo nella via di Dio è una buona opera da far valere nel giorno del giudizio.

vers.18

Forse i miscredenti hanno da attendere qualcosa di diverso dalla nostra ira, che li colpirà improvvisa ed inesorabile...

vers.35

O voi che credete, siate dunque saldi nella fede e non fate la pace cogli idolatri prima di averli completamente vinti.


Dalla Sura 48

vers.16

Ben presto sarete chiamati alla guerra santa contro i nemici di Dio forti e potenti. Sta a voi scegliere se combatterli o sottomettervi a loro. Se seguirete il suo Inviato, Dio vi darà la giusta ricompensa, ma se gli volterete le spalle, avrete da Lui un duro castigo.


Si potrebbe continuare con altri simili esempi ma credo che questi siano sufficienti per farci una idea chiara della questione.

Personalmente penso che queste parole del Corano non siano interpretabili diversamente da come suonano.

Perciò chi segue davvero il corano sarà inevitabilmente condotto alla guerra violenta contro tutti coloro che non intendono sottomettersi, ritenendo così di fare la volontà di Dio e di poter avere da Lui il paradiso.

Anzi temendo l'inferno se così non facesse.  (Gesù profetizzò che vi sarebbero stati coloro che proprio uccidendo i cristiani avrebbero ritenuto di rendere culto a Dio).

Pertanto coloro che hanno un atteggiamento più morbido hanno adattato il corano alle convenienze.

Il corano è RADICALMENTE DIVERSO DAL VANGELO e assolutamente incompatibile.

Chi spera di trovare punti di conciliabilità si illude. Si può al massimo ragionare di mantenere un clima di reciproco rispetto, sperando che accolgano questi tentativi che la Chiesa sta portando avanti.

Con affetto

S_Daniele
00mercoledì 2 dicembre 2009 18:36
Vorrei solo aggiungere a quanto ha detto e dimostrato Teofilo, versetti che in molti ignorano, che il Corano a differenza della Bibbia, per i musulmani è dettata da Dio, quindi letterale, mentre la Bibbia e la sua comprensione passa attraverso l'esegesi che interpreta determinati passi anche in base al suo contesto storico e culturale, questo tipo di sistema interpretativo non si può applicare sul corano poichè quest'ultimo è, secondo le pretese islamiche, dettato direttamente da Dio, ergo ciò che è scritto si deve applicare.
S_Daniele
00venerdì 4 dicembre 2009 08:53
Il partito dei minareti

di Massimo Introvigne

È ufficiale: in Europa c’è un partito dei minareti.
Parte dai neo-fondamentalisti islamici alla Tariq Ramadan – lupi travestiti da agnelli, meno solerti quando si tratta di chiedere libertà di culto per i cristiani in Arabia Saudita o in Pakistan –, passa per gli eurocrati di Bruxelles e di Strasburgo – quelli del no al crocifisso e del sì invece al minareto – e arriva fino all’immancabile Gianfranco Fini.
Ma frequentando, come mi capita in questi giorni, qualche dibattito e talk show assisto pure a una strana rinascita di affetto e stima per la Chiesa cattolica da parte della sinistra nostrana. Zitti – ci intimano –: “il Vaticano” ha parlato e tutti i buoni cattolici devono stringersi intorno alla difesa dei minareti. L’antico motto “Roma locuta, quaestio soluta”, “Quando Roma ha parlato la questione è risolta” è invocato da comunisti, dipietristi e persino musulmani. Fateci caso: quando la Congregazione per la Dottrina della Fede – che, lei sì, esprime la posizione ufficiale della Chiesa – afferma che sospendere l’alimentazione e l’idratazione dei malati in coma è omicidio per molti media italiani si tratta dell’“opinione del cardinal Levada”, subito contraddetta nella colonna accanto dello stesso giornale da un altro cardinale, magari in pensione, anziano e milanese. Se invece un vescovo o un collaboratore dell’“Osservatore Romano” attacca gli elettori svizzeri sui minareti ecco che “il Vaticano” ha parlato e i cattolici devono stare zitti.
Non ignoro l’opinione dei vescovi della Svizzera. Ma il loro presidente eletto si è dichiarato anche contrario al celibato dei sacerdoti, ed è difficile presentare pure questa come opinione “del Vaticano”. Se poi dai titoli passiamo alla sostanza, vediamo che si fa una gran confusione tra tre questioni diverse. La prima riguarda la libertà di culto. Questa deve essere garantita anche ai musulmani, i quali hanno diritto di radunarsi in sale di preghiera – beninteso per pregare, non per reclutare (è successo) terroristi da inviare in Afghanistan – pulite, igieniche e note alle forze dell’ordine come tali. L’Occidente, che ha una cultura giuridica diversa, garantisce la libertà religiosa anche a chi non la offre in patria ai cristiani: anche se fa bene quando gli fa notare l’esigenza di reciprocità, come il Papa stesso ha fatto parlando agli ambasciatori dei Paesi islamici a Castel Gandolfo il 25 settembre 2006.
La seconda questione riguarda i minareti. Non sta scritto da nessuna parte che per esercitare la libertà di culto ci sia bisogno del minareto. La sua funzione propria è quella di chiamare i fedeli alla preghiera – oggi in genere tramite un altoparlante – ma questo di norma non avviene in Europa dove non ci sono muezzin, neppure elettronici. Pertanto il minareto è nel migliore dei casi un ornamento estetico, nel peggiore un’affermazione identitaria, volta a segnare la conquista di un territorio: di qui la corsa a minareti più alti dei campanili cristiani. Nel secondo caso quella che si risolve in una provocazione può essere vietata dallo Stato in nome del bene comune; nel primo, se del caso, in nome della tutela dell’identità architettonica e paesaggistica delle nostre città.
Ma c’è una terza questione, che viene prima del minareto: la moschea. Purtroppo si continuano a confondere moschee e sale di culto. A differenza della sala di culto, la moschea è un’istituzione globale dove la comunità musulmana si trova per affrontare questioni non solo religiose ma giuridiche, sociali e politiche. “È dunque scorretto – ha scritto l’islamologo gesuita padre Samir Khalil Samir su “Avvenire”, un quotidiano talora presentato anch’esso (erroneamente) come “il Vaticano” – parlando della moschea, parlare unicamente di ‘luogo di culto’. Com’è scorretto, parlando della libertà di costruire moschee, farlo in nome della libertà religiosa, visto che non è semplicemente un luogo religioso, ma una realtà multivalente (religiosa, culturale, sociale, politica, eccetera)”. Non si può escludere che ci siano in Europa situazioni locali in cui – dopo avere considerato con grande prudenza chi è che la propone, la finanzia e la gestirà – le dimensioni, la rilevanza e il contesto in cui si muove una comunità musulmana rendano accettabile che si prenda in esame l’idea della moschea. Ma non sempre e non dovunque. Non abbiamo bisogno di lezioni sulla libertà religiosa né da Fini né da Rosy Bindi. Si può essere a favore della libertà religiosa ma contro le autorizzazioni indiscriminate a costruire moschee. E minareti.

http://ilsillabo.wordpress.com/2009/12/02/il-partito-dei-minareti/
Caterina63
00venerdì 4 dicembre 2009 09:31
[SM=g7497] caro Teofilo e Daniele e Gabbianella...cari a tutti...
la questione è controversa, paradossale, pericolosa e....quant'altro...

Pensate infatti che i vescovi della Conferenza elvetica erano a favore dei minareti...e al tempo stesso sono vescovi che stanno dando filo da torcere da torcere alla Santa Sede perchè il loro presidente della conferenza ha di recente ridiscusso la questione del celibato tanto da pretendere quasi che il clero in svizzera si sposi PER EVITARE DIFFERENZE FUTURE CON LE ALTRE FEDI.... [SM=g7315] siamo in piena apostasia e in pieno sincretismo religioso...

Un conto è infatti è la difesa dell'emmigrante musulmano, la difesa del diritto a professare la propria fede così come sta difendendo la Chiesa, altra cosa è farsi portavoce di minareti o moschee da parte dei vescovi che dovrebbero impegnarsi PER LE COSE DI DIO... [SM=g8864]

Come avrete notato infatti la Santa Sede non si è pronunciata sulla vicenda...anche se ha pubblicato, senza alcun commento, il comunicato dei vescovi elvetici che addirittura ponevano sullo stesso piano i crocefissi con i minareti [SM=g7315]

Inutile che aggiunga altro o che mi ripeta, l'articolo di Introvigne postato sopra chiarisce e spiega nei dettagli la situazione... [SM=g8468]


Si fa troppa confusione quando si dice : E' VOCE DELLA CHIESA! da quella che voce della Chiesa NON è ma solo l'espressione di un manipolo di vescovi...

[SM=g7347]

S_Daniele
00venerdì 4 dicembre 2009 11:36
Non posso che condividere il tuo pensiero Caterina, purtroppo c'è troppa ipocrisia, e mentre questi vescovi si fanno paladini dei presunti diritti dei musulmani paragonando persino i minareti al crocifisso, mai una volta questi signori hanno alzato la voce per i diritti dei cristiani nei loro paesi dove vengono calpestati alla luce del sole e dove l'Occidente ipocrita tace.
S_Daniele
00sabato 5 dicembre 2009 07:47
Cattolici e ortodossi uniti ma divisi sui minareti

di Paolo Rodari

dic 4, 2009 IL FOGLIO

L’incontro di ieri tra il presidente russo Dmitri Medvedev e il Papa – ha avuto il risultato dell’elevazione della rappresentanza russa presso il Vaticano ad ambasciata – è stato preceduto da importanti segnali sul fronte dei rapporti tra cattolici e ortodossi.
Il più importante riguarda la
pubblicazione che il patriarcato russo ha fatto del libro “Europa patria spirituale”.
E’ un volume che raccoglie i discorsi che Joseph Ratzinger ha dedicato all’Europa. Il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, l’arcivescovo Hilarion Alfeyev di Volokolamsk (il numero due del patriarcato), ha dedicato al libro un’ampia
prefazione nella quale chiama i cristiani a fare fronte comune contro “il secolarismo militante”. Scrive Hilarion: “L’Europa deve accettare il diritto delle varie comunità di conservare le proprie identità culturali e spirituali, il nucleo delle quali molto spesso è costituito dalla religione”.
E ancora: “Credo che la solidarietà tra cristiani europei debba divenire sempre più manifesta al fine di salvaguardare le rispettive identità, combattere il secolarismo militante e affrontare le altre sfide della modernità”.
E rispettare le diverse identità significa che “le libertà democratiche dell’individuo, compreso il suo diritto all’autodeterminazione religiosa”, non devono prevaricare “i diritti delle comunità nazionali a preservare la propria integrità, la fedeltà alle proprie tradizioni, etica sociale e religione”.
La chiesa cattolica è in sintonia con questa visione?
E ancora: può un serio dialogo ecumenico fondarsi, con le conseguenze pratiche che ciò comporta, su una difesa pubblica e tenace di quei princìpi che separano il cristianesimo dal secolarimo militante?
Dice al Foglio Alberto Melloni: “Il dialogo ecumenico prospettato dal Concilio aveva un respiro teologico ampio. Era impensabile intendere i rapporti tra cristiani come un mero arroccamento contro il secolarismo. Mentre trovare punti di contatto tra cristiani esclusivamente nella lotta al secolarismo è la fine dell’ecumenismo così come il Vaticano II l’ha inteso. E’ la vittoria di quei settori del cristianesimo più conservatori. Il Concilio apriva al confronto tra posizioni teologiche diverse e non voleva chiudersi sulla difensiva. In questo senso credo che la prefazione che Hilarion fa al libro non aggiunga nulla al dialogo ecumenico tra le parti. Un dialogo serio e profondo deve ancora avvenire”.
La chiesa cattolica ha avuto la possibilità di confrontarsi con la modernità prima della chiesa ortodossa. Quest’ultima, schiacciata dal regime sovietico, è rimasta in impasse per quasi tutto il XX secolo. Non così Roma: il Concilio Vaticano II ha rappresentato una volontà di confronto con la modernità mai manifestatasi prima. Ricorda l’artista gesuita padre Marko Ivan Rupnik – docente al Pontificio istituto orientale e alla Gregoriana, ha ideato sul tema dell’incontro tra oriente e occidente i mosaici della Cappella vaticana “Redemptoris Mater” – che “la chiesa cattolica ha avuto, a differenza di quella ortodossa, il Vaticano II per confrontarsi con la modernità. E questo è un bel vantaggio che pone inevitabilmente Roma su un altro piano rispetto a Mosca. All’inizio del XX secolo Mosca stava per indire un Concilio, poi ha rinunciato. E’ naturale che oggi gli ortodossi chiedano una difesa dei propri princìpi contro quell’aspetto della modernità più deteriore che è il secolarismo. E’ il loro modo per cercare di affrontare la modernità dopo anni in cui la modernità è stata tenuta fuori dai confini del loro stato. Credo però che non debba procedere su questa difesa la ricerca dell’unità tra le due chiese. Occorre piuttosto prendere sul serio le radici della nostra comune fede”.
Uno dei principali collaboratori del cardinale tedesco Walter Kasper nella sezione orientale del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani è il gesuita Milan Zust. E’ stato lui a presentare due giorni fa a Roma il volume “Europa patria spirituale”. Dice padre Zust che “la pubblicazione del volume da parte degli ortodossi mostra un’affinità particolare tra Mosca e l’attuale papato. Un’affinità che nella battaglia al secolarismo trova un suo motivo d’espressione. Lo dimostrano anche le dichiarazioni che Mosca ha fatto a seguito della sentenza europea sui crocifissi in Italia: combattere il secolarismo significa anche difendere i propri simboli religiosi”.
Certo, un conto sono i crocefissi, un altro i minareti. Sui crocefissi gli ortodossi si sono espressi in un certo modo. Sul referendum inerente i minareti in Svizzera hanno invece detto altro. E’ stato il rappresentante del patriarcato di Mosca al Consiglio d’Europa, padre Filarete, a dire che il “no” ai minareti “non è un problema di libertà religiosa”. E ancora: “Sarebbe non equilibrato accusare la Svizzera di discriminare in qualche modo la minoranza islamica: la Svizzera non ha alcuna restrizione sulla costruzione di luoghi di preghiera per nessuno”. Il Vaticano, invece, ha detto altro, praticamente l’opposto. C’è dunque una concezione diversa della libertà religiosa? Il problema dell’espressione religiosa la chiesa cattolica l’ha affrontato nella dichiarazione del Concilio Vaticano II “Dignitatis Humanae”.
Spiega don Nicola Bux, consultore della Dottrina della fede: “La dichiarazione conciliare dice a mo’ di premessa che l’unica vera religione ‘sussiste nella chiesa cattolica e apostolica’. E’ la stessa cosa che pensano di sé gli ortodossi. In questo senso la religione che ha plasmato un intero popolo non può che venire prima dell’autodeterminazione religiosa dei singoli. In cosa consiste allora la libertà religiosa? Nel fatto che a tutti deve essere concesso l’accesso alla verità. Ovvero: tutti devono poter ricercare la verità. E’ in questa luce (altrimenti non capisco la cosa) che leggo il disappunto vaticano verso l’esito del referendum sui minareti. Il ‘no’ ai minareti soffoca questa ricerca della verità”.

Pubblicato sul Foglio venerdì 4 dicembre 2009

© Copyright Il Foglio, 4 dicembre 2009 consultabile online anche
qui, sul blog di Rodari.


Continua ad essere della stessa opinione dei fratelli ortodossi.
Katietta-64
00domenica 6 dicembre 2009 01:49
Ah, quanto conflitto, da svizzera, mi ha creato la chiamata a questa votazione [SM=g7971]
Avrei preferito vedere i rappresentati della Chiesa più impegnati nella testimonianza di Cristo che a difesa della costruzione di minareti, ma è vero, come dice Caterina, che l'unione dei Vescovi svizzeri è la stessa presieduta da un Vescovo che rivendica il matrimonio per i preti...
Non ho potuto così avere fiducia in loro.

È vero che questa iniziativa non verteva e tuttora non impedisce la libertà di culto e di riunirsi in moschea, ma la sua campagna era centrata principalmente sul simbolo del minareto, identificato anche come conqista territoriale, con annessi e connessi.
Ha fatto leva sui timori del popolo? Giusto, sbagliato?
Non so... Di certo ogni singolo voto si è basato su motivazioni diverse e ritengo non si possa generalizzare che l'unica ragione da ricercare in questo esito elettorale sia da attribuire alla paura, perchè ragionando in queto senso, anche alcuni voti a favore della costruzione di minareti hanno avuto la stessa radice, ma con sfumatura diversa. Paura di ritorsioni e ripercussioni a livello politico ed economico.

In questo senso, pertanto, posso sentirmi soddisfatta di un esito che ha mostrato "coraggio" ad andare contro corrente, accettando, almeno nell'immediato, di andare incontro a possibili conseguenze difficili.
Mi rimarrà sempre l'amarezza e la preoccupazione che una decisone del genere potrà presto essere usata anche per giustificare la limitazione o rimozione di altri simboli religiosi, come appunto anche quelli cristiani (v. Crocifisso), nascondendo la serpeggiante volontà di eliminare Dio e le religioni.
Cattolico_Romano
00martedì 29 dicembre 2009 11:54
Gabbianella1.
00martedì 29 dicembre 2009 12:04
Ma che confusione!!!!!!!!
E pensare che i musulmani considerano Gesù solo come un profeta e non Dio!!!!!
E' come mettere le statue dei Buddha nel presepe....mah!!!!!!!
Che confusione ,poveri questi parroci!
Gabbianella1.
00martedì 29 dicembre 2009 12:14
Poi in origine il presepe di San Francesco non era nato per mettere in risalto la Santa nascita di Gesù???????
Il resto è solo un contorno.
Quello che conta e' ....Gesù,Dio con noi!!!!
Cattolico_Romano
00martedì 29 dicembre 2009 12:20
Re:
Gabbianella1., 29/12/2009 12.04:

Ma che confusione!!!!!!!!
E pensare che i musulmani considerano Gesù solo come un profeta e non Dio!!!!!
E' come mettere le statue dei Buddha nel presepe....mah!!!!!!!
Che confusione ,poveri questi parroci!




A me invece sembra che la maggior parte dei cattolici sia contenta di una chiesa così, relativista e politicamente corretta.
Quando poi denunciamo queste eresie siamo bollati per papisti tradizionalisti, non si è ancora capito che se non si ritorna alla Traditio la Chiesa si sfalderà, ecco perchè Benedetto XVI insiste nell'ermeneutica della continuità, continuità a cosa? Alla Tradizione pre-Vaticano II, mentre oggi molti sono orientati verso il versante opposto, cioè, l'ermeneutica della scontinuità, considerano infatti che il Vaticano II di fatto ha instaurato una nuova chiesa, se così fosse il Vaticano II è da abolire, il Vaticano II passa e deve passare sotto il vaglio della Traditio e non il contrario.

Quindi nessuno scandalo degli abusi liturgici, dei minareti nei presepi, delle Madonne nude, del viso siliconato di padre Pio per guadagnare soldini, et ecc...
Tutto è normale, l'anormale diviene per quest'ultimi il rievocare la fede e la prassi di SEMPRE.
Cattolico_Romano
00martedì 29 dicembre 2009 12:27
Re:
Gabbianella1., 29/12/2009 12.14:

Poi in origine il presepe di San Francesco non era nato per mettere in risalto la Santa nascita di Gesù???????
Il resto è solo un contorno.
Quello che conta e' ....Gesù,Dio con noi!!!!




Il resto cara Cristina non è un contorno, è proprio questo pensare approssimativo e semplicistico ad introdurre elementi estranei ed eretici nella fides et forma cristiana.
Il presepe rievoca nelle nostre menti e ancor di più nel nostro cuore il Dio che si fa uomo in un determinato momento storico reale, ed è questo momento che deve essere rievocato e rivissuto nelle nostre menti e nelle nostre anime.
La sua rappresentazione deve essere idonea a ciò che viene rappresentato, la forma è importante quanto la sostanza poichè è essa che imprime per prima la nostra sensibilità spirituale, se la forma viene svilita e svuotata perde di significato anche la sostanza rappresentata dalla forma.
Cosa ci azzeccano i minareti, simboli di una religione che non solo nega la divinità di Gesù, ma dichiara che è un falso storico la sua crocifissione e risurezzione, cioè sostengono eresie e apostasie incompatibili con la fede cristiana cattolica, questo ancora non si è capito!!
O almeno, abbiamo capito che stiamo arrivando alla frutta!
Gabbianella1.
00martedì 29 dicembre 2009 14:55
ok ,contorno non è il termine giusto.Eliminiamolo.
Si ,nn ho usato una parola felice.

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