Una delegazione del Vaticano in visita al Cern di Ginevra

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Cattolico_Romano
00sabato 6 giugno 2009 09:16
Una delegazione del Vaticano in visita al Cern di Ginevra

Bellarmino e il falso mito della «doppia verità»


di Silvia Guidi

"Se risulta evidentemente vero un asserto della scienza che appare meno conforme alla Sacra Scrittura, bisogna ricercare come si possa interpretare correttamente la Scrittura, così che non contraddica la verità scientifica"; per l'incipit del suo intervento alla tavola rotonda - "Infinitamente grande, scienza e fede in dialogo sull'universo" che si è svolta il 3 giugno scorso a Ginevra - il governatore della Città del Vaticano, il cardinale Giovanni Lajolo, ha scelto una citazione tratta dal Commentarium lovaniense di Roberto Bellarmino, il grande teologo implicato nel processo a Galileo, per ribadire che per la Chiesa non esiste una "doppia verità".

"Queste parole del Bellarmino si riferivano in particolare alle questioni astronomiche, allora assai discusse, ma valgono anche per il loro valore di principio nei confronti di ogni asserto scientifico". Un valore di principio di cui è sempre necessario ricordare l'origine teoretica, ha aggiunto Lajolo; il fatto che "la verità è una, e non soffre contraddizione interna; ed è tale perché deriva tutta, sia essa di carattere scientifico o teologico, dalla medesima fonte che è Dio. Questa è una posizione che la Chiesa cattolica difende sia con motivazioni filosofiche che teologiche; ma in se stessa è una verità di ragione" accettando la possibilità di rivedere le sue posizioni se basate su presupposti sbagliati.

Per questo - ha ribadito il cardinale - invitato a visitare il Cern (Centro europeo per la ricerca nucleare) dal presidente della fondazione Tera, Ugo Amaldi, insieme a una delegazione composta da monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu di Ginevra, padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana ed esperto di storia delle galassie e padre Guy Consolmagno dell'Osservatorio astronomico vaticano, "la scienza non può essere né teista né atea. A motivo dell'oggetto della sua ricerca, come anche del metodo che essa deve impiegare, non potrà mai terminare a Dio. L'oggetto della ricerca della scienza è sempre interno alla realtà sensibile ed il metodo e gli strumenti con cui essa procede sono rivolti a comprendere con tutta la precisione possibile le leggi intrinseche alla realtà sensibile. Per questo la scienza non potrà mai giungere ad una realtà puramente spirituale, e quindi né alla dimostrazione, né alla negazione di Dio. È al di fuori del suo scopo e delle sue possibilità metodologiche e strumentali".

Uno studio accurato delle fonti può riservare molte sorprese a chi voglia approfondire il dibattito tra "ateisti" e "teisti", non solo sul caso Galileo. Un esempio tra i molti possibili nella storia del secolo scorso:  la celebre frase del cosmonauta russo Yuri Gagarin "sono stato nello spazio ma non ho visto Dio" nasconde un retroscena che la propaganda sovietica ha sempre censurato. Qualche anno fa un ex collega di Gagarin, il colonnello in pensione Valentin Petrov, ha rivelato che quella dichiarazione non fu spontanea; in realtà Gagarin era cristiano ortodosso. Petrov visitò con lui nel 1964 il monastero della Trinità e di San Sergio a Sergiev Posad.

Nel museo della città era esposto un modello della cattedrale moscovita del Cristo Salvatore, costruita nel 1837 in memoria delle vittime della guerra napoleonica, poi distrutta per ordine di Stalin e ricostruita solo dopo la caduta del regime comunista. "Valentin, guarda quanta bellezza hanno distrutto!" commentò Gagarin.

Qualche tempo dopo, durante una riunione del Comitato centrale del Pcus il cosmonauta propose la ricostruzione della cattedrale. Noi, disse, parliamo tanto di patriottismo, "ma non si può parlare di patriottismo se non si conoscono le proprie radici". Poiché, proseguì, "la cattedrale di Cristo Salvatore era un monumento alla gloria militare, gli uomini che si apprestano a difendere la patria lo devono conoscere". Gagarin evitò a ragion veduta ogni accenno diretto al cristianesimo, ma non servì a molto:  la sua proposta venne respinta e condannata alla damnatio memoriae nei resoconti ufficiali. Un Gagarin cristiano non poteva avere diritto di cittadinanza nel pantheon simbolico dell'epopea "ateista" della conquista dello spazio.


(©L'Osservatore Romano - 6 giugno 2009)
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:57.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com