Il testo scelto è la conclusione delle riflessioni di Gesù, sviluppate nel Cenacolo con i suoi
discepoli durante il banchetto pasquale ed è l'inizio della preghiera, detta "preghiera sacerdotale",
rivolta direttamente al Padre, che corona l’ultimo incontro con i suoi discepoli.
Ciò che Gesù ha detto, in precedenza, ora lo richiama nelle ultime raccomandazioni ai suoi e, in
particolare, garantisce l'ascolto da parte del Padre di ogni loro preghiera che vorranno fare, in
unione con Lui. "Vi assicuro: se chiederete qualcosa al Padre in mio nome, ve lo darà" (16,23).
E se i discepoli si complimentano con Gesù perché: "Ora si che parli chiaro senza usare
similitudini... noi crediamo che sei uscito da Dio" (16,29-30), Gesù reagisce dicendo: "Mi
abbandonerete, mi lascerete solo ma il Padre è con me" (v 32).
Il clima nel Cenacolo si è fatto incandescente e i discepoli, a questa ultima battuta, si sentono
sconcertati e impauriti. Allora, e questo è il testo di oggi, Gesù li garantisce che ha parlato non
per rifiutarli né per abbandonarli. Poiché saranno ancora più impauriti davanti ai fatti che si
succederanno tra alcune ore, Gesù dice che ha anticipato loro la conoscenza dei prossimi
avvenimenti perché, comunque, abbiano fiducia in Lui e in Lui trovino la pace. Gesù non li
sconfessa, ma anzi, con misericordia, garantisce che saranno generosi e coraggiosi discepoli. Egli
aiuta, però, nello stesso tempo, a non fermarsi alla tragedia della su condanna e ancor più della
sua crocifissione anche se, agli occhi di tutti, questi fatti sembreranno la sconfessione della sua
comunione con il Padre e , quindi, la sconfitta totale.
Ma agli occhi di Dio, ai suoi occhi, e agli occhi dei suoi discepoli tutto quello che avverrà sarà la
garanzia che Egli vince il mondo.
A questo punto Gesù si rivolge al Padre, ed è come se avesse ormai completato tutto il suo
itinerario che precede il tempo finale: "Padre, è giunta l'ora".
Per tutta la vita di Gesù, questa ora è rimasta come una stella polare su cui orientarsi, iniziando
già nella rivelazione a Cana di Galilea (Gv 2,4), al banchetto degli sposi. Questa "ora" è il tempo
della manifestazione dell'amore di Dio in Gesù, è il tempo della lotta contro il male che non sa
piegare il coraggio e la fedeltà di Gesù, è il tempo di una "assurda" misericordia del Padre che
non ferma, non castiga, né travolge coloro che stanno tentando di annullare il Figlio suo. Gesù
chiede che questo sia possibile nella sua morte. E la gloria di Dio si esprimerà proprio nella sua
capacità di affrontare e di vincere il male con l'amore.
Per questo la frase successiva esprime il significato della fede della Chiesa e quindi il vertice
della vita stessa: "Conoscere Te, Padre, e conoscere Gesù, il Figlio tuo".
Giovanni Paolo II, Lettera enciclica