Virus sconosciuto causa un'epidemia in India

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Cattolico_Romano
00domenica 23 agosto 2009 20:08

Virus sconosciuto causa un'epidemia in India


New Delhi, 22. Una nuova epidemia, molto più aggressiva del virus h1n1, sta mettendo in apprensione i medici dello Stato indiano dell'Uttar Pradesh (nel nordest del Paese), dove dall'inizio dell'anno ha già provocato centotrentasette morti. Secondo quanto riferisce il quotidiano "The Times of India", mentre l'attenzione dei centri sanitari nazionali è rivolta all'influenza a, la sindrome da encefalite acuta ha già colpito nel 2009 seicentosessantacinque persone, uccidendone oltre il venti per cento.
I ricercatori e gli scienziati brancolano però nel buio per quanto riguarda le cause di questa nuova epidemia. Trentaquattro dei casi analizzati sono stati causati dall'encefalite giapponese, un virus endemico nell'Asia meridionale, che si trova nei maiali e viene trasmesso all'uomo dalle zanzare.
Negli altri seicentotrentuno pazienti, i medici hanno verificato la presenza di più di un virus, cosa che rende complicata l'individuazione di quello mortale. Nel solo distretto di Gorakhpur, ai confini con il Nepal, le vittime dell'encefalite giapponese dall'inizio dell'anno sono state più di centosettanta, molte dei quali sono bambini. Intanto, aumentano i morti per l'influenza h1n1. In tutta l'India sono già quarantacinque e anche a New Delhi si sono registrate le prime due vittime.
E il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Margaret Chan, ha avvertito che nel mondo sono in arrivo la seconda e la terza ondata del virus di influenza a. "Non possiamo dire se il peggio è passato o se ancora deve arrivare", ha detto in un video diffuso in una conferenza sulla pandemia a Pechino. "Dobbiamo prepararci a una seconda e terza ondata, così come è successo in passato per le altre pandemie", ha avvertito Chan. Secondo l'Oms, il quaranta per cento dei contagi gravi riguarda i bambini e gli adulti al di sotto dei cinquanta anni. In questi pazienti è evidente un repentino peggioramento delle condizioni di salute cinque o sei giorni dopo la comparsa dei primi sintomi.


(©L'Osservatore Romano - 23 agosto 2009)
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