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00lunedì 26 ottobre 2009 10:25
I capitoloLA PREGHIERA CRISTIANA

Proclamazione della Parola di Dio:
<Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuoregno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano erimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non ci indurre in tentazione,ma liberaci dal male> (Mt 6,9-13).

Il Magistero
<Quando preghiamo il Padre, siamo in comunione con lui e con il Figlio suo Gesù Cristo. É allorache lo conosciamo e lo riconosciamo in uno stupore sempre nuovo. La prima parola dellapreghiera del Signore è una benedizione di adorazione, prima di essere un’implorazione. Questa èinfatti la Gloria di Dio. Che noi lo riconosciamo come Padre, Dio vero. Gli rendiamo grazie peraverci rivelato il suo Nome, di averci fatto il dono di credere in esso e di essere inabitati dalla suaPresenza> (CCC 2781).
La viva tradizione della Chiesa
<O uomo, tu non osavi levare il tuo volto verso il cielo, rivolgevi i tuoi occhi verso la terra, e, adun tratto, hai ricevuto la grazia di Cristo, ti sono stati rimessi tutti i tuoi peccati. Da servo malvagiosei diventato un figlio buono. Abbi fiducia perciò non nelle tue opere, ma nella grazia di Cristo!Per grazia, dice l’Apostolo, siete stati salvati. Questa non è presunzione, ma fede. Proclamare ciòche hai ricevuto, non è superbia, ma ossequio. Leva dunque gli occhi tuoi al Padre, che ti hagenerato per mezzo del lavacro, al Padre, che ti ha redento per mezzo del Figlio e dì: Padrenostro!> (Sant’Ambrogio)

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Riflessione biblica
Il Padre Nostro, considerato sin dai primi secoli dai padri della Chiesa compendio di tutto ilVangelo, è la preghiera cristiana fondamentale che contiene, nella sua struttura interna, gli elementiessenziali di qualunque forma di preghiera rivolta al Padre nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo.E’, inoltre, una vera e propria sintesi della preghiera ebraica che il pio israelita rivolge a Dio nelcorso della giornata.· “Padre nostro che sei nei cieli”, la paternità di Dio si esprime al plurale. Il Padre Nostro è lapreghiera dei figli e dei fratelli; si tratta di una preghiera corale, comunitaria, ecclesiale. Non èsufficiente, infatti, pregare per gli altri, piuttosto bisogna pregare insieme come fratelli.L’aggettivo “nostro” non indica un possesso esclusivo da parte di qualcuno ma l’appartenenzaall’unico Padre che ci fa essere fratelli. La preghiera cristiana nasce dalla fraternità e costruiscela fraternità.1 I sacramenti, in Opera omnia di sant’Ambrogio, città nuova editrice, Roma 1982, pag.111 
· “…sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” le prime treinvocazioni non sono suppliche ma benedizioni, di conseguenza, la lode è il movimento inizialedella preghiera. “Venga il tuo regno” cioè si renda visibile la signoria di Dio in questo mondo.Ogni autentica benedizione, secondo la concezione ebraica,2 implica sempre la venuta del regno,la manifestazione della signoria di Dio che agisce in modo efficace nella storia.
· “Sia fatta la tua volontà”, espressione che richiama l’esperienza di Gesù nel Getsemani (cf Mt26,42). In realtà non c’è nel testo il verbo “fare” ma “avvenire” di conseguenza non sta a noicompiere la volontà di Dio. La TOB traduce: “ fa che si realizzi la tua volontà”, mettendo inevidenzia l’agire di Dio (cf Is 44,28; Ef 1,5.9). Ad ogni modo, preghiamo affinché non solo Diorealizzi la sua volontà ma anche noi. Infatti, la volontà di Dio non potrebbe compiersi senzal’impegno fattivo dei credenti.
· “Dacci oggi il nostro pane” è una frase di non facile traduzione, infatti può essere intesa come“dacci il pane del giorno che viene” con un forte richiamo alla dimensione “escatologica”3,oppure “il pane di cui abbiamo bisogno”4, “necessario al sostentamento”5. I discepoli delSignore non sono soltanto protesi verso il futuro ma si preoccupano di domandare ciò che ènecessario per crescere nella comunione con Dio e nella fraternità giorno per giorno.
·
“Rimetti a noi i nostri debiti” Il peccato è considerato come un debito nei riguardi di Dio e neiriguardi del prossimo ( cf Mt 18,23ss). La condizione perché la richiesta di perdono sia efficaceè che anche noi perdoniamo. Il perdono fraterno è il frutto del perdono ricevuto da Dio, èl’effetto di una vita veramente rigenerata dalla misericordia di Dio. Il termine ri-metteresignifica: di nuovo, ancora, da capo, un’altra volta, e rinvia alla fedeltà di Dio, poiché per Luinessuno è mai perduto. L’esperienza della misericordia di Dio educa i credenti a “viverel’infinita pazienza di ricominciare”6.
· “Non ci indurre in tentazione”. Non si tratta d’imputare la tentazione a Dio, ma di chiedere checi preservi dall’essere tentati e cioè dal cadere nella tentazione (cf Mt 26,4; 1 Tm 6,9)7. Rispettoall’A.T. il Nuovo Testamento non afferma mai che Dio tenta, anzi esclude questa possibilità (cfGc 1,13);· Ma liberaci dal Maligno”, Matteo non si riferisce al male in generale, ma a chi lo trama, cioè ilMaligno (cf Mt 13,25-29; Lc 10,29).

Applicazioni
La struttura spirituale interna alla preghiera del Padre Nostro indica in modo preciso il movimentoproprio della preghiera cristiana: dalla lode alla supplica per proseguire con la lode poiché, secondola viva tradizione della Chiesa, la “Preghiera del Signore” si conclude sempre con la dossologia:“Perché tuo e il potere e la gloria nei secoli”.2 “ Faccia venire il suo regno nelle nostre vite e nei nostri giorni, e nelle vite di tutta la casa d’Israele in fretta e presso”(Qaddish).3 Questa parola deriva dal termine greco escaton che significa “gli ultimi tempi”.4 Versione siriana.5 TOB: Traduction Oecumènique de la Bible.6 Ermes Ronchi, Il canto del Pane, Editrice Sardini, 1995, pag.125.7 “Non farmi entrare in potere del peccato, né in potere della colpa, né in potere della tentazione, né in potere deldisprezzo. Possa in noi regnare l’impulso buono e non regnare l’impulso cattivo” (Preghiera ebraica Berakhot 60b). La lode è la risposta, da parte dei credenti, all’amore preveniente di Dio (cf Sal 117); è riconoscenzacolma di stupore (cf Sal 8) per la misericordia (cf Sal 118) sovrabbondante che costantemente DioPadre manifesta nella storia per la salvezza dell’umanità.La preghiera cristiana esige un atteggiamento obbedienziale da parte dell’orante poiché non si trattadi mettere al centro se stessi, i propri bisogni, interessi, ma l’amore paterno di Dio (Padre nostro), laSua volontà, la manifestazione del Suo regno. Pregare non significa ripetere meccanicamente oquasi magicamente delle formule (cf Mt 6,7; Gc 4,1-4), ma assumere i desideri di Dio (cf Rm 8,27),imitare il Suo amore per vivere come Gesù ha vissuto (cf Tt 2,11). La preghiera cristiana non è maifuga dalla storia ma piena assunzione delle proprie responsabilità per diventare fattivi collaboratoridi Dio e testimoni della Sua Signoria.La supplica è un altro momento fondamentale della preghiera cristiana che scaturisce dall’ascoltodella Parola di Dio, dall’umile accoglienza del dono dello Spirito Santo, partecipando della stessaintercessione del Figlio di Dio (cf Eb 7,25). Attraverso la preghiera del Padre Nostro lo Spirito ciaiuta a capire cosa bisogna chiedere:a) “il pane”, simbolo di tutto ciò che serve per la nostra crescita umana oltre che spirituale;b) la forza di perdonare;c) l’armatura spirituale (cf Ef 6,13-18) per superare le tentazioni (cf 1 Cor 10,13);d) una speciale protezione dal Maligno per rimanere saldi nella fede, speranza e carità (cf 1Pt 5,6-9).

Esplicitazioni
_ Riscoprire il primato della lode: dedicare, nel corso della giornata, dei momenti particolari inmodo da far memoria delle meraviglie che continuamente Dio realizza nella nostra vita.
_ Riscoprire il primato della gioia: la lode è evento di gioia, di gratitudine che ci apre al misterodell’amore di Dio nella quotidianità.
_ Riscoprire la forza dell’intercessione: presentiamo a Dio, con umiltà e fiducia, la nostra vita equella di tutti coloro che soffrono e necessitano della consolazione di Dio, perché si compia lasua volontà e venga il suo regno.

Brani bibliciMatteo 6,9; Romani 1,7; 1Corinzi 1,3; 2Corinzi 1,2; Galati 1,3ss; Efesini 1,2; Filippesi 1,2;Colossesi 1,2; 1 Tessalonicesi 3,11.13; 2 Tessalonicesi 1,1; 2,16, Filemone 3; Giacomo 1,27. 

Bibliografia essenziale
Vivere nel potere dello Spirito, Sebastiano Fascetta, Edizione RnS, Roma 2006, pag 203-220;Camminiamo secondo lo Spirito, Sebastiano Fascetta, Edizione RnS, Roma 2002; pagg.191-222;Padre nostro, Bruno Maggioni, Edizione Vita e Pensiero, Milano 1995;Il canto del Pane, Ermes Ronchi, Editrice Sardini, 1995;Pregare il Padre nostro, Olivier Celment, Benoit Stadaert, Edizione Qiqajon, Magnano1989. 
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00lunedì 26 ottobre 2009 13:52
II capitoloLA PREGHIERA LITURGICA 

Principi biblici-teologici della Liturgia delle ore
 Proclamazione della Parola<E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito,intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore contutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome delSignore nostro Gesù Cristo> (Ef 5,18-19). 

Il Magistero
<La liturgia delle Ore si è sviluppata a poco a poco in modo da divenire la preghiera della Chiesalocale. Essa si svolgeva in tempi e luoghi stabiliti, sotto la presidenza del sacerdote. Era come unaindispensabile integrazione di ciò che costituisce la sintesi di tutto il culto divino, cioè del sacrificioeucaristico, la cui straordinaria ricchezza faceva rifluire ed estendeva ad ogni ora della vitaumana….Mentre dunque recitiamo l’Ufficio dobbiamo riconoscere l’eco delle nostre voci in quelledi Cristo e quelle di Cristo in noi. Perché questa caratteristica della nostra preghiera risplenda piùchiaramente, è indispensabile che “quella soave e viva conoscenza della Sacra Scrittura”, cheemana dalla Liturgia delle Ore, rifiorisca in tutti, in modo che la Sacra Scrittura diventi realmentela fonte principale di tutta la preghiera cristiana> (Costituzione Apostolica con la quale sipromulga l’Ufficio Divino rinnovato a norma del Concilio Ecumenico Vaticano II di Paolo VI). 

La viva tradizione della Chiesa
<Le mie labbra si aprono in un inno, quando tu mi insegni le tue rette sentenze: come a chi è nellagioia si addice il salmeggiare – “chi tra voi è nella gioia, salmeggi”, e detto – così il cantare inni èproprio di coloro che contemplano le ragioni delle “rette sentenze”. Mentre però il salmeggiare siaddice agli uomini, il cantare inni, invece, agli angeli o a coloro che posseggono uno stato quasiangelico. Così, anche i pastori che passavano la notte all’aperto non udirono gli angelisalmeggiare, ma cantare inni e dire: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uominiche egli ama” (Lc 2,14). Ora un “animo gioioso” consiste nell’impassibilità dell’anima, che siottiene attraverso la custodia dei comandamenti di Dio e le vere dottrine; un “inno”, invece, è lode,legata alla stupita meraviglia di fronte alla visione delle cose create da Dio> (Evagrio, inCommento ai Salmi 118,171). 

Riflessione biblica
Il Nuovo Testamento attesta non solo la dimensione comunitaria della preghiera ma anche quellapersonale, vissuta in determinate ore della giornata, ad esempio “all’ora terza” (cf At 2,1-15), verso“le tre del pomeriggio” (At 3,1) oppure “verso mezzanotte” (At 16,25) in piena continuità con tuttala tradizione ebraica che dedicava momenti particolari della giornata alla preghiera. Lo stesso Figliodi Dio ha voluto lasciarci testimonianza della sua preghiera alzandosi al mattino presto (cf Mc1,35), ritirandosi in luoghi isolati la sera “alla quarta veglia” (Mc 14,23.25; Mc 6, 46.48). Gesù nonsolo ha pregato, ma ha “ordinato” di fare ciò che egli fece, esortando alla preghiera incessante,umile (Lc 18,9-14), vigilante (Lc 21,36), perseverante e fiduciosa (Lc 11,5-13; 18,1-8). Lapreghiera cristiana, sin dal sorgere della Chiesa, è fondamentalmente preghiera di lode e direndimento di grazie nello Spirito Santo (cf Rm 8,14.27; Gd 20, Ef 5,18c) per mezzo del Figlio diDio8 (Rm 12,12; 1 Cor 7,5; Ef 6,18; Col 4,2), rivolta al Padre (Eb 13,15).La Chiesa adempie pienamente all’incessante esortazione di Gesù a pregare senza stancarsi (cf Lc18,1) non solo attraverso la Celebrazione Eucaristica ma anche <in altri modi, e specialmente con laLiturgia delle Ore, la quale, tra le altre azioni liturgiche, ha come sua caratteristica per anticatradizione cristiana di santificare tutto il corso del giorno e della notte>9 Attraverso la Liturgiadelle Ore si realizza la santificazione dell’essere umano mediante il dialogo con Dio, l’ascolto dellaSua Parola che avviene in modo speciale attraverso i Salmi.Il Salterio è il libro di preghiera di Gesù nel senso “più rigoroso” del termine, perché Egli hapregato con il salterio10 <e questo è divenuto la sua preghiera>11. Gesù iniziava la giornata comeogni pio israelita: al mattino diceva con la famiglia riunita i salmi di lode 146 -150 e le benedizioniprescritte; la sera prima di dormire, ripeteva il salmo 4. La più grande12 testimonianza dell’uso delsalterio da parte di Gesù è data dall’esperienza del Getsemani quando cita i Salmi 42,6; 53, 5, 22 e31,6.Il Salterio <è la preghiera vicaria di Cristo per la sua comunità>13. Ora che il Figlio di Dio si trovapresso la Gloria del Padre è la “nuova umanità di Cristo”, la Chiesa, che continua la preghiera finoalla fine dei tempi attraverso il salterio. <Coi salmi noi facciamo pienamente nostra la preghiera nelCristo, poiché siamo diventati una sola cosa con lui nel Battesimo>14.

 
Applicazioni
La Liturgia delle Ore esprime la dimensione ecclesiale della preghiera cristiana in quanto risuona la<voce della diletta Sposa di Cristo, i desideri ed i voti di tutto il popolo cristiano, le suppliche e leimplorazioni per le necessità di tutti gli uomini>15, ma è anche di fondamentale importanza percurare la preghiera personale fondata sulla sacra Scrittura e per santificare il tempo celebrando: 
1) le “lodi mattutine” che scandiscono il “nuovo inizio”, il sorgere del sole, della luce che manifestala bellezza della natura ma, in particolare, il sorgere della Luce eterna, del Sole di Giustizia: Cristo.Il sole che sorge al mattino libera la terra dalle ombre della notte; analogamente, crediamo, che ilSole di Giustizia, Cristo nostro Signore, ogni giorno libera il nostro cuore dalle tenebre del peccato; 8 <Così, quando pregando parliamo con Dio, non per questo separiamo il Figlio dal Padre e quando il Corpo del Figlioprega non separa da sé il proprio Capo, ma è lui stesso unico salvatore del suo Corpo, il Signore nostro Gesù CristoFiglio di Dio, che prega per noi, prega con noi ed è pregato da noi. Prega per noi come nostro sacerdote, prega in noicome nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio.> (S.Agostino, Commento al Sal 85).9 La liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, Ufficio divino rinnovato a norma dei decreti del Concilio EcumenicoVaticano II e promulgato da Paolo VI.10 “Il nome greco psaltérion indica uno strumento a corde: un’arpa o una cetra (cf Dn 3,5). Psalmòs denota quindi uncanto accompagnato da uno strumento musicale. Se, pertanto, le preghiere del Salterio sono musicate e cantate, ciòsignifica che esse non erano destinate a un uso privato, ma pubblico, cioè alla liturgia” (Alberto Mello, I Salmi: unlibro da pregare, Edizioni Qaqajon, 2007 Magnano, pag.14).11 Dietrich Bonhoeffer, Vita Comune. Il libro di preghiera della Bibbia, Edizione Queriniana 1994, Brescia, pag.36.12 Enzo Bianchi, Introduzione ai Salmi, Edizione Gribaudi 1982, Torino pagg.21-37.13 Ibidem.14 Enzo Bianchi, Introduzione ai Salmi, Edizione Gribaudi 1982, Torino, pag.30.15 Ibidem n.8. 
2) l’ora media è l’ora più delicata, pausa nel corso delle ore lavorative, carica delle faticheaffrontate nel corso della giornata. E’ il tempo della distensione, ma anche della tentazione perchépossiamo abbassare il livello di attenzione nei riguardi della Parola di Dio e di noi stessi. Questotempo è utile per <permettere alla Parola di Dio di rendesi presente ed efficace anche nellesituazioni più difficili e delicate della nostra vita>16; 
3) i vespri segnano l’ora in cui si avvicina il tramonto e prendiamo coscienza del nostro inevitabile<ritorno del corpo alla terra>.17 Unitamente a questa percezione siamo pur consapevoli dipartecipare all’evento pasquale ed in particolare alla risurrezione che si verificherà in noi. Infatti,mentre il giorno volge al suo declino, percepiamo la presenza viva della luce dello Spirito, accesa innoi dal Cristo Risorto.La Liturgia delle Ore vissuta personalmente arricchisce la preghiera comunitaria carismatica perchéconferisce un pensiero ed un linguaggio prettamente biblico mediante la ripetizione ememorizzazione dei Salmi, dei Cantici dell’A.Testamento e del N.Testamento assumendo, nellafedeltà giornaliera alla preghiera personale, la sublime arte spirituale di pregare la Parola con laParola di Dio sottomettendo ogni stato d’animo, ogni preoccupazione, ogni aspettativa aisuggerimenti dello Spirito.16 Innocenzo Gargano, Dal Sorgere del Sole al suo tramonto. Iniziazione alla preghiera delle ore e alla lectio divina.Edizione Paoline, 1993, Milano pag. 69.17 Ibidem pag. 70. 

Esplicitazioni
Decidi di santificare la tua giornata scegliendo un tempo particolare (la mattina, il pomeriggiooppure la sera) utilizzando la preghiera della Liturgia delle Ore, adattandola al tuo contesto, altempo a tua disposizione.Cerca di memorizzare un versetto o più di un salmo in particolare in modo da essereaccompagnato/a nel corso della giornata dalla memoria costante di Dio, alimentata dalla Sua Parola. 

Brani biblici
Luca 11,1; Matteo 6,6; Luca 24,30; Matteo 26,30; Matteo 5,44; 7,7; 26,41; Matteo 13,33; 14,38;Luca 6,28; 10,2; Giovanni 14,13; Luca 18,1.9-14; Luca 21,36; Marco 13,33; Romani 8,15-26;Efesini 5,19; Ebrei 13,15; Apocalisse 19,5; Colossesi 3,17; Filippesi 4,6; 1Tessalonicesi 5,17; 1Timoteo 2,1; Romani 15,30; Efesini 6,18; 1Tessalonicesi 5,25, Giacomo 5,14-16. 

Bibliografia essenziale
AA.VV. Liturgia delle Ore a cura del Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo. Edizione Marietti.Beauchamp, P. (2002). Salmi notte e giorno. Assisi: Cittadella Editrice.Enzo Bianchi, (1982). Introduzione ai Salmi. Torino: Edizione Gribaudi.Mello, A. (2007). I Salmi: un libro per pregare. Magnano: Edizione Qiqajon.Wénin, A. (2002). Entrare nei Salmi. Bologna: edizione EDB.Dietrich Bonhoeffer (1991), Vita comune. Il libro di preghiera della Bibbia. Edizione Queriniana. 
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00martedì 27 ottobre 2009 13:50

III capitolo
 IL SOFFIO DELLO SPIRITO NELLA PREGHIERA
 Proclamazione della Parola

<La Parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ognisapienza, cantando a Dio di cuore, con gratitudine, salmi, inni e cantici spirituali> (Col 3,16).<Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamoche cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, congemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egliintercede per i credenti secondo i disegni di Dio> (Rm 8,27). 

Il Magistero
<Il soffio della vita divina, lo Spirito Santo, nella sua maniera più semplice e comune, si esprime esi fa sentire nella preghiera. E’ bello e salutare pensare che, dovunque si prega nel mondo, ivi è loSpirito Santo, soffio vitale della preghiera. E’ bello e salutare riconoscere che, se la preghiera èdiffusa in tutto l’orbe, nel passato, nel presente e nel futuro, altrettanto estesa è la presenza el’azione dello Spirito Santo, che alita la preghiera nel cuore dell’uomo in tutta la gamma smisuratadelle situazioni più diverse e delle condizioni ora favorevoli, ora avverse alla vita spirituale ereligiosa > (Giovanni Paolo II, Dominum et Vivificantem, n.65). 

La viva tradizione della Chiesa
<Quando si vive secondo lo Spirito e non secondo l’uomo, quando ci comportiamo in modo che cisi potrebbe chiamare dei, il nostro cuore si colloca in una specie di firmamento spirituale, dove sirinsalda in maniera più piena e perfetta la nostra fede nella verità di Colui che per noi si è degnatodi farsi uomo. Il nostro cuore si apre all’adorazione vera e appropriata del Signore. Quandoesultanti nello Spirito adoriamo il Signore nostro Gesù, lodiamo Dio due volte. Tale adorazione,infatti, unisce la lode che si eleva al Padre, per il fatto che ci proclamiamo peccatori, alla lode cheallo stesso Padre tributiamo ringraziandolo per la gloria della risurrezione di Gesù, da cui deriva eda dove si raccoglie “la totalità delle opere molte belle del Signore> (cf Sir 39,21). 

Riflessione biblica
Il termine canti spirituali rimanda ad un'altra espressione ricorrente nell’A.Testamento, in specialmodo nei Salmi e nel libro dell’Apocalisse, e cioè “canto nuovo(cf Gdt 16,13; Sal 33,3; 40,4;96,1; 98,1; 144,9; 149,1; Is 42,10). Il vero cantare nella Bibbia significa, nella maggior parte deicasi, lodare Dio, confessare la Sua Signoria sul male, sulla morte, sui nemici. La lode è il più dellevolte manifestazione del dono della liberazione operata da Dio per la salvezza del suo popolo.Cantare la lode a Dio vuol dire fare memoria dell’agire salvifico di Dio e, nel contempo, fareesperienza della Sua presenza viva ed efficace.
L’aggettivo “
nuovo” non indica semplicemente
qualcosa di inedito (cf Is 48,6) ma un evento di rinascita di cui l’orante é testimone diretto. Ilcanto/lode è nuovo perché scaturisce da un cuore nuovo, ricreato dalla grazia, guarito, purificato.Tale esperienza conduce l’orante a una nuova conoscenza di Dio, a nuove intuizioni spirituali, anuove aperture profetiche, che lo dispongono ad accogliere in maniera nuova la volontà di Dio.Anche il libro dell’Apocalisse cita frequentemente l’esperienza del canto nuovo da parte dei redenti,di coloro che adorano l’Agnello (cf Ap 5,9). Per i non credenti rimane un fatto sconosciuto eindecifrabile (Ap 14,3).
Il canto nuovo, secondo il libro dell’Apocalisse, acquista una dimensione
storica ed escatologica, immanente e trascendente. Tra la Gerusalemme terrestre e quella celeste viè una continuità misteriosa data dal canto nuovo che i credenti sperimentano nella concretezza dellaloro storia e che esprimono in modo particolare in un contesto liturgico. La lode è già anticipazionedella realtà escatologica, della piena manifestazione della gloria di Dio.Il canto nuovo scaturisce da un cuore ricolmo di Spirito Santo (cf Col 3,18). Senza lo Spirito Santola nostra preghiera è un semplice e insignificante “boccheggiare” che non ci consente di entrare inrelazione con la presenza di Dio. Noi, afferma S.Paolo, non sappiamo come pregare e cosadomandare (cf Rm 8,27) perché siamo spesso agitati e condizionati dal nostro egoismo e daldesiderio di vedere soddisfatti i nostri bisogni, incapaci di accogliere i desideri dello Spirito. Perquesto motivo lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, alla nostra incapacità di pregare. LoSpirito Santo ci educa alla preghiera: Egli, infatti, come fa una madre nei riguardi del proprio figlio,ci conduce a riconoscere Dio come Padre e ci fa partecipare al grido del Figlio di Dio che dice:Abbà, Padre (cf Rm 8,15; Gal 4,6). L’esperienza fondamentale del credente rigenerato dallo Spirito,che nasce a vita nuova, è il grido ispirato dallo Spirito che diventa preghiera, comunicazione edialogo con Dio Padre. 

Applicazioni
Lo Spirito Santo suscita la preghiera ed è oggetto della nostra preghiera. Lo Spirito è il protagonistadella preghiera cristiana perché senza di Lui non c’è possibilità di relazione con Dio. La preghiera èqualcosa che ci precede e ci viene offerta in dono dallo Spirito Santo.Dove c’è esperienza di Spirito Santo c’è anche la preghiera; essa diventa un modo “naturale” divivere davanti a Dio, di concepire la propria esistenza umana. La preghiera autenticamente mossadallo Spirito non conduce a nessuna evasione dalla storia, dalla quotidianità ma illumina il vissutoumano.Pregare nello Spirito significa vivere davanti a Dio, comunicare ciò che siamo, portare a lui lanostra vita, storia spesso lacerata, per portare la sua luce, la sua forza nella nostra condizioneumana. La preghiera è un cammino di relazione con Dio che si esplicita nel quotidiano.Lo Spirito non solo è protagonista della preghiera ma è anche l’oggetto invocato, desiderato (cf Lc11,14).Noi preghiamo chiedendo con insistenza e fiducia, anzitutto, il dono dello Spirito Santo peracquisire una crescente docilità interiore e una profonda conoscenza di Dio e di noi stessi.Per questo motivo ogni preghiera inizia invocando lo Spirito Santo, il dono per eccellenza, che cicomunica i desideri di Dio, il pensiero di Cristo e ci fa comprendere le cose spirituali per vivere dauomini spirituali (cf 1Cor 1,14-16). 

Esplicitazioni
_ Chiedere con rinnovata fiducia il dono dello Spirito per imparare l’arte della preghiera affinchésia potentemente rafforzato l’uomo interiore (cf Ef 3,16)
.
_ Trovare spazi di interiorità per ascoltare la voce dello Spirito che parla attraverso le SacreScritture, nel profondo del nostro cuore, mediante gli eventi quotidiani, per sottomettere a Dio lapropria intelligenza e la propria volontà

 
Brani bibliciIsaia 42,10; Salmo 33,3; 40,4; 96,1; 98,1; 144,9; Apocalisse 5,9; 14,3; 15,3; Luca 11,13; Romani8,26; Giuda 20. 

Bibliografia essenziale
Il canto della rana, Musica e teologia nella Bibbia, Gianfranco Ravasi, David Maria Turoldo,Edizione Piemme 2003;I Carismi del canto e della danza, Giuseppe Bentivegna, Edizioni RnS, Roma 2005;Lo Spirito prega in noi, Andrè Louf, Edizione Qiqajon 1995. 

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