un concilio, inizialmente privo di qualcuno dei requisiti necessari, sia di
dispensare dal ricorso al concilio per la definizione della fede ortodossa.
Teodoro è portato dall'emergenza nella Chiesa, a sottolineare la prerogativa
straordinaria del papato di essere succedaneo del concilio. L’affermazione, nella
stessa lettera, che da Roma viene la certezza della fede sembra da intendersi nel
senso che il papa in questi suoi pronunciamenti dottrinali esprime in realtà la
fede dei cinque patriarcati, che è la fede della Chiesa, indipendentemente dal
fatto che uno di essi sia occupato da un titolare eterodosso. In quest'ultima
eventualità Teodoro prevede esplicitamente che egli venga corretto dai suoi pari
e non da Roma soltanto. L'arbitrato di Roma non è pertanto isolabile dal
contesto pentarchico, che è poi quello della Chiesa universale. La vigorosa
accentuazione in senso petrino dell'apostolicità romana non può considerarsi
separatamente dal quadro ecclesiologico delineato da Teodoro con l'intreccio dei
titoli e delle metafore, nel gioco delle graduazioni e delle sovrapposizioni. Nella
Chiesa, corpo del Cristo, di cui Egli è il capo, ogni figura che ha autorità è una