00 22/12/2008 19:56
Ho trovato su questo sito http://camcris.altervista.org/tradiz.htmldiverse diverse citazioni patristiche, alcune già portate su questo forum, che a semplice vista sembrano in favore di ciò che dicono i protestanti.

In questa discussione cercerò di analizzare le citazioni e vedere cosa c'è dietro

Citazione:
Originalmente inviato da web protestante
Siccome la tradizione cattolico-romana non è sostenuta dalla Sacra Scrittura, vogliamo vedere quello che alcuni di quegli antichi scrittori che essa chiama "padri della Chiesa" hanno detto doversi fare a proposito di ciò che non può essere confermato dalla Bibbia, o che non fa parte della Scrittura e la contraddice
.

Citazione:
Originalmente inviato da web protestante
Giustino Martire (morto nell'anno 165 dopo Cristo) disse: 'Non abbiamo alcun comandamento di Cristo che ci faccia obbligo di credere alle tradizioni e alle dottrine umane, ma soltanto a quelle che i beati profeti hanno promulgate e che Cristo stesso ha insegnate, ed io ho cura di riferire ogni cosa alle Scritture e chiedere ad esse i miei argomenti e le mie dimostrazioni' (Giustino Martire, Dialogo con Trifone);


Vi sono infatti, amici, - così continuavo – alcuni della vostra razza che riconoscono che Egli è il Cristo, ma dichiarano che è un uomo nato da uomini. Io non sono d'accordo con loro, né affermerebbero questo i più, che la pensano come me, perchè Cristo stesso ci ha ordinato di non obbedire ad ammaestramenti umani ma a quelli annunciati tramite i profeti e impartiti da lui stesso.
San Giustino Martire, Dialogo con Trifone, Cap 48, 4

La frase: “ed io ho cura di riferire ogni cosa alle Scritture e chiedere ad esse i miei argomenti e le mie dimostrazioni”, è una aggiunta alla citazione, già che non corrisponde con il Cap 48,4, e quindi la citazione è stata manipolata.

San Giustino sta dicendo che non dobbiamo ubbedire ammaestramenti umani, ma che dobbiamo comunque ubbedire agli insegnamenti di Cristo stesso. La fonte della tradizione apostolica sono gli insegnamenti di Cristo agli apostoli, quindi bisogna conservarla.

Citazione:
Originalmente inviato da web protestante
Basilio (330-379 d.C.) disse: 'Rigettare alcuna cosa che si trova nelle Scritture, o ricevere alcune cose che non sono scritte, è un segno evidente d'infedeltà, è un atto di orgoglio... il fedele deve credere con pienezza di spirito tutte le cose che sono nelle Scritture senza togliere o aggiungere nulla' (Basilio, Lib. de Fid. - regul. moral. reg. 80);


In realtà San Basilio dice questo:

Che cosa è proprio del cristiano? La fede operante mediante l'amore.
Che cosa è proprio della fede? Piena e indubbia certezza della verità delle parole ispirate da Dio, non soggetta a oscillazione dovuta a qualsiasi pensiero, sia esso indotto da neccessità fisica o camuffato sotto aspetto di pietà.
Che cosa è proprio del fedele? Il conformarsi con tale piena certezza al significato delle parole della Scrittura, e non osare togliere o aggiungere alcunché. Se infatti tutto ciò che non è dalla fede è peccato, come dice l'Apostolo, ma la fede è dall'udito e l'udito poi mediante la parola di Dio: allora tutto ciò che è al di fuori della Scrittura ispirata, non essendo dalla fede è peccato.”
San Basilio, Regole morale, regola LXXX, 22.

San Basilio parla in favore della tradizione apostolica, già che dice che dobbiamo avere piena certezza nel significato delle parole della Scrittura, e non togliere o aggiungere nulla, e poi finisce dicendo che tutto ciò che è al di fuori della Scrittura ispirata, non essendo dalla fede è peccato. Noi sappiamo che la tradizione apostolica fa parte della fede della Chiesa. La citazione è stata chiaramente manipolata.

Cosa pensava San Basilio della tradizione apostolica?

Ormai cerchiamo quali siano le nostre comuni nozioni sullo Spirito Santo: sia quelle raccolte per noi dalle Scritture sia quelle che abbiamo ricevuto dalla tradizione non scritta dei padri.”
San Basilio, Lo Spirito Santo, IX, 22

Ma preparativi di guerra si fanno contro di noi; ogni pensiero è ordinato contro di noi e le lingue di quei blasfemi dardeggiano, colpendo più violentemente di quanto quei cristicidi non colpissero Stefano con le pietre.
Ma non tentino di nascondere che noi siamo solo il preteso della guerra: in realtà essi mirano più in alto. È contro di noi, apparentemente, che si preparano le macchine e gli agguati e che incoraggiano l'un l'altro a dare aiuto, secondo l'esperienza e la forza di ciascuno.
Ma è la fede che è attaccata e lo scopo comune a tutti gli avversari e nemici della sana dottrina, è quello di scuotere il fondamento della fede in Cristo, sopprimendo la tradizione apostolica, e distruggendola totalmente.
San Basilio, Lo Spirito Santo, X, 25

E nessuno interpreti male la parola dell'Apostolo, che spesso, facendo menzione del battesimo, omette il nome del Padre e dello Spirito Santo, né per questo ritenga sia indifferente l'invocazione dei nomi. 'Tutti voi - dice – che siete stati battezzati in Cristo, avete rivestito il Cristo' (Gal 3,27). E ancora: 'Tutti voi che siete stati battezzati in Cristo, siete stati battezzati nella sua morte' (Rom 6,3). Nominare Cristo infatti significa fare una confessione di fede completa: manifesta Dio che unge, il Figlio unto e il crisma: lo Spirito, come Pietro ci insegna negli Atti: 'Gesù di Nazaret, che Dio unse con lo Spirito Santo' (Atti 10,38).
E in Isaia: 'Lo spirito del Signore è su di me: perchè di esso egli mi ha unto' (Is 61,1;Lc 4,18).
E il salmista: 'Per questo Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio d'allegrezza' (Sal 44,8).
Talora tuttavia sembra che l'Apostolo si sia ricordato soltanto dello Spirito Santo a proposito del battesimo: 'Tutti – dice – siamo stati battezzati in un sol corpo, in un solo Spirito' (1Cor 12,13). Si accorda in questo senso anche: 'Voi sarete battezzati nello Spirito Santo' (Atti 1,5) e 'Egli vi battezzerà nello Spirito Santo' (Lc 3,16). Ma non per questo si potrebbe dire perfetto un battesimo nel quale fosse invocato soltanto il nome dello Spirito. Bisogna infatti che resti sempre inviolabile la tradizione data nella grazia vivificante.
Colui che ha liberato la nostra vita dalla corruzione, ci ha dato una forza di rinnovamento che ha una causa indicibile, nascosta nel mistero, ma che apporta alle anime una grande salvezza. Così aggiungere o togliere qualcosa è chiaramente un allontanarsi dalla vita eterna.
San Basilio, Lo Spirito Santo, XII, 28

Fra le dottrine e le proclamazioni custodite nella Chiesa, talune le deriviamo dell'insegnamento scritto, altre le abbiamo ricevute dalla tradizione apostolica, a noi trasmesse segretamente. Ma entrambe hanno lo stesso valore per la pietà. E questo non lo potrà negare nessuno che abbia una sia pur modesta esperienzia delle istituzioni ecclesiastiche. Se infatti noi tentassimo di scartare i costumi non scritti che non hanno grande incidenza, a nostra insaputa daneggeremmo il Vangelo prorpio nelle parti essenziali: anzi di più: ridurremmo la proclamazione a un nome vuoto.
San Basilio, Lo Spirito Santo, XXVII, 66

Non mi basterebbe una giornata intera se volessi esporre i misteri della Chiesa non scritti. Tralascio tutto il resto; ma la professione di fede nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, da quali scritti noi l'abbiamo?
San Basilio, Lo Spirito Santo, XXVII, 67

A coloro che dicono che la dossologia con lo Spirito non è attestata nella Scrittura, diciamo questo: se non si acetta nessun'altra cosa non attestata nella Scrittura, non si accetti neppure questa; se però la maggior parte delle celebrazioni dei misteri hanno per noi diritto di cittadinanza insieme a molte altre cose che pur non sono nella Scrittura, allora ammettiamo anche questa. Io credo che sia un criterio apostolico attenersi anche alle tradizioni non scritte: 'Vi lodo – dice l'Apostolo – perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservatele tradizioni così come ve le ho trasmesse' (1Cor 11,2); e ancora: 'Mantenete le tradizioni che avete apprese sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera' (2Tes 2,15).
San Basilio, Lo Spirito Santo, XXIX, 71

Citazione:
Originalmente inviato da web protestante
Ambrogio (340 ca. - 397) disse: 'Chi ardirà parlare quando la Scrittura tace?... Noi nulla dobbiamo aggiungere al comando di Dio; se voi aggiungete o togliete alcuna cosa siete rei di prevaricazione' (Ambrogio, Lib. II de vocat. Gent. cap. 3 et lib. de parad. cap. 2).


A semplice vista non si trova nulla contro la tradizione apostolica, già che sono frasi abbastanza vaghe. Nel libro De Paradiso Liber Unus, Cap 2 non si trova quella frase.
Vedere: www.documentacatholicaomnia.eu/ l'unica frase che fa riferimento alle Scritture è questa:

Sic ergo et in Scripturis divinis non facile reprehendamus aliquid quod intelligere non possumus. Sunt enim plurima quae non nostro ingenio metienda sunt; sed ex altitudine divinae dispositionis et verbi sunt estimanda.”
Sant'Ambrogio, De Paradiso, Liber unus, Cap II, 7

Allo stesso modo dunque anche nelle divine Scritture non dobbiamo biasimare con leggerezza ciò che non siamo in grado di comprendere. Vi sono infatti parecchie cose che non possono essere misurate con il metro della nostra mente, ma dovono essere valutate riferendosi alla profondità del disegno e della parola di Dio”
Sant'Ambrogio, Il Paradiso terrestere, Cap II, 7

Il libro citato, di Sant'Ambrogio “Liber Duode Vocatione Gentium” è un opera incerta, che non appare nemmeno nella lista delle opere di Sant'Ambrogio.

Si può leggere la versione in latino su http://www.documentacatholicaomnia.eu/

Et quanta in praeteritis saeculis super caeteras nationes, tanta nunc esset in gente Judeae parcitas gratiae: cum tamen introducta plenitudine gentium (Rom IX), etiam ipsorum ariditati earumdem rigationum inundatio spondeatur. Quae itaque causae sint harum sub eadem gratia dissimilitudinum, quaeve rationes, sanctis Scripturis non loquentibus, quis loquetur? Et cum in eis scientia Pauli apostoli a disputitione transeat ad stuporem: cujus erit tanta praesumptio, qui haec disserendo, existimet aperienda potius quam silentio miranda?. Patienter igitur et aequanimiter ignoretur tam remotum ab humana cognitione secretum: nec tamen quia nequeunt clausa penetrari, ideo etiam resoratorum est praetereundus introitus.
Libri Duode Vocatione Gentium, Cap III (Incerto)

In ogni modo quel testo non è contro la tradizione apostolica. Abbiamo invece testimonianze di Sant'Ambrogio che parlano chiaramente in favore della tradizione apostolica:

Però mi chiedo perché mai non credono che i martiri possano guarire. Ciò equivale a non credere a Cristo, perché Egli stesso ha detto: 'E farete opere maggiori di queste'. Che forse sono stati questi martiri, i cui meriti sono riconosciuti ormai da lungo tempo, a ritrovare nei giorni scorsi le reliquie? A questo punto io mi chiedo se l'oggetto della loro invidia sia io, o i santi martiri. Se sono io, che forse è in mio potere fare i miracoli? Che forse i miracoli si compiono per opera mia, nel mio nome? Allora perché mi invidiano ciò che non mi spetta? Se invidiamo i martiri (infatti, se non sono io l'oggetto della loro invidia, neccessariamente debbono esserlo i martiri), dimostrano che la fede dei martiri è diversa dalla loro. Non ne invidierebbero certo le azioni se non ritenessero che la fede dei martiri è diversa da quella che essi possiedono. Eppure quella fede, confermata dalla tradizione dei padri, e che perfino i demoni non possono negare, gli ariani la negano.
Sant'Ambrogio, Lettera XXII, 19

Citazione:
Girolamo (347 ca. - 419-20 ca.) disse: 'Se voi volete chiarire le cose in dubbio, andate alla legge e alla testimonianza della Scrittura; fuori di lì siete nella notte dell'errore. Noi ammettiamo tutto ciò che è scritto, rigettiamo tutto ciò che non lo è. Le cose che si inventano sotto il nome di tradizione apostolica senza l'autorità della Scrittura sono colpite dalla spada di Dio' (Girolamo, In Isaiam, VII; In Agg., I; citato da Roberto Nisbet in op. cit., pag. 28).
Un'altra citazione abbastanza sospetta, ancora non trovo il libro che hanno citato in italiano, ma...

Comunque, mi sembra che San Girolamo stia parlando di inventare qualcosa e poi dire che fa parte della tradizione apostolica. Questo è sbagliatissimo, comunque tutto ciò che dice la tradizione apostolica ha un solido sostegno biblico.

In ogni modo abbiamo testimonianze di San Girolamo in favore della tradizione apostolica:

Nel periodo di Pentecoste la cena diventa colazione, sia per soddisfare la tradizione ecclesiastica, sia per non appesantire il ventre con una doppia quantità di cibo.”
San Girolamo, Lettera XXII, 35

Noi, in accordo con tutto il mondo, digiuniamo per una sola quaresima, secondo la tradizione degli apostoli; essi fanno trè quaresime l'anno, come se avessero sofferto trè salvatori.”
San Girolamo, Lettera XLI, 3

Citazione:
Originalmente inviato da web protestante
Cipriano (200 ca. - 258) disse: 'Che orgoglio e che presunzione è l'uguagliare delle tradizioni umane alle ordinanze divine...!' (Cipriano, Epist. 71);
Questa citazione è falsa, non si trova nella Epistola 71 di San Cipriano. Vedere questa pagina: http://www.newadvent.org/fathers/050671.htm

Già che ho letto l'Epistola 71 di San Cipriano vi faccio vedere cosa ho trovato:

Quanti non appartengono alla Chiesa di Cristo, appartengono alla chiesa dei morti. Non può dare la vita ad un altro uno che non ce l'abbia; una sola è la Chiesa che ha conseguito la grazia della vita eterna, che vive in eterno e che vivifica il popolo di Dio”
San Cipriano, Epistola 71, 1

Poiché non vi può essere nulla di comune tra la verità e la menzogna, tra le tenebre e la luce, tra la morte e l'immortalità, tra l'anticristo e il Cristo, noi dobbiamo restare fedeli in tutto all'unità della Chiesa Cattolica e non fare concessione alcuna ai nemici della fede e della verità”
San Cipriano, Epistola 71,2

Non si tratta qui di accettare per diritto di prescrizione una consuetudine; bisogna invece vincere attraverso la ragione. Infatti Pietro, che il Signore ha eletto per primo e sul quale ha edificato la sua Chiesa, durante quel sissenso che ha avuto con Paolo a proposito della circoncisione, non si è rivendicato qualche diritto con insolenza e orgoglio. No ha premesso di possedere il primato, non ha detto che sia i nuovi che i meno anziani devono obbedirgli. Non ha disprezzato Paolo, perché era stato prima persecutore della Chiesa, ma ha accettato il consiglio che proveniva dalla verità e con facilità ha dato il suo assenso alle legittime motivazioni che Paolo portava.”
San Cipriano, Epistola 71,3

Ma, cosa pensava San Cipriano della tradizione apostolica?

Per questo che bisogna rispettare con cura la tradizione divina e la prassi apostolica; tradizione e pratica che si trovano presso di noi ed in quasi tutte le provincie...”
San Cipriano, Epistola 67,5

La Chiesa infatti è una sola; se è una, non può trovarsi dentro e fuori. Se infatti la Chiesa si trova presso Novaziano, non lo è stata presso Cornelio. Se invece la Chiesa si è trovata presso Cornelio, che è succeduto, attraverso la legittima ordinazione, al vescovo Fabiano e che il Signore ha reso glorioso non solo con l'onore dell'episcopato, ma anche con quello del martirio, Novaziano non si trova nella Chiesa e non può considerarsi vescovo. Egli ha disprezzato la tradizione del vangelo e degli apostoli; non è succeduto a nessuno, ma è sorto da sé. Non può infatti avere, o possedere in nessun modo la Chiesa, chi non è stato ordinato nella Chiesa.”
San Cipriano, Epistola 69,3

Citazione:
Originalmente inviato da web protestante
Tertulliano (160 ca. - 220 ca.) disse: 'Ci mostri la scuola di Ermogene che ciò ch'essa insegna sta scritto: se non è scritto, tremi in vista dell'anatema fulminato contro coloro che aggiungono alla Scrittura, o ne tolgono alcuna cosa' (Tertulliano, Contro Ermogene, cap. 22).
Dunque, 'in principio Dio creò il cielo e la terra'. Adoro la pienezza della Scrittura, con la quale vengono manifestati il creatore e la sua opera. Nel Vangelo invece scopro, come ulteriore rivelazione, che il Verbo è il ministro e l'ordinatore del creatore, ma non ho ancora letto in alcun passo se l'universo sia stato creato da una qualche materia soggiacente: ché, se questo è scritto, lo insegni la bottega di Ermogene, ma se non è scritto, abbia timore di quel 'guai', destinato a coloro che fanno aggiunte o sottrazioni alla Scrittura”
Tertulliano, Contro Ermogene, Cap XXII, 3

La citazione esiste. Praticamente Tertulliano sta dicendo che quello che dice Ermogene non si trova nella scrittura, e fa una allussione a Apocalisse 22,18-19, per confutare meglio, chiaramente si sta parlando di scrittura e non di tradizione. Comunque, bisogna guardare anche altri testi di Tertulliano per vedere se era contro la tradizione apostolica o no.

Ma poi, se vi siano eresie, le quali abbiano l'ardire di sostenere che esse sono strettamente congiunte alla purezza e all'integrità dell'Epoca Apostolica, così da voler quasi dimostrare che derivano in certo modo dagli Apostoli direttamente, perchè all'età loro fiorirono, noi possiamo risponder così: ci dimostrino chiaramente le origini, dunque, delle Chiese loro; ce lo dichiarino in quale ordine si siano susseguiti i vescovi loro, cominciando dall'inizio e venendo giù ordinatamente nel tempo, in modo che quel primo vescovo possa a sua volta riconoscere come predecessore e sostenitore qualcuno degli Apostoli o di quei primi uomini apostolici che cogli Apostoli ebbero assoluta comunione di vita e di fede.
È proprio seguendo questo sistema che le Chiese Apostoliche spiegano e dichiarano la loro vita, la loro gloria. Ecco che la Chiesa di Smirne afferma che fu Giovanni a porre a suo capo Policarpo, e la Chiesa di Roma riconosce che Clemente fu ordinato da Pietro. E così continuando, tutte le altre Chiese fanno ricordo dei loro vescovi, che posti in tal grado direttamente dagli Apostoli, rappresentano la semente prima, apostolica, di quella che fu poi la fioritura. Anche gli eretici possono forse portare qualcosa che stia a confronto colle nostre affermazioni? Ci si provino! Che c'è di non lecito per loro, dal momento che han potuto e saputo pronunziare parole piene di menzona?
Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXII


"Le cose stanno dunque così: che noi possediamo la verità; che essa deve a noi proprio venire aggiudicata; a noi, che avanziamo, ognuno, sicuri in questa nostra regola, che le Chiese riceverono dagli Apostoli, gli Apostoli a lor volta attinsero dalla voce di Cristo, Cristo, da Dio. È chiaro ed evidente dunque che noi abbiamo pieno il diritto di non riconoscere agli eretici la facoltà di discussione e d'esame delle Scritture Sacre; sono proprio loro che noi possiamo benissimo convincere, senza appoggiarsi affatto all'aiuto dei Libri Sacri, che su di questi non possono vantare diritto alcuno."
Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXXVII


È da qui, da ogni considerazione esposta, che noi facciamo movere la nostra prescrizione contro gli eretici. È pure vero che Gesù Cristo inviasse gli Apostoli a predicare la sua dottrina (68). Ebbene: noi non dobbiamo accettare altri, all' infuori di loro, come divulgatori di essa.
Chi può conoscere il Padre se non il Figlio Suo e quelli a cui il Figlio lo rivelò (69)? E sembra che
a nessun altro, se non agli Apostoli, il Figlio abbia rivelato i! Padre Suo. Ad essi poi dètte l'incarico della predicazione e di divulgare, s'intende, ciò che era stato loro manifestato.
Ciò che essi, dunque, bandiscono alle genti, è quello che Cristo rivelò all'intelligenza loro; ed è da questo punto anche che noi possiamo alzare il nostro grido di prescrizione, in quanto non deve esser possibile conoscere la verità della dottrina di Cristo, se non ricorrendo alle Chiese che gli Apostoli fondarono e dove essi ammaestrarono i fedeli, sia colla voce viva ed ardente, sia rivolgendosi poi con lettere alle genti.
Se dunque le cose stanno esattamente così ne risulta che ogni dottrina, la quale si accordi ai principi di quelle Chiese Apostoliche Madri, sorgenti di ogni fede più pura, si deve riconoscere come veritiera: essa contiene in sè, senza dubbio alcuno, ciò che le Chiese attinsero dal labbro degli Apostoli, ciò che a loro volta gii Apostoli colsero dalle labbra di Gesù, ciò che infine Gesù attinse da Dio.
E si può affermare, senz' altro, falsa ogni dottrina che si schieri contro la verità della Chiesa e quindi contro la parola degli Apostoli, di Cristo, di Dio.
Quello che ci resta da dimostrare è questo appunto: che la dottrina nostra, di cui prima abbiamo dato la regola di fede, trae l'origine sua dalla pura tradizione apostolica e che quindi, posto questo riconoscimento, tutte le altre dottrine vengono infirmate come false, in quanto traggono loro sorgente da principi non veri.
Noi siamo nel rapporto più intimo colle Chiese Aposto-liche, perchè la nostra dottrina non è in alcun punto diversa dalla loro: questa è la prova sicura dell'assoluta verità.
Tertulliano, Praescriptione Haereticorum, Cap XXI,1-7
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