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Famiglia Cattolica

Benedetto XVI: Angelus 2009

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    00 06/01/2009 15:19

    Benedetto XVI: Cristo non ha organizzato campagne contro la povertà

    Ad introduzione dell'Angelus per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio




    * * *

    Cari fratelli e sorelle!

    In questo primo giorno dell’anno, sono lieto di rivolgere a tutti voi, presenti in Piazza San Pietro, e a quanti sono con noi collegati mediante la radio e la televisione i più fervidi auguri di pace e di ogni bene. Sono auguri che la fede cristiana rende, per così dire, "affidabili", ancorandoli all’avvenimento che in questi giorni stiamo celebrando: l’Incarnazione del Verbo di Dio, nato dalla Vergine Maria. In effetti, con la grazia del Signore – e solo con essa – possiamo sempre nuovamente sperare che il futuro sia migliore del passato. Non si tratta, infatti, di confidare in una sorte più favorevole, o nei moderni intrecci del mercato e della finanza, ma di sforzarsi di essere noi stessi un poco più buoni e responsabili, per poter contare sulla benevolenza del Signore. E questo è sempre possibile, perché "Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (Eb 1,2) e continuamente ci parla, mediante la predicazione del Vangelo e mediante la voce della nostra coscienza. In Gesù Cristo è stata mostrata a tutti gli uomini la via della salvezza, che è prima di tutto una redenzione spirituale, ma che coinvolge interamente l’umano, comprendendo anche la dimensione sociale e storica.

    Perciò, mentre celebra la divina Maternità di Maria Santissima, la Chiesa in questa che, da oltre 40 anni, è la Giornata Mondiale della Pace, indica a tutti Gesù Cristo quale Principe della pace. Secondo la tradizione iniziata dal servo di Dio Papa Paolo VI, ho scritto per tale circostanza uno speciale Messaggio, scegliendo come tema: "Combattere la povertà, costruire la pace". In questo modo desidero ancora una volta mettermi in dialogo con i responsabili delle Nazioni e degli Organismi internazionali, offrendo il contributo della Chiesa cattolica per la promozione di un ordine mondiale degno dell’uomo. All’inizio di un nuovo anno, il mio primo obiettivo è proprio quello di invitare tutti, governanti e semplici cittadini, a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e ai fallimenti, ma di rinnovare il loro impegno. La seconda parte del 2008 ha fatto emergere una crisi economica di vaste proporzioni. Tale crisi va letta in profondità, come un sintomo grave che richiede di intervenire sulle cause. Non basta – come direbbe Gesù – porre rattoppi nuovi su un vestito vecchio (cfr Mc 2,21). Mettere i poveri al primo posto significa passare decisamente a quella solidarietà globale che già Giovanni Paolo II aveva indicato come necessaria, concertando le potenzialità del mercato con quelle della società civile (cfr Messaggio, 12), nel costante rispetto della legalità e tendendo sempre al bene comune.

    Gesù Cristo non ha organizzato campagne contro la povertà, ma ha annunciato ai poveri il Vangelo, per un riscatto integrale dalla miseria morale e materiale. Lo stesso fa la Chiesa, con la sua opera incessante di evangelizzazione e promozione umana. Invochiamo la Vergine Maria, Madre di Dio, perché aiuti tutti gli uomini a camminare insieme sulla Via della pace.



    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

    Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno fatto pervenire espressioni augurali per il nuovo anno. In particolare, esprimo la mia riconoscenza al Signor Presidente della Repubblica Italiana e con viva cordialità rinnovo a lui ed all’intera Nazione italiana i migliori voti di pace e di prosperità.

    Saluto con gioia i partecipanti alla marcia intitolata "Pacem in terris", promossa dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma e in settanta Paesi del mondo. Esprimo il mio apprezzamento per le innumerevoli iniziative di preghiera e riflessione sul tema della pace, tra le quali ricordo quella della Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi ieri sera a Palermo. L’anno nuovo inizia con il passo dei cercatori di pace. Grazie di questi gesti! Il Signore ci aiuti e ci dia la pace!

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che questa notte hanno vegliato in Piazza San Pietro pregando per la pace nei cuori, nelle famiglie e tra i popoli. Saluto i Giovani dell’Opera Don Orione partecipanti al "Capodanno Alternativo", gli studenti e gli insegnanti di Comunione e Liberazione di Genova e gli Sbandieratori di Capalbio. A tutti auguro una buona festa e un anno ricco di ogni bene.



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    00 06/01/2009 15:20

    Benedetto XVI: la famiglia, specchio dell'amore gratuito di Dio

    Intervento in occasione dell'Angelus domenicale



    * * *

    Cari fratelli e sorelle!

    In questa domenica, che segue il Natale del Signore, celebriamo con gioia la Santa Famiglia di Nazaret. Il contesto è il più adatto, perché il Natale è per eccellenza la festa della famiglia. Lo dimostrano tante tradizioni e consuetudini sociali, specialmente l’usanza di riunirsi insieme, in famiglia appunto, per i pasti festivi e per gli auguri e lo scambio dei doni; e, come non rilevare che in queste circostanze, il disagio e il dolore causati da certe ferite familiari vengono amplificati? Gesù ha voluto nascere e crescere in una famiglia umana; ha avuto la Vergine Maria come mamma e Giuseppe che gli ha fatto da padre; essi l’hanno allevato ed educato con immenso amore. La famiglia di Gesù merita davvero il titolo di "santa", perché è tutta presa dal desiderio di adempiere la volontà di Dio, incarnata nell’adorabile presenza di Gesù. Da una parte, è una famiglia come tutte e, in quanto tale, è modello di amore coniugale, di collaborazione, di sacrificio, di affidamento alla divina Provvidenza, di laboriosità e di solidarietà, insomma, di tutti quei valori che la famiglia custodisce e promuove, contribuendo in modo primario a formare il tessuto di ogni società. Al tempo stesso, però, la Famiglia di Nazaret è unica, diversa da tutte, per la sua singolare vocazione legata alla missione del Figlio di Dio. Proprio con questa sua unicità essa addita ad ogni famiglia, e in primo luogo alle famiglie cristiane, l’orizzonte di Dio, il primato dolce ed esigente della sua volontà, la prospettiva del Cielo al quale siamo destinati. Per tutto questo oggi rendiamo grazie a Dio, ma anche alla Vergine Maria e a San Giuseppe, che con tanta fede e disponibilità hanno cooperato al disegno di salvezza del Signore.

    Per esprimere la bellezza e il valore della famiglia, oggi si sono date appuntamento a Madrid migliaia di persone. Ad esse voglio ora rivolgermi in lingua spagnola.

    [Rivolgo ora un cordiale saluto ai partecipanti che si trovano riuniti a Madrid in questa commovente festa per pregare per la famiglia e impegnarsi a lavorare in favore di essa con forza e speranza. La famiglia è certamente una grazia di Dio, che lascia trasparire ciò che Egli stesso è: Amore. Un amore pienamente gratuito, che sostiene la fedeltà senza limiti, persino nei momenti di difficoltà o di abbattimento. Queste qualità si riscontrano in modo eminente nella Santa Famiglia, nella quale Gesù è venuto al mondo ed è cresciuto ricolmo di sapienza, con le cure premurose di Maria e la custodia fedele di san Giuseppe. Care famiglie, non lasciate che l’amore, l’apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono il vostro focolare si indeboliscano. Domandatelo costantemente al Signore, pregate uniti, affinché i vostri propositi siano illuminati dalla fede e corroborati dalla grazia divina sulla via verso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell’amore, darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia per la persona umana e per la società. Il Papa sta al vostro fianco, pregando specialmente il Signore per quanti in ogni famiglia hanno maggiori necessità di salute, lavoro, conforto e compagnia. In questa preghiera dell’Angelus, vi affido tutti alla nostra Madre del cielo, la Santissima Vergine Maria]

    Cari fratelli e sorelle, parlando della famiglia, non posso poi non ricordare che, dal 14 al 18 gennaio 2009, avrà luogo a Città del Messico il VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Preghiamo sin d’ora per questo importante evento ecclesiale, e affidiamo al Signore ogni famiglia, specialmente quelle più provate dalle difficoltà della vita e dalle piaghe dell’incomprensione e della divisione. Il Redentore, nato a Betlemme, doni a tutte la serenità e la forza di camminare unite nella via del bene.



    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

    Cari fratelli e sorelle, la Terrasanta, che nei giorni natalizi è al centro dei pensieri e degli affetti dei fedeli di ogni parte del mondo, è nuovamente sconvolta da uno scoppio di inaudita violenza. Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie. La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine! Imploro la fine di quella violenza, che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza; chiedo un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi – come dicevo due giorni fa nel messaggio Urbi et Orbi – alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato. Affidiamo a Gesù, Principe della Pace, la nostra fervida preghiera per queste intenzioni e a Lui, a Maria e Giuseppe, diciamo: "O famiglia di Nazareth, esperta del soffrire, dona al mondo la pace". Donala oggi soprattutto alla Terrasanta!

    Nella notte di Natale di 1968 il Papa Paolo VI celebrò la Santa Messa nello stabilimento dell’Italsider – oggi ILVA – di Taranto. Per commemorare quell’evento, l’Arcivescovo di Taranto, Mons. Benigno Luigi Papa, ha presieduto stamani nel medesimo luogo la Celebrazione eucaristica. A lui e a tutti i lavoratori rivolgo il mio caloroso saluto. Colgo l’occasione per esprimere preoccupazione per l’aumento di forme di lavoro precario, e faccio appello affinché le condizioni lavorative siano sempre dignitose per tutti.

    Ricorre oggi il centenario del tragico terremoto che colpì Messina, radendola quasi totalmente al suolo e mietendo migliaia di vittime. I messinesi però non si lasciarono abbattere e, sostenuti da una straordinaria solidarietà, si risollevarono. Il mio predecessore San Pio X, che avrebbe voluto recarsi personalmente a Messina, inviò ingenti aiuti e ospitò a Roma i seminaristi. A distanza di cento anni, desidero inviare ai messinesi un affettuoso pensiero, con l’augurio che nei loro cuori arda sempre la speranza cristiana.

    Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi giovanili venuti da Domegliara, da Bellagio e da Lugo per approfondire la conoscenza dell’Apostolo Paolo e visitare la sua Tomba. Saluto poi i cresimandi di Gemona del Friuli, gli operatori pastorali di Meta di Sorrento e gli amici della Fraterna Domus. A tutti auguro una buona domenica e una serena fine d’anno, nella gratitudine a Dio per tutti i suoi benefici. Auguri di ogni bene!



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    Benedetto XVI: in Gesù si riflette il dramma dell'amore fedele di Dio

    Discorso all'Angelus nella Solennità dell'Epifania del Signore




     

    * * *

    Cari fratelli e sorelle!

    Celebriamo oggi la solennità dell’Epifania, la "Manifestazione" del Signore. Il Vangelo racconta come Gesù venne al mondo in grande umiltà e nascondimento. San Matteo, tuttavia, riferisce l’episodio dei Magi, che giunsero dall’oriente, guidati da una stella, per rendere omaggio al neonato re dei Giudei. Ogni volta che ascoltiamo questo racconto, siamo colpiti dal netto contrasto tra l’atteggiamento dei Magi, da una parte, e quello di Erode e dei Giudei, dall’altra. Dice infatti il Vangelo che, all’udire le parole dei Magi, "il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme" (Mt 2,3). Una reazione che può avere differenti comprensioni: Erode è allarmato, perché vede in colui che i Magi ricercano un concorrente per sé stesso e per i suoi figli. I capi e gli abitanti di Gerusalemme, invece, sembrano più che altro stupefatti, come risvegliati da un certo torpore, e bisognosi di riflettere. Isaia, in realtà, aveva preannunciato: "Un bambino è nato per noi, / ci è stato dato un figlio. / Sulle sue spalle è il potere / e il suo nome sarà: / Consigliere mirabile, / Dio potente, / Padre per sempre, / Principe della pace" (Is 9,5).

    Perché dunque Gerusalemme rimane turbata? Pare che l’Evangelista voglia quasi anticipare quella che sarà poi la posizione dei sommi sacerdoti e del sinedrio, ma anche di parte del popolo, nei confronti di Gesù durante la sua vita pubblica. Di certo, risalta il fatto che la conoscenza delle Scritture e delle profezie messianiche non porta tutti ad aprirsi a Lui e alla sua parola. Viene alla mente che, nell’imminenza della passione, Gesù pianse su Gerusalemme, perché non aveva riconosciuto il tempo in cui era stata visitata (cfr Lc 19,44). Tocchiamo qui uno dei punti cruciali della teologia della storia: il dramma dell’amore fedele di Dio nella persona di Gesù, che "venne fra i suoi, / e i suoi non lo hanno accolto" (Gv 1,11). Alla luce di tutta la Bibbia, questo atteggiamento di ostilità, o ambiguità, o superficialità sta a rappresentare quello di ogni uomo e del "mondo" – in senso spirituale –, quando si chiude al mistero del vero Dio, il quale ci viene incontro nella disarmante mitezza dell’amore. Gesù, il "re dei Giudei" (cfr Gv 18,37), è il Dio della misericordia e della fedeltà; Egli vuole regnare nell’amore e nella verità e ci chiede di convertirci, di abbandonare le opere malvagie e di percorrere decisamente la via del bene.

    "Gerusalemme", dunque, in questo senso siamo tutti noi! Ci aiuti la Vergine Maria, che ha accolto con fede Gesù, a non chiudere il nostro cuore al suo Vangelo di salvezza. Lasciamoci piuttosto conquistare e trasformare da Lui, l’"Emmanuele", Dio venuto tra noi per farci dono della sua pace e del suo amore.



    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

    Rivolgo i miei fervidi auguri ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali, che, seguendo il Calendario Giuliano, celebreranno domani il Santo Natale. La memoria della nascita del Salvatore accenda sempre più nei loro cuori la gioia di essere amati da Dio. Il ricordo di questi nostri fratelli nella fede mi conduce spiritualmente in Terra Santa e nel Medio Oriente. Continuo a seguire con viva apprensione i violenti scontri armati in atto nella Striscia di Gaza. Mentre ribadisco che l’odio e il rifiuto del dialogo non portano che alla guerra, vorrei oggi incoraggiare le iniziative e gli sforzi di quanti, avendo a cuore la pace, stanno cercando di aiutare israeliani e palestinesi ad accettare di sedersi attorno ad un tavolo e di parlare. Iddio sostenga l’impegno di questi coraggiosi "costruttori di pace"!

    La festa dell’Epifania, in molti Paesi, è anche la festa dei bambini. Un pensiero speciale va quindi a tutti i bambini, che sono la ricchezza e la benedizione del mondo, e soprattutto ai tanti a cui è negata un’infanzia serena. Desidero, in particolare, attirare l’attenzione sulle decine di bambini e ragazzi che, in questi ultimi mesi, compreso il periodo natalizio, nella Provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, sono stati sequestrati da bande armate, che hanno attaccato i villaggi e causato anche numerose vittime e feriti. Faccio appello agli autori di tali disumane brutalità, affinché restituiscano i ragazzi alle loro famiglie e al loro futuro di sicurezza e di sviluppo, a cui hanno diritto insieme a quelle care popolazioni. Manifesto al tempo stesso la mia vicinanza spirituale alle Chiese locali, anch’esse colpite nelle persone e nelle opere, mentre esorto i Pastori e i fedeli ad essere forti e saldi nella speranza.

    Gli episodi di violenza nei confronti dei ragazzi, che purtroppo si registrano pure in altre parti della terra, appaiono ancor più deprecabili considerando che nel 2009 ricorre il 20° anniversario della Convenzione dei Diritti del Fanciullo: un impegno che la comunità internazionale è chiamata a rinnovare a difesa, tutela e promozione dell’infanzia del mondo intero. Il Signore aiuti quanti – e sono innumerevoli! – operano quotidianamente al servizio delle nuove generazioni, aiutandole ad essere protagoniste del loro futuro. Inoltre, la Giornata dell’Infanzia Missionaria, che si celebra nell’odierna festa dell’Epifania, è opportuna occasione per porre in evidenza come i bambini e i ragazzi possano svolgere un ruolo importante nella diffusione del Vangelo e nelle opere di solidarietà verso i loro coetanei più bisognosi. Il Signore li ricompensi!

    Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli venuti da Verolanuova e ai giovani del movimento "Tra Noi". Saluto inoltre quanti danno vita al corteo "Viva la Befana", ispirato quest’anno al folclore della città e del territorio di Assisi. "Befana" deriva da "Epifania", e dunque auguri in questa festa a tutti i bambini di Roma! E anche ai grandi, perché conservino lo spirito d’infanzia. Auguri a tutti!


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    Benedetto XVI: in Gesù si rivela il mistero di un Dio vicino


    Discorso introduttivo alla preghiera dell'Angelus




    * * *

    Cari fratelli e sorelle,

    la liturgia ripropone oggi alla nostra meditazione lo stesso Vangelo proclamato nel giorno di Natale, cioè il Prologo di San Giovanni. Dopo il frastuono dei giorni scorsi con la corsa all’acquisto dei regali, la Chiesa ci invita nuovamente a contemplare il mistero del Natale di Cristo, per coglierne ancor più il significato profondo e l’importanza per la nostra vita. Si tratta di un testo mirabile, che offre una sintesi vertiginosa di tutta la fede cristiana. Parte dall’alto: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" (Gv 1,1); ed ecco la novità inaudita e umanamente inconcepibile: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14a). Non è una figura retorica, ma un’esperienza vissuta! A riferirla è Giovanni, testimone oculare: "Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14b). Non è la parola dotta di un rabbino o di un dottore della legge, ma la testimonianza appassionata di un umile pescatore che, attratto giovane da Gesù di Nazareth, nei tre anni di vita comune con Lui e con gli altri apostoli ne sperimentò l’amore – tanto da autodefinirsi "il discepolo che Gesù amava" –, lo vide morire in croce e apparire risorto, e ricevette poi con gli altri il suo Spirito. Da tutta questa esperienza, meditata nel suo cuore, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la Sapienza di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale.

    Per un vero Israelita, che conosce le sacre Scritture, questo non è un controsenso, anzi, è il compimento di tutta l’antica Alleanza: in Gesù Cristo giunge a pienezza il mistero di un Dio che parla agli uomini come ad amici, che si rivela a Mosè nella Legge, ai sapienti e ai profeti. Conoscendo Gesù, stando con Lui, ascoltando la sua predicazione e vedendo i segni che Egli compiva, i discepoli hanno riconosciuto che in Lui si realizzavano tutte le Scritture. Come affermerà poi un autore cristiano: "Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento" (Ugo di San Vittore, De arca Noe, 2, 8). Ogni uomo e ogni donna ha bisogno di trovare un senso profondo per la propria esistenza. E per questo non bastano i libri, nemmeno le sacre Scritture. Il Bambino di Betlemme ci rivelar e ci comunica il vero "volto" di Dio buono e fedele, che ci ama e non ci abbandona nemmeno nella morte. "Dio, nessuno lo ha mai visto – conclude il Prologo di Giovanni –: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18).

    La prima ad aprire il cuore e a contemplare "il Verbo che si fece carne" è stata Maria, la Madre di Gesù. Un’umile ragazza di Galilea è diventata così la "sede della Sapienza"! Come l’apostolo Giovanni, ognuno di noi è invitato ad "accoglierla con sé" (Gv 19,27), per conoscere profondamente Gesù e sperimentarne l’amore fedele e inesauribile. E’ questo il mio augurio per ognuno di voi, cari fratelli e sorelle, all’inizio di questo nuovo anno.


    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

    I Patriarchi ed i Capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme oggi, in tutte le Chiese della Terrasanta, invitano i fedeli a pregare per la fine del conflitto nella striscia di Gaza e implorare giustizia e pace per la loro terra. Mi unisco a loro e chiedo anche a voi di fare altrettanto, ricordando, come essi dicono, "le vittime, i feriti, quanti hanno il cuore spezzato, chi vive nell'angoscia e nel timore, perché Dio li benedica con la consolazione, la pazienza e la pace che vengono da Lui".

    Le drammatiche notizie che ci giungono da Gaza mostrano quanto il rifiuto del dialogo porti a situazioni che gravano indicibilmente sulle popolazioni ancora una volta vittime dell’odio e della guerra.

    La guerra e l’odio non sono la soluzione dei problemi. Lo conferma anche la storia più recente. Preghiamo, dunque, affinché "il Bambino nella mangiatoia... ispiri le autorità e i responsabili di entrambi i fronti, israeliano e palestinese, a un’azione immediata per porre fine all’attuale tragica situazione".

    Sono lieto di salutare i partecipanti al Congresso internazionale su "Sistema preventivo di Don Bosco e diritti umani", organizzato dai Salesiani. Si tratta di un tema molto importante, perché anche nel campo dei diritti dell’uomo è decisivo l’aspetto educativo. Auguro pertanto un proficuo lavoro ed assicuro la mia preghiera. Accolgo inoltre con gioia i numerosi seminaristi, venuti da diversi Paesi per un incontro formativo del Movimento dei Focolari. Cari giovani, benedico di cuore il vostro cammino: la Vergine Maria vegli sempre su di voi.

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Selvazzàno Dentro, Castel D’Azzàno e Santa Caterina Villarmosa, come pure le famiglie dell’associazione "Santa Paola Frassinetti". Con gioia saluto poi i vari gruppi di ragazzi e ragazze: i neo-cresimati di Piovéne e i cresimandi di Grandate e Palanzo; i ragazzi di Sondrio e di Poncarale; e quelli venuti dal Trentino, dal Friuli e da Verona: siate sempre grandi amici di Gesù! A tutti auguro una buona domenica.


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    Il Papa invita a riscoprire la grandezza del dono del Battesimo



    Intervento in occasione dell'Angelus domenicale

    * * *

    Cari fratelli e sorelle!

    Nell'odierna Domenica che segue la solennità dell'Epifania, celebriamo il Battesimo del Signore. Fu questo il primo atto della sua vita pubblica, narrato in tutti e quattro i Vangeli. Giunto all'età di circa trent'anni, Gesù lasciò Nazaret, si recò al fiume Giordano e, in mezzo a tanta gente, si fece battezzare da Giovanni. Scrive l'evangelista Marco: "Uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" (Mc 1,10-11). In queste parole: "Tu sei il Figlio mio, l'amato", si rivela che cos'è la vita eterna: è la relazione filiale con Dio, così come Gesù l'ha vissuta e ce l'ha rivelata e donata.

    Stamani, secondo la tradizione, nella Cappella Sistina, ho amministrato il Sacramento del Battesimo a tredici neonati. Ai genitori, ai padrini e alle madrine, il celebrante di solito domanda: "Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio per i vostri bambini?"; alla loro risposta: "Il Battesimo", egli replica: "E il Battesimo che cosa ci dona?". "La vita eterna", essi rispondono. Ecco la stupenda realtà: la persona umana, mediante il Battesimo, viene innestata nella relazione unica e singolare di Gesù con il Padre, così che le parole risuonate dal cielo sul Figlio Unigenito diventano vere per ogni uomo e ogni donna che rinasce dall'acqua e dallo Spirito Santo: Tu sei il figlio mio, l'amato.

    Cari amici, quant'è grande il dono del Battesimo! Se ce ne rendessimo pienamente conto, la nostra vita diventerebbe un "grazie" continuo. Quale gioia per i genitori cristiani, che hanno visto sbocciare dal loro amore una nuova creatura, portarla al fonte battesimale e vederla rinascere dal grembo della Chiesa, per una vita che non avrà mai fine! Dono, gioia, ma anche responsabilità! I genitori, infatti, insieme con i padrini, devono educare i figli secondo il Vangelo. Questo mi fa pensare al tema del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà nei prossimi giorni a Città del Messico: "La famiglia formatrice nei valori umani e cristiani". Questo grande meeting familiare, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, si svilupperà in tre momenti: dapprima il Congresso Teologico-Pastorale, nel quale verrà approfondita la tematica, anche mediante lo scambio di esperienze significative; quindi, il momento di festa e di testimonianza, che farà emergere la bellezza di incontrarsi tra famiglie di ogni parte del mondo, unite dalla stessa fede e dallo stesso impegno; e infine la solenne Celebrazione eucaristica, come azione di grazie al Signore per i doni del matrimonio, della famiglia e della vita. Ho incaricato il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone di rappresentarmi, ma io stesso seguirò con viva partecipazione lo straordinario evento, accompagnandolo con la preghiera e intervenendo in videoconferenza. Fin da ora, cari fratelli e sorelle, vi invito ad implorare su quest'importante incontro mondiale delle famiglie l'abbondanza delle grazie divine. Lo facciamo invocando la materna intercessione della Vergine Maria, Regina della famiglia.

    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare la rappresentanza dei farmacisti titolari di parafarmacia. A tutti auguro che la luce interiore, ricevuta nel tempo del Natale e dell'Epifania, rischiari il cammino quotidiano e infonda conforto nelle difficoltà. Buona domenica!


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    Benedetto XVI: le migrazioni, "occasione di incontro tra civiltà"


    Intervento in occasione dell'Angelus domenicale



    * * *



    Cari fratelli e sorelle!

    Ricorre oggi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Poiché quest’anno si celebra l’Anno Paolino, pensando proprio a san Paolo quale grande missionario itinerante del Vangelo, ho scelto come tema: "San Paolo migrante, Apostolo delle genti". Saulo – questo il suo nome ebraico – nacque in una famiglia di ebrei emigrati a Tarso, importante città della Cilicia, e crebbe con una triplice cultura – ebraica, ellenistica e romana – e con una mentalità cosmopolita. Quando si convertì da persecutore dei cristiani in apostolo del Vangelo, Paolo divenne "ambasciatore" di Cristo risorto per farlo conoscere a tutti, nella convinzione che in Lui tutti i popoli sono chiamati a formare la grande famiglia dei figli di Dio.

    Questa è anche la missione della Chiesa, più che mai in questo nostro tempo di globalizzazione. Come cristiani, non possiamo non avvertire il bisogno di trasmettere il messaggio d’amore di Gesù specialmente a quanti non lo conoscono, oppure si trovano in situazioni difficili e dolorose. Oggi penso particolarmente ai migranti. La loro realtà è senz’altro variegata: in alcuni casi, grazie a Dio, è serena e ben integrata; altre volte, purtroppo, è penosa, difficile e talora persino drammatica. Vorrei assicurare che la comunità cristiana guarda ad ogni persona e ad ogni famiglia con attenzione, e chiede a san Paolo la forza di un rinnovato slancio per favorire, in ogni parte del mondo, la pacifica convivenza tra uomini e donne di etnie, culture e religioni diverse. L’Apostolo ci dice quale fu il segreto della sua nuova vita: "Anch’io – egli scrive – sono stato conquistato da Cristo Gesù" (Fil 3,12); e aggiunge: "Fatevi miei imitatori" (Fil 3,17). Sì, ognuno di noi, secondo la propria vocazione e là dove vive e lavora, è chiamato a testimoniare il Vangelo, con una cura più grande per quei fratelli e sorelle che da altri Paesi, per diversi motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi, valorizzando così il fenomeno delle migrazioni come occasione di incontro tra civiltà. Preghiamo ed agiamo perché questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo, nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione.

    Desidero aggiungere una parola speciale per i marittimi e i pescatori, che vivono da qualche tempo maggiori disagi. Oltre alle abituali difficoltà, essi subiscono restrizioni per scendere a terra e accogliere a bordo i cappellani, come pure affrontano i rischi della pirateria e i danni della pesca illegale. Esprimo ad essi la mia vicinanza e l’augurio che la loro generosità, nelle attività di soccorso in mare, sia ricompensata da maggiore considerazione. Penso infine all’Incontro Mondiale delle Famiglie, che si conclude a Città del Messico, e alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani che inizia proprio oggi. Cari fratelli e sorelle, per tutte queste intenzioni vi invito a pregare, invocando la materna intercessione della Vergine Maria.


    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]


    Continuo a seguire con profonda trepidazione il conflitto nella Striscia di Gaza. Ricordiamo anche oggi al Signore le centinaia di bambini, anziani, donne, caduti vittime innocenti dell’inaudita violenza, i feriti, quanti piangono i loro cari e coloro che hanno perduto i loro beni.

    Vi invito, nello stesso tempo, ad accompagnare con la preghiera gli sforzi che numerose persone di buona volontà stanno compiendo per fermare la tragedia. Spero vivamente che si sappia approfittare, con saggezza, degli spiragli aperti per ripristinare la tregua e avviarsi verso soluzioni pacifiche e durevoli.

    In questo senso, rinnovo il mio incoraggiamento a quanti, da una parte come dall’altra, credono che in Terrasanta ci sia spazio per tutti, affinché aiutino la loro gente a rialzarsi dalle macerie e dal terrore e, coraggiosamente, riprendere il filo del dialogo nella giustizia e nella verità. E’ questo l’unico cammino che può effettivamente schiudere un avvenire di pace per i figli di quella cara regione!

    Inizia oggi la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si concluderà la prossima domenica 25 gennaio. Nell’emisfero sud, sulla scia del novenario indetto dal Papa Leone XIII alla fine del XIX secolo, la preghiera per l’unità dei cristiani si svolgerà tra l’Ascensione e la Pentecoste. Il tema biblico, invece, è comune a tutti. Quest’anno esso è stato suggerito da un gruppo ecumenico della Corea ed è tratto dal Libro del profeta Ezechiele: "Che formino una cosa sola nella tua mano" (Ez 37,17). Accogliamo anche noi questo invito e preghiamo con maggiore intensità perché i cristiani camminino in modo risoluto verso la piena comunione tra loro. Mi rivolgo particolarmente ai cattolici sparsi nel mondo affinché, uniti nella preghiera, non si stanchino di operare per superare gli ostacoli che ancora impediscono la piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo L’impegno ecumenico è ancora più urgente oggi, per dare alla nostra società, segnata da tragici conflitti e da laceranti divisioni, un segno e un impulso verso la riconciliazione e la pace. Concluderemo questa Settimana di Preghiera nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura con la celebrazione dei Vespri, domenica prossima, memoria della Conversione di San Paolo, il quale ha fatto dell’unità del corpo di Cristo un nucleo essenziale della sua predicazione.

    La Diocesi di Roma celebra oggi la Giornata Diocesana della Scuola Cattolica. Saluto i responsabili, i dirigenti, i docenti, i genitori e gli alunni che sono qui convenuti. Cari amici, il servizio educativo della scuola cattolica è oggi più che mai prezioso, perché i bambini, i ragazzi e i giovani hanno bisogno di ricevere una valida istruzione all’interno di una visione coerente dell’uomo e della vita. Sono vicino con la mia preghiera a quanti insegnano e studiano nelle scuole cattoliche di Roma, e li incoraggio ad impegnarsi sempre per formare comunità educative ricche di valori umani e cristiani.

    Rivolgo un cordiale saluto ai rappresentanti delle comunità cattoliche migrantes presenti a Roma. Cari amici, vi ripeto le parole dell’apostolo Paolo: nella Chiesa voi non siete stranieri né ospiti, ma fate parte della famiglia di Dio. Sappiate inserirvi bene nella comunità ecclesiale e civile, con la ricchezza della vostra fede e delle vostre tradizioni. Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana ed auguro a tutti una buona domenica.



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    00 11/02/2009 16:01

    Benedetto XVI: convertirsi per conoscere e vivere l'amore di Cristo


    Intervento in occasione dell'Angelus domenicale



    * * *


    Cari fratelli e sorelle!

    Nel Vangelo di questa Domenica risuonano le parole della prima predicazione di Gesù in Galilea: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo" (Mc 1,15). E proprio oggi, 25 gennaio, si fa memoria della "Conversione di san Paolo". Una coincidenza felice - specialmente in questo Anno Paolino - grazie alla quale possiamo comprendere il vero significato della conversione evangelica - metànoia - guardando all'esperienza dell'Apostolo. Per la verità, nel caso di Paolo, alcuni preferiscono non usare il termine conversione, perché - dicono - egli era già credente, anzi ebreo fervente, e perciò non passò dalla non-fede alla fede, dagli idoli a Dio, né dovette abbandonare la fede ebraica per aderire a Cristo. In realtà, l'esperienza dell'Apostolo può essere modello di ogni autentica conversione cristiana.


    Quella di Paolo maturò nell'incontro col Cristo risorto; fu questo incontro a cambiargli radicalmente l'esistenza. Sulla via di Damasco accadde per lui quello che Gesù chiede nel Vangelo di oggi: Saulo si è convertito perché, grazie alla luce divina, "ha creduto nel Vangelo". In questo consiste la sua e la nostra conversione: nel credere in Gesù morto e risorto e nell'aprirsi all'illuminazione della sua grazia divina. In quel momento Saulo comprese che la sua salvezza non dipendeva dalle opere buone compiute secondo la legge, ma dal fatto che Gesù era morto anche per lui - il persecutore - ed era, ed è, risorto. Questa verità, che grazie al Battesimo illumina l'esistenza di ogni cristiano, ribalta completamente il nostro modo di vivere. Convertirsi significa, anche per ciascuno di noi, credere che Gesù "ha dato se stesso per me", morendo sulla croce (cfr Gal 2,20) e, risorto, vive con me e in me.

    Affidandomi alla potenza del suo perdono, lasciandomi prendere per mano da Lui, posso uscire dalle sabbie mobili dell'orgoglio e del peccato, della menzogna e della tristezza, dell'egoismo e di ogni falsa sicurezza, per conoscere e vivere la ricchezza del suo amore.


    Cari amici, l'invito alla conversione, avvalorato dalla testimonianza di san Paolo, risuona oggi, a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, particolarmente importante anche sul piano ecumenico. L'Apostolo ci indica l'atteggiamento spirituale adeguato per poter progredire nella via della comunione. "Non ho certo raggiunto la mèta - egli scrive ai Filippesi -, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù" (Fil 3,12). Certo, noi cristiani non abbiamo ancora conseguito la mèta della piena unità, ma se ci lasciamo continuamente convertire dal Signore Gesù, vi giungeremo sicuramente. La Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa una e santa, ci ottenga il dono di una vera conversione, perché quanto prima si realizzi l'anelito di Cristo: "Ut unum sint". A Lei affidiamo l'incontro di preghiera che presiederò questo pomeriggio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, ed a cui parteciperanno, come ogni anno, i rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma.


    [Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

    Ricorre oggi la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, iniziata 55 anni fa da Raoul Follereau. La Chiesa, sulle orme di Gesù, ha sempre un'attenzione particolare per le persone segnate da questa malattia, come testimonia anche il messaggio diffuso qualche giorno fa dal Pontificio Consiglio della Pastorale della Salute. Mi rallegro che le Nazioni Unite, con una recente Dichiarazione dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani, abbiano sollecitato gli Stati alla tutela dei malati di lebbra e dei loro familiari. Da parte mia, assicuro ad essi la mia preghiera e rinnovo l'incoraggiamento a quanti lottano con loro per la piena guarigione e un buon inserimento sociale.

    I popoli di vari Paesi dell'Asia Orientale si preparano a celebrare il capodanno lunare. Auguro a loro di vivere questa festa nella gioia. La gioia è l'espressione dell'essere in armonia con se stessi: e ciò può derivare solo dall'essere in armonia con Dio e con la sua creazione. Che la gioia sia sempre viva nel cuore di tutti i cittadini di quelle Nazioni, a me tanto care, e si irradi sul mondo!

    Ed ora saluto con grande affetto i bambini e i ragazzi dell'Azione Cattolica di Roma e di alcune parrocchie e scuole della città, che hanno dato vita alla tradizionale "Carovana della Pace". Saluto il Cardinale Vicario che li ha accompagnati. Cari ragazzi, vi ringrazio per la vostra fedeltà all'impegno per la pace, un impegno fatto non tanto di parole, ma di scelte e di gesti, come dirà un vostro rappresentante, a cui ora lascio la parola.


    [Messaggio letto da un ragazzo dell'ACR]


    Cari ragazzi, con l'aiuto di Gesù siate sempre costruttori di pace a casa, a scuola, nello sport e dappertutto. Grazie ancora!

    Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Pistoia e da Scandicci. A tutti auguro una buona domenica.

    Ed ora liberiamo le colombe della pace portate dai ragazzi di Roma.


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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica, 1° febbraio 2009

    Cari fratelli e sorelle!

    Quest’anno, nelle celebrazioni domenicali, la liturgia propone alla nostra meditazione il Vangelo di san Marco, del quale una singolare caratteristica è il cosiddetto "segreto messianico", il fatto cioè che Gesù non vuole che per il momento si sappia, al di fuori del gruppo ristretto dei discepoli, che Lui è il Cristo, il Figlio di Dio. Ecco allora che a più riprese ammonisce sia gli apostoli, sia i malati che guarisce di non rivelare a nessuno la sua identità. Ad esempio, il brano evangelico di questa domenica (Mc 1,21-28) narra di un uomo posseduto dal demonio, che all’improvviso si mette a gridare: "Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!". E Gesù gli intima: "Taci! Esci da lui!". E subito, nota l’evangelista, lo spirito maligno, con grida strazianti, uscì da quell’uomo. Gesù non solo scaccia i demoni dalle persone, liberandole dalla peggiore schiavitù, ma impedisce ai demoni stessi di rivelare la sua identità. Ed insiste su questo "segreto" perché è in gioco la riuscita della sua stessa missione, da cui dipende la nostra salvezza. Sa infatti che per liberare l’umanità dal dominio del peccato, Egli dovrà essere sacrificato sulla croce come vero Agnello pasquale. Il diavolo, da parte sua, cerca di distoglierlo per dirottarlo invece verso la logica umana di un Messia potente e pieno di successo. La croce di Cristo sarà la rovina del demonio, ed è per questo che Gesù non smette di insegnare ai suoi discepoli che per entrare nella sua gloria deve patire molto, essere rifiutato, condannato e crocifisso (cfr Lc 24,26), essendo la sofferenza parte integrante della sua missione.

    Gesù soffre e muore in croce per amore. In questo modo, a ben vedere, ha dato senso alla nostra sofferenza, un senso che molti uomini e donne di ogni epoca hanno capito e fatto proprio, sperimentando serenità profonda anche nell’amarezza di dure prove fisiche e morali. E proprio "la forza della vita nella sofferenza" è il tema che i Vescovi italiani hanno scelto per il consueto Messaggio in occasione dell’odierna Giornata per la Vita. Mi unisco di cuore alle loro parole, nelle quali si avverte l’amore dei Pastori per la gente, e il coraggio di annunciare la verità, il coraggio di dire con chiarezza, ad esempio, che l’eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell’uomo. La vera risposta non può essere infatti dare la morte, per quanto "dolce", ma testimoniare l’amore che aiuta ad affrontare il dolore e l’agonia in modo umano. Siamone certi: nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio.

    La Vergine Maria ha custodito nel suo cuore di madre il segreto del suo Figlio, ne ha condiviso l’ora dolorosa della passione e della crocifissione, sorretta dalla speranza della risurrezione. A Lei affidiamo le persone che sono nella sofferenza e chi si impegna ogni giorno al loro sostegno, servendo la vita in ogni sua fase: genitori, operatori sanitari, sacerdoti, religiosi, ricercatori, volontari, e molti altri. Per tutti preghiamo.


    Dopo l'Angelus:

    Domani celebreremo la festa liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio. Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Maria e Giuseppe lo portarono a Gerusalemme, seguendo le prescrizioni della Legge di Mosè. Ogni primo nato, infatti, secondo le Scritture, apparteneva al Signore, e andava quindi riscattato con un sacrificio. In questo avvenimento si manifesta la consacrazione di Gesù a Dio Padre e, legata ad essa, quella di Maria Vergine. Perciò il mio amato predecessore Giovanni Paolo II ha voluto che questa ricorrenza, in cui molte persone consacrate emettono o rinnovano i loro voti, diventasse Giornata della Vita consacrata. Domani pomeriggio, pertanto, al termine della Santa Messa presieduta dal Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, incontrerò nella Basilica di San Pietro i consacrati e le consacrate presenti a Roma. Invito tutti a ringraziare il Signore per il prezioso dono di questi fratelli e sorelle, e a domandare a Lui, per intercessione della Madonna, tante nuove vocazioni, nella varietà dei carismi di cui è ricca la Chiesa.


    Les lectures de ce dimanche, chers pèlerins francophones, nous parlent de joie et de bonheur. Demain le 2 février, fête de la Présentation du Seigneur au temple, nous célébrerons la journée mondiale de la vie consacrée. À l’exemple du vieillard Syméon et sous la conduite de l’Esprit-Saint, que les religieux, les religieuses et tous les consacrés ouvrent leurs cœurs au Christ ! Lui seul peut conduire au vrai bonheur et la Vierge Marie saura intercéder pour nous tous ! Bon dimanche. Avec ma Bénédiction Apostolique.

    I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Angelus prayer. In today’s Gospel, Jesus reveals his divine authority in his teaching and his work of healing. Let us ask the Lord to open our minds ever more fully to his saving truth, and our hearts to his merciful and gracious love. Upon you and your families I cordially invoke God’s blessings of joy and peace!


    Ganz herzlich begrüße ich alle deutschsprachigen Brüder und Schwestern hier auf dem Petersplatz. Die Schriftlesungen dieses Sonntags erläutern uns, wie Gottes Wort auf Erden mit Vollmacht verkündet wird. In einzigartiger Weise spricht Jesus mit der Vollmacht des Sohnes die Menschen an. Er spricht heute zu uns durch die Heilige Schrift und durch die Kirche. Er reinigt durch die Kraft seines Wortes unsere Herzen. Er offenbart uns die Liebe Gottes und ruft uns in seinen Dienst. Gott segne euch und eure Familien.

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana y a todos los que se unen a ella a través de la radio y la televisión. Siguiendo la invitación del salmista, os invito a aclamar al Señor, a darle gracias, bendecir su Nombre y a acoger su Palabra para que no se endurezca nuestro corazón. La Santísima Virgen nos acompaña e intercede por nosotros en esta hermosa misión. Feliz domingo.


    Pozdrawiam serdecznie Polaków. Jutro święto Matki Bożej Gromnicznej, Dzień Życia Konsekrowanego. Osoby, które przez profesję zakonną oddały swe życie Chrystusowi, gorąco zachęcam: trwajcie mocno w miłości i pokorze, zachowujcie wasze śluby i charyzmaty służąc potrzebującym, módlcie się o pokój i nawrócenie dla świata. Z całym Kościołem modlę się w waszych intencjach. Z serca błogosławię wam i tym, którym posługujecie.


    [Saluto cordialmente i Polacchi. Domani è la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, Giornata della Vita Consacrata. Incoraggio fervidamente le persone che hanno donato la vita a Cristo mediante la professione religiosa: rimanete fortemente radicati nella carità e nell’umiltà, osservate i vostri voti e i vostri carismi, avendo particolare cura dei bisognosi; pregate per la pace e per la conversione del mondo. Con tutta la Chiesa prego per voi e vi benedico di cuore con quanti assistete.]

    Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare il Movimento per la Vita, grazie per la vostra presenza e per il vostro impegno; le delegazioni delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Roma, e quanti sono impegnati a difesa e promozione del fondamentale bene della vita. Apprezzo ed incoraggio l'impegno della Diocesi di Roma in questo campo, e presento auguri cordiali anche per la "Settimana della Famiglia", che inizia oggi. Saluto inoltre i fedeli provenienti da San Vito Romano, Salerno, Cava dei Tirreni, Palestrina e dalla parrocchia di Santa Maria in Traspontina in Roma, come pure gli allievi del Centro di formazione professionale salesiano di Soverato. A tutti auguro una buona domenica.

     

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    00 21/02/2009 17:56

    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica, 8 febbraio 2009

    Cari fratelli e sorelle,

    quest’oggi il Vangelo (cfr Mc 1,29-39) – in stretta continuità con la precedente domenica – ci presenta Gesù che, dopo aver predicato di sabato nella sinagoga di Cafarnao, guarisce molti malati, ad iniziare dalla suocera di Simone. Entrato nella sua casa, la trova a letto con la febbre e, subito, prendendola per mano, la guarisce e la fa alzare. Dopo il tramonto, risana una moltitudine di persone afflitte da mali di ogni genere. L’esperienza della guarigione dei malati ha occupato buona parte della missione pubblica di Cristo e ci invita ancora una volta a riflettere sul senso e sul valore della malattia in ogni situazione in cui l’essere umano possa trovarsi. Questa opportunità ci viene offerta anche dalla Giornata Mondiale del Malato, che celebreremo mercoledì prossimo, 11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes.

    Nonostante che la malattia faccia parte dell’esperienza umana, ad essa non riusciamo ad abituarci, non solo perché a volte diventa veramente pesante e grave, ma essenzialmente perché siamo fatti per la vita, per la vita completa. Giustamente il nostro “istinto interiore” ci fa pensare a Dio come pienezza di vita, anzi come Vita eterna e perfetta. Quando siamo provati dal male e le nostre preghiere sembrano risultare vane, sorge allora in noi il dubbio ed angosciati ci domandiamo: qual è la volontà di Dio? È proprio a questo interrogativo che troviamo risposta nel Vangelo. Ad esempio, nel brano odierno leggiamo che “Gesù guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni” (Mc 1,34); in un altro passo di san Matteo, si dice che “Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Mt 4,23). Gesù non lascia dubbi: Dio – del quale Lui stesso ci ha rivelato il volto – è il Dio della vita, che ci libera da ogni male. I segni di questa sua potenza d’amore sono le guarigioni che compie: dimostra così che il Regno di Dio è vicino, restituendo uomini e donne alla loro piena integrità di spirito e di corpo. Dico che questa guarigioni sono segni: non si risolvono in se stesse, ma guidano verso il messaggio di Cristo, ci guidano verso Dio e ci fanno capire che la vera e più profonda malattia dell’uomo è l’assenza di Dio, della fonte della verità e dell’amore. E solo la riconciliazione con Dio può donarci la vera guarigione, la vera vita, perché una vita senza amore e senza verità non sarebbe vita. Il Regno di Dio è proprio la presenza della verità e dell’amore e così è guarigione nella profondità del nostro essere. Si comprende, pertanto, perché la sua predicazione e le guarigioni che opera siano sempre unite: formano infatti un unico messaggio di speranza e di salvezza.

    Grazie all’azione dello Spirito Santo, l’opera di Gesù si prolunga nella missione della Chiesa. Mediante i Sacramenti è Cristo che comunica la sua vita a moltitudini di fratelli e sorelle, mentre risana e conforta innumerevoli malati attraverso le tante attività di assistenza sanitaria che le comunità cristiane promuovono con carità fraterna e mostrano così il vero volto di Dio, il suo amore. È vero: quanti cristiani – sacerdoti, religiosi e laici – hanno prestato e continuano a prestare in ogni parte del mondo le loro mani, i loro occhi e i loro cuori a Cristo, vero medico dei corpi e delle anime! Preghiamo per tutti i malati, specialmente per quelli più gravi, che non possono in alcun modo provvedere a se stessi, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui: possa ciascuno di loro sperimentare, nella sollecitudine di chi gli è accanto, la potenza dell’amore di Dio e la ricchezza della sua grazia che salva. Maria, salute degli infermi, preghi per noi!


    Dopo l'Angelus:

    In queste settimane si stanno registrando in Madagascar delle forti tensioni politiche che hanno provocato anche agitazioni popolari. Per questo i Vescovi dell'Isola hanno indetto per oggi una giornata di preghiera in favore della riconciliazione nazionale e della giustizia sociale. Vivamente preoccupato per il periodo particolarmente critico che il Paese sta attraversando, vi invito ad unirvi ai cattolici malgasci per affidare al Signore i morti nelle manifestazioni e per invocare da Lui, per intercessione di Maria Santissima, il ritorno alla concordia degli animi, alla tranquillità sociale e alla convivenza civile.


    Come accennavo poco fa, il prossimo 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebrerà la Giornata Mondiale del Malato. Nel pomeriggio incontrerò gli ammalati e gli altri pellegrini nella Basilica di San Pietro, dopo la Santa Messa che sarà presieduta dal Presidente del
    Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, Cardinale Lozano Barragán. Fin da ora assicuro la mia speciale benedizione a tutti i malati, agli operatori sanitari e ai volontari in ogni parte del mondo.


    À l’exemple de saint Paul, chers pèlerins de langue française, nous sommes invités à nous faire tout à tous pour transmettre notre foi. La force de l’Évangile qui nous vient du Ressuscité nous invite, avec droiture et générosité, à faire connaître la tendresse de notre Dieu! Mercredi prochain, le 11 février, nous célébrerons la fête de Notre-Dame de Lourdes et la Journée des malades. Aujourd’hui encore, je rends grâce à Dieu pour le Voyage Apostolique que j’ai pu accomplir, en septembre dernier, à Paris et à Lourdes. Que le Seigneur, par l’intercession de Notre-Dame de Lourdes, bénisse la France et l’Église qui y témoigne et y œuvre avec foi et courage!


    I greet all the English-speaking pilgrims and visitors here today including those from the Saint Patrick’s Evangelization school in London. Today’s Gospel reminds us of the duty to bring Christ’s Good News to all the world. May your time in Rome be filled with joy and deepen your resolve to draw others to our Lord and his love. God bless you all!


    Ein herzliches Grüß Gott sage ich allen Pilgern und Besuchern aus den Ländern deutscher Sprache. Der Evangelist Markus berichtet uns, wie Jesus in der Stille betet und Krankheiten heilt. Die Gemeinschaft mit dem Vater, die sich im Gebet verwirklicht, ist die Voraussetzung dafür, daß Heilung geschehen kann. Christus offenbart die Liebe Gottes. Und er will, daß auch wir mit ihm eins sind und lernen, aus einer tiefen Gottesbeziehung zu leben, um so das wirkliche Leben und die Liebe für die anderen zu erlernen, die die heilende Kraft in der Welt ist. Schöpfen wir unentwegt aus dem Quell des Gebets, dann können wir wirklich Gutes tun und für die Menschen da sein. Der Herr gebe euch Kraft und seinen Segen.


    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. El evangelio que se ha proclamado este domingo nos presenta a Jesucristo envuelto en una intensa labor apostólica, sin que por ello su profunda vida interior se vea mermada. Ambas cosas, la actividad del Hijo de Dios y su plegaria, son actos de su amor y entrega a sus coetáneos. Que la Santísima Virgen María nos ayude a todos los miembros de la Iglesia a actualizar este sentido misionero, que combina el trabajo y las ocupaciones con una continua vida de unión con Dios. Muchas gracias y feliz domingo.


    A minha saudação estende-se a todos os peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente ao grupo de Águeda, Coimbra e Vila Nova de Gaia guiado pelo Senhor Bispo do Porto, invocando abundantes graças divinas sobre os seus passos para construírem a vida sobre aquela rocha firme que é Cristo vivo na sua Igreja. Deus a todos guarde e abençoe!


    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. W dzisiejszej Ewangelii Jezus objawia się jako ten, który uzdrawia. Bożą mocą przywracał zdrowie ciała i ducha. I dziś przychodzi z pomocą cierpiącym, udzielając łaski i powołując ludzi, którzy z miłością im towarzyszą. Niech nie zabraknie im naszego wsparcia i modlitwy. Niech Bóg wam błogosławi.


    [Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Nel Vangelo di oggi Gesù si rivela come colui che fa guarire. Con la potenza divina rimetteva in salute il corpo e lo spirito. Anche oggi viene in aiuto ai sofferenti, elargendo la grazia e chiamando persone che li accompagnano con amore. Non manchi loro il nostro sostegno e la nostra preghiera. Dio vi benedica.]


    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i cresimandi della parrocchia di Saccolongo, in diocesi di Padova, i fedeli venuti da Cagliari e da Napoli, e l’associazione "Apostoli della Divina Misericordia con Maria Regina della Pace". A tutti auguro una buona domenica.


     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica, 15 febbraio 2009

    Cari fratelli e sorelle!

    In queste domeniche, l’evangelista san Marco ha offerto alla nostra riflessione una sequenza di varie guarigioni miracolose. Oggi ce ne presenta una molto singolare, quella di un lebbroso sanato (cfr Mc 1,40-45), che si avvicinò a Gesù e, in ginocchio, lo supplicò: "Se vuoi, puoi purificarmi!". Egli, commosso, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". Istantanea si verificò la guarigione di quell’uomo, al quale Gesù domandò di non rivelare il fatto, e di presentarsi ai sacerdoti per offrire il sacrificio prescritto dalla legge mosaica. Quel lebbroso sanato, invece, non riuscì a tacere ed anzi proclamò a tutti ciò che gli era accaduto, così che - riferisce l’evangelista - ancor più numerosi i malati accorrevano da Gesù da ogni parte, sino a costringerlo a rimanere fuori delle città per non essere assediato dalla gente.

    Disse Gesù al lebbroso: "Sii purificato!". Secondo l’antica legge ebraica (cfr Lv 13-14), la lebbra era considerata non solo una malattia, ma la più grave forma di "impurità". Spettava ai sacerdoti diagnosticarla e dichiarare immondo il malato, il quale doveva essere allontanato dalla comunità e stare fuori dall’abitato, fino all’eventuale e ben certificata guarigione. La lebbra perciò costituiva una sorta di morte religiosa e civile, e la sua guarigione una specie di risurrezione. Nella lebbra è possibile intravedere un simbolo del peccato, che è la vera impurità del cuore, capace di allontanarci da Dio. Non è in effetti la malattia fisica della lebbra, come prevedevano le vecchie norme, a separarci da Lui, ma la colpa, il male spirituale e morale. Per questo il Salmista esclama: "Beato l’uomo a cui è tolta la colpa / e coperto il peccato". E poi, rivolto a Dio: "Ti ho fatto conoscere il mio peccato, / non ho coperto la mia colpa. / Ho detto: Confesserò al Signore le mie iniquità, / e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato" (Sal 31/32,1.5). I peccati che commettiamo ci allontanano da Dio, e, se non vengono confessati umilmente confidando nella misericordia divina, giungono sino a produrre la morte dell’anima. Questo miracolo riveste allora una forte valenza simbolica. Gesù, come aveva profetizzato Isaia, è il Servo del Signore che "si è caricato delle nostre sofferenze, / si è addossato i nostri dolori" (Is 53,4). Nella sua passione, diventerà come un lebbroso, reso impuro dai nostri peccati, separato da Dio: tutto questo farà per amore, al fine di ottenerci la riconciliazione, il perdono e la salvezza. Nel Sacramento della Penitenza Cristo crocifisso e risorto, mediante i suoi ministri, ci purifica con la sua misericordia infinita, ci restituisce alla comunione con il Padre celeste e con i fratelli, ci fa dono del suo amore, della sua gioia e della sua pace.

    Cari fratelli e sorelle, invochiamo la Vergine Maria, che Dio ha preservato da ogni macchia di peccato, affinché ci aiuti ad evitare il peccato e a fare frequente ricorso al Sacramento della Confessione, il Sacramento del Perdono, che oggi va riscoperto ancor più nel suo valore e nella sua importanza per la nostra vita cristiana.


    Dopo l'Angelus:

    Je suis heureux de vous saluer, chers frères et sœurs francophones, et tout particulièrement les jeunes du collège Charles Péguy de Paris. Aujourd’hui, la Parole de Dieu nous invite à changer notre regard et à nous rendre disponibles au souffle de l’Esprit. Jésus est venu purifier l’homme de toutes les formes de dégénérescence et d’esclavage. Le Christ est notre unique modèle. Puissions-nous vivre la liberté qu’Il nous offre et être ses témoins convaincus dans notre vie quotidienne. Avec ma Bénédiction Apostolique.


    I greet all the English-speaking visitors and pilgrims here today for the Angelus, especially the members of the joint Catholic-Orthodox pilgrimage from Finland. I pray that the time you spend in Rome may deepen your love for Jesus Christ our Lord, and for his Church. In this Sunday’s Gospel, we hear how Jesus healed a leper who came to him and pleaded to be cured. To those who turn to him today, Jesus continues to offer healing and strength. I encourage all of you to place your trust in him, and to bring before him your hopes and your needs, for yourselves and for your loved ones. May the Lord grant your prayers and pour out upon all of you his abundant blessings.


    Einen herzlichen Gruß richte ich an alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. In der zweiten Lesung des heutigen Sonntags sagt der heilige Paulus: "Ich suche nicht meinen Nutzen, sondern den Nutzen aller, damit sie gerettet werden" (1 Kor 10, 33). Der Apostel lädt uns ein, ihn in dieser Haltung nachzuahmen. Die selbstlose Bereitschaft, den Mitmenschen zu helfen, muß sich in unserer Herzensmitte ausbreiten, denn auf diese Weise willigen wir in das Tun Gottes, in seine Liebe zu uns ein. Das ist meine Hirtensorge, und ich bitte euch, mich in diesem Dienst mit eurem Gebet und durch eure guten Werke zu unterstützen. Der Herr segne euch und eure Lieben. 


    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana, y a los que se unen a ella a través de la radio y la televisión. Os invito a acoger la exhortación del Apóstol San Pablo de hacerlo todo, más que por el propio interés, para la gloria de Dios y el bien de los demás, siguiendo así el ejemplo de Cristo. Nos acompaña en este camino la intercesión maternal de María Santísima, siempre dócil a la voluntad del Señor. Feliz domingo.


    Saúdo com afecto o grupo das paróquias do Barreiro e Vale de Figueira, em Portugal, e demais peregrinos de língua portuguesa, desejando que esta vossa romagem vos ajude a fortalecer a confiança em Jesus Cristo e a encarnar na vida a sua mensagem de salvação. De coração vos agradeço e abençoo. Ide com Deus!


    Moją myśl i słowo pozdrowienia kieruję do wszystkich Polaków. Ewangelia dzisiejszej Mszy św. ukazuje nam Jezusa, który uzdrawiając trędowatego pochyla się nad ludzką niedolą, chorobą, cierpieniem. Czyni to z miłością, bezinteresownie, dyskretnie. Stykając się z ludzką biedą, naśladujmy Chrystusa, niosąc bliźnim w potrzebie konkretną pomoc, słowo wsparcia i pociechy. Niech Bóg umacnia w was dobro.


    [Rivolgo ora il mio pensiero e una mia parola di saluto a tutti i Polacchi. Il Vangelo di questa domenica ci mostra Gesù che, guarendo un lebbroso, si china sulla miseria, sulla malattia e sulla sofferenza umana. Lo fa amorevolmente, discretamente e gratuitamente. Incontrando la miseria umana, imitiamo Gesù, portando al prossimo un aiuto concreto, una parola di conforto e un gesto di consolazione. Che il Signore rafforzi il bene che è in voi.]


    Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i giovani partecipanti al terzo laboratorio nazionale sul tema "Giovani e cultura: il lavoro", organizzato dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile nell’ambito del triennio dell’"Agorà dei Giovani". Saluto inoltre i fedeli provenienti da Cento di Ferrara, Bologna e Fanano, Trevi nel Lazio, Empoli, Arconate e Dairago, e dalle parrocchie romane di Santa Maria Immacolata di Lourdes e di Santa Francesca Cabrini, come pure i ragazzi della Cresima di Foppenìco. A tutti auguro una buona domenica.


     

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    FESTA DELLA CATTEDRA DI SAN PIETRO

    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro,
    Domenica, 22 febbraio 2009

      

    Cari fratelli e sorelle!

    La pagina evangelica, che la liturgia ci fa meditare in questa settima Domenica del tempo ordinario, riferisce l’episodio del paralitico perdonato e guarito (Mc 2,1-12). Mentre Gesù stava predicando, tra i tanti malati che gli venivano portati, ecco un paralitico su una barella. Al vederlo il Signore disse: "Figlio, ti sono perdonati i peccati" (Mc 2,5). E poiché alcuni dei presenti, all’udire queste parole, erano restati scandalizzati, aggiunse: "Perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua" (Mc 2,10-11). E il paralitico se ne andò guarito. Questo racconto evangelico mostra che Gesù ha il potere non solo di risanare il corpo malato, ma anche di rimettere i peccati; ed anzi, la guarigione fisica è segno del risanamento spirituale che produce il suo perdono. In effetti, il peccato è una sorta di paralisi dello spirito da cui soltanto la potenza dell’amore misericordioso di Dio può liberarci, permettendoci di rialzarci e di riprendere il cammino sulla via del bene.

    Nell’odierna domenica cade anche la festa della Cattedra di san Pietro, importante ricorrenza liturgica che pone in luce il ministero del Successore del Principe degli Apostoli. La Cattedra di Pietro simboleggia l’autorità del Vescovo di Roma, chiamato a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio. Subito dopo il martirio dei santi Pietro e Paolo, alla Chiesa di Roma venne infatti riconosciuto il ruolo primaziale in tutta la comunità cattolica, ruolo attestato già nel II secolo da sant’Ignazio di Antiochia (Ai Romani, Pref.: Funk, I, 252) e da sant’Ireneo di Lione (Contro le eresie III, 3, 2-3). Questo singolare e specifico ministero del Vescovo di Roma è stato ribadito dal Concilio Vaticano II. "Nella comunione ecclesiastica, - leggiamo nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa - vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni, rimanendo integro il primato della Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale della carità (cfr S. Ign. Ant., Ad Rom., Pref.), tutela le varietà legittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non nuoccia all’unità, ma piuttosto la serva" (Lumen gentium, 13).

    Cari fratelli e sorelle, questa festa mi offre l’occasione per chiedervi di accompagnarmi con le vostre preghiere, perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato quale Successore dell’apostolo Pietro. Invochiamo per questo la Vergine Maria, che ieri qui, a Roma, abbiamo celebrato con il bel titolo di Madonna della Fiducia. A Lei chiediamo anche di aiutarci ad entrare con le dovute disposizioni d’animo nel tempo della Quaresima, che inizierà mercoledì prossimo con il suggestivo Rito delle Ceneri. Ci apra Maria il cuore alla conversione e all’ascolto docile della Parola di Dio.



    Dopo l'Angelus:

    Aujourd’hui, chers pèlerins francophones, nous sommes invités avec saint Paul à redire notre Oui au Christ et à l’amour miséricordieux de Dieu. Il nous donne un cœur capable d’aimer et de pardonner. Il nous libère de nos paralysies et de nos doutes. Il nous met debout et nous invite à nous remettre en marche. En Lui seul, peut s’épanouir notre espérance ! Communauté de pécheurs pardonnés, vivons en Église dans la joie d’un renouveau toujours possible ! En ce jour de la fête de la Chaire de saint Pierre, je vous invite à prier pour le Pape, humble Successeur de Pierre, et pour l’unité de l’Église ! Avec ma Bénédiction Apostolique.

    I am pleased to greet all the English-speaking pilgrims gathered for this Angelus. In today’s liturgy, we witness Jesus healing the paralytic lowered to him through the roof because of a large crowd. This passage reminds us that the Lord has power to forgive sins, and that nothing stands in the way of his mercy when we seek him with pure and contrite hearts! Let us never hesitate to ask his pardon – especially through the Sacrament of Reconciliation – so that we may become better instruments of his love for others. God bless you all!

    Ganz herzlich begrüße ich alle Gläubigen deutscher Sprache, die mit uns den Engel des Herrn gebetet haben. Heute ist das liturgische Fest der Kathedra Petri, das im Petersdom auch am Sonntag als Hochfest gefeiert wird. Christus hat Petrus als den Felsen erwählt, auf dem er seine Kirche aufbauen wollte. Als Apostel sollte er in der ganzen Welt - universal - als Hirte und Lehrer dienen, und dieses Apostelamt wirkt in seinen Nachfolgern durch alle Zeiten fort. Bitten wir den heiligen Petrus um seine Fürsprache, daß Verwirrung und Stürme die Kirche nicht erschüttern und wir am unverfälschten Glauben festhalten, in der Einheit bleiben und in Liebe miteinander leben. Der Herr leite und stärke euch mit seinem Segen.

    Saludo con afecto a los grupos de lengua española presentes en esta oración mariana, en particular a los fieles de la Diócesis de Cartagena, venidos en peregrinación a Roma acompañados de su Obispo, Monseñor Juan Antonio Reig Pla; a los monaguillos de la Parroquia de Santa Eulalia, en Badajoz; y a las universitarias de las Residencias de las Religiosas Hijas de Cristo Rey, de Cáceres y Santiago de Compostela. Al aproximarse el santo tiempo de Cuaresma, que la meditación asidua del Evangelio de Jesucristo os enseñe a cumplir, de palabra y de obra, lo que es grato a Dios. Feliz domingo.

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do polaków. Ewangelia tej niedzieli ukazuje Jezusa, który pochyla się nad ludzką słabością i odpuszcza grzechy. Ufni w Jego miłosierdzie z nadzieją zbliżamy się do Wielkiego Postu, czasu pokuty i łaski. Niech wszystkim towarzyszy Boże błogosławieństwo.

    [Rivolgo un cordiale saluto ai polacchi. Il Vangelo di questa domenica ci mostra Gesù che si china sull’umana debolezza e perdona i peccati. Fiduciosi nella sua misericordia ci avviciniamo con speranza alla Quaresima, il tempo della penitenza e della grazia. Vi accompagni tutti la benedizione di Dio.]

    Saluto infine i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti dalla diocesi di Modena-Nonantola, come pure quelli di Padova, Chieri, Chioggia, Pignola, Canale d'Agordo, Altamura e Castelluccio. Saluto, inoltre, gli studenti della Scuola "Francesco Toselli" di Milano e quelli dell'Istituto "Pantaleo" di Torre del Greco. A tutti auguro una buona domenica.

     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro,
    I Domenica di Quaresima, 1° marzo 2009

      

    Cari fratelli e sorelle!

    Oggi è la prima domenica di Quaresima, e il Vangelo, con lo stile sobrio e conciso di san Marco, ci introduce nel clima di questo tempo liturgico: "Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana" (Mc 1,12). In Terra Santa, ad ovest del fiume Giordano e dell’oasi di Gerico, si trova il deserto di Giuda, che per valli pietrose, superando un dislivello di circa mille metri, sale fino a Gerusalemme. Dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, Gesù si addentrò in quella solitudine condotto dallo stesso Spirito Santo, che si era posato su di Lui consacrandolo e rivelandolo quale Figlio di Dio. Nel deserto, luogo della prova, come mostra l’esperienza del popolo d’Israele, appare con viva drammaticità la realtà della kenosi, dello svuotamento di Cristo, che si è spogliato della forma di Dio (cfr Fil 2,6-7). Lui, che non ha peccato e non può peccare, si sottomette alla prova e perciò può compatire la nostra infermità (cfr Eb 4,15). Si lascia tentare da Satana, l’avversario, che fin dal principio si è opposto al disegno salvifico di Dio in favore degli uomini.

    Quasi di sfuggita, nella brevità del racconto, di fronte a questa figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose. Gli angeli, dice il Vangelo, "servivano" Gesù (Mc 1,13); essi sono il contrappunto di Satana. "Angelo" vuol dire "inviato". In tutto l’Antico Testamento troviamo queste figure, che nel nome di Dio aiutano e guidano gli uomini. Basta ricordare il Libro di Tobia, in cui compare la figura dell’angelo Raffaele, che assiste il protagonista in tante vicissitudini. La presenza rassicurante dell’angelo del Signore accompagna il popolo d’Israele in tutte le sue vicende buone e cattive. Alle soglie del Nuovo Testamento, Gabriele è inviato ad annunciare a Zaccaria e a Maria i lieti eventi che sono all’inizio della nostra salvezza; e un angelo, del quale non si dice il nome, avverte Giuseppe, orientandolo in quel momento di incertezza. Un coro di angeli reca ai pastori la buona notizia della nascita del Salvatore; come pure saranno degli angeli ad annunciare alle donne la notizia gioiosa della sua risurrezione. Alla fine dei tempi, gli angeli accompagneranno Gesù nella sua venuta nella gloria (cfr Mt 25,31). Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, Egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore.

    Cari fratelli e sorelle, toglieremmo una parte notevole del Vangelo, se lasciassimo da parte questi esseri inviati da Dio, i quali annunciano la sua presenza fra di noi e ne sono un segno. Invochiamoli spesso, perché ci sostengano nell’impegno di seguire Gesù fino a identificarci con Lui. Domandiamo loro, in particolare quest’oggi, di vegliare su di me e sui collaboratori della Curia Romana che questo pomeriggio, come ogni anno, inizieremo la settimana di Esercizi spirituali. Maria, Regina degli Angeli, prega per noi!


    Dopo l'Angelus:

    Je suis heureux de vous saluer, chers frères et sœurs francophones, et particulièrement d’accueillir les pèlerins du diocèse d’Arras. En ce premier dimanche de Carême, Jésus nous invite à convertir notre cœur et à croire à la Bonne Nouvelle. Sachons répondre à cet appel du Seigneur par la prière, le jeûne et l’aumône. Ouvrons-nous à la grâce et à la nouveauté de l’Évangile ! Que ce temps du Carême nous donne de faire l’expérience de la miséricorde divine et nous aide à changer radicalement de vie ! Avec ma Bénédiction apostolique.

    I am happy to greet all the English-speaking visitors present at today’s Angelus prayer. On this First Sunday of Lent, the Gospel of Saint Mark speaks of Jesus being lead into the desert by the Holy Spirit, tempted by Satan and assisted by the angels. Let us pray that our Lenten journey will strengthen us in the struggle against all forms of temptation. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings, and I wish you a pleasant Sunday and a happy stay in Rome!

    An diesem ersten Fastensonntag grüße ich gerne alle Brüder und Schwestern aus den Ländern deutscher Sprache. Die vierzig Tage der Fastenzeit erinnern an die vierzig Tage Jesu in der Wüste wie auch an die vierzig Jahre der Wanderung des Volkes Israel durch die Wüste in das verheißene Land. Die Entbehrungen der Wüste öffnen den Blick für das Wesentliche. Was zählt und unser Leben trägt, ist die Bindung an Gott. Die Umkehr, die Hinwendung zu Gott und der Glaube sind Geschenk seiner Gnade und zugleich Aufgabe. Gerade in dieser heiligen Zeit wollen wir unser Leben neu im Herrn festmachen. Dabei stärke und helfe euch der Heilige Geist.

    Saludo con afecto a los fieles de lengua española, en particular a los peregrinos de la Parroquia de la Inmaculada de La Carlota, Córdoba, de la Parroquia de Santa Cruz de Ibiza, y de las Parroquias de San José y de San Antón de Murcia. En el mensaje de Cuaresma de este año he querido resaltar el valor y el sentido del ayuno. La privación voluntaria de algo que de por sí es lícito nos ayuda a un mayor dominio de nosotros mismos, a combatir el pecado, a amar más al prójimo, en definitiva, a cumplir con mayor prontitud la voluntad de Dios. Que la Santísima Virgen nos alcance la gracia de vivir con provecho este tiempo de preparación para la Pascua. Feliz domingo.

    „Czas się wypełnił i bliskie jest królestwo Boże" (Mk 1, 15). Tak powiedział Pan Jezus do ludzi po zwycięstwie nad szatanem na pustyni. Dzisiaj, w Pierwszą Niedzielę Wielkiego Postu, kieruje te słowa również do nas. Czas zerwać z grzechem, pokonać pokusy, uwierzyć i zaufać Bogu: „Nawracajcie się i wierzcie w Ewangelię!" (Mk 1, 15). Dzieląc się tą refleksją serdecznie pozdrawiam Polaków.

    ["Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino" (Mc 1,15). Così disse Gesù alla gente dopo la sconfitta di Satana nel deserto. Oggi, nella Prima Domenica di Quaresima, rivolge queste parole anche a noi. È il tempo di rompere con il peccato, vincere le tentazioni e porre la fiducia in Dio: "Convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15). Nel partecipare questa riflessione, saluto cordialmente i Polacchi.]

    Saluto i lavoratori dello stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco, venuti a manifestare la loro preoccupazione per il futuro di quella fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono da essa per il loro lavoro. Penso anche ad altre situazioni ugualmente difficili, come quelle che stanno affliggendo i territori del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, di Prato in Toscana e di altri centri in Italia e altrove. Mi associo ai Vescovi e alle rispettive Chiese locali nell’esprimere vicinanza alle famiglie interessate dal problema, e le affido nella preghiera alla protezione di Maria Santissima e di San Giuseppe, patrono dei lavoratori. Desidero esprimere il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinché con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento. C’è bisogno, infatti, di comune e forte impegno, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie.

    Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Salorno, Rubiera, Paestum, San Giovanni a Piro e Fino del Monte, i ragazzi dell’Oratorio "Giovanni Paolo II" di Rozzano e l’Associazione Sportiva "Aniene" di Roma. A tutti auguro una buona domenica e una Quaresima ricca di frutti spirituali.

     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro,
    II Domenica di Quaresima, 8 marzo 2009

      

    Cari fratelli e sorelle!

    Nei giorni scorsi, come sapete, ho fatto gli Esercizi spirituali, insieme con i miei collaboratori della Curia Romana. E’ stata una settimana di silenzio e di preghiera: la mente e il cuore hanno potuto dedicarsi interamente a Dio, all’ascolto della sua Parola, alla meditazione dei misteri di Cristo. Fatte le debite proporzioni, è un po’ quello che accadde agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni quando Gesù li portò con sé su un alto monte, in disparte, loro soli, e mentre pregava si "trasfigurò": il suo volto e la sua persona apparvero luminosi, splendenti. La liturgia ripropone questo celebre episodio proprio oggi, seconda domenica di Quaresima (cfr Mc 9,2-10). Gesù voleva che i suoi discepoli, in particolare quelli che avrebbero avuto la responsabilità di guidare la Chiesa nascente, facessero un’esperienza diretta della sua gloria divina, per affrontare lo scandalo della croce. In effetti, quando verrà l’ora del tradimento e Gesù si ritirerà a pregare nel Getsemani, terrà vicini gli stessi Pietro, Giacomo e Giovanni, chiedendo loro di vegliare e pregare con Lui (cfr Mt 26,38). Essi non ce la faranno, ma la grazia di Cristo li sosterrà e li aiuterà a credere nella Risurrezione.

    Mi preme sottolineare che la Trasfigurazione di Gesù è stata sostanzialmente un’esperienza di preghiera (cfr Lc 9,28-29). La preghiera, infatti, raggiunge il suo culmine, e perciò diventa fonte di luce interiore, quando lo spirito dell’uomo aderisce a quello di Dio e le loro volontà si fondono quasi a formare un tutt’uno. Quando Gesù salì sul monte, si immerse nella contemplazione del disegno d’amore del Padre, che l’aveva mandato nel mondo per salvare l’umanità. Accanto a Gesù apparvero Elia e Mosè, a significare che le Sacre Scritture erano concordi nell’annunciare il mistero della sua Pasqua, che cioè il Cristo doveva soffrire e morire per entrare nella sua gloria (cfr Lc 24,26.46). In quel momento Gesù vide profilarsi davanti a sé la Croce, l’estremo sacrificio necessario per liberare noi dal dominio del peccato e della morte. E nel suo cuore, ancora una volta, ripeté il suo "Amen". Disse sì, eccomi, sia fatta, o Padre, la tua volontà d’amore. E, come era accaduto dopo il Battesimo nel Giordano, vennero dal Cielo i segni del compiacimento di Dio Padre: la luce, che trasfigurò il Cristo, e la voce che lo proclamò "il Figlio amato" (Mc 9,7).

    Insieme con il digiuno e le opere della misericordia, la preghiera forma la struttura portante della nostra vita spirituale. Cari fratelli e sorelle, vi esorto a trovare in questo tempo di Quaresima prolungati momenti di silenzio, possibilmente di ritiro, per rivedere la propria vita alla luce del disegno d’amore del Padre celeste. Lasciatevi guidare in questo più intenso ascolto di Dio dalla Vergine Maria, maestra e modello di preghiera. Lei, anche nel buio fitto della passione di Cristo, non perse ma custodì nel suo animo la luce del Figlio divino. Per questo la invochiamo Madre della fiducia e della speranza!


    Dopo l'Angelus:

    La data odierna – 8 marzo – ci invita a riflettere sulla condizione della donna e a rinnovare l’impegno, perché sempre e dovunque ogni donna possa vivere e manifestare in pienezza le proprie capacità ottenendo pieno rispetto per la sua dignità. In tal senso si sono espressi il Concilio Vaticano II e il magistero pontificio, in particolare la Lettera apostolica Mulieris dignitatem del servo di Dio Giovanni Paolo II (15 agosto 1988). Più degli stessi documenti, però, valgono le testimonianze dei Santi; e la nostra epoca ha avuto quella di Madre Teresa di Calcutta: umile figlia dell’Albania, diventata, per la grazia di Dio, esempio a tutto il mondo nell’esercizio della carità e nel servizio alla promozione umana. Quante altre donne lavorano ogni giorno, nel nascondimento, per il bene dell’umanità e per il Regno di Dio! Assicuro oggi la mia preghiera per tutte le donne, perché siano sempre più rispettate nella loro dignità e valorizzate nelle loro positive potenzialità.

    Cari fratelli e sorelle, nel clima di più intensa preghiera che contraddistingue la Quaresima, affido al vostro ricordo i due viaggi apostolici che, a Dio piacendo, compirò prossimamente. La settimana ventura, dal 17 al 23 marzo, mi recherò in Africa, prima in Camerun e quindi in Angola, per manifestare la concreta vicinanza mia e della Chiesa ai cristiani e alle popolazioni di quel continente che mi è particolarmente caro. Poi, dall’8 al 15 maggio compirò un pellegrinaggio in Terra Santa per domandare al Signore, visitando i luoghi santificati dal suo passaggio terreno, il prezioso dono dell’unità e della pace per il Medio Oriente e per l’intera umanità. Sin d’ora conto sul sostegno spirituale di tutti voi, perché Iddio mi accompagni e ricolmi delle sue grazie quanti incontrerò sui miei passi.

    Je suis heureux de vous saluer chers frères et sœurs de langue française et d’accueillir particulièrement le groupe des Missions catholiques linguistiques de Genève. Le temps du carême est pour chacun de nous un temps de conversion, de recueillement et de retour vers Dieu. En ce dimanche où la liturgie nous conduit avec Jésus sur la montagne de la transfiguration, à la suite des apôtres Pierre, Jacques et Jean, accueillons en nos cœurs la lumière dont resplendit le visage de Jésus. Alors nous pourrons contribuer à transfigurer le visage de notre monde. Avec ma Bénédiction apostolique.

    I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Angelus prayer. On this, the Second Sunday of Lent, the Gospel invites us to ponder the mystery of Christ’s Transfiguration, to acknowledge him as the incarnate Son of God, and to follow him along the way that leads to the saving mystery of his Cross and Resurrection. During this Lenten season, may you grow closer to the Lord in prayer, and may he shed the light of his face upon you and your families!


    Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. In der zweiten Lesung des heutigen Sonntags teilt uns der heilige Paulus seine innerste Glaubensgewißheit mit. Er sagt: „Ist Gott für uns, wer ist dann gegen uns?" (Röm 8, 31b). Gott schenkt uns das Liebste, was er hat: seinen Sohn Jesus Christus. Seine Liebe ist so stark, daß ihr keine Macht der Welt etwas anhaben kann. Der Apostel Paulus lädt dazu ein, uns ganz auf Gottes Liebe einzulassen. Denn „Gott ist es, der gerecht macht" (V. 33), der uns von innen her heilt und zu einem erfüllten Leben führt. Euch allen erbitte ich eine gute vorösterliche Zeit der Besinnung und Erneuerung.

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de las parroquias de Santa Elena, de Plasencia, Nuestra Señora de la Asunción, del Casar de Cáceres, Cristo Rey, de Salamanca, Nuestra Señora del Carmen, de Oviedo, y Sagrado Corazón de Jesús, de Ponferrada, así como a los estudiantes del Colegio Mayor San Pablo, de Madrid. Queridos hermanos, prosigamos con determinación y perseverancia nuestro camino de conversión cuaresmal, para que, con la luz de la palabra divina y la alegría de sentirnos hijos amados de Dios, nos transformemos en verdadera imagen de Cristo. Feliz domingo.

    Pozdrawiam serdecznie Polaków. Dziękuję wam za modlitewną pamięć w dniach moich rekolekcji. Pod hasłem: „Misjonarz Sługą Życia" zbieracie dzisiaj w kościołach w Polsce ofiary na misyjne Dzieło Pomocy „Ad Gentes". Niech wasza solidarna pomoc dotrze poprzez misjonarzy do najbardziej potrzebujących. Wszystkich, którzy wspierają misje polecam Bogu w modlitwie. Z serca błogosławię polskim misjonarzom i wam wszystkim.

    [Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Vi ringrazio per il vostro ricordo nelle preghiere nei giorni dei miei esercizi spirituali. Oggi nella Chiesa in Polonia ha luogo la colletta per l’Opera missionaria assistenziale "Ad Gentes", il cui motto è: "Missionario ministro della vita". Auspico che il vostro aiuto solidale raggiunga, attraverso i missionari, i più bisognosi. Affido a Dio nella preghiera tutti coloro che sostengono le missioni. Di cuore benedico i missionari polacchi e voi tutti.]

    Saluto, infine, con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli di Riccione, venuti in occasione del centenario della loro parrocchia Mater Admirabilis, e i pellegrini provenienti da Pescara, Miglianico e L’Aquila. Saluto inoltre gli alunni delle scuole "Don Carlo Costamagna" di Busto Arsizio e "Edoardo Agnelli" di Torino, i ragazzi di Mattarello, del vicariato di Casalpusterlengo e dell’oratorio salesiano di Scandicci. A tutti auguro una buona domenica.

     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro,
    III Domenica di Quaresima, 15 marzo 2009

      

    Cari fratelli e sorelle!

    Da martedì 17 a lunedì 23 marzo compirò il mio primo viaggio apostolico in Africa. Mi recherò in Camerun, nella capitale Yaoundé, per consegnare lo "Strumento di lavoro" della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo in ottobre qui in Vaticano; proseguirò poi per Luanda, capitale dell’Angola, un Paese che, dopo la lunga guerra interna, ha ritrovato la pace ed ora è chiamato a ricostruirsi nella giustizia. Con questa visita, intendo idealmente abbracciare l’intero continente africano: le sue mille differenze e la sua profonda anima religiosa; le sue antiche culture e il suo faticoso cammino di sviluppo e di riconciliazione; i suoi gravi problemi, le sue dolorose ferite e le sue enormi potenzialità e speranze. Intendo confermare nella fede i cattolici, incoraggiare i cristiani nell’impegno ecumenico, recare a tutti l’annuncio di pace affidato alla Chiesa dal Signore risorto.

    Mentre mi preparo per questo viaggio missionario, mi risuonano nell’animo le parole dell’apostolo Paolo che la liturgia propone alla nostra meditazione nell’odierna terza Domenica di Quaresima: "Noi annunciamo Cristo crocifisso – scrive l’Apostolo ai cristiani di Corinto - : scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio" (1 Cor 1,23-24). Sì, cari fratelli e sorelle! Parto per l’Africa con la consapevolezza di non avere altro da proporre e donare a quanti incontrerò se non Cristo e la Buona Novella della sua Croce, mistero di amore supremo, di amore divino che vince ogni umana resistenza e rende possibile persino il perdono e l’amore per i nemici. Questa è la grazia del Vangelo capace di trasformare il mondo; questa è la grazia che può rinnovare anche l’Africa, perché genera una irresistibile forza di pace e di riconciliazione profonda e radicale. La Chiesa non persegue dunque obbiettivi economici, sociali e politici; la Chiesa annuncia Cristo, certa che il Vangelo può toccare i cuori di tutti e trasformarli, rinnovando in tal modo dal di dentro le persona e le società.

    Il 19 marzo, proprio durante la visita pastorale in Africa, celebreremo la solennità di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, e anche mio personale. San Giuseppe, avvertito in sogno da un angelo, dovette fuggire con Maria in Egitto, in Africa, per mettere in salvo Gesù appena nato, che il re Erode voleva uccidere. Si adempirono così le Scritture: Gesù ha calcato le orme degli antichi patriarchi e, come il popolo d’Israele, è rientrato nella Terra promessa dopo essere stato in esilio in Egitto. Alla celeste intercessione di questo grande Santo affido il prossimo pellegrinaggio e le popolazioni dell’Africa tutta intera, con le sfide che le segnano e le speranze che le animano. In particolare, penso alle vittime della fame, delle malattie, delle ingiustizie, dei conflitti fratricidi e di ogni forma di violenza che purtroppo continua a colpire adulti e bambini, senza risparmiare missionari, sacerdoti, religiosi, religiose e volontari. Fratelli e sorelle, accompagnatemi in questo viaggio con la vostra preghiera, invocando Maria, Madre e Regina dell’Africa.


    Dopo l'Angelus:

    Si conclude questa mattina nella Basilica di San Paolo fuori le Mura il Giubileo paolino degli universitari, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dal Pontificio Consiglio della Cultura e organizzato dal Vicariato di Roma, sul tema: "Ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve l’annuncio. Vangelo e cultura per un nuovo umanesimo". Sono molto lieto per la presenza a Roma di illustri docenti e delegati di pastorale universitaria, provenienti da tutti i continenti. Questo evento costituisce una tappa importante nel dialogo sempre vivo tra la Chiesa e l’università. Auspico che in tutte le Chiese particolari si sviluppi la pastorale universitaria, per la formazione dei giovani e per l’elaborazione di una cultura ispirata al Vangelo. Cari universitari, vi incoraggio e vi accompagno con la preghiera.

    Soyez les bienvenus, chers frères et sœurs de langue française et particulièrement le groupe du Centre Madeleine Daniélou de Rueil-Malmaison ! En ce troisième dimanche de carême l’Apôtre Paul nous rappelle que la folie de Dieu, manifestée dans la Croix du Christ, est plus sage que l’homme. Laissons-nous donc transformer par ce Messie crucifié qui est puissance et sagesse de Dieu. Purifiés de tout ce qui nous encombre, nous pourrons alors être libérés de nos peurs et de nos doutes. Je confie aussi à votre prière le voyage apostolique que j’entreprendrai cette semaine au Cameroun et en Angola. Que Dieu vous bénisse !

    I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Angelus. As we continue our Lenten journey may our resolve to follow Jesus be strengthened through prayer, forgiveness, fasting and assistance to those in need. This Tuesday I leave Rome for my visit to Cameroon and Angola. My presence in the great Continent of Africa forms part of the preparation for the Special Assembly of the Synod of Bishops dedicated to the theme: "The Church in Africa in Service to Reconciliation, Justice and Peace". I ask each of you to join me in praying that my visit will be a time of spiritual renewal for all Africans and an occasion in which civic and religious leaders will strengthen their resolve to walk the path of justice, integrity and compassion. May the lives of African men, women and children be transformed in hope! Upon all of you gathered and your loved ones, I gladly invoke the strength and peace of Christ the Lord.

    Einen frohen Gruß richte ich an alle Gläubigen deutscher Sprache. Das heutige Evangelium berichtet, daß Jesus die Viehhändler und Geldwechsler aus dem Tempel, dem Haus seines Vaters, vertrieben hat. Dafür zur Rede gestellt, antwortet er, daß er selbst der eigentliche lebendige Tempel ist, in dem Gott unter uns wohnt. Nach den Worten des Apostels Paulus ist auch unser Leib ein „Tempel des Heiligen Geistes", den wir durch ein Leben nach den Geboten Gottes rein bewahren müssen. – Heute bitte ich euch alle um euer Gebet für meine erste Apostolische Reise nach Afrika, zu der ich am Dienstag aufbrechen werde. Der Herr segne diesen Kontinent und alle, die ihm in Nächstenliebe verbunden sind.

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta plegaria mariana. Encomiendo a vuestras oraciones la visita que haré los próximos días a Camerún y Angola, abrazando con el corazón a toda África, para alentar en ese querido Continente el anuncio del Evangelio de Cristo, fuerza de Dios y sabiduría de Dios, como nos recuerda hoy San Pablo. Feliz domingo.

    Com afecto, saúdo o grupo de Brasileiros presentes em Roma e demais peregrinos de língua portuguesa, sobre cujos passos e compromissos cristãos imploro, pela intercessão da Virgem Mãe, a benevolência divina: Deixai Cristo tomar posse da vossa vida, para serdes cada vez mais vida e presença de Cristo!

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziś w liturgii słyszymy słowa: „Gorliwość o dom Twój pożera mnie". Dotyczą one troski o świątynię, ale odnoszą się także do Kościoła i do każdego wierzącego. Niech Wielki Post będzie czasem oczyszczania naszych serc, aby były godnym mieszkaniem Boga. Niech Bóg wam błogosławi.

    [Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Oggi nella liturgia sentiamo le parole: „Lo zelo per la tua casa mi divora". Esse riguardano la premura per il tempio, ma si riferiscono anche alla Chiesa e a ogni credente. La Quaresima sia il tempo della purificazione dei nostri cuori, affinché siano degna dimora di Dio. Dio vi benedica.]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le numerose "Coccinelle" dell’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici. Care bambine, dite sempre il vostro "eccomi!" a Dio, come la Vergine Maria; ditelo con il cuore, e sarete raggi di luce per il mondo. Grazie di essere venute! Saluto i fedeli provenienti da Crotone, Goito, Trieste, Muggia, Trento e Riva del Garda, e dalla parrocchia romana di San Mauro Abate; come pure la "Piccola Fraternità" di Verona, i ragazzi del Decanato di Rho e i cresimandi del Vicariato del Mugello Est. A tutti auguro una buona domenica.

     

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    VIAGGIO APOSTOLICO
    DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
    IN CAMERUN E ANGOLA

    (17-23 MARZO 2009)


    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Spianata di Cimangola a Luanda
    IV Domenica di Quaresima, 22 marzo 2009

      

    Cari fratelli e sorelle,

    al termine della nostra Celebrazione eucaristica, mentre la mia Visita pastorale in Africa sta giungendo alla sua conclusione, ci volgiamo ora a Maria, la Madre del Redentore, per implorarne l’amorevole intercessione su di noi, sulle nostre famiglie, e sul nostro mondo.

    In questa preghiera dell’Angelus, ricordiamo il “sì” incondizionato di Maria alla volontà di Dio. Attraverso l’obbedienza di fede della Vergine, il Figlio è venuto nel mondo per portarci perdono, salvezza e vita in abbondanza. Facendosi uomo come noi in tutto fuorché nel peccato, Cristo ci ha insegnato la dignità e il valore di ogni membro della famiglia umana. E’ morto per i nostri peccati, per raccoglierci insieme nella famiglia di Dio.

    La nostra preghiera sale oggi dall’Angola, dall’Africa, ed abbraccia il mondo intero. A loro volta gli uomini e le donne di ogni parte del mondo che si uniscono alla nostra preghiera, volgano i loro occhi all’Africa, a questo grande Continente così colmo di speranza, ma ancora così assetato di giustizia, di pace, di un sano e integrale sviluppo che possa assicurare al suo popolo un futuro di progresso e di pace.

    Oggi io affido alle vostre preghiere il lavoro di preparazione per la prossima Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, la cui celebrazione prevista per la fine di quest’anno. Ispirati dalla fede in Dio e fiduciosi nelle promesse di Cristo, possano i cattolici di questo Continente diventare sempre più pienamente lievito di evangelica speranza per tutte le persone di buona volontà che amano l’Africa, sono dedite al progresso materiale e spirituale dei suoi figli, e alla diffusione della pace, della prosperità, della giustizia e della solidarietà in vista del bene comune.

    La Vergine Maria, Regina della Pace, continui a guidare il popolo dell’Angola nel compito della riconciliazione nazionale dopo la devastante e disumana esperienza della guerra civile. Le sue preghiere ottengano per tutti gli Angolani la grazia di un autentico perdono, del rispetto per gli altri, della cooperazione che sola può portare avanti l’immensa opera della ricostruzione. La Santa Madre di Dio, che ci addita il Figlio suo, nostro fratello, ricordi a noi cristiani di ogni luogo il dovere di amare il nostro prossimo, di essere costruttori di pace, di essere i primi a perdonare a chi ha peccato contro di noi, così come noi siamo stati perdonati.

    Qui, nell’Africa del Sud, vogliamo pregare Nostra Signora in modo particolare di intercedere per la pace, la conversione dei cuori e per la fine del conflitto nella vicina regione dei Grandi Laghi. Il Figlio suo, Principe della Pace, porti guarigione a chi soffre, conforto a coloro che piangono e forza a tutti coloro che portano avanti il difficile processo del dialogo, del negoziato e della cessazione della violenza.

    Con questa fiducia, noi ora ci volgiamo a Maria, nostra Madre, e nel recitare la preghiera dell’Angelus, preghiamo per la pace e la salvezza dell’intera famiglia umana.


     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro,
    V Domenica di Quaresima, 29 marzo 2009

      

    Cari fratelli e sorelle!

    Desidero prima di tutto ringraziare Iddio e quanti, in vario modo, hanno collaborato alla buona riuscita del viaggio apostolico che ho potuto compiere in Africa nei giorni scorsi, ed invoco sui semi sparsi in terra africana l’abbondanza delle benedizioni del Cielo. Di questa significativa esperienza pastorale mi propongo di parlare più ampiamente mercoledì prossimo nell’Udienza generale, ma non posso non cogliere questa occasione per manifestare l’emozione profonda che ho provato incontrando le comunità cattoliche e le popolazioni del Camerun e dell’Angola. Soprattutto mi hanno impressionato due aspetti, entrambi molto importanti. Il primo è la gioia visibile nei volti della gente, la gioia di sentirsi parte dell’unica famiglia di Dio, e ringrazio il Signore per aver potuto condividere con le moltitudini di questi nostri fratelli e sorelle momenti di festa semplice, corale e piena di fede.

    Il secondo aspetto è proprio il forte senso del sacro che si respirava nelle celebrazioni liturgiche, caratteristica questa comune a tutti i popoli africani ed emersa, potrei dire, in ogni momento della mia permanenza tra quelle care popolazioni. La
    visita mi ha permesso di vedere e comprendere meglio la realtà della Chiesa in Africa nella varietà delle sue esperienze e delle sfide che si trova ad affrontare in questo tempo.

    Pensando proprio alle sfide che segnano il cammino della Chiesa nel continente africano, ed in ogni altra parte del mondo, avvertiamo quanto siano attuali le parole del Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima. Gesù, nell’imminenza della sua passione, dichiara: "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12,24). Ormai non è più l’ora delle parole e dei discorsi; è giunta l’ora decisiva, per la quale il Figlio di Dio è venuto nel mondo, e malgrado la sua anima sia turbata, Egli si rende disponibile a compiere fino in fondo la volontà del Padre. E questa è la volontà di Dio: dare la vita eterna a noi che l’abbiamo perduta. Perché ciò si realizzi bisogna però che Gesù muoia, come un chicco di grano che Dio Padre ha seminato nel mondo. Solo così infatti potrà germogliare e crescere una nuova umanità, libera dal dominio del peccato e capace di vivere in fraternità, come figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli.

    Nella grande festa della fede vissuta insieme in Africa, abbiamo sperimentato che questa nuova umanità è viva, pur con i suoi limiti umani. Là dove i missionari, come Gesù, hanno dato e continuano a spendere la vita per il Vangelo, si raccolgono frutti abbondanti. A loro desidero rivolgere un particolare pensiero di gratitudine per il bene che fanno. Si tratta di religiose, religiosi, laici e laiche. E’ stato bello per me vedere il frutto del loro amore a Cristo e constatare la profonda riconoscenza che i cristiani hanno per essi. Rendiamone grazie a Dio, e preghiamo Maria Santissima perché nel mondo intero si diffonda il messaggio della speranza e dell’amore di Cristo.


    Dopo l'Angelus:

    Saluto con grande affetto i numerosi africani che vivono a Roma, tra cui molti studenti, qui accompagnati da Mons. Robert Sarah, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Carissimi, avete voluto venire a manifestare gioia e riconoscenza per il mio viaggio apostolico in Africa. Vi ringrazio di cuore. Prego per voi, per le vostre famiglie e per i vostri Paesi di origine. Grazie!

    Giovedì prossimo, alle ore 18, presiederò in San Pietro la Santa Messa nel quarto anniversario della morte del mio amato predecessore il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Invito a partecipare specialmente i giovani di Roma, per prepararci insieme alla Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà celebrata a livello diocesano nella Domenica delle Palme.

    Je vous accueille avec joie, chers frères et sœurs de langue française. Ce jour nous donne d’entrer dans le temps liturgique de la Passion. Cette dernière étape du Carême nous invite à vivre un moment d’intimité avec Jésus. Préparons-nous à célébrer au mieux la Semaine Sainte qui s’annonce ! Avec vous, je veux rendre grâce au Seigneur pour le voyage pastoral que je viens d’effectuer en Afrique. L’accueil chaleureux des africains a rempli mon cœur de Pasteur d’une profonde joie. En lui redisant toute mon affection j’encourage cette Église jeune, vivante, pleine d’avenir et de dynamisme à suivre le Christ avec foi, espérance et charité ! Que Dieu vous bénisse tous !

    I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims to this Angelus, especially students and teachers from Holy Trinity Catholic High School in Edmonton, Canada. In today’s liturgy, Jesus teaches that "unless a grain of wheat falls to the ground and dies, it remains just a grain of wheat; but if it dies, it produces much fruit". In these final weeks of Lent, let us intensify our prayer, fasting and almsgiving. In this way, we will prepare ourselves to meditate on Christ’s passion and death, so as to rejoice fully in the glory of his Resurrection. God bless you all!

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los profesores y estudiantes del Colegio San José, de Reus, y al grupo Santa María de la Estrella, de Argentina. En este último domingo de Cuaresma, os animo a vivir con especial fervor estos días que aún nos quedan de preparación para la Pascua. Que la Santísima Virgen María nos alcance la gracia de estar bien dispuestos para celebrar intensamente los grandes misterios de nuestra Redención. Muchas gracias y feliz domingo.

    Gerne grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache. In diesen Tagen der Vorbereitung auf Ostern wollen wir auf Maria schauen, die ihren Sohn auf seinem Weg des Leidens bis zu seinem Tod am Kreuz begleitet hat. Ihr Ja zu Gottes Heilsplan, das sie bei der Verkündigung des Engels gesprochen hat, löste sie unter dem Kreuz ein. So ist Maria ganz hineingenommen in das Erlösungswerk Christi. Am Hochfest der Verkündigung des Herrn vor 25 Jahren hat mein Vorgänger Papst Johannes Paul II. feierlich die Weihe der Welt an das Unbefleckte Herz Mariens erneuert. Stets wollen auch wir Maria um ihren Schutz und Schirm bitten und uns ihrem mütterlichen Herzen anvertrauen, damit sie uns sicher zu Christus führe, dem Erlöser der Menschen. Euch allen wünsche ich einen gesegneten fünften Fastensonntag.

    Serdecznie pozdrawiam Polaków obecnych na Placu świętego Piotra i tych, którzy łączą się z nami w modlitwie przez radio i telewizję. Dziękuję wam za duchowe wsparcie mojej pielgrzymki do Kamerunu i Angoli, podczas której podziwiałem młodość ducha Kościoła w Afryce, entuzjazm życia wiernych i radość ich wiary. Potrzeby tego Kościoła polecam waszej modlitwie. Z serca wam błogosławię i życzę wszystkim dobrej niedzieli.

    [Saluto cordialmente i Polacchi presenti in Piazza San Pietro e quanti si uniscono a noi nella preghiera mediante la radio e la televisione. Vi ringrazio per il sostegno spirituale al mio pellegrinaggio in Camerun e Angola, nel quale ho potuto sperimentare la giovinezza dello spirito della Chiesa in Africa, l’entusiasmo della vita dei fedeli e la gioia della loro fede. Affido le necessità di quella Chiesa alla vostra preghiera. Vi benedico tutti di cuore e vi auguro buona domenica.]

    Saluto infine i pellegrini di lingua italiana, in particolare i membri del Movimento Apostolico, con l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Mons. Antonio Ciliberti; il pellegrinaggio dell'arcidiocesi di Trento, i fedeli provenienti da Barletta, Gallarate, Pordenone, Rosegaferro, Rimini, Jesi, da varie città della Sicilia e dalla parrocchia di San Clemente Papa in Roma. Saluto inoltre la scuola "Montessori" di San Mauro Pascoli e i numerosi gruppi giovanili, come pure le associazioni "Difendere la Vita con Maria" e "Cardio-Salus", che incoraggio nel loro impegno. Assicuro anche un ricordo nella preghiera per la Giornata Mondiale dell’Autismo, che ricorre il prossimo 2 aprile. A tutti auguro una buona domenica.

     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica delle Palme, 5 aprile 2009


     

    Ieri, 4 aprile, è stata celebrata la IV Giornata indetta dall’ONU per la sensibilizzazione sul problema delle mine antipersona. A dieci anni dall’entrata in vigore della Convenzione per la messa al bando di questi ordigni, e dopo la recente apertura alla firma della Convenzione per l’interdizione delle munizioni a grappolo, desidero incoraggiare i Paesi che non lo hanno ancora fatto a firmare senza indugio questi importanti strumenti del diritto internazionale umanitario, ai quali la Santa Sede ha dato da sempre il proprio appoggio. Esprimo altresì il mio sostegno a qualsiasi misura intesa a garantire la necessaria assistenza alle vittime di tali armi devastanti.

    Vorrei inoltre ricordare con grande pena i nostri fratelli e sorelle africani, che pochi giorni fa hanno trovato la morte nel Mare Mediterraneo, mentre cercavano di raggiungere l’Europa. Non possiamo rassegnarci a tali tragedie, che purtroppo si ripetono da tempo! Le dimensioni del fenomeno rendono sempre più urgenti strategie coordinate tra Unione Europea e Stati africani, come pure l’adozione di adeguate misure di carattere umanitario, per impedire che questi migranti ricorrano a trafficanti senza scrupoli. Mentre prego per le vittime, perché il Signore le accolga nella sua pace, vorrei osservare che questo problema, ulteriormente aggravato dalla crisi globale, troverà soluzione solo quando le popolazioni africane, con l’aiuto della comunità internazionale, potranno affrancarsi dalla miseria e dalle guerre.

    Rivolgo ora un saluto particolare ai 150 delegati – vescovi, sacerdoti e laici – che nei giorni scorsi hanno partecipato all’incontro internazionale sulle Giornate Mondiali della Gioventù, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Comincia così il cammino di preparazione verso il prossimo raduno mondiale dei giovani, che avrà luogo nell’agosto 2011 a Madrid e per il quale ho già indicato il tema: "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede (cfr Col 2,7)". Come è tradizione, i giovani australiani consegneranno tra poco ai giovani spagnoli la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù, la "croce pellegrina", che reca a tutti i giovani della terra il messaggio dell’amore di Cristo.

    Questo "passaggio di testimone" assume un valore altamente simbolico, con cui esprimiamo immensa gratitudine a Dio per i doni ricevuti nel
    grande incontro di Sydney e per quelli che vorrà concederci in quello di Madrid. Domani la Croce, accompagnata dall’Icona della Vergine Maria, partirà per la capitale spagnola, e là sarà presente alla grande processione del Venerdì Santo. In seguito inizierà un lungo pellegrinaggio che, attraverso le Diocesi della Spagna, la riporterà a Madrid nell’estate 2011. Possano questa Croce e questa Icona di Maria essere per tutti segno dell’amore invincibile di Cristo e della sua e nostra Madre!

    I greet all the English-speaking pilgrims and visitors here this Palm Sunday, when we recall the humble entry into Jerusalem of Jesus, our King and Messiah. With vivid memories of my visit to Sydney for World Youth Day, I greet Cardinal George Pell, Archbishop of Sydney, and Bishops Anthony Fisher and Julian Porteous, Auxiliary Bishops of Sydney, who are here together with a large group of young Australians in order to consign to their counterparts from Madrid the World Youth Day Cross and Icon of Our Lady. May the great events of Holy Week strengthen your faith and inspire you to be humble witnesses of charity. Upon each of you present and your families, I invoke God’s blessings of peace and wisdom.

    Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular al Cardenal Antonio María Rouco Varela, Arzobispo de Madrid, y a los numerosos jóvenes venidos a recoger la Cruz para la Jornada Mundial de la Juventud del año dos mil once, en Madrid. Hoy, que hemos acompañado con el júbilo de los ramos a Jesús en su entrada en Jerusalén, invito a todos a llevarlo muy dentro del corazón, para reconocerlo también en el árbol salvador de la cruz y celebrar así con inmenso gozo la gloria de su resurrección. Feliz Domingo. Feliz Semana Santa.

    Je suis heureux de vous accueillir, chers jeunes francophones. La Semaine Sainte nous permet de contempler le Christ souffrant. Accompagnons-le, pas à pas, dans son combat qui nous libère de l’esclavage, de la détresse et de la mort, et qui nous conduit à la liberté, à la joie et à la Vie. Soyez autour de vous des signes d’espérance ! Stimulez vos amis afin qu’ils suivent le Christ ! Que le Seigneur vous accompagne tout au long de cette Semaine Sainte !

    Einen frohen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger. Besonders begrüße ich die vielen jungen Menschen, die zur Übergabe des Weltjugendtagskreuzes gekommen sind. Zu Beginn der Liturgie des heutigen Palmsonntags haben wir, wie einst die Einwohner von Jerusalem, Jesus Christus einen feierlichen Einzug bereitet. Begleiten wir ihn auch auf dem Weg seines Leidens. Am Kreuz zeigt er uns seine grenzenlose Liebe, die alles auf sich nimmt. Dieses Zeichen der Hoffnung führe uns zu einer Erneuerung des Herzens, um wahrhaft Zeugen seiner Güte und seines Heils zu sein. Euch allen wünsche ich eine gesegnete Karwoche!

    Queridos jovens de língua portuguesa, alegro-me convosco porque pusestes a vossa esperança no Deus vivo, em Cristo ressuscitado. Se vos alimentardes de Cristo e viverdes imersos n’Ele, não podereis deixar de falar d’Ele, de O dar a conhecer aos vossos amigos. Habitados por Cristo, espalhai esta esperança ao vosso redor. Ide e acendei a esperança. Acompanho-vos a todos com a minha oração e a minha Bênção.

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do polskiej młodzieży. Podczas gdy wasi rówieśnicy z Australii przekazują krzyż młodym Hiszpanom, modlę się, aby ten znak miłości Chrystusa był drogi młodym ludziom na całym świecie. Niech dla was wszystkich będzie punktem odniesienia w dniach szczęśliwych i w godzinach próby. Bożej miłości was zawierzam i z serca błogosławię.

    [Un cordiale saluto rivolgo alla gioventù polacca. Mentre i vostri coetanei dall’Australia consegnano la croce ai giovani spagnoli, prego, che questo segno dell’amore di Cristo sia caro ai giovani in tutto il mondo. Per voi tutti sia il punto di riferimento nei giorni felici e nelle ore di prova. Vi affido all’amore di Dio e vi benedico di cuore.]

    Pozdravljam maturante iz Škofijske klasične gimnazije v Šentvidu in vse slovenske romarje! Želim vam, da bi doživeto obhajali velikonočne praznike in da bi vedno bolj zoreli tudi v ljubezni in zvestobi do Vstalega Odrešenika. Naj bo z vami moj blagoslov!

    [Saluto i maturandi del Liceo Classico Diocesano di Šentvid e tutti i pellegrini sloveni! Vi auguro cordialmente di celebrare con viva partecipazione la Santa Pasqua e di maturare sempre di più anche nell’amore e nella fedeltà al Redentore Risorto! Vi accompagni la mia Benedizione!]

    Saluto infine con affetto i pellegrini italiani, in modo particolare i gruppi giovanili. Auguro a tutti di prepararsi alla prossima Pasqua alla scuola dell’apostolo Paolo, accogliendo pienamente la grazia di Cristo. Ed ora accompagniamo con la preghiera il passaggio della Croce.

    Passaggio della Croce e dell’Icona

    Ed ora ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria, perché vegli sempre sul cammino dei giovani e ci aiuti tutti a vivere bene la Settimana Santa.

    Angelus Domini…

      

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    BENEDETTO XVI

    REGINA CÆLI


    Castel Gandolfo
    Lunedì dell'Angelo, 13 aprile 2009

    Cari fratelli e sorelle!

    In questi giorni pasquali sentiremo risuonare spesso le parole di Gesù: “Sono risorto e sono sempre con te”. Facendo eco a questo annuncio, la Chiesa proclama con gioia: “Sì, siamo certi! Il Signore è veramente risorto, alleluia! A Lui gloria e potenza nei secoli”. E’ tutta la Chiesa in festa che manifesta i suoi sentimenti cantando: “Questo è il giorno del nostro Signore Gesù Cristo”. In effetti, risorgendo da morte, Gesù ha inaugurato il suo giorno eterno e ha aperto anche la porta per la nostra gioia. “ Non morirò, - Egli dice - resterò in vita ”. Il Figlio dell’uomo crocifisso, pietra scartata dai costruttori, è diventato ormai il solido fondamento del nuovo edificio spirituale, che è la Chiesa, suo Corpo mistico. Il popolo di Dio, che ha il Cristo come suo capo invisibile, è destinato a crescere nel corso dei secoli, sino al pieno compimento del piano della salvezza. Allora, l’intera umanità sarà a Lui incorporata, e ogni realtà esistente sarà compenetrata della sua vittoria definitiva. San Paolo scrive: Egli sarà “il perfetto compimento di tutte le cose” (cfr. Ef 1, 23), e “ Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28).

    Gioisce pertanto giustamente la comunità cristiana – noi tutti – perché la risurrezione del Signore ci assicura che il piano divino della salvezza, nonostante tutte le oscurità della storia, si compirà. Ecco perché la sua Pasqua è veramente speranza per noi. E noi, risorti con Cristo mediante il Battesimo, dobbiamo ora seguirlo fedelmente in santità di vita, camminando verso la Pasqua eterna, sorretti dalla consapevolezza che le difficoltà, le lotte, le prove, le sofferenze della nostra esistenza, compresa la morte, ormai non potranno più separarci da Lui e dal suo amore. La sua risurrezione ha gettato un ponte fra il mondo e la vita eterna, sul quale ogni uomo e ogni donna può passare per giungere alla vera meta del nostro pellegrinaggio terreno.

    “Sono risorto e sono sempre con te”. Quest’assicurazione di Gesù si realizza soprattutto nell’Eucaristia; è in ogni Celebrazione eucaristica che la Chiesa, ed ogni suo membro, sperimentano la sua presenza viva e beneficiano di tutta la ricchezza del suo amore. Nel Sacramento dell’Eucaristia, il Signore risuscitato è presente e, pieno di misericordia, ci purifica dalle nostre colpe; ci nutre spiritualmente e ci infonde vigore per sostenere le dure prove dell’esistenza e per lottare contro il peccato ed il male. E’ Lui il sostegno sicuro nel nostro pellegrinaggio verso l’eterna dimora del Cielo. La Vergine Maria, che ha vissuto accanto al suo divin Figlio ogni fase della sua missione terrena, ci aiuti ad accogliere con fede il dono della Pasqua e ci renda felici, fedeli e gioiosi testimoni del Signore risuscitato.


    Dopo il Regina Cæli:

    Le Christ est vraiment ressuscité, Alléluia! Je suis heureux de vous saluer chers pèlerins de langue française. Que la fête de Pâques soit pour vous tous, une lumière, la fête de la vie, de l’espérance et de la paix! Sur ses chemins, parfois marqués par la tristesse et la morosité, l’homme n’est pas seul, le Christ ressuscité marche à ses côtés. Renouvelés par la foi de notre baptême, avec l’aide de la Vierge Marie, soyons sans crainte pour annoncer à tous nos frères et sœurs qu’ils sont aimés d’un amour unique par le Seigneur et qu’ils sont appelés au bonheur sans fin. A tous, je souhaite de Saintes fêtes de Pâques!

    I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims to this Regina Coeli. My dear friends, our song of joy on the night of Jesus’s Resurrection – “Rejoice heavenly powers! Exult all creation!” – continues to resound throughout these eight days of solemn celebration. The Lord of heaven and earth has arisen in glory! His splendour continues to shine upon the human race, giving strength to the weak, relief to the suffering and comfort to the dying. I pray that Christ’s gift of new life will grow in your hearts and lead you along the way of eternal salvation. God bless you all!

    Sehr herzlich grüße ich die Pilger deutscher Sprache. Christus, unsere Hoffnung, ist auferstanden. Die Botschaft des Ostermorgens schenkt uns die Gewißheit: Jesus lebt. Er ist der Lebendige, und in Ihm haben wir das wahre Leben, das kein Ende kennt. Euch und allen euren Lieben wünsche ich einen gesegneten Ostermontag und eine frohe Osterwoche!

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En este particular tiempo de Pascua, invito a todos a imitar a los discípulos y discípulas que, yendo de sorpresa en sorpresa, tuvieron el gozo de encontrar a Cristo resucitado, vivo para siempre entre nosotros.
    Muchas gracias.

    Pozdrawiam wszystkich Polaków. „Jezusa wskrzesił Bóg, a my wszyscy jesteśmy tego świadkami” (Dz 2, 32). Niech nasze świadectwo o zmartwychwstaniu Chrystusa będzie dla świata źródłem nadziei. Serdecznie wam błogosławię!


    E infine: un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della parrocchia San Pietro in Albano laziale, accompagnati dal Vescovo e dal parroco. Mi felicito con voi per l’iniziativa dell’adorazione eucaristica continuata che avete intrapreso ed inoltre volentieri benedico i rosari che portate con voi. A tutti nuovamente Buona Pasqua e tutta la gioia della Pasqua! Grazie a voi tutti!


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    00 27/04/2009 12:32

    BENEDETTO XVI

    REGINA CÆLI


    Castel Gandolfo
    Domenica della Divina Misericordia, 19 aprile 2009

    Cari fratelli e sorelle!

    A voi, qui presenti, e a quanti sono uniti a noi mediante la radio e la televisione, rinnovo di cuore fervidi auguri pasquali, in questa domenica che chiude l’Ottava di Pasqua. Nel clima di gioia, che proviene dalla fede in Cristo risorto, desidero poi esprimere un "grazie" cordialissimo a tutti coloro – e sono veramente tanti – che hanno voluto farmi pervenire un segno di affetto e di vicinanza spirituale in questi giorni, sia per le festività pasquali, sia per il mio genetliaco – il 16 aprile –, come pure per il quarto anniversario della mia elezione alla Cattedra di Pietro, che ricorre proprio oggi. Ringrazio il Signore per la coralità di tanto affetto. Come ho avuto modo di affermare di recente, non mi sento mai solo.

    Ancor più in questa singolare settimana, che per la liturgia costituisce un solo giorno, ho sperimentato la comunione che mi circonda e mi sostiene: una solidarietà spirituale, nutrita essenzialmente di preghiera, che si manifesta in mille modi. A partire dai miei collaboratori della Curia Romana, fino alle parrocchie geograficamente più lontane, noi cattolici formiamo e dobbiamo sentirci una sola famiglia, animata dagli stessi sentimenti della prima comunità cristiana, di cui il testo degli Atti degli Apostoli che si legge in questa domenica afferma: "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola" (At 4,32).

    La comunione dei primi cristiani aveva come vero centro e fondamento il Cristo risorto. Narra infatti il Vangelo che, nel momento della passione, quando il divino Maestro venne arrestato e condannato a morte, i discepoli si dispersero. Solo Maria e le donne, con l’apostolo Giovanni, rimasero insieme e lo seguirono fino al calvario. Risuscitato, Gesù donò ai suoi una nuova unità, più forte di prima, invincibile, perché fondata non sulle risorse umane, ma sulla divina misericordia, che li fece sentire tutti amati e perdonati da Lui.

    E’ dunque l’amore misericordioso di Dio ad unire saldamente, oggi come ieri, la Chiesa e a fare dell’umanità una sola famiglia; l’amore divino, che mediante Gesù crocifisso e risorto ci perdona i peccati e ci rinnova interiormente. Animato da tale intima convinzione, il mio amato predecessore
    Giovanni Paolo II volle intitolare questa domenica, la seconda di Pasqua, alla Divina Misericordia, e additò a tutti Cristo risorto quale sorgente di fiducia e di speranza, accogliendo il messaggio spirituale trasmesso dal Signore a santa Faustina Kowalska, sintetizzato nell’invocazione: "Gesù, confido in Te!".

    Come per la prima comunità, è Maria ad accompagnarci nella vita di ogni giorno. Noi la invochiamo "Regina del Cielo", sapendo che la sua regalità è come quella del suo Figlio: tutta amore, e amore misericordioso. Vi domando di affidare a Lei nuovamente il mio servizio alla Chiesa, mentre con fiducia Le diciamo: Mater misericordiae, ora pro nobis.


    Dopo il Regina Cæli:

    Rivolgo anzitutto un cordiale saluto e fervidi auguri ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali che, seguendo il Calendario Giuliano, celebrano oggi la santa Pasqua. Il Signore risorto rinnovi in tutti la luce della fede e doni abbondanza di gioia e di pace.

    Inizierà domani a Ginevra, organizzata dalle Nazioni Unite, la Conferenza di esame della Dichiarazione di Durban del 2001 contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza. Si tratta di un’iniziativa importante perché ancora oggi, nonostante gli insegnamenti della storia, si registrano tali deplorevoli fenomeni. La Dichiarazione di Durban riconosce che "tutti i popoli e le persone formano una famiglia umana, ricca in diversità. Essi hanno contribuito al progresso della civiltà e delle culture che costituiscono il patrimonio comune dell’umanità… la promozione della tolleranza, del pluralismo e del rispetto può condurre ad una società più inclusiva". A partire da queste affermazioni si richiede un’azione ferma e concreta, a livello nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione e di intolleranza. Occorre, soprattutto, una vasta opera di educazione, che esalti la dignità della persona e ne tuteli i diritti fondamentali. La Chiesa, da parte sua, ribadisce che solo il riconoscimento della dignità dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, può costituire un sicuro riferimento per tale impegno. Da questa origine comune, infatti, scaturisce un comune destino dell’umanità, che dovrebbe suscitare in ognuno e in tutti un forte senso di solidarietà e di responsabilità. Formulo i miei sinceri voti affinché i Delegati presenti alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con spirito di dialogo e di accoglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, discriminazione e intolleranza, segnando così un passo fondamentale verso l’affermazione del valore universale della dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte di rispetto e di giustizia per ogni persona e popolo.

    En ce dimanche de la Divine Miséricorde, je suis heureux de vous saluer chers pèlerins de langue française. Nous célébrons aussi en ce jour le quatrième anniversaire de mon élection au Siège de Pierre. Je confie à la miséricorde de Dieu ce Ministère dont j’ai reçu la charge. Priez pour le Pape et pour son apostolat, pour l’Église et pour son unité. Que la Vierge Marie, Mère de Dieu et Mère de l’Église, qui se tient à nos côtés, nous aide à vivre tout au long de notre vie dans la lumière de la joie pascale !

    I am happy to greet all the English-speaking visitors present for today’s Regina Coeli prayer, including the group from Dulwich Preparatory School, Cranbrook in Kent. As we rejoice in the new life that the Risen Christ has won for us, let us renew our resolve to be faithful to our baptismal promises by rejecting Satan and living according to the example of the Lord. In our prayer we commend our perseverance to the intercession of Mary, Queen of Heaven. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings of peace and joy!

    Einen frohen, österlichen Gruß richte ich an alle Pilger deutscher Sprache, insbesondere an die Gruppe der Hörer des Bayerischen Rundfunks. Am Tag meiner Wahl zum Nachfolger Petri vor genau vier Jahren habe ich die Gläubigen um ihr Gebet für meine Arbeit im Weinberg des Herrn gebeten. Heute möchte ich allen danken, die meinen Hirtendienst besonders auch in den deutschsprachigen Ländern durch ihre treue geistliche Verbundenheit unterstützen und dies in den vergangenen Tagen und Wochen zahlreich zum Ausdruck gebracht haben. So bilden wir mit Maria und der ganzen Kirche eine freudige Gemeinschaft um den Auferstandenen und vertrauen unsere Anliegen der Barmherzigkeit Gottes an. Der Herr segne euch und eure Familien.

    Saludo con afecto a los fieles de lengua española, en particular a los peregrinos de la Parroquia de Nuestra Señora del Carmen, de Murcia. En este segundo domingo de Pascua, dedicado a la Divina Misericordia, invoquemos a la Santísima Virgen María para que nos alcance la gracia de reconocer a Cristo Resucitado como la fuente de toda esperanza, que sigue actuando su misericordia en los sacramentos, especialmente en el de la Reconciliación, y en la acción caritativa de la Iglesia. ¡Feliz Pascua y Feliz Domingo!

    Dzisiaj, w Niedzielę Bożego Miłosierdzia, pozdrawiam bardzo serdecznie rodaków Sługi Bożego Jana Pawła II. To on przypomniał nam wszystkim orędzie Chrystusa Miłosiernego, objawione świętej Faustynie. Zachęcał byśmy je nieśli całemu światu. W obliczu zła, które w sercach ludzkich wciąż sieje tak wiele spustoszenia, jest to zadanie tym bardziej aktualne. Bądźmy świadkami miłosiernej miłości Boga. Trwając w radości paschalnej, w rocznicę mojego wyboru na Stolicę Piotrową, dziękuję wszystkim za modlitwy w mojej intencji.

    [Oggi nella Domenica della Divina Misericordia saluto in modo particolarmente cordiale i connazionali del Servo di Dio Giovanni Paolo II. È stato lui a ricordare a noi tutti il messaggio di Cristo Misericordioso, rivelato a Santa Faustina. Ci ha esortato a portarlo al mondo intero. Di fronte al male che nei cuori umani dissemina tanta desolazione è un compito più che mai attuale. Cerchiamo di essere testimoni dell’amore misericordioso di Dio. Rimanendo nella gioia pasquale, nel giorno dell’anniversario della mia elezione alla Sede di Pietro, ringrazio tutti delle preghiere per me.]

    Saluto di cuore i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Cesano Maderno, Torre de Busi, Cesenatico, Castellana Grotte, Taranto e San Giovanni d’Acri; i cresimandi di Statte, i giovani fidanzati di Altamura, i ragazzi del Decanato di Vimercate e quelli di Arezzo, il gruppo ospedaliero di Treviso e quello di polacchi che vivono a Bologna. Saluto i giovani partecipanti al laboratorio nazionale di pastorale giovanile sul tema "Giovani e culture: l’immigrazione". Tra i pellegrini radunati in Piazza San Pietro saluto specialmente quelli che stamani hanno partecipato alla Santa Messa presieduta dal Cardinale Vicario Agostino Vallini nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. Cari amici, voi portate la celebre immagine di Gesù Misericordioso: portatela sempre dentro di voi, e siate dovunque suoi testimoni! Buona domenica a tutti!


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    BENEDETTO XVI

    REGINA CÆLI


    Piazza San Pietro
    III Domenica di Pasqua, 26 aprile 2009

    Mentre ci avviamo a concludere questa solenne celebrazione, desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti voi, che avete voluto venire di persona a rendere omaggio ai nuovi Santi. Esprimo anzitutto riconoscenza alla Delegazione del Governo italiano e alle altre autorità civili, in particolare ai Sindaci e ai Prefetti delle città dei ben quattro concittadini elevati oggi all’onore degli altari. Saluto la Delegazione dell’Ordine di Malta. Con grande affetto ringrazio i numerosi pellegrini provenienti da molte parti d’Italia. Auspico che questo pellegrinaggio, vissuto nel segno della santità e avvalorato dalla grazia dell’Anno Paolino, possa aiutare ciascuno a “correre” con più gioia e più slancio verso “la mèta” finale, verso il “premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (cfr Fil 3,13-14).

    In questo contesto mi piace menzionare anche la Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra oggi. A 50 anni dalla morte del fondatore, Padre Agostino Gemelli, auguro che l’Università Cattolica sia sempre fedele ai suoi principi ispiratori, per continuare ad offrire una valida formazione alle giovani generazioni.

    Dirijo a minha saudação grata e deferente à Delegação oficial de Portugal e aos Bispos vindos para a canonização de Frei Nuno de Santa Maria, com todos os seus compatriotas que guardam no coração o testemunho do «Santo Condestável»: deste modo lhe chamavam já os pobres do seu tempo, vendo o sentido de compaixão e o despojamento de quem deu os seus bens aos mais desfavorecidos. Deixou-nos assim uma nobre lição de renúncia e partilha, sem as quais será impossível chegar àquela igualdade fraterna característica duma sociedade moderna, que reconhece e trata a todos como membros da mesma e única família humana. Em particular saúdo os Carmelitas, a quem um dia se prendeu o olhar e o coração deste militar crente, vendo neles o hábito da Santíssima Virgem e no qual depois ele próprio se amortalhou. Ao desejar a abundância dos dons do Céu para todos os peregrinos e devotos de São Nuno, deixo-lhes este apelo: «Considerai o êxito da sua carreira e imitai a sua fé» (Heb 13, 7).

    I greet the English-speaking pilgrims who are here with us today, especially those who have travelled to Rome to be present at the canonization of today’s new saints. Through their intercession, may all of you be filled with joy in the Risen Lord, and bear witness to him courageously in your daily lives. I invoke God’s abundant blessings upon all of you, and upon your families and loved ones at home.

    Je suis heureux de vous accueillir chers pèlerins francophones. La Résurrection du Seigneur a rempli nos cœurs de lumière. Que l’exemple des nouveaux saints canonisés en ce jour, nous donne de ne pas avoir peur d’aller vers nos frères et sœurs pour transmettre la Parole de Vie dans le monde entier. Que ces Saints soient, avec la Vierge Marie, des guides et des soutiens dans votre existence quotidienne! A la suite des disciples d’Emmaüs, soyez à votre tour des témoins du Christ Ressuscité. Que Dieu vous bénisse!

    Ein herzliches Grüß Gott sage ich den Pilgern deutscher Sprache; besonders heiße heute die Studentenverbindung Capitolina willkommen. Die neuen Heiligen helfen uns bei der Betrachtung des Heilswirkens Christi: Nuno Álvares Pereira zeigt uns das göttliche Kind im Arm seiner jungfräulichen Mutter; Arcangelo Tadini führt uns zur Heiligen Familie in Nazareth, Bernhard Tolemei vergegenwärtigt uns das Geschehen am Ölberg, vor dem Geheimnis der Eucharistie hält Gertrud Comensoli inne und Caterina Volpicelli weist auf das heiligste Herz Jesu hin, in dem Gottes unergründliche Liebe sichtbar ist. Wie diese Heiligen wollen wir uns aufmachen, um Gott näher zu kommen und so auch den Menschen nahe zu sein. Der Herr segne euch und begleite euch auf allen Wegen!

    Saludo con afecto a los fieles de lengua española presentes en esta celebración. Que Cristo, Buen Pastor, afiance en nosotros la alegría por haber recobrado, a través de su Resurrección, nuestra adopción filial y nos llene de esperanza en nuestro caminar hacia la Vida Eterna. Confiamos esta intención a la protección maternal de la Santísima Virgen María y a la intercesión de los cinco nuevos santos, que hoy he propuesto a la veneración de la Iglesia Universal. Feliz Pascua y Feliz Domingo

    Pozdrawiam serdecznie Polaków. Pod patronatem Dzieła Biblijnego imienia Jana Pawła II Kościół w Polsce obchodzi po raz pierwszy Niedzielę i Tydzień Biblijny. Tym, którzy zgłębiają tajemnicę Bożego Słowa z serca błogosławię. Za wstawiennictwem nowych świętych upraszam dla wszystkich dar Bożej Mądrości. Życzę dobrej niedzieli i obfitych owoców tego tygodnia.

    [Saluto cordialmente i polacchi. Sotto il patronato dell’Opera Biblica intitolata a Giovanni Paolo II, la Chiesa in Polonia celebra oggi per la prima volta la Domenica e la Settimana Biblica. Benedico di cuore tutti coloro che approfondiscono la Parola di Dio. Per intercessione dei nuovi Santi, imploro per tutti il dono della Sapienza Divina. Auguro buona domenica e abbondanti frutti di questa speciale settimana.]

    Alla Vergine Maria, che ha osservato pienamente la parola di Dio, così che il suo amore in lei è stato veramente perfetto (cfr 1 Gv 2,5a), eleviamo ora la nostra filiale preghiera. Regina Caeli…

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