00 27/05/2009 18:22
Una colletta per finanziare l'acquisto di generi di prima necessità

La Chiesa in Nigeria in aiuto della popolazione del Delta


Abuja, 27. Sta assumendo i contorni di una vera e propria tragedia umanitaria la situazione in Nigeria, dove da metà maggio è in corso un'offensiva militare delle forze armate regolari contro i militanti del Movement for the Emancipation of the Niger Delta (Mend), nella zona di Gbramatu, nello Stato meridionale del Delta.
Nella guerra che vede contrapporsi le due parti, i civili pagano il prezzo più alto.
Il Delta del Niger, la zona del delta del fiume, è una regione ad alta concentrazione di riserve petrolifere. I gruppi dei miliziani del Mend protestano per i danni provocati dallo sfruttamento del petrolio e chiedono che i ricavi della vendita del greggio vengano dati anche alla popolazione locale. Oltre ai morti, si registrano infatti migliaia di sfollati (secondo le stime sarebbero oltre 3.000) che vivono nelle foreste che coprono l'area, i quali sono privi di assistenza.
La Chiesa in Nigeria si è prontamente mobilitata per organizzare i soccorsi, in particolare promuovendo una colletta e la raccolta di donazioni i cui proventi andranno al sostentamento delle famiglie colpite dalla guerra. Il presidente della Catholic Bishops' Conference of Nigeria (Cbcn), Felix Alaba Adeosin Job, arcivescovo di Ibadan, a tale proposito ha inviato una lettera alle diocesi e alle arcidiocesi chiedendo uno speciale sostegno "per i nostri fratelli e le nostre sorelle che stanno soffrendo". Nella missiva è specificato che le somme raccolte andranno all'ufficio per lo sviluppo e la pace del Segretariato cattolico che a sua volta si
occuperà di distribuire gli aiuti:  si tratta in particolare dell'acquisto di beni di prima necessità come cibo e vestiti e altro materiale d'emergenza. L'arcivescovo ricorda che la colletta "serve a dimostrare che l'amore ancora esiste tra noi". Il presule si sofferma poi sul grave clima di tensione nella nazione, sottolineando che "ora non è il momento di trovare i colpevoli di questa situazione ma di dare sostegno ai fratelli e alle sorelle nel bisogno".
Oltre alla guerra, la lettera dei vescovi parla in particolare del problema dei rapimenti di civili innocenti. I sequestri prima concentrati nel Delta, ora si sono diffusi anche in altre regioni. Il presidente della Cbcn deplora tale pratica, ribadendo che "non è giusto rapire persone innocenti, torturarle, per poi chiedere il riscatto alle rispettive famiglie prima di essere rilasciate. Questo non può essere accettato dalla Chiesa cattolica".
Peraltro, nel corso dell'offensiva militare, le forze armate governative hanno riferito di aver liberato una ventina di ostaggi detenuti dai miliziani.
Nel mese di gennaio, a Port Harcourt, nel sud della Nigeria, si è verificato il rapimento di un sacerdote cattolico, padre Pius Kii, poi rilasciato senza il pagamento di alcun riscatto. Per l'occasione, la Conferenza episcopale ha pubblicato un comunicato nel quale si affermava:  "Pur ringraziando i rapitori per aver ascoltato la voce della ragione e aver rilasciato padre Kii, vogliamo ribadire la nostra posizione sul fatto che il rapimento è un'atrocità e non è il modo migliore di affrontare le ingiustizie economiche e sociali che devono subire le popolazioni del Delta del Niger. Ingiungiamo a coloro che sono impegnati in questo atto incivile ad avere un cambiamento del cuore. Facciamo anche appello al Governo e ai leader della regione affinché trovino una soluzione definitiva ai rapimenti, prima che questo problema degeneri con conseguenze ancora più devastanti".
Le popolazioni che vivono nell'area rivendicano dunque un'equa distribuzione dei proventi derivanti dalla vendita del petrolio, fra l'altro per compensare i gravi danni causati dalle attività estrattive. Infatti, l'inquinamento causato dagli impianti petroliferi ha pesanti ripercussioni sulle tradizionali attività dell'agricoltura e della pesca, oltre che sull'ambiente. I vescovi nigeriani hanno più volte denunciato gli sprechi e le malversazioni legate allo sfruttamento dei bacini petroliferi e il fatto che i proventi del commercio non sono utilizzati a beneficio dei nigeriani.
Da tempo è stata presentata una piattaforma di richieste al Parlamento nigeriano che prevede, fra l'altro, che la proprietà delle riserve petrolifere sulla terraferma e in mare sia conferita alle popolazioni del delta e che le comunità locali debbano partecipare alle decisioni concernenti le attività esplorative e di produzione del greggio.



(©L'Osservatore Romano - 28 maggio 2009)

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