00 10/10/2009 05:57


Concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini

I trent'anni della Caritas diocesana di Roma


Roma, 9. Con una concelebrazione eucaristica, nella basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta nel pomeriggio dal cardinale vicario Agostino Vallini, la Chiesa di Roma ricorda oggi il trentesimo anniversario della fondazione della Caritas diocesana. La messa di ringraziamento sarà concelebrata dai vescovi ausiliari della diocesi, con la partecipazione degli operatori, dei volontari e degli animatori parrocchiali della Caritas.
La liturgia verrà preceduta dal saluto del direttore della Caritas diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci. "È nostro dovere ricordarci tutti i momenti - si legge nel messaggio - che Dio è all'origine di tutto e che lui ha vigilato con amore sulla comunità". Feroci ricorda che la celebrazione del trentesimo anniversario "si inserisce in una "cornice" del tutto particolare, quella dell'anno pastorale che la diocesi dedica alla verifica sui due temi fondanti la nostra fede:  l'eucaristia domenicale e la testimonianza della carità, per fare memoria e ringraziare". L'azione della Caritas - spiega il direttore citando il Vangelo - "la sentiamo e la viviamo molto vicina a quello che è stato il comportamento di Gesù". I segni lasciati sono tanti, "dirompenti" e "rendono vere le parole". Monsignor Feroci ricorda Villa Glori e sottolinea che "la Caritas nei trent'anni della sua storia ha significato proprio questo:  essere la "pedagogia del segno", la parabola che illustra e aiuta la comunità cristiana a incontrare il povero, vero volto di Cristo".
La Caritas diocesana di Roma nasce il 10 ottobre 1979 per opera del cardinale Ugo Poletti e di don Luigi Di Liegro al fine - come si legge nell'articolo 1 dello Statuto - "di promuovere la testimonianza della carità delle comunità diocesane e delle comunità intermedie, specie parrocchiali, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica". Suddivisa in settori (volontariato, territorio, educazione alla pace e alla mondialità, formazione, studi e ricerche, intercultura), la Caritas agisce per aree di intervento:  immigrazione, sanità, ascolto e accoglienza, carcere, minori, aids, mense sociali. Ognuna di queste sette aree gestisce dei servizi "segno" che consentono ogni giorno di erogare 1.600 pasti e di dare alloggio a oltre 600 persone senza dimora (famiglie, minori, malati di aids, ex detenuti, rifugiati politici e homeless) attraverso cinque mense sociali, otto case famiglia, due ostelli, tre comunità di accoglienza, due poliambulatori medici per tutte le specialità cliniche, quattro centri di ascolto. Nelle aree di intervento sono impegnati circa mille volontari:  professionisti (medici, infermieri, avvocati), gruppi parrocchiali, giovani, pensionati di ogni estrazione sociale. Nell'ambito dei servizi diocesani lavorano più di duecento operatori organizzati in tre cooperative sociali riunite in un consorzio di servizi.
Fra le tappe fondamentali di questi trent'anni c'è senz'altro la creazione della mensa sociale che cominciò a operare il 5 agosto 1983 nei locali provvisori di viale Manzoni, erogando 450 pasti al giorno; pochi mesi dopo si trasferì prima in via Magenta e poi, nel gennaio 1984, nella sede definitiva di Colle Oppio. Il 20 dicembre 1992 la mensa accolse Giovanni Paolo II che, accompagnato dall'allora cardinale vicario, Camillo Ruini, e da don Di Liegro, si intrattenne con i volontari e pranzò con gli ospiti della struttura. La targa commemorativa riporta una delle frasi pronunciate dal pontefice in quell'occasione:  "L'uomo che soffre ci appartiene". Frase ricordata anche da Benedetto XVI quando, il 4 gennaio 2007, visitò la mensa di Colle Oppio intitolandola alla memoria del suo "indimenticabile Predecessore".
Tra gli avvenimenti più recenti si segnalano l'inaugurazione, il 30 settembre 2008, dello sportello interculturale "Informasalute" - con l'obiettivo di promuovere l'accessibilità e la fruibilità del diritto all'assistenza sanitaria delle diverse comunità etniche presenti nella popolosa zona compresa fra l'Esquilino e la stazione Termini - e la creazione, il 27 aprile 2009, dello sportello di assistenza per le famiglie migranti e le coppie miste (formate cioè da persone di diversa nazionalità). Si tratta, quest'ultimo, di un servizio che offre orientamento psicologico gratuito per accompagnare la relazione di coppia, l'educazione dei figli e l'integrazione della famiglia nel contesto socio-culturale in cui vive. Il progetto è rivolto in particolare alla comunità latinoamericana.


(©L'Osservatore Romano - 10 ottobre 2009)