00 26/10/2009 09:36
Sposto qui l'argomento iniziato nel topic sulle traduzioni bizzarre della Nuova CEI per non fare un miscuglio di argomenti e anche perchè questo tema merita un attenzione particolare.

Ricapitoliamo:
Ghergon cita la famosa frase di san Cipriano "Extra Ecclesiam nulla salus" frase che bisogna contestualizzarla nel II secolo d.C., per non commettere errori di interpretazioni, la Chiesa oggi non interpreta più quella frase in maniera riduttiva e fondamentalistica.
Di per sè quella frase non ci dice nulla, facciamo un esame a quella frase:
1) Nel II secolo quando parla Cipriano esisteva la Chiesa o Grande Chiesa e gli eretici, ma attenzione, gli eretici di quei tempi non erano come i protestanti odierni, erano per lo più gnostici che non avevano nulla a che fare nemmeno con il Nuovo Testamento.
2) Non esisteva ancora ne lo scisma d'Oriente (gli Orientali facevano e fanno parte di quella Chiesa) ne la riforma protestante.
3) Il Cipriano era molto fondamentalista tanto che nella disputa con Papa Stefano arrivò ad insultarlo decine di volte, il Cipriano, diciamo chè, si salvò dalla scomunica perchè morì prima come martire.
4) La teologia ecclesiologica di Cipriano era episcopaliana.
5) La Dominus Jesus, documento Magisteriale di gran valore confuta la tua tesi dichiarando che, sia i fratelli d'Oriente sia i protestanti, anche se in modo diverso, fanno parte di questa Chiesa Cattolica anche se non c'è la piena comunione, questo grazie a quell'unico battesimo e quell'unica fede nel Dio Uni-Trino, quindi escluderei i protestanti e gli Ortodossi da questo discorso.

Andiamo alle religioni non cristiane, in particolar modo quelle monoteiste, Ebraismo e Islam.

Giustamente dici; non accettando Cristo vanno all'inferno automaticamente.
Ma è vera questa proposizione?
All'inferno si và perchè VOLONTARIAMENTE si rifiuta la VERITA' o si vive nel peccato volntariamente.
Questo ci deve essere ben chiaro se vogliamo capire l'argomento.
Come già detto bisogna che ci sia volontarietà, quindi conoscenza dell'errore, ora un musulmano che nasce e cresce in un contesto culturale e religioso prettamente islamico e viene indottrinato a tale fede, quindi misconosce che la verità è nel cristianesimo che colpa ne ha? Non è forse giustificabile la sua non conoscenza?
Naturalmente bisogna fare attenzione a non confondere le parole. “Giustificabile” non va inteso nel senso che quelle fede è un bene, ma nel senso che queste persone non si rendono conto che aderiscono ad una fede non pienamente vera, e dunque non avendo agito per malvagità ma per ignoranza, pur avendo aderito ad una fede errata, non ne hanno responsabilità morale.
Il peccato e così le colpe vengono imputate solo se si è a conoscenza che è un male una determinata azione.
Un musulmano (leggasi anche Ebrei) che pratica la sua religione seriamente e ama Dio anche se in maniera parziale e ama il prossimo come se stesso, Dio lo giudicherà mediante la sua adesione ai dettami della sua fede e nell'amore praticato non in base alla sua appartenenza religiosa.
Discorso diverso è per chi ha conosciuto la Verità e la rifiuta volontariamente, per costoro, se non c'è ravvedimento, c'è la condanna.