00 25/11/2009 07:05


In occasione della Settimana interreligiosa

La visita dell'arcivescovo Nichols nel tempio indù di Londra


Londra, 24. Un impegno comune nella ricerca di valori fondamentali per la costruzione di una società sana, quali il rispetto reciproco, l'unità e la pace:  è questo il senso della visita compiuta nei giorni scorsi - in occasione della Interfaith Week - dall'arcivescovo di Westminster Vincent Gerard Nichols, presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, presso il Shri Swaminarayan Mandir, il tempio indù di Londra (e il più grande nel mondo, al di fuori dell'India), che si trova nella zona nord della capitale. L'arcivescovo Nichols è stato accolto e omaggiato dal leader religioso che guida la comunità del tempio, lo swami Sadhu Yogvivek, che ha espresso apprezzamento per gli stretti e cordiali rapporti che legano i cattolici e gli indù, in particolare facendo riferimento all'incontro, tenutosi nel 1984, tra il leader spirituale swami Pramukh Maharaj e il servo di Dio Giovanni Paolo II. L'arcivescovo di Westminster è stato accompagnato nei luoghi simbolici del tempio, tra cui la sala che accoglie l'altare delle divinità, dove il presule ha posto dei fiori. Successivamente i due leader religiosi si sono uniti in preghiera per invocare la pace nel mondo.
Monsignor Nichols ha quindi letto un discorso di ringraziamento per l'accoglienza ricevuta, sottolineando i positivi rapporti tra le comunità cattolica e indù e i comuni valori perseguiti. "Noi siamo fermamente convinti - ha evidenziato il presule - che i sentimenti religiosi e le convinzioni della maggioranza dei cittadini di questa nazione sono fattori importanti che possono contribuire in maniera significativa alla costruzione di una vera cultura di pace e di armonia". Monsignor Nichols ha peraltro osservato che la stessa struttura architettonica del tempio indù simboleggia la cooperazione e la pace tra le culture. "La struttura, realizzata con legno teak indiano e quercia inglese - ha specificato - è un segno evidente di come le culture e le religioni possano unirsi per costruire qualcosa di bello e di duraturo". Il presule si è poi soffermato sul valore della preghiera contro i pregiudizi e i tentativi di affermare con la forza le proprie identità. "Siamo tutti convinti - ha affermato - del valore unico della preghiera nella ricerca della pace. Infatti, è impossibile avere pace senza preghiera, la preghiera di tutti, di ciascuno nella propria identità e nella ricerca della verità. L'esperienza della preghiera è una manifestazione di unità che ci impegna assieme, oltre le nostre differenze e peculiarità". L'arcivescovo ha infine rilevato che questi legami assumono una valenza ancor più importante nell'attuale contesto storico, caratterizzato da forti difficoltà economiche:  "Siamo consapevoli - ha rilevato monsignor Nichols - che tante persone vivono nella paura e nell'insicurezza e riteniamo un dovere e un privilegio tendere la nostra mano dove possiamo".
Il leader Yogvivek, da parte sua ha ricordato che le antiche scritture indù (Vedas) insegnano che "ci può essere unità nella diversità e che tutti appartengono a un'unica famiglia umana, capaci di vivere assieme e di amarsi gli uni con gli altri".
Al termine della visita, l'arcivescovo di Westminster ha donato al leader indù una candela "quale segno della luce di amore di Dio nelle nostre vite e come segno della preghiera, che in cambio, offriamo a Dio". Anche la comunità indù ha omaggiato il presule con un ricordo della sua visita.


(©L'Osservatore Romano - 25 novembre 2009)