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LA MISTAGOGIA DEL SACRO ORDINE

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 19:01
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05/11/2008 19:01

 

ANALISI MISTAGOGICA DELLE PREGHIERE DI ORDINAZIONE

Ordinazione di un Diacono

Nella prima preghiera d’ordinazione di un diacono, si esprimono questi concetti:
- Si invoca il Signore Dio affinché mandi il suo Santo Spirito per il servizio dei Misteri .
- Si supplica perché il candidato abbia una fede forte e una coscienza pura nel servizio.
- Si fa l’epiclesi: "donagli la Grazia (lo Spirito Santo) che hai donato al diacono Stefano primo martire".
- Si prega ancora che il Signore renda degno il diacono di concludere l’opera iniziata, perché coloro che hanno ben servito si meritano una buona ricompensa.
Dopo la prima preghiera segue una litania di supplica, detta dall’arcidiacono, in cui si prega per il neo consacrato diacono, per la sua salvezza, perché svolga la sua diaconia nella purezza e in maniera irreprensibile.
Quindi il vescovo nuovamente prega per l’ordinato:
- Affinché si ricordi che nell’Evangelo c’è scritto che chi vuol essere il primo deve essere diacono (servo) di tutti.
- Affinché il Signore riempia di tutta la fede il neo diacono, di amore, di forza, di santificazione, per l’intervento dello Spirito Santo, grazie al quale si compie l’opera della salvezza.
- Affinché il Signore tenga l’ordinato lontano da ogni peccato, perché possa presentarsi irreprensibile davanti al tribunale nel giorno del giudizio.
La preghiera termina con una dossologia.
Segue la vestizione.
Gli impone l’orárion (la stola diaconale) sulla spalla sinistra dicendo ad alta voce e affermando: "’Axios!": "E' degno!".Quindi gli consegna il ripídion (flabello) affermando ancora: "E’ degno!" Lo bacia e lo pone al primo posto fra i diaconi.

Ordinazione di un Presbitero

Per ordinare un presbitero, la prima preghiera esprime questi concetti:
- Dopo la solita prefazio in cui si ricordano, in poche righe, i magnalia Dei e i suoi piani (lo stesso avviene nella prima preghiera del diacono e del vescovo), avviene l'epiclesi:
"Rendi degno il tuo servo della grande grazia del tuo Spirito, rendilo perfetto nell'opera del sacerdozio".
- Poi si prega il Signore che il candidato gli possa piacere in tutto il ministero presbiterale che Lui, il Signore, per mezzo dell'imposizione delle mani del vescovo, gli ha concesso.
Segue anche qui la litania, detta però dal protopresbitero.
Le intenzioni di preghiera sono: Per la salvezza e per un sacerdozio puro e irreprensibile dell’or ora consacrato presbitero. Quindi il vescovo conclude con la seconda preghiera e la dossologia.
I contenuti di questa seconda preghiera, che caratterizzano la consacrazione presbiterale, sono espressi nella domanda per la confermazione dell’elezione presbiterale con il conferimento totale (plêroma) del dono dello Spirito Santo affinché:
- sia degno di amministrare l’altare;
- sia degno di annunciare il Vangelo del Regno di Dio;
- sia degno di rivelare in maniera sacra la Parola divina di verità;
- sia degno di offrire a Dio doni e sacrifici spirituali;
- sia degno di rinnovare il popolo di Dio con il lavacro della rinascita,
- riceva la ricompensa nel giorno del giudizio.

Come si vede la preghiera contiene tutti gli elementi che caratterizzano la vita del presbitero.
Segue la vestizione. Il vescovo gli toglie l’orárion (stola diaconale) dalla spalla sinistra e gliela impone su ambedue le spalle dicendo: "’Axios!" : "E’ degno!".
Quindi lo cinge con la cintura e poi, dandogli il felónion (la casula) ancora afferma: " E’ degno! ". E tutti, clero e popolo rispondono e confermano: " E’ degno! ".
Il vescovo bacia il neo presbitero e lo pone alla sua destra, primo fra i presbiteri.
Non bisogna infine tralasciare un significativo e tremendo gesto compiuto dal vescovo verso il neo consacrato.
Dopo l’epiclesi della Liturgia, egli prende l’amnós (l’agnello, cioè l’ostia grande) e lo consegna al neo presbitero dicendogli:
"Ricevi questo deposito e custodiscilo fino alla parusia del Signore nostro Gesù Cristo, quando egli ti chiederà di renderne conto".
La consegna dell’Eucaristia nelle mani del neo presbitero è il segno più grande e terribile (phryktós, afferma S. Giovanni Crisostomo), come abbiamo già detto, perché esprime quello che il sacerdote è: depositario della grazia e suo amministratore, egli dovrà renderne conto.
La parola italiana deposito o pegno, non esprime il greco di parakatathêkês; così come l’imperativo "custodiscilo" non esprime il greco: phylaxon.
Il primo termine indica qualcosa di prezioso, di valore inestimabile che viene consegnato affinché fruttifichi. Di un deposito vivo, vivificante e fruttificante.
Il verbo, invece, indica "custodire gelosamente e con ogni cura, perché ciò che è stato affidato sia protetto e fatto fruttare pur conservandolo intatto".
Indica anche l’amore verso qualcosa che si affida e l’amore con il quale questo qualcosa viene custodito e salvaguardato.
Il sacerdote tiene nelle sue mani il Divino Agnello fino al momento dell'elevazione, pregando il Kyrie eleison e il Salmo 50.

Ordinazione di un Vescovo

Nell’ordinare un vescovo, i contenuti della prima preghiera sono questi:
- E’ Dio che pone nella Chiesa i gradi gerarchici, li pone per mezzo della rivelazione ( in questo caso viene nominato l’apostolo Paolo) per il servizio dei Divini Misteri.
- E’ Dio Padre, che il celebrante supplica affinché mandi lo Spirito Santo, per mezzo dell’imposizione delle mani sue e dei vescovi concelebranti, su colui che è stato giudicato degno di aver imposto sul suo collo il giogo evangelico.
- Lo Spirito Santo lo rafforzi per mezzo della sua discesa, della sua potenza e della sua grazia, come ha reso forti gli apostoli e i profeti.
- Possa, l’eletto, avere un episcopato irreprensibile, essere rivestito di ogni dignità, essere santo e degno di pregare per la salvezza del popolo, ed essere esaudito.
Segue la litania di supplica detta, questa volta dal più anziano dei vescovi consacranti.
Si prega sempre per la salvezza del neo vescovo e perché possa avere un episcopato puro e irreprensibile.
Quindi il primo vescovo consacrante conclude la litania con la seconda preghiera e la dossologia.
I concetti di questa seconda preghiera esprimono il programma del vescovo, sono quasi un piano di vita:
- Dio ha disposto che occupi il "trono" un uomo, con le nostre stesse debolezze e passioni, non un angelo.
- Il nuovo vescovo sia imitatore di Dio, Pastore buono.
- Guida dei ciechi.
- Luce per coloro che sono nelle tenebre.
- Precettore per gli ignoranti.
- Maestro per i piccoli.
- Fiaccola luminosa nel mondo.
- Capace di armonizzare e fondere nell'unità gli animi.
- Capace di soffrire per l’Evangelo.
- Degno della gloria futura.

Quindi lo rialza e lo presenta al popolo e lo riveste del Sákkos (Dalmatica episcopale) e dell’Omofórion (pallio) dicendo sempre l’affermazione: "’Axios! ", "E’ degno! ".
Segue l’abbraccio di pace e quindi la Divina Liturgia prosegue da dove si era interrotta e il nuovo vescovo, se non celebra il Patriarca, tiene il primo posto.
Questi, dunque, i riti e le preghiere delle ordinazioni. Riti e preghiere semplici ma profonde per il contenuto teologico e mistagogico.
Riti e preghiere che ci richiamano la fede vissuta e pregata, la fede che dà senso a tutto ciò che si fa, perché ogni celebrazione è la celebrazione del Signore morto e risorto per la remissione dei nostri peccati; la celebrazione della nostra speranza insieme a tutti i Santi.

(tratto dal libro "Mistagogia dei Misteri Sacramentali della Liturgia Bizantina di Papas Vincenzo Marco Sirchia - Piana degli Albanesi, 2001)

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