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La Vergine Maria...2

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2008 19:35
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05/11/2008 19:31

La Madre di Dio nel culto orientale

 
di GEORGE GHARIB

"Nostra Signora di Ras-Baalbek"
   

Il Santuario di "Nostra Signora di Ras-Baalbek" sorge nella Valle della Bekaa del Libano centrale – Lo frequentano Cattolici, Ortodossi e persino Musulmani.
  

Fra i numerosi Santuari mariani che costellano il Libano, merita di essere conosciuto quello della piccola cittadina di Ras-Baalbek, sito nella Valle della Bekaa. Il Santuario, costruito su antiche costruzioni romane e bizantine, è costituito da un piccolo Monastero appartenente all’Ordine monastico greco-melkita cattolico dei Monaci Basiliani Aleppini, responsabili della sua conservazione e del servizio pastorale ai Cristiani e agli stessi Musulmani della regione.

Squarcio del Santuario "Nostra Signora di Ras-Baalbek".
Squarcio del Santuario "Nostra Signora di Ras-Baalbek".

La città di Baalbek e la Valle della Bekaa

La piccola città di Ras-Baalbek, che ospita normalmente circa cinquemila abitanti, è situata allo sbocco di una gola dell’Anti-Libano, e si eleva su una località molto antica, che ha avuto grande importanza ai tempi dei Romani e dei Bizantini. La Valle della Bekaa in cui si trova è costituita da un altipiano compreso tra le due catene montuose del Monte Libano che si affaccia sul Mediterraneo e dell’Anti-Libano che si affaccia sul deserto siriano. La Valle nel corso dei secoli fu di grande importanza per la coltivazione del grano, tanto che la si definiva uno dei 'granai' di Roma. Pur non essendo oggi altrettanto fertile, vanta tuttora un paio di raccolti l'anno.

Due località della Bekaa sono particolarmente interessanti: Baalbek, l'antica Heliopolis, con i suoi famosissimi templi, e Anjar, una città omayyade in buono stato di conservazione. Baalbek si trova nella parte settentrionale della Valle della Bekaa, distante 86 km da Beirut. Costituisce il più imponente sito archeologico del Libano ed è anche, con ogni probabilità, la città romana più importante del Medio Oriente, ritenuta una delle meraviglie del mondo.


Mappa del Libano attuale
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L'antica località di Baalbek, abitata in un primo tempo dai Fenici, era dedicata al dio Baal, da cui gli viene il nome. Dopo la conquista di Alessandro Magno, divenne nota con il nome di Heliopolis, conservato in seguito dai conquistatori romani. Nel 64 a.C. Pompeo il Grande, in visita a Baalbek, fu vivamente impressionato dalle sue divinità; e, pochi anni dopo, Giulio Cesare vi fonderà una Colonia romana, rinomata per la sua posizione strategica tra Palmira, nel deserto siriano, e le località della costa, dandole il nome della propria figlia Giulia. Baalbek fu così occupata dai soldati romani e si diede inizio alla costruzione di nuovi edifici: in breve tempo si parlerà di essa come della più importante città della Siria romanizzata.

Con l'ascesa al trono imperiale di Costantino Magno, il mondo pagano fu seriamente minacciato, e a Baalbek si sospesero i lavori ai templi pagani. Con l'Imperatore Giuliano l'Apostata il paganesimo conobbe un nuovo momento di gloria. Il Cristianesimo fu poi nuovamente ristabilito dall'Imperatore Teodosio, che permise l’utilizzo dei grandi blocchi di pietra dei templi di Baalbek nella costruzione di una Basilica cristiana. Alla morte di Teodosio, la città perse progressivamente ricchezza e importanza: un cronista di Giustiniano riferisce dell'invio di otto colonne di granito rosa a Costantinopoli, dove furono impiegate nella costruzione della Basilica Hagia Sofia.

Tempio di Bacco [del II sec.] nella cittadina romanizzata Heliopolis, l'attuale Baalbek.
Tempio di Bacco [del II sec.] nella cittadina romanizzata Heliopolis, l’attuale Baalbek.

La cittadina di Ras-Baalbek

La piccola città di Ras-Baalbek è costruita su un spiazzo arido e roccioso, capace di difendere la via della prestigiosa Heliopolis, la Baalbek di oggi. Contava nei primi secoli dell’era cristiana più di 15.000 abitanti. Vi sono stati scoperti più di venti siti archeologici, di cui almeno una decina di Chiese e di Monasteri. All’ingresso della cittadina attuale, si possono contemplare ancora i resti della bella Basilica dedicata a Santa Barbara e che, con la sua abside e la doppia serie di colonne, risalirebbe al secolo V.

Dal punto di vista religioso, la cittadina di Ras-Baalbek si è resa celebre nell’antichità per una schiera di Vescovi, i cui nomi si ritrovano negli Atti dei Concili di Nicea (325) e di Calcedonia (451). Gli abitanti, detti "Rasioti", hanno sempre difeso la loro fede cristiana; e ciò nonostante le invasioni subìte e le successive distruzioni inflitte alla loro città.

Autorità religiose e civili a Ras-Baalbek.
Autorità religiose e civili a Ras-Baalbek.

Questa fede è robusta come la quercia della Montagna libanese, grazie al loro attaccamento filiale alla Santa Madre di Dio. "Questa fede che i nostri figli hanno nel cuore e questa bravura che abbiamo nel sangue, è una grazia che noi attribuiamo tutti alla Vergine Saidet-el-Ras", hanno confidato alcuni abitanti di questo paesino "mariano".

"Ho potuto rendermi conto – dice il Rettore del Monastero – che questa fede viva e solida si manifesta durante tutto l’anno, ma con una maggiore intensità durante le feste mariane dell’anno liturgico, specie ad Agosto, quando la festa della ‘Dormizione’ del 15 del mese diventa il punto di incontro per eccellenza, che attira attorno all’immagine della Madonna non solo i Cristiani di diversi riti e di diverse Chiese, ma anche la popolazione musulmana e sciita, numerosa in questa regione".

Il Convento e il Santuario di "Nostra Signora di Ras-Baalbek"

Situato ad un centinaio di metri dal resto del Villaggio, il Convento di "Nostra Signora di Ras-Baalbek" assomiglia ad una fortezza. Per arrivarci, basta attraversare un ponte in cemento e utilizzare una bella e larga strada asfaltata, affiancata da abeti e piante di rosa. Il Monastero è costruito sui resti di un tempio romano lungo cinquanta metri; la facciata è fatta di grosse pietre di due o più metri di lunghezza; una bella Croce, circondata da piante di alloro, è ben visibile sopra la piccola e antica porta di ingresso, risalente ai tempi di Costantino.

Durante gli anni 1992-93, sono state scoperte nelle vicinanze del Convento croci simili scolpite su lastre di pietra. La piccola Cappella, una volta restaurata nel 1995, ha rivelato alcuni dettagli sul suo passato. Risalirebbe al secolo XV, e alcune delle pietre utilizzate nella costruzione provengono senza dubbio dall’antico tempio romano.

Il Monastero, risparmiato per miracolo dalla distruzione nel periodo mameluco, è stato restaurato verso il 1550 da Monaci Giacobiti favoriti dagli Emiri della Siria Meridionale da cui dipendeva Ras-Baalbek. Passò poi al Patriarcato greco-melkita di Antiochia. Nel 1628 vi ebbe luogo il noto Sinodo che ha risolto la disputa tra i Patriarchi Cirillo Dabbas e Ignazio Attieh. Nel 1722 i notabili di Ras-Baalbek affidarono il Convento ai Monaci di San Giovanni di Choueir. Nel 1829, in occasione della divisione dell’Ordine fra Choueriti e Aleppini, il Monastero fu affidato a questi ultimi, che hanno cura del Monastero fino ai nostri gironi.

Grande blocco di marmo nelle cave della Valle della Bekaa.
Grande blocco di marmo nelle cave della Valle della Bekaa.

Cattolici, Ortodossi e Musulmani, frequentatori del Santuario

La Chiesa del Santuario possiede un’iconostasi di marmo bianco che dà accesso al Santuario tramite tre porte. La porta centrale è affiancata dalle due icone di Cristo e della Madonna, presenti in tutte le chiese orientali. Le icone che la ornano sono opera di Hariss Ghadban, noto iconografo della cittadina e che sono ancora da completare. Al centro della devozione mariana del Santuario un’immagine del secolo XVI, della scuola di Raffaello, portata da Roma nel 1927, in occasione dell’inaugurazione della nuova Chiesa del Monastero. Rappresenta Maria che regge il Bambino Gesù sul braccio sinistro, offrendogli un fiore.

I frequentatori del Santuario sono i Cattolici e gli Ortodossi, appartenenti alle diverse Comunità ecclesiali della regione. Lo frequentato anche i Musulmani di confessione sciita che vengono ai piedi della Madonna per sollecitare grazie e ringraziare la Padrona del luogo per grazie ricevute durante l’anno. La maggioranza arriva a piedi, in segno di penitenza, e riparte contenta dopo aver pregato e fatto un’offerta.

Una donna musulmana, richiesta del perché della sua venuta ogni mese di Agosto, sotto il sole cocente e a piedi, ha risposto: "A noi è difficile abbandonare questa abitudine molto cara, ereditata dai nostri padri… Non vogliamo che Sitna Maryam si arrabbi se non veniamo a visitarla e che faccia cadere la sua collera sopra di noi, i nostri figli, i nostri beni e le nostre mandrie…".

E quest’altra testimonianza proviene dal Rettore stesso del Santuario: "Un giorno che parlavo con brava gente dalla fede traboccante, udii canti che provenivano dall’interno della Cappella. Era già tardi; ma recandomi lì pieno di curiosità, e pur sapendo che i Vespri erano già da tempo terminati, fui preso da commozione alla vista dello spettacolo: inginocchiate davanti all’icona della Vergine, una decina di donne velate di bianco cantavano a turno suppliche musulmane al ritmo del Corano… Alcune baciavano di continuo la terra o piangevano, invocando più volte il nome di Saida: si aveva l’impressione di stare davanti a donne che parlavano con un membro della propria famiglia".

Colonna spezzata, resto archeologico dell'antica Baalbek.
Colonna spezzata, resto archeologico dell’antica Baalbek.

Le feste del Santuario

Le manifestazioni maggiori di pietà e di culto si svolgono il mese di Agosto, che vede convergere verso il Santuario di "Nostra Signora di Ras-Baalbek" fiumane di gente che arrivano da ogni dove. L’accesso al Santuario pullula di gente, uomini e donne, giovani e vecchi, che aspettano con pazienza di poter entrare nel recinto della Chiesa prima, all’interno del Santuario poi, per offrire il loro cero e i loro doni, per confessarsi, assistere alla celebrazione dell’Eucaristia, accostarsi alla Comunione, baciare l’immagine della Madonna prima di uscire e di trovarsi insieme nel parco della Chiesa con amici e parenti, e ripartire poi con il cuore leggero, in attesa di trovare altre occasione di tornare presso la Madonna e vivere altri momenti così benedetti.

Un grande cedro, simbolo Paese.
Un grande cedro, simbolo Paese.

I canti che accompagnano il bacio all’immagine della Madonna si compongono, fra l’altro, delle seguenti strofe, traboccanti di pietà e fiducia filiale:

"Tutti tu proteggi, o Buona, quelli che con fede
si rifugiano nella tua mano potente
.

Non abbiamo, noi peccatori, altra perpetua mediatrice
presso Dio tra i pericoli e le tribolazioni,
noi che siamo piegati per le tante colpe
;
o Madre del Dio Altissimo, noi ci buttiamo dunque ai tuoi piedi:
libera i tuoi servi da ogni sventura.

Tu sei la gioia di tutti gli oppressi, avvocata di chi subisce
ingiustizia, cibo degli affamati, conforto degli stranieri,
porto di chi è sbattuto dalla burrasca, visitatrice degli ammalati,
rifugio e soccorso degli affaticati, bastone dei ciechi
e aiuto degli orfani, o Madre del Dio altissimo
.

O pura, affrettati, ti preghiamo, a salvare i tuoi servi".

George Gharib
 

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