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Caso Englaro: omicidio perpetrato per via legale

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2009 19:30
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22/11/2008 18:52

ETICA E GIUSTIZIA
 «Eluana, un decreto legge per non staccare il sondino»

 Capotosti: eviterebbe disparità di trattamento nel Paese


 DA ROMA
PINO CIOCIOLA
 E
siste uno strumento tecni­co- giuridico che può anco­ra impedire la morte di E­luana: « Mi chiedo se, per evitare che fra le strutture sanitarie sul territorio italiano si verifichino di­sparità geografiche di comporta­mento » e « in attesa di una legge » , il governo « non sia legittimato ad intervenire con un decreto legge, attraverso il quale dichiarare l’ob­bligo per tutte le strutture sanita­rie, pubbliche e private, di aste­nersi dal praticare il distacco di sondini per l’alimentazione arti­ficiale » . La domanda se la pone Piero Alberto Capotosti, presi­dente emerito della Corte Costi­tuzionale, giudice costituzionale dal 1996 e presidente della Con­sulta nel 2005.

 Presidente, ma un eventuale de­creto di questo genere, fin quan­do
dovrebbe valere?
 Fin quando non ci sia una legge che si basi su standard interna­zionalmente riconosciuti e capa­ci di definire gli stati irreversibili della vita.

 Basterebbe un decreto legge dav­vero
semplice?
 Fatto da non più di cinque o sei ri­ghe. Indispensabili per la straor­dinaria necessità e urgenza della situazione. Naturalmente il di­stacco del sondino per l’alimen­tazione dovrebb’essere vietato nei soli casi in cui s’immagini che sa­rebbe la causa diretta del deces­so
della persona.

 E le disparità geografiche di com­portamento?

 Mi risulta che alcune strutture sa­nitarie si siano rifiutate di stacca­re il sondino e che forse altre pos­sano essere invece disponibili.

 Si riferisce al rispetto di diritti fondamentali?

 Sì. Perché quando si tratta della tutela dei diritti fondamentali del­la persona malata, e che si trovi in stati come quello di Eluana En­glaro, all’incrocio fra la vita e la
morte, deve essere fortissima l’in­fluenza della scienza medica ai fi­ni del rispetto del diritto alla vita.

 Sarebbe a dire?

 La scienza medica deve indicare precisamente quali sono gli stati irreversibili. Al contrario in que­sta situazione, dove non c’è una valutazione medica praticata da organi interni ed internazionali in maniera certa, diventa di fon­damentale importanza che il ri­spetto di questi diritti fonda­mentali sia assicurato in tutto il
territorio nazionale e in condi­zioni di eguaglianza, come tra l’al­tro si può desumere da alcune pronunce della Corte Costituzio­nale.

 Cioè non deve essere possibile, poniamo per ipotesi, che in Friu­li ci sia qualcuno disponibile a staccare il sondino e in Lombar­dia
invece no.
 Questo mi parrebbe assoluta­mente irragionevole. L’assistenza sanitaria è materia di competen­za dello Stato e delle regioni, quindi tocca allo Stato dettare i principi fondamentali: non di­staccare il sondino lo è, perché c’è il valore della vita in ballo.

 E se anzichè in una struttura sa­nitaria si portasse Eluana, o una persona nelle sue condizioni, a morire in un’abitazione privata?

 Il cittadino può fare quel che vuo­le, salvo andare poi incontro alle

 doverose indagini della magistra­tura.

 A proposito: alcuni magistrati i­potizzano proprio che nel di­stacco del sondino che garanti­sce alimentazione e idratazione ci siano gli estremi dell’omidicio: lei che ne pensa?

 Qualora dovesse avvenire il di­stacco del sondino nasogastrico, si potrebbe dire che proprio que­sto gesto è la causa diretta del de­cesso della ragazza. Allora ho l’impressione che un magistrato
territorialmente competente pos­sa aprire l’indagine.

 Ipotizzando un omicidio di con­senziente?

 Vedo più l’ipotesi di omicidio vo­lontario, essendo dubbia nel ca­so di specie la manifestazione di un consenso della vittima.

 E i pronunciamenti della Cassa­zione, presidente?

 Le sue due sentenze potrebbero forse configurarsi come causa di non punibilità. Ma questo ri­guarderebbe la valutazioni del magistrato penale, che tuttavia, in linea di principio, certo non può essere bloccato nel suo ob­bligo di iniziare l’azione penale davanti a un evento che in astrat­to lascia prefigurare un reato.

 Torniamo alle sentenze della Cassazione: sembra che il diritto alla vita sia diventato fatto pri­vato e non riguardi più la collet­tività.
 
Lei che ne dice?
 Dalle sentenze emerge forse una concezione eccessivamente for­malistica del carattere privato o pubblico della questione che la Cassazione doveva risolvere. La valutazione sembrerebbe fatta in riferimento al carattere formal­mente privato della questione. Prescindendo da quello che è l’in­teressamento enorme della pub­blica opinione alla vicenda.

 Ci sono altri aspetti di quelle sen­tenze che possono lasciare per­plessi?

 Al di là dei profili umani dram­matici, questa vicenda da un pun­to di vista giuridico suscita per­plessità. Perché la scienza medi­ca non ha definito in maniera pre­cisa e pregnante il carattere irre­versibile dello stato vegetativo in cui si trova Eluana Englaro: non c’è una definizione tale che pos­sa far considerare risolta questa questione in un senso o nell’al­tro.

 E quindi?

 La ragazza si potrebbe dire, ap­punto, all’incrocio fra la vita e la morte: una fase in cui però tutti i diritti inviolabili della persona continuano a esistere.

 Dunque bisognerebbe aspetta­re?

 Basta il dubbio che non sia una situazione irreversibile per in­durre ad aspettare e vedere come la situazione evolve.

 Un’ultima cosa, presidente Ca­potosti: questa presunta volontà di Eluana che le venissero so­spese
le ' cure'?
 Qui sicuramente non c’è un atto di autodeterminazione. Si rico­struisce la sua presunta volontà di non subire alcuna forma di ac­canimento teraputico, ammesso e non concesso che il sondino per l’alimentazione sia tale. E una ri­costruzione fatta attraverso frasi, brani, conversazioni intervenute circa venti anni fa. In un contesto completamente diverso dall’at­tuale.

 Per l’ex presidente della Consulta l’esecutivo potrebbe essere legittimato a intervenire per impedire differenze fra le Regioni. Un atto che andrebbe reiterato fino a quando non ci sarà una legge sul fine vita

http://edicola.avvenire.it/ee/avvenire/default.php?pSetup=avvenire&curDate=20081122&goTo=A07
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