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Aborto

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2009 13:30
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Un turpe «mercato» - Sotto tale titolo l’Osservatore Romano (edizione settimanale) del 23 agosto 1984 scriveva: «Alcuni organi di stampa e dell’informazione hanno fatto conoscere gli estremi di una ‘realtà’, di uno dei ‘segni’ più aberranti e mostruosi di questi nostri anni (ma ci sono parole sufficienti per definirlo?): il mercato dei feti umani. È doveroso citare questi organi di stampa: “Il Sabato”, il “Corriere della sera”, “Avvenire”, la denuncia va a loro onore. C’è da augurarsi che dell’argomento si continui a parlare e che lo scandalo “necessario’ tocchi la coscienza dell’opionione pubblica mondiale. Questi organi di stampa hanno attinto alla documentazione raccolta dall’associazione francese “Laissez vivre” creata e guidata dal magistrato Claude Jacquinot che, insieme alla giornalista di “Antenne 2”, Jacques Delay, l’ha ordinata in un libro dal titolo “Les trafiquants de bebé-à-naitre” con il sottotitolo: “Sì, feti umani ancora vivi vengono utilizzati per le sperimentazioni scientifiche e per la cosmesi”. C’è stata anche una denunzia al Parlamento del suo Paese del deputato belga Geyselings: «Le donne vengono pagate per protrarre la loro gravidanza sino al sesto e addirittura al settimo mese in maniera da cedere il feto il più sviluppato possibile alla scienza e alle industrie di cosmetici”. Va detto che già da tempo erano giunte notizie di questa turpitudine, ma noi abbiamo voluto pensare che fossero soltanto supposizioni. Non potevamo credere che si potesse giungere a tanto. Ora non più: la denuncia è precisa e circostanziata e indica i riferimenti internazionali di questo satanico mercato che, come tutti i mercati, ha le sue centrali di produzione, i suoi listini e i suoi consumatori. Consumismo di vita umana! Neanche la fantasia, talvolta cupa, degli scrittori di fantascienza ha potuto immaginare una così allucinante degradazione delle creature umane; della persona che concepisce e del concepito delittuosamente schiavitizzata o annientata per la ricerca scientifica che così si distrugge come cultura, e per la barbarie consumistica che nega ogni senso di civiltà... Viviamo, in questo scorcio del secondo millennio cristiano, di fronte a drammi e a paure, di fronte ad incertezze di ogni genere. Queste cresceranno sino al parossismo, sino a distruggere — se non fisicamente — l’uomo nella sua stessa nozione, nella sua coscienza se non si vorrà far fronte senza indugio ad una forma come questa di assassinio pianificato, reso più mostruoso perché compiuto con il gelo della ragione priva di ogni senso della vita e (se pur si nega la carità) di un barlume di umanità». Si legga al riguardo il libro di Michael LitchfieldSusan Kentish: Bambini da bruciare (L’industria dell’aborto in Inghilterra). Edizioni Paolini.

Sapete come si compie l’assassinio dell’aborto? A) I bambini in età tra 7 e 12 settimane vengono tagliati a pezzi con un coltello ricurvo e tolti dall’utero. B) Quando si tratta di bambini sopra i 4 mesi, il liquido amniotico viene risucchiato e al suo posto viene iniettata una soluzione salma concentrata. Il bambino inghiotte questo veleno e ne muore. L’agonia dura un paio d’ore. C) I bambini sopra i 6 mesi vengono tolti vivi dal grembo materno per mezzo di un taglio cesareo e buttati nel secchio dell’immondizia per morirvi. D) in un caso su quattro si inietta attualmente una soluzione chimica nell’utero per ammorbidire il bambino finché verrà ritirato fuori dal grembo della madre a mezzo di un aspiratore a pressione riducendolo così ad una brodaglia umana in cui si riconoscono chiaramente manine, piedini, la gabbia toracica e parti della testa.

Il signor Van Schaik, il medico che in Olanda mizò le cliniche abortive e che riconosce apertamente di aver operato più di duemila aborti, dichiara nel settimanale «Haagse Post» del 24 marzo 1973: «Ogni aborto mi ha sconvolto, soprattutto quando mi sono sbagliato e ho tirato fuori pezzi e bocconi, piccole braccia e gambe ecc. Ho pensato allora che veramente non doveva farsi. Mi sembrava di squartare un coniglio! Anche quello è un brutto lavoro!». Squartare un coniglio! Questo assassinio dell’aborto non è più un’eccezione: esso viene coscientemente difeso, propagato, ammesso, legalizzato e milioni di volte commesso. Il fatto che il bambio non nato sia invisibile e anonimo, che il piccolo non possa urlare e dimenarsi, che non possa telefonare alla polizia o rivolgersi ai deputati e ministri, tutto ciò non costituisce motivo per assassinarlo, ma al contrario ragione di più per difendere il suo diritto alla vita. Fin dal primissimo giorno della sua esistenza — fin dal concepimento — ogni parte del suo aspetto esteriore, il colore dei suoi capelli, dei suoi occhi, la forma delle sue mani, le sue impronte digitali, il suo sesso, il suo gruppo sanguigno, tutto è esattamente stabilito. Quest’uomo sovrano e irrepetibile si è incamminato sulla strada della vita. Nessuno ha il diritto di sbarrargli il cammino. Chi osa farlo per il suo sporco tornaconto vuole dimenticare che uccidere l’innocente nel seno materno è delitto gravissimo contro la legge di Dio ed è peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, Padrone della vita. Quante lacrimé di commozione per i milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame; quanto dispiacere per il sangue che i terroristi spargono sulle nostre strade, e non si piange e non ci si dispiace per tanti milioni d’innocenti bambini che quasi ogni giorno si uccidono (e legalmente) nel seno materno! Dio è pronto alla misericordia e lento all’ira, ma vuole che ci gioviamo della sua misericordia per convertirci, per cambiare vita e non per abusarne e per inabissarci sempre più nel male e provocare così i suoi giusti castighi.


Articolo tratto dall'interessantissimo sito Christus Castitas

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