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IL BATTESIMO

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2008 11:55
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04/12/2008 11:37

Come rispondere in breve a questioni complesse?


(qui risponde S.Agostino)


“Dopo aver letto e riletto ed esaminato la tua lettera per quanto me lo consentiva la ristrettezza del tempo, mi sono ricordato del mio amico Nebridio; abituato all'indagine assai diligente e acuta di problemi oscuri attinenti soprattutto alla dottrina religiosa, disdegnava cordialmente risposte brevi a quesiti importanti. Allorché qualcuno gli chiedeva di rispondere in poche parole, ne provava vivissimo dolore e se verso la persona del richiedente non doveva usare troppi riguardi, la rimproverava con l'espressione del volto e della voce; giudicava infatti indegno di ricevere spiegazioni chi non sapeva quante cose si sarebbero potute e dovute dire su una questione molto importante. Ma io non voglio andare in collera con te come soleva fare il mio amico: poiché sei come me vescovo e occupato in mille faccende, per cui tu non hai tempo di leggere e io non ho il tempo di scrivere disquisizioni prolisse. Quel mio amico invece era un giovinetto che non tollerava brevi spiegazioni e rivolgeva continue domande durante la nostra conversazione, essendo sia lui che l'interlocutore liberi da impegni. Tu invece, pensando ora chi sei e a chi domandi spiegazioni, m'inviti a darti una risposta breve su una questione molto importante. Ebbene, farò del mio meglio: Dio m'aiuti ad accontentarti in quel che mi chiedi.

 Essenza teologica dei sacramenti.


Ecco un caso frequente di esprimersi: all'avvicinarsi della Pasqua diciamo: - Domani o dopodomani è la Passione del Signore - sebbene egli abbia patito tanti anni fa e la Passione sia avvenuta senz'altro una volta sola. Naturalmente la domenica successiva diciamo: - Oggi il Signore è risorto - pur essendo passati tanti anni da quando risorse. Ora , perché mai non v'è alcuno sì sciocco da accusarci di mentire parlando in questo modo, (oggi purtroppo alcuni pentecostali arrivano anche a questo; ndr) se non perché denominiamo tali giorni per analogia coi giorni in cui si compirono quei misteri? In tal modo si chiama Pasqua un giorno che non è quello preciso ma uno simile a quello per l'anniversario che ritorna con il trascorrere del tempo, e si dice che avviene in esso, a causa della celebrazione del mistero liturgico, quel che avvenne non già quel giorno preciso dell'anno ma molto tempo prima.

Cristo non s'è forse immolato da se stesso una sola volta?


Eppure nel mistero liturgico s'immola per i fedeli non solo ogni ricorrenza pasquale, ma ogni giorno. E non mentisce di certo chi, interrogato se Cristo veramente s'immola, risponde di sì. Poiché se i sacramenti non avessero alcun rapporto di somiglianza con le realtà sacre di cui sono segni, non sarebbero affatto sacramenti. Da tale rapporto di somiglianza prendono per lo più anche il nome delle stesse realtà sacre. Così che il sacramento del Corpo di Cristo è in certo qual modo il Corpo di Cristo, il sacramento del Sangue di Cristo è lo stesso Sangue di Cristo e il sacramento della fede è la fede stessa. Orbene, credere non è altro che aver la fede: quando perciò si risponde che i bambini credono, mentre essi non hanno ancora l'adesione della fede, si risponde che hanno la fede in virtù del sacramento della fede e che si convertono a Dio in virtù del sacramento della conversione, perché la stessa risposta fa parte della celebrazione del sacramento. Allo stesso modo, a proposito del Battesimo, l'Apostolo dice: Siamo stati sepolti insieme con Cristo nella morte mediante il Battesimo. Non dice: "Abbiamo rappresentato la sepoltura "; ma proprio: Siamo stati sepolti insieme. Non ha voluto dare al sacramento di sì gran mistero altro nome che quello del mistero stesso.

 L'efficacia dei sacramenti.


Il bambino quindi è reso fedele non da un atto volontario della fede simile a quello dei fedeli adulti, ma dal sacramento della stessa fede. Poiché, allo stesso modo che il padrino risponde ch'egli crede, così pure si chiama fedele non col dare l'assenso personale della sua intelligenza, ma col ricevere il sacramento della stessa fede. Quando poi egli comincerà a capire, non avrà bisogno di un nuovo battesimo, ma comprenderà il sacramento ricevuto e si conformerà, col consenso della volontà, alla realtà spirituale da esso rappresentata. Finché non sarà capace di questo atto volontario, a difenderlo contro le potenze avverse basterà il sacramento: gli basterà fino al punto che, se morisse prima dell'uso della ragione, verrebbe sottratto coll'aiuto cristiano alla condanna, entrata nel mondo per causa di un sol uomo, in virtù dello stesso sacramento garantito dalla carità della Chiesa.

Chi non crede questa verità e la giudica impossibile ad effettuarsi, è certamente infedele
, anche se avesse il sacramento della fede. Assai migliore di lui sarebbe un bambino che, quantunque non possieda ancora la convinzione intellettiva della fede, non gli oppone l'ostacolo d'una convinzione contraria, e per questo riceve con disposizioni adatte alla salvezza il sacramento della fede. Ai tuoi quesiti mi pare d'aver risposto in misura forse non sufficiente per le persone meno capaci e litigiose, ma in misura forse più che sufficiente per le persone che amano la pace e sono dotate d'intelligenza. A mia giustificazione poi non t'ho addotto solo l'immutata consuetudine della Chiesa ma, per quanto m'è stato possibile, ti ho pure spiegato la ragione di tale saluberrima consuetudine.”

 

Come vediamo fin dai tempi antichi veniva amministrato il battesimo dei neonati, questo dialogo tra S.Agostino e Bonifacio, ne rappresenta un’autorevole testimonianza, l’apprendere questi fatti per un cristiano dovrebbe essere importante, una spinta a dischiudere gli occhi verso la verità, ad acquisire la consapevolezza che la Chiesa cattolica non ha mai inventato nuove dottrine, ma è l’unica che si è sempre mantenuta –a costo di diventare impopolare- salda alla fede dei nostri padri. Purtroppo però ai nostri giorni molti fratelli pentecostali ignorano questi fatti probatori, e si fidano fin troppo dei loro pastori, non andando mai a verificare cosa credevano i nostri padri, e cosa professavano i nostri fratelli antenati; trovandosi così nell’incresciosa situazione che vede i padri della Chiesa trattati come ciarlatani, mentre i pastori come specialisti biblici, degni di fiducia incondizionata.

E non crediate che sto esagerando, perché la cruda realtà è proprio questa!

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