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IL BATTESIMO

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2008 11:55
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04/12/2008 11:44

Si potrebbero citare tanti altri padri della Chiesa come Ambrogio, Cirillo, Girolamo, Cipriano ecc.


Ma preferisco lasciarvi leggere dei bellissimi testi di sant’Agostino d’Ippona 300 d.C. :

 I pelagiani ammettono il Battesimo dei bambini non per la vita eterna, ma per il regno dei cieli.


1. 2. I pelagiani ammettono che i bambini devono essere battezzati. Quindi non c'è questione tra noi e loro circa la necessità di battezzare i bambini; sorge il problema circa la motivazione della necessità del Battesimo. Dunque, ciò che ammettono teniamolo per fermo insieme con loro senza dubbio alcuno. Che i bambini si debbano battezzare, nessuno ne dubita. Nessuno lo metta in discussione, poiché non ne dubitano neppure coloro che non sono d'accordo sotto qualche aspetto.

Dicono che il bambino, sebbene non sia battezzato, deve avere immancabilmente la salvezza e la vita eterna: benché - dicono - non sia battezzato, e ciò a motivo dell'innocenza, in quanto non ha peccato alcuno, né personale, né originale, né derivato da sé, né contratto da Adamo; però dev'essere battezzato perché abbia anche accesso al regno di Dio, cioè al regno dei cieli. Se questo va messo in discussione, è certamente a causa loro che si deve fare, non dipende da noi. Sono nostri fratelli infatti, sono stati assai turbati dall'importanza della questione, però avrebbero dovuto lasciarsi guidare dall'esercizio dell'autorità. (Notare il senso dell'autorità affermato da Agostino....non parla di se stesso, ma della Chiesa della quale è vescovo...)


I pelagiani quando infatti dicono che non devono essere battezzati per poter ricevere la salvezza e la vita eterna, ma soltanto per il regno dei cieli e il regno di Dio, riconoscono certamente che devono essere battezzati, ma non per la vita eterna, bensì per il regno dei cieli. E quanto alla vita eterna? L'avranno, dicono. In grazia di che l'avranno? Perché sono esenti da ogni peccato e non può loro toccare la dannazione. Esiste dunque una vita eterna al di fuori del regno dei cieli?

5. 6. Ecco, c'è non so chi il quale dice: Il bambino, non avendo assolutamente alcun peccato, né commesso in vita sua, né ereditato dalla vita del progenitore, avrà sia la vita eterna che il regno dei cieli.

6. 6. Replicate, prendete il sopravvento su chi vi si oppone, voi che stabilite ben altra differenziazione. (E qui, Agostino pone prima la motivazione errata dei pelagiani) Voi, infatti, dite: Questo non battezzato avrà certamente la vita eterna, ma non avrà il regno dei cieli. Costui, al contrario: Anzi, avrà la vita eterna e il regno dei cieli. Per quale ragione, dunque, porti via ad un innocente l'eredità del regno dei cieli? Chi non guadagna il regno dei cieli è senza dubbio frodato di un grande bene. Che giustizia è questa? Spiega, perché? Che fa di male il bambino non battezzato, senza colpa alcuna, né propria, né derivatagli dal padre? Dimmi, che fa di male da non poter accedere al regno dei cieli, da non poter condividere la sorte dei santi, da essere bandito dalla società degli Angeli? Ti pare di essere misericordioso perché non lo privi della vita, però, chi escludi dal regno dei cieli tu lo condanni. Tu condanni: non lo uccidi, ma lo bandisci dalla patria. Così ad esempio, anche gli esuli vivono; se sono sani, non soffrono dolori fisici, non subiscono tortura non languiscono nell'oscurità di un carcere, hanno soltanto questa pena: non trovarsi in patria. È una gran pena se si ama la patria; se invece non la si ama la sofferenza morale è più grave. C'è poco male nell'animo dell'uomo che non desidera la società dei santi, che non desidera il regno dei cieli? Se gliene manca il desiderio, la pena ha origine dalla perversione: se invece ne prova il desiderio, la pena deriva dall'essergli sottratta la carità.


(E da qui Agostino riparte con le confutazioni..)

 Ribatti in contrario questo che ti contraddice, il quale, con una misericordia ed una giustizia maggiore della tua, vuol dare ai bambini non battezzati non solo la vita eterna, ma anche il regno dei cieli. Ribatti, se puoi, ma danne la ragione; ti compiaci, infatti, di gloriarti di essa.”

 

Da queste lettere  scritte contro i Pelagiani si evince ancora una volta come Agostino dia per scontato il battesimo dei bambini, essendo la prassi della Chiesa antica e di quei tempi. Quindi il battesimo degli infanti non era l’eccezione ma bensì la regola.

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