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Il fratello del nostro Dio

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2009 08:34
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28/01/2009 08:34

Il fratello del nostro Dio


ROMA, martedì, 20 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Per la rubrica sull’Amore misericordioso pubblichiamo una riflessione su "Il fratello del nostro Dio", il dramma scritto nel 1949 da Karol Wojtyla, svolta durante un convegno tenutosi nel 1981 presso il Santuario dell’Amore misericordioso di Collevalenza (PG).



* * *

Il dramma da cui sono stati tratti i brani che Vi presentiamo è intitolato "Il fratello del nostro Dio" e venne scritto nel 1949 da Karol Wojtyla, un sacerdote ordinato da poco. Il protagonista del dramma è un personaggio realmente esistito, Adam Chmielowski, vissuto in Polonia negli anni 1845 - 1916. Egli nel gennaio 1863 partecipò all'insurrezione contro i Moscoviti durante la quale rimase ferito e perse un piede. In seguito studiò pittura a Parigi, a Monaco, a Varsavia e divenne famoso come pittore e critico d'arte. Mentre si trovava all'apice della sua carriera artistica, abbandonò improvvisamente tutto (bruciò anche alcuni dei suoi quadri) e cominciò a vivere insieme ai mendicanti ed agli emarginati della città di Cracovia. Per aiutare i poveri fondò la Compagnia dei Frati Albertini, che da lui, divenuto ormai per tutti Frate Alberto, prese il nome.


Nel dramma possiamo seguire le varie tappe dell'itinerario spirituale di Adam Chmielowski - poi Fratel Alberto - itinerario contrassegnato dalla ricerca del vero volto di Dio, prima nell'arte poi negli uomini. Ed è percorrendo una tale strada che egli si accorge che cercare Dio negli uomini vuol dire servire gli uomini con amore e realizzare così la misericordia. Nel suo difficile cammino egli si imbatte anche in un rivoluzionario (ricordiamo che sono i primi anni del nostro secolo) che rappresenta nel dramma il rifiuto totale di ogni forma di attività caritativa, di ogni forma di misericordia, sopratutto quella fatta nel nome del cristianesimo. Il Rivoluzionario vede nei poveri solo la miseria materiale ed il senso di rivalsa che essi possono provare e vuole sfruttare la loro ira per distruggere l'ordine sociale.


Il giovane pittore del dramma di Wojtyla, combattuto fra l'ira e la misericordia superficiale, sceglie la croce, cioè la libertà. Una tale scelta non comporta necessariamente il rifiuto dell'ira e della misericordia. La croce è quel punto dove l'infinito amore di Dio si incontra con l'infinita miseria dell'uomo. Nella luce che scaturisce dalla croce, Fratel Alberto riesce persino ad accogliere l'ira e vuole educarla per rendere gli uomini coscienti della loro vocazione di figli di Dio, eredi di quell'Uomo "che è diventato Figlio". La misericordia di Fratel Alberto è radicata nella comunione con Cristo, nell'intima unione con Colui che è sorgente e modello di ogni amore e di ogni misericordia.


Per capire meglio il concetto della misericordia di Fratel Alberto bisogna leggere l'Enciclica Dives in Misericordia dove l'autore del dramma ci offre il frutto maturo dell'intuizione giovanile.




KAROL WOJTYLA

"IL FRATELLO DEL NOSTRO DIO"


Adam Chmielowski, giovane e già famoso pittore, non è più soddisfatto della sua attività artistica. Allora si mette a cercare il modo di servire gli uomini non solo con l'intelligenza, ma anche con il cuore.


ADAM Qui si tratta dell'Uomo

- di un uomo come me -

che è diventato Figlio...

C'è un altro che sta parlando oltre a me...

Ma la cosa peggiore è che non riesco a distinguere

chi è che sta parlando: io o l'altro.


CONFESSORE Naturalmente, perché in te predomina l'intelligenza.


ADAM No, ti sbagli, io mi abbandono a quell'amore che mi costituisce.


CONFESSORE Voi lo chiamate amore, ma per me è solo un peso

intollerabile che grava in modo insopportabile sulla

possibilità di conoscere. È come una distruzione, un

annacquamento, una deformazione, una lussazione

della coscienza.

Capisci? Ciò vuol dire cancellare la conoscenza. E

voi lo chiamate amore... Intuisci ciò che ti voglio

dire? Voi chiamate amore questo confondere il quadro,

questo sbagliarlo, velarlo, romperlo, distruggerlo.

Bruciarlo!!


ADAM Conosco in modo particolare una Forza che mi sovrasta.

Che mi oltrepassa infinitamente con amore. Non riesco

a reggere una tensione così grande e questo mi fa

vergognare, mi umilia, ma nello stesso tempo mi guida,

mi permette di crescere....


Adam sta meditando davanti al suo quadro "Ecce Homo" in cui ha raffigurato Cristo Sofferente. Si accorge d'un tratto che è proprio il Cristo Incoronato di Spine la vera immagine dell'amore per gli uomini, la vera immagine della misericordia. ADAM (davanti al suo quadro "Ecce Homo")

Sei però terribilmente dissimile da quello. Chi sei?


Ti sei logorato in ogni uomo.

Ti sei affaticato mortalmente.

Ti hanno distrutto.

E questo si chiama Misericordia.

Nonostante tutto sei rimasto bello;

Il più bello dei figli degli uomini.

Una tale bellezza non si è più ripetuta.

Oh, quanto difficile bellezza, quanto difficile....

Una tale bellezza si chiama Misericordia.

Adam scopre la bellezza dell'uomo non solo sulla tela, ma anche nella realtà concreta della Città di Cracovia; per questo si reca sempre più spesso nel dormitorio pubblico per aiutare i poveri. Lì incontra un altro uomo che però non viene tanto per aiutare quanto per proclamare la necessità di una rivoluzione radicale che dovrebbe migliorare la situazione dei poveri, distruggendo l'attuale ordine sociale.


RIVOLUZIONARIO (ai poveri)

La cosa peggiore è che vogliono convincervi che

tutto ciò che avete non vi spetta. Tutto questo

"niente" che avete non vi spetta: che ciò che avete

o che non avete è per grazia, è frutto della

misericordia. Non attendete la misericordia! La

misericordia per voi e umiliante. Non ne avete

bisogno. Dovete capire che tutto vi spetta di diritto!

Niente è per grazia, per beneficenza! La

misericordia è una lugubre ombra nella quale un

misterioso, incomprensibile riccone cerca di

nascondere il suo vero volto e nello stesso tempo

cerca di far sprofondare tutti voi e la vostra

giusta causa, la vostra ira. Guardatevi dagli

apostoli della misericordia! Sono i vostri nemici!

Sono venuto per dimostrarvi che ci preoccupiamo per

voi, che lottiamo per i vostri diritti e che c'è

bisogno ancora solo della vostra ira.


ADAM Penso che pochi siano quelli che riescono a rialzarsi

da soli, sorretti unicamente dalla forza della propria

ira, dalla forza dell'amarezza, dell'ingiustizia.

Mi capisce?...

La miseria dell'uomo è più grande di tutte le sue

ricchezze.


RIVOLUZIONARIO Quest'affermazione è pazzesca!


ADAM Può darsi che sia pazzesca, ma è sempre una verità.

La miseria dell'uomo è molto più profonda di tutte

quelle ricchezze di cui lei parlava, di tutte quelle

ricchezze che possono conquistare solo con la forza

della propria ira.


RIVOLUZIONARIO Intuisco ciò di cui lei sta parlando. Intuisco e non credo.


ADAM Proprio questo è il punto! Vede, è proprio questo il

punto: io al contrario - credo e so. Signor caro,

signor caro.... il problema non è che alcuni siano

nella miseria e altri no.


RIVOLUZIONARIO Secondo lei allora tutto deve restare così com'è?

ADAM No, non è vero! Io sono certo, credo e so che tutti

gli uomini possono conquistare tutti i tipi di

ricchezza. Tutte le ricchezze, anche quelle più

grandi. Ma per fare questo non è sufficiente l'ira,

è necessaria la Misericordia.


RIVOLUZIONARIO Ma lei non immagina allora come aumenti la sua

responsabilità per tutta quell'energia dell'ira che

va sprecata, e sprecata coscientemente.


ADAM Coscientemente io voglio soltanto educare questa ira.

Infatti una cosa è educare la giusta ira, far sì che

maturi e si riveli come forza creativa e un'altra è

sfruttarla, servirsene come di una materia prima

abusandone.


RIVOLUZIONARIO Sì, sì lei la educherà per poi soffocare tutta la

sua potenza. Ma questa volta non si riuscità più a

fare ciò. Questa volta l'ira ha superato i livelli di

guardia.


ADAM Signor caro, signor caro.... ma lei non ha mai cercato

di intuire l'immensità delle ricchezze materiali e

spirituali alle quali è chiamato l'uomo? E tutta

quella moltitudine di persone prostrate ed assetate

parla a lei solo con la forza dell'ira? Non si può

pensare usando solo un frammento di verità, la

verità bisogna prenderla tutta intera.

Ma i poveri non seguono il Rivoluzionario. Adam capisce con chiarezza che accettare "la verità tutta intera" vuol dire per lui dedicarsi totalmente ai poveri. Così il pittore va a vivere nel dormitorio e poi diviene Fratel Alberto, uno dei frati della Congregazione da lui fondata.

Un giorno, va da Fratel Alberto, ormai vecchio, un musicista che vuole diventare frate Albertino. Parlando con lui Chmielowski spiega i motivi della sua scelta e gli rivela alcune sue esperienze giovanili di cui non aveva mai parlato.

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