I saluti rivolti al Papa
All'inizio dell'incontro all'Aquila, Benedetto XVI è stato salutato dall'arcivescovo Molinari, dal presidente della regione Chiodi e dal sindaco Cialente. "Questo suo sostare in mezzo alle nostre ferite e al nostro dolore - ha detto il presule - è un passaggio del quale il Signore si serve per portare conforto, aiuto e la guarigione da ogni tentazione contro la fede e da ogni crisi della nostra speranza". Quindi ha auspicato tempi rapidi per la ricostruzione. "O ci sarà subito - ha detto - o non ci sarà. E sarebbe la nostra morte, più brutta di quella causata dal terremoto. Ogni ostacolo alla rinascita - ha concluso - del mondo del lavoro e della nostra università, alla costruzione di nuove case, sarebbe un delitto infame". Successivamente il presidente della regione ha affermato l'impegno della classe politica per la ricostruzione della città, "con le case, i negozi e le chiese", dei paesi "con i loro centri storici", ma soprattutto "dei valori, dei principi e delle tradizioni". "Vogliamo ripartire - ha detto - dal ricomporre le nostre famiglie, ridare serenità ai nostri figli".
Infine il sindaco ha ricordato al Papa come la popolazione abbia dimostrato dignità esemplare e forza d'animo straordinaria. "Lei - ha detto - è qui come quel padre che infonde coraggio ai figli. La accogliamo con quel poco che ci è rimasto. Con le lacrime di chi ha perso i propri affetti. Con le macerie di una città e di un territorio che hanno subìto una profonda ferita, ma che non si spezzerà mai. Le sue parole e l'azione concreta della Chiesa saranno per noi una guida sulla strada della rinascita".
(©L'Osservatore Romano - 29 aprile 2009) __________________________________________________