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Maria Madre di Dio nel Credo Apostolico

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2009 21:10
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Maria e la Chiesa, "Sponsa Verbi"

   http://www.stpauls.it/madre/0506md/0506md11.htm

Nella Comunità dei credenti non c’è solo l’elemento "petrino" [maschile, gerarchico], ma c’è anche quello "mariano" [femminile, carismatico] – Il ruolo di Maria, prototipo della Chiesa.

Nell’articolo del num. del mese scorso su "Maria, Stella della Pentecoste" [cfr. pp. 11-13], scrivevamo che nel Cenacolo della Pentecoste Maria con la sua fede ha atteso, insieme agli Apostoli, l’effusione dello Spirito da parte del Padre e del Figlio risorto, contribuendo a che l’atto trinitario dell’evento pentecostale raggiungesse la Chiesa nascente come soggetto pienamente articolato: nella Comunità cristiana non c’è solo l’elemento
"petrino" [maschile, gerarchico], ma c’è anche quello "mariano" [femminile, carismatico]. Dice al riguardo Hugo U. von Balthasar: "L’elemento mariano nella Chiesa abbraccia il petrino senza pretenderlo per sé; Maria è "Regina degli Apostoli" senza pretendere per sé poteri apostolici. Essa ha altro e di più" [cfr. Nuovi punti fermi, Milano 1980, pag. 181].
In prossimità della solennità dei Santi Pietro e Paolo, festa della Chiesa – il 29 Giugno prossimo – vogliamo approfondire questo concetto, anche per legare sempre più la riflessione su Maria Sposa e Madre del Verbo alla valenza ecclesiologica di questo titolo mariano.


"Sponsus Christus, Sponsa Ecclesia"

Nel suo saggio teologico Sponsa Verbi [Morcelliana Ed., 1969], lo stesso Hugo U. von Balthasar dà un’immagine della Chiesa diversa da quella comunemente intesa: "La Chiesa, in quanto Sposa di Cristo – scrive fin dalla Premessa alla sua opera – rimane velata nel mistero sponsale. È certo "popolo di Dio" che, come tale, per largo tratto manifesta, ma in ciò non si distingue dalla Sinagoga. La distinzione ha inizio con Maria, nella quale il Verbo si fa carne, con l’Eucaristia, carne e sangue di Gesù donati e offerti per unirci nella sua sostanza, con lo Spirito Santo, che viene spirato nell’armonia ecclesiale dal Figlio dell’uomo risorto".Il terzo capitolo della prima parte dell’opera tratta dell’identità della Chiesa, rispondendo all’interrogativo: Chi è la Chiesa [cfr. ibid., pp. 139-187].

E in tale contesto si sviluppa il paragrafo: Pietro, Maria [cfr. ibid., pp. 153-168]. 
"L’identità della Chiesa, cui rimanda il ministero del sacerdozio – scrive von Balthasar – non può esistere nella Chiesa ma soltanto nel Signore, come Capo e Sposo della Chiesa. E però, proprio per questo, questa identità deve essere riprodotta nella Chiesa stessa, poiché il Signore vuole che la sua Chiesa gli stia di fronte come una Sposa gloriosa e degna di sé.Qui interviene necessariamente nella Chiesa il principio mariano. Maria è quella soggettività che, nella sua maniera femminile e recettiva, può corrispondere pienamente alla soggettività maschile di Cristo mediante la grazia di Dio e l’adombramento del suo Spirito. In Maria la Chiesa che scaturisce da Cristo trova il suo centro personale e la piena realizzazione della sua idea ecclesiale. La sua fede che ama e spera, nella sua disponibilità femminile per lo Sposo divino, divino-umano, è coestensiva al principio maschile, inserito nella Chiesa, del ministero e del Sacramento, anche se non spetta al suo carattere femminile di esaurire comprendendolo, alla maniera dello Sposo, lo Spirito oggettivo ivi investito. Essa è non la Parola, però è la risposta adeguata che Dio s’attende dall’ambito creaturale e che vi viene prodotta nella sua grazia mediante la Parola.


A tal fine – prosegue l’analisi di Hugo U. von Balthasar – è certamente richiesta una grazia speciale, qualitativamente diversa dalla grazia degli altri fedeli, la quale elevi la risposta di tutta la Chiesa. La fede di Maria, come seno fecondo della Parola, è privilegiata in due dimensioni: per la sua origine essa è fede sorta da un "concepimento immacolato", per il suo fine essa è fede che deve diventare feconda non solo del corpo di Cristo, ma anche di lui stesso come Capo. Pertanto, quella fecondità che viene attribuita alla Chiesa come fecondità prototipica della nascita o generazione passiva dei membri [nel Battesimo] volge al loro attivo generare la vita di Cristo in sé e nella Chiesa.San Girolamo, In Mt. 9, 15; PL 26, 58, scrive: "Sponsus Christus, Sponsa Ecclesia est. De hoc sancto spiritualique connubio apostoli sunt procreati". [Allora], questa fecondità prototipica in Maria è così resa possibile, tanto che essa fa precisamente quello che fa la Chiesa: generare Cristo; ma lo fa ‘prototipicamente’, in quanto fa diventare carne in sé il Capo della Chiesa, il quale a sua volta produrrà la Chiesa. Il circolo ecclesiale, per il quale l’anima è nata da Cristo, è sopraelevato a circolo prototipico, nel quale Maria, preservata dal peccato originale mediante la grazia della Croce di Cristo, nell’ordine del Capo concepisce e genera Cristo. Se nel circolo ecclesiale l’immacolatezza oggettiva della Chiesa [l’"infallibilità di Pietro"] opera e presuppone sempre per la Chiesa un "essere stata purificata" mediante l’acqua e la Parola, e se la Chiesa diventa "Sposa nobile" solo in quanto realmente purificata, nel circolo mariano non si può parlare di tale purificazione. In Maria la Chiesa, pertanto, non è solo indefettibile ministerialmente e sacramentalmente […]; essa è anche immacolata personalmente e sta al di là della tensione tra realtà e ideale.


Come modello della Chiesa, a ragione Maria viene chiamata Sposa del Verbo Incarnato […]. Ella concepisce il Figlio come seme del Padre mediante l’opera dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio. Per questo, anche nell’ordine ecclesiale, l’attualizzazione dei Sacramenti sarà azione dello Spirito Santo, che depositerà nel seno delle anime il Verbo del Padre, generandolo e facendolo nascere.Ciò non impedisce alla Chiesa di essere Sposa del Verbo, poiché questa piena partecipazione del mondo creato alla divinità delle Tre Persone è opera e prolungamento del Verbo Incarnato. L’archetipo Maria ha proprio la missione di non permettere mai alla Chiesa di dimenticarsi della dimensione trinitaria del suo mistero sponsale, alla stessa maniera che anche Cristo, durante la sua permanenza sulla terra, le ha continuamente indicato di aprirsi alla vita del Dio Uno e Trino".

La maternità universale della Vergine Maria

Il ruolo di Maria Sposa e Madre della Chiesa – secondo la profonda analisi di Hugo U. von Balthasar sopra esposta – porta ad un’altra riflessione: in Maria la Chiesa dice il suo ‘sì’ a Dio per tutto il genere umano. [È il motivo per cui San Tommaso sosteneva che la Madre di Dio dice il suo ‘sì’ loco totius generis humani e non, ad esempio, loco totius Ecclesiae].Infatti – è la riflessione che segue di von Balthasar –, nella sua esistenza credente, come dentro un seno, viene portato il Verbo, per poter diventare carne […]. E se i Padri della Chiesa vedono realizzare il vero connubio tra Dio e l’uomo in Cristo stesso, nell’indissolubile unione delle sue due nature, questo però non è avvenimento puramente fisico, che avrebbe un carattere matrimoniale solo da parte di Dio e del suo intento, bensì un genuino mistero di reciproco amore mediante il consenso sponsale di Maria a nome di tutti gli esseri corporei creati.


Ne consegue, dunque, che nella carne di Maria si mira a "ogni carne" creata [cfr. Gv 17, 2], cui Dio vuole unirsi; ed essendo Maria caro ex qua, ella è insieme fides ex qua. L’unione ipostatica però è l’effetto e quindi l’ultimo sigillo indelebile di questo patto di fedeltà, sotto il cui segno in seguito sarà ogni promessa ecclesiastica di fedeltà: quella del Battesimo, quella del Matrimonio e quella della Verginità.Si adombra qui il grande tema della maternità universale di Maria.Continua ancora von Balthasar: Maria, generando il Figlio in maniera corporeo-spirituale, proprio per questo diventa la madre universale di tutti i credenti; infatti, la Chiesa come Corpo è da Cristo ed è il Cristo stesso. Maria non è il prototipo della Chiesa solo in virtù della sua fede verginale, essa lo è parimenti in virtù della sua fecondità, che non è certamente autonoma [come quella delle dèe della fecondità], ma puramente ministeriale, in funzione di servizio. Infatti, è Cristo che, mediante la sua Passione, crea la Chiesa, non Maria.
 
Tuttavia, essa ha partecipato come strumento a questa creazione in virtù dell’universalità e dell’illimitatezza del suo ‘sì’, che il Figlio può usare come mezzo plastico all’infinito, per ricavarne nuovi credenti rigenerati. La sua presenza presso la Croce, la sua solidarietà in mezzo all’abbandono della Croce, la sua funzione eterna di donna partoriente [cfr. Ap 12], mostrano quanto la sua dedizione venga universalizzata fino ad assurgere a principio universale del suo seno materno per ogni grazia cristiana generatrice.

L’"elemento mariano" nella Chiesa

L’immagine della Chiesa Comunità dei credenti veniva già nel Medioevo centrata marianamente, e portata in tal modo alla sua verità più intima.Fin dai tempi delle origini, come nucleo della vera Chiesa "senza macchia e senza ruga" valevano soprattutto gli Apostoli [che Origene definiva appunto: "vera Ecclesia", cfr. In Gen hom. 1,6]. Ma la Vergine Maria, come seno universale generatore, sta dietro la santità apostolica, e viene posto l’accento sul fatto che ella a Pentecoste riceve lo Spirito Santo in mezzo agli Apostoli; anzi, può comunicare in maniera del tutto reale la sua sapienza cristiana alla Chiesa apostolica.


Così il premonstratense belga Filippo di Harveng celebra instancabilmente la materna attività di Maria nei primi tempi della Chiesa, presentandola come "colei che genera gli Apostoli dalle tenebre dell’ignoranza, li educa e li forma, come la madre di tutti che tiene in mezzo a loro la presidenza e con la fermezza nella fede esorta i discepoli facilmente vacillanti" [cfr. H. Riedlinger, Die Makellosigkeit der Kirche in den lateinischen Hoheliedkommentaren des MA, p. 219].Questa "educazione degli Apostoli" da parte di Maria è stata vista fin da allora ancor più sulla linea dell’amore e della fedeltà ecclesiali che su quella del ministero; ma diventa progressivamente un trovar asilo dell’intero aspetto ministeriale della Chiesa nel seno materno di Maria che porta nella gestazione, genera e compie silenziosamente la funzione di Sposa e Madre del Verbo.L’umanità acquista così una partecipazione a ciò nel Cristo e nello spazio che è il suo spazio ["in Christo"] e che Egli prepara come Redentore: la Chiesa. E in quanto questo spazio risponde a Cristo in maniera femminile-sponsale trova in Maria la sua soggettività suprema, normativa. In quanto, infine, erompe l’unica grazia, Maria fa convergere tutti gli spiriti che in lei si aprono a Cristo e mediante Cristo al Santo Spirito di Dio in Tre Persone, che all’origine ricopre con la sua ombra Maria e dalla Pasqua e dalla Pentecoste inabita la Chiesa.Questo, in sintesi, è il misterioso profondo "elemento mariano" nella Chiesa.

Bruno Simonetto
[Modificato da Cattolico_Romano 07/05/2009 21:10]
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