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Ultimo Aggiornamento: 13/06/2009 07:19
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13/06/2009 07:19

Iniziativa dei frati della basilica di Sant'Antonio da Padova

In Uganda una casa per i bambini orfani


di Claudio Zerbetto

Una casa-famiglia per i bimbi orfani e per le mamme abbandonate a Mbarara, nel sud ovest dell'Uganda. È quanto prevede il progetto di solidarietà promosso dai frati della basilica di Sant'Antonio da Padova, in occasione della festa liturgica dedicata al santo.
L'iniziativa si è concretizzata dopo il recente viaggio di padre Danilo Salezze, direttore generale del "Messaggero di Sant'Antonio" e ora è stata rilanciata anche dalla rivista mensile pubblicata dai francescani conventuali.
"L'Uganda sembra a prima vista un vero paradiso - afferma padre Danilo Salezze - eppure questo Paese vive il dramma della povertà che provoca sofferenza e morte".
Il direttore racconta delle enormi difficoltà vissute dalla popolazione, spiegando che alla lunga guerra civile, alla miseria e alla fame, si accompagna la piaga terribile della diffusione dell'Aids. Dei trenta milioni di persone infette da hiv nel mondo, due milioni infatti sono ugandesi e l'80 per cento non sa neppure di essere in questa situazione di estremo rischio.
Peraltro non esiste in Uganda una medicina di base, e solo chi può pagare riceve qualche assistenza. Nel Paese l'aids, oltre a fare moltissime vittime, è diventato fra l'altro la causa prima di molte altre situazioni drammatiche, come quella dei milioni di bambini rimasti orfani.
C'è infine un elevato numero di donne malate a causa del virus, le quali sono colpite anche da altre patologie, fisiche o mentali, tutte conseguenza dell'abbandono in cui si trovano.
"A questi bambini e a queste donne, dunque - sottolinea il direttore - sarà dedicata la casa-famiglia Shalom, che rappresenta un segno della solidarietà concreta dei tanti devoti di sant'Antonio sparsi nel mondo". "Il progetto - specifica padre Salezze - nasce in collaborazione con la comunità Yesu Aurire (Gesù è vivo) di Mbarara, fondata da un sacerdote della diocesi di Mbarara, padre Emmanuel Tusiime". "Nel progetto - aggiunge - è coinvolto un gruppo di volontari laici, uomini e donne che hanno conosciuto direttamente il dolore, il lutto, la malattia e l'abbandono, e che oggi sono impegnati nel restituire dignità alle persone che chiedono aiuto".
Per i promotori, l'iniziativa di solidarietà è insieme un modello di assistenza e sviluppo, che si basa su una grande esperienza di fede. "Si tratta di una bellissima esperienza dell'Africa che aiuta se stessa - osserva il direttore - che si prende in mano con le proprie ferite".
Casa Shalom sarà in grado di accogliere fino a un centinaio di persone:  settanta bambini orfani e malati a causa dell'Aids, quindici mamme sofferenti per disturbi psichiatrici con i loro bambini; oltre a un gruppo del personale volontario e medico. Il terreno è già disponibile e la comunità di Mbarara è pienamente coinvolta nell'iniziativa.
Padre Emmanuel pensa già agli sviluppi futuri della casa di accoglienza:  essa sarà collegata all'ospedale e all'università e diventerà un luogo di formazione per gli operatori sociali. L'intera città verrà coinvolta nell'iniziativa, i bambini bisognosi di assistenza saranno così reintegrati nelle famiglie e le donne troveranno un lavoro. Manca per ora il denaro per comprare il materiale e pagare il lavoro degli operai, ma i francescani della basilica di Sant'Antonio di Padova, attraverso la Caritas antoniana, hanno comunque deciso di appoggiare questo progetto, convinti nell'aiuto di tanti amici.


(©L'Osservatore Romano - 12-13 giugno 2009)
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