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Ahmadinejad confermato presidente

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2009 16:33
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17/06/2009 11:10

Mussavi chiede nuove elezioni e rinvia di ventiquattro ore una manifestazione per evitare altri disordini

Giornata di sangue a Teheran

I Guardiani pronti a ricontare i voti



 
Teheran, 16. Una calma carica di tensione regna oggi nella capitale iraniana dopo un'altra giornata di sangue. Il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, il massimo organo legislativo iraniano, con una mossa distensiva, si è detto pronto a ricontare i voti delle elezioni presidenziali, almeno nelle circoscrizioni contestate, che hanno sancito la vittoria di Mahmud Ahmadinejad, e che dal nuovo conteggio potrebbero arrivare variazioni nelle percentuali attribuite ai candidati. Lo ha reso noto il portavoce Abbas Ali Kadkhodai, citato dalla Irna. Il candidato conservatore moderato Mir Hossein Mussavi aveva fatto appello ieri al Consiglio chiedendo che le elezioni venissero annullate, ma si è detto "poco ottimista" sul verdetto. Mussavi ha inoltre invitato i suoi sostenitori a non partecipare a un'annunciata manifestazione oggi pomeriggio a Teheran per evitare disordini. Una nuova marcia di protesta è stata programmata dall'opposizione per la giornata di domani.

I risultati delle presidenziali in Iran sono "inaccettabili per chiunque sia in possesso delle sue facoltà mentali". Lo ha detto oggi il grande ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, denunciando la violenza usata dalle forze di sicurezza "contro uomini, donne e studenti indifesi". Lo si legge in una dichiarazione inviata oggi all'agenzia Ansa. Il grande ayatollah, già successore designato dell'ayatollah Ruhollah Khomeini e poi destituito, ha invitato i manifestanti a "mantenere la calma, evitare la violenza" e fare attenzione ai provocatori infiltrati che "cercano di creare il caos". I responsabili degli apparati di sicurezza, ha detto ancora Montazeri, non possono giustificarsi con la ragione che stanno eseguendo degli ordini. "Considerate i giovani che manifestano come vostri figli - ha aggiunto l'ayatollah Montazeri - ed evitate la violenza e i comportamenti disumani nei loro confronti".

Anche il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha affermato oggi che "il ministero dell'Interno è responsabile e deve rispondere" dei violenti attacchi contro gli studenti e contro gli abitanti di una cittadina a nord di Teheran. Lo riferisce l'agenzia Ilna. "Che significa - ha detto Larijani - che vengano attaccati i dormitori degli studenti nella notte o che alle 2.30 del mattino si attacchi una città residenziale e che si disturbi la tranquillità degli abitanti? Il ministero dell'Interno è responsabile e deve risponderne".

Nonostante le centinaia di arresti - questa mattina è stato fermato anche Mohammad Ali Abtahi ex vice presidente riformista schieratosi alle elezioni con Mussavi mentre il ministro dell'Intelligence iraniano, Gholamali Mohseni-Ejie, ha detto che "i ventisei principali elementi dietro ai disordini degli ultimi giorni a Teheran" sono finiti in manette - centinaia di migliaia di sostenitori di Mir Hossein Mussavi, sfidando il divieto delle autorità, hanno invaso ieri il centro della capitale. Alla fine del corteo un manifestante è stato ucciso e altri sono rimasti feriti quando i miliziani volontari Basiji hanno aperto il fuoco contro la folla. Successivamente è stato reso noto che altre sette persone sono state uccise, secondo l'emittente iraniana radio Payam, "volevano attaccare una postazione militare". Secondo un fotografo locale - come riferiscono le agenzie Afp e Reuters - i colpi sono stati sparati dai Basiji appostati in abiti civili sui tetti. Al crepuscolo altri spari sono stati avvertiti nei tre quartieri nella zona nord di Teheran Velenjak, Jordan e Darous.

Nel frattempo, il presidente americano, Barack Obama, si è detto profondamente turbato dalle violenze scatenatesi dopo le contestate elezioni presidenziali iraniane, ma in ogni caso gli Stati Uniti rispetteranno la sovranità della Repubblica islamica e continueranno a cercare il dialogo diretto con Teheran. Il vice ministro degli Esteri russo, Serghiei Raibkov, ha invece detto che le elezioni presidenziali in Iran costituiscono un affare interno del popolo iraniano. Raibkov ha parlato da Iekaterinburg, dove si svolge il vertice dei Paesi del Gruppo di Shanghai, ed è presente come ospite Ahmadinejad.

Il ministro degli Esteri giapponese, Hirofumi Nakasone, si è detto estremamente preoccupato per la situazione in Iran, mentre la Cina si augura che "la stabilità e l'unità" dell'Iran vengano mantenute nel Paese mediorientale, con il quale mantiene forti relazioni commerciali e politiche. Lo ha detto oggi a Pechino il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang.


(©L'Osservatore Romano - 17 giugno 2009)
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