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sigificato dei numeri

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2009 12:41
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18/06/2009 19:26

Ho trovato in rete anche questo che è abbastanza condivisibile:

Vecchio testamento
Al di là del puro valore numerico e quantitativo, i numeri presentano spesso anche un significato simbolico, anche se questo non è sempre di comprensione immediata.
-L’uno appartiene a Dio, poiché esiste un solo Dio (Dt 6,4). Come col peccato originale crolla l’unità creata da Dio (bene-male, uomo-donna, vita-morte ), cosi la costruzione della torre di Babele mette fine all’unità del linguaggio (Gen 11,6).
-Il due è il numero del contrasto e del completamento; di qui l’accogliere a coppie gli animali nell’arca (Gen 6,19s). Il due «polare» si incontra nelle tavole mosaiche della legge e nelle due colonne davanti al tempio di Salomone.
-Cinque è il numero degli animali sacrificati (Nm 7,17.22.29), delle pietre per la fionda di Davide nella lotta contro Golia (1Sam 17,40) e dei libri attributi a Mosè, chiamati appunto con il termine greco «Pentateuco» (cinque volumi).
-Otto è il numero del nuovo inizio: nell’arca di Noè vennero salvate otto persone( Gen6,18); l’ottavo figlio di Jesse è il re di Israele scelto da Dio (1Sam 16,10s)
-Il numero quaranta indica un periodo di tribolazione di rinuncia o di punizione: diluvio universale (Gen 7,12), peregrinazione nel deserto (Es 16,35), soggiorno di Mosè sul Sinai ( Es 24,18), intervallo fino alla distruzione di Ninive (Gi 3,4).
-Il numero cinquanta è espressione di gioia collegata a Dio: al cinquantesimo giorno dopo aver messo « la falce nella messe» l’israelita deve presentarsi lieto al Signore coi suoi liberi doni (Dt 16,9-11); il cinquantesimo anno è l’anno giubilare in Israele.
-Il numero settanta per gli israeliti era un riferimento simbolico alla totalità, alla pienezza; durante la peregrinazione nel deserto quelli che confidavano in Dio giunsero a Elim con le sue dodici sorgenti d’acqua e le sue 70 palme(Es 15,27); davanti al Signore Israele era rappresentato da 70 anziani (Es 24,1); secondo la tradizione ebraica vi erano 70 popoli (Gen 10).

Nuovo testamento
-Il numero due è il numero della decisione, come nella parabola del fariseo e del pubblicano nel tempio( Lc 18,10-14) e nell’immagine delle due vie (Mt 7,13s); nessuno infatti può servire a due padroni (Mt 6,24).
-Il numero cinque è il numero dei pani con cui Gesù sfama cinquemila persone (Mc 6,38-44); le cinque vergini sagge e le cinque vergini stolte (Mt 25, 1s) e i cinque talenti (Mt 25,14-30).
-Il numero otto ha acquistato importanza per la risurrezione del Signore, avvenuta l’ottavo giorno della settimana.
-Il numero quaranta rimane nel suo antico significato di tribolazione e attesa infatti quaranta giorni Gesù ha digiunato nel deserto e il medesimo intervallo intercorre tra la sua risurrezione e la sua ascensione (Lc 4,1s; At 1,3).
Il cinquantesimo giorno dopo la risurrezione di Cristo è la festa di Pentecoste.
-Il numero settanta appare come numero di totalità e completezza nei settanta discepoli che Gesù invia davanti a sé (Lc 10,1). Essi devono simbolicamente comprendere tutta l’umanità, in corrispondenza dei settanta popoli enumerati nella Genesi. Un perdono è perfetto quando viene concesso settanta volte sette (Mt 18,21s).
Il simbolismo biblico è stato elaborato già nel primo cristianesimo, ma in particolare da Agostino. C’è da osservare che il medesimo numero può presentare un’ambivalenza; cosi il due può esprimere l’unione di due elementi affini (le due tavole della legge, i due testamenti, le due nature di Cristo), ma può anche alludere alla separazione di ciò che è unitario (luce-tenebre, ebraismo- cristianesimo, fariseo-pubblicano).

Il simbolismo dei numeri tre e sette
Il numero tre.In tutte la Sacra Scrittura il tre contrassegna innanzitutto il Dio tre volte santo.
«Santo Santo Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria»(Is 6,3). Tre angeli appaiono ad Abramo presso le Querce di Mamre, si riferiscono all’unico Dio(Gen 18,1-8). Tre volte al giorno Daniele, in ginocchio, pregava Dio (Dn 6,11).
La triplice benedizione di Aronne (Nm 6,24ss). Il tre allude alla perfezione e alla completezza come nella tre parti del tempio di Gerus (atrio, santuario, Santo di Santi) che in un certo senso è anche un simbolo del mondo.
Il tre progenitori Sem, Cam, Jafet simboleggiarono le radici di tutta l’umanità.
Nel Nuovo Testamento la sacralità del tre, porta il sigillo della rivelazione del Dio Uno e Trino, in ricordo del battesimo di Gesù (Mt 3,16s) tutti gli uomini devono essere battezzati « nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19).
Spirito, acqua e sangue rendono testimonianza per Gesù. (1Gv 5,7-8).
Tre è anche il simbolo di un gravissimo pericolo: si pensi ai tre giorni di tenebre in Egitto (Es 10,22s), al soggiorno di Giona nel ventre del pesce (Gn 2,1).
L’aspetto negativo, minaccioso, abissale si evidenzia nel triplice assalto del demonio a Gesù (Mt 4,1-11), nella cecità di Paolo durata tre giorni (At 9,9), nei tre giorni e tre notti fra la morte di Gesù e la sua risurrezione (Mt 12,40).

Il numero sette.Il numero sette è importante nella Bibbia, esso è il simbolo di Dio e della Sua perfezione e completezza. Fin dal racconto della creazione con cui si apre il Sacro Libro, si nota come il settimo giorno di riposo, carico della benedizione divina, sia dato come un sigillo alla creazione stessa.
"In ebraico sette e' sheavh. che viene dalla radice savah, per essere pieno o soddisfatto, od anche avere abbastanza di una certa cosa. Per cui il significato dell parola 7 e' dominato da questa sua propria radice perche' sul settimo giorno Dio si riposo' dal lavoro della creazione. Era fatta, completata buona e perfetta. Niente poteva essere aggiunto o tolto, sette significa spiritualmente completo.
Il sette, riconosciuto nei colori dell’arcobaleno, nei tono della scala musicale è numero della purezza e perfezione. In conformità alla concezione di sette cieli, i templi babilonesi presentavano sette gradini; la settima fu divisa in sette giorni;
sette è l’espressione della totalità voluta da Dio. L’unità di tempo perfetta viene articolata in sette parti; si pensi ai sei giorni della creazione, che vengono compiuti e potenziati con il sette (Gen 2,2s). Questo numero ritorna continuamente nella storia della salvezza: i sette giorni di attesa dopo i quali Noè fece uscire la colomba (Gen 8,10-12) i sogni del faraone nei quali vi erano sette vacche e sette spighe (Gen 41,1-32) i sette sacerdoti convocati da Giosuè con le sette trombe(Gs 6,4) le sette trecce di Sansone (Gdc 16,13). Alla seconda moltiplicazione dei pani, Gesù con sette pani sazia la folla (Mc 8,5-8). Il Padre Nostro contiene sette richieste, le sette virtù si dividono in quattro cardinali e tre teologali, i sette doni dello Spirito Santo (Is 11,2).
Anche il male può essere associato al sette: Gesù caccia sette demoni dalla Maddalena (Lc 8,2). Il drago dell’Apocalisse ha sette teste (Ap 12,3).Per lo più però è il numero della salvezza e del divino.
Nel vangelo di Giovanni segni e discorsi sono strettamente intrecciati, e molto spesso i discorsi che accompagnano i miracoli sono le interpretazioni ai miracoli.
Il Grundevangelium consistente nei racconti dei quattro miracoli in Galilea e nei tre in Gerusalemme è simile ad un libro dei segni (20,30).L’evangelista aggiunse ai segni sette discorsi.Questa raccolta di miracoli e discorsi si trasformò in un Vangelo di Pasqua per la trasposizione di 3 racconti della settimana di pasqua a un contesto anteriore (2,13-22; 6,51-58; 12,1-7) estendendo cosi il motivo pasquale attraverso tutto il Vangelo.
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