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Domenica, III dopo Pentecoste

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2009 17:26
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20/06/2009 17:26

Commento al Vangelo del 21 giugno
Dio creò l’uomo e la donna
III Domenica dopo Pentecoste 
19.06.2009
di Giuseppe GRAMPA
Parroco di S. Giovanni in Laterano, Milano


Conosciamo bene questa pagina evangelica. Forse è stata letta il giorno del matrimonio di molte coppie. Forse, questa pagina, è stata l’occasione per una invettiva da parte del celebrante contro il divorzio e occasione per esortare alla fedeltà coniugale. L’Evangelo rinvia alla pagina antichissima del libro della Genesi. Quel testo che abbiamo ascoltato come prima lettura, attraverso il linguaggio allusivo del simbolo svela il senso della struttura maschile e femminile dell’essere umano. La donna, ossa delle ossa, carne della carne dell’uomo non è realtà a lui inferiore ma appunto costruita con la stessa realtà, eguale quindi nella dignità. Il maschile e il femminile insieme sono l’immagine somigliantissima di Dio: “E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò” (Gen 1,27). Un altro antico testo appartenente alla cultura greca descrive l’origine dell’uomo e della donna come conseguenza di una divisione: la realtà umana, all’origine sferica, viene divisa dagli Dei dando origine appunto al maschio e alla femmina che si cercano per ricostruire attraverso la loro unione quell’unità originaria. Scrive Platone in questo antico testo che Amore è medico perché tende a ricomporre quell’unità originaria. Forse quell’espressione corrente che dice della donna come “la mia metà”, deriva da quell’antico testo.

A immagine di Dio

E’ inscritta nell’intenzione delo creatore la volontà che l’uomo e la donna non solo si uniscano, si appartengano ma addirittura siano una cosa sola, non più due ma una cosa sola. Dio non solo crea l’uomo e la donna ma l’uomo per la donna e la donna per l’uomo. E in questa unità dell’uomo e della donna consiste l’immagine somigliantissima di Dio. Forse anche per questo la tradizione ebraica fa divieto di raffigurare il volto di Dio: certo per custodirne la trascendenza, evitando la riduzione di Dio ad un idolo fabbricato dalle mani dell’uomo. Ma se l’immagine somigliantissima di Dio sono l’uomo e la donna insieme, davvero non abbiamo bisogno di altre raffigurazione. Dio si compiace di farsi conoscere attraverso l’esperienza dell’amore umano dell’uomo e della donna chiamati ad essere una sola carne. E’ davvero sorprendente l’insistenza con la quale la Rivelazione ebraica e cristiana lega la conoscenza di Dio all’esperienza corporea, all’esperienza dell’amore umano. I Profeti di Israele, così fermi nel rifiutare ogni compromissione di Dio con i numerosi rituali di fecondità assai presenti nelle tradizioni religiose mediorientali, i profeti descrivono con pagine stupende la relazione tra Dio e il suo popolo in termini sponsali. Sono tra le pagine più belle della Scrittura Sacra. Solo due citazioni: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella fedeltà e nell’amore”. Così Osea. E Geremia: “Così dice il Signore al suo popolo: Mi ricordo di te, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto”. E un intero libro della Scrittura Sacra, il Cantico dei Cantici è poema stupendo che canta l’amore dell’uomo e della donna. E questo poema d’amore è Parola di Dio, ovvero svela qualcosa del mistero insondabile di Dio.

L’amore come sacramento

Anche Gesù, per farsi conoscere ricorre all’immagine dello Sposo e l’attesa del suo ritorno sarà come l’attesa dello Sposo per la festa nuziale. Un ultimo testo che ci è proposto nella seconda lettura: l’unione dell’uomo e della donna viene detta “mistero grande”, analogo al rapporto tra Cristo e la Chiesa. Forse siamo così abituati ad attribuire al cristianesimo un atteggiamento sessuofobo, carico di diffidenza per il corpo che questo elogio del corpo che abbiamo appena evocato potrà sorprendere. Eppure è proprio nell’amore dell’uomo e della donna che Dio si compiace di farsi conoscere. Anzi questo amore è sacramento, cioè realtà umana talora opaca e povera eppure capace di svelare il mistero di Dio. Come il pane dell’Eucaristia, così la quotidiana fedeltà dell’uomo e della donna racconta la fedeltà incondizionata di Dio per noi. Prima che dal catechismo i vostri figli devono imparare a conoscere il volto di Dio dall’amore quotidiano, semplice e profondo dei loro genitori.
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