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La Bibbia tradotta anche in puyuma

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2009 14:29
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20/08/2009 14:29

Tradotta nella lingua locale Pokot

La Bibbia tra le popolazioni del Kenya


Nairobi, 19. Dopo più trent'anni di intenso lavoro finalmente la popolazione Pokot del Kenya potrà leggere la Bibbia tradotta nella propria lingua madre.

La nuova Bibbia, la cui traduzione e supervisione sono state coordinate e dirette dalla società biblica del Kenya (Bsk), sarà ufficialmente presentata a Nairobi, sabato prossimo, nel corso di una cerimonia dal ministro delle Comunicazioni e Informazioni, Samuel Poghisio, anch'egli pokot.



I pokot sono una comunità pastorale che vive nelle aride pianure del nord-ovest del Kenya e che si estende anche in Uganda.
La principale difficoltà - hanno spiegato gli studiosi - non è stata tanto la traduzione della Bibbia in sé quanto le differenze nella presentazione e nell'introduzione delle note a pie' pagina e nelle indicazioni dottrinali.
"Finalmente, un viaggio iniziato trent'anni fa si è appena concluso - ha dichiarato con soddisfazione il presidente del Bsk, Isacco Litali - e adesso è giunto il momento di raccogliere i frutti del duro lavoro e del sacrificio della gente pokot. In passato ci siamo accorti quanto fosse importante la presenza della Bibbia tradotta nelle lingue locali tra le popolazioni indigene. La traduzione nella propria lingua - ha aggiunto - ha un profondo effetto sulle persone, le induce a ricevere la Parola di Dio in modo più efficace rispetto a prima. Si dice che è il Signore a rivolgersi a loro nella loro lingua principale".

Tra gli obiettivi della Conferenza episcopale del Kenya vi è quello di promuovere la traduzione cattolica della Bibbia nelle diverse lingue dei popoli indigeni; fare in modo che essa sia più presente nelle riunioni e durante le celebrazioni; offrire piena fiducia agli indigeni operatori di pastorale, sacerdoti, religiosi, animatori delle comunità e catechisti, affinché si sentano appoggiati e abbiano il posto che corrisponde loro come protagonisti del processo di inculturazione del Vangelo.
Il ministro Poghisio ha sottolineato che la Bibbia sarà anche una risorsa fondamentale per affrontare il problema del perenne conflitto tra i pokot e i popoli vicini. Per la popolazione pokot la pubblicazione di questa Bibbia significa anche "un migliorarsi dal punto di vista dell'alfabetizzazione, molte persone si sforzeranno a imparare a leggere e a scrivere".
Per la Chiesa del Kenya è fondamentale fortificare l'incarnazione della fede cristiana nella vita dei popoli che hanno una tradizione di fede e spiritualità. Occorre, inoltre, enfatizzare l'importanza dell'apprendistato delle lingue proprie dei popoli originari, rendere presente la Bibbia nei momenti significativi della vita e organizzare laboratori per traduttori della Bibbia e della liturgia nelle lingue indigene.
"La promozione della traduzione cattolica della Bibbia nei diversi idiomi dei popoli originari - ha affermato Elisabetta Muriuki, segretario generale della Bible society of Kenya - è un diritto degli stessi a provare l'amore del Padre che ci manifesta la sua Parola. Siamo felici di poter portare la Parola di Dio tra i diversi gruppi linguistici del Kenya e nelle aree più remote in cui il Vangelo non è riuscito a penetrare completamente. Il processo di inculturazione del Vangelo - ha concluso Muriuki - è un'esperienza comunitaria".
Secondo la Bible society of Kenya, la Bibbia era disponibile solo in sedici lingue:  borana, dholuo, ekegusii, gikuyu, kalenjin, kidawida, kikamba, kimiiru, logooli, lunyore, masai, nandi, luhya, swahili, turkana, somo. Adesso si aggiunge la versione in pokot. Attualmente, vi sono altri quindici gruppi linguistici che hanno a disposizione solo la traduzione del Nuovo Testamento e tre gruppi linguistici che dispongono solo di una piccola parte delle Sacre Scritture.


(©L'Osservatore Romano - 20 agosto 2009)
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