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"Dalla Fede il Metodo"

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2009 14:10
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02/09/2009 21:14

Sabato 25 aprile
All'ingresso e all'uscita:
Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia n. 38 in rè maggiore, K504 "Praga",
Wiener Phiiharmoniker - Karl Bohm
Deutsche Grammophon

Don Pino. Che cos'è la vita? La vita è un dialogo, non è tragedia la vita. La tragedia è ciò che fa finire tutto nel niente. La vita è drammatica perché è rapporto tra il nostro io e il Tu di Dio, il nostro io che deve seguire i passi che Dio segna.

Angelus
Lodi

• PRIMA MEDITAZIONE
Juliàn Carrón

«Noi abbiamo creduto e conosciuto
che tu sei il Santo di Dio»

(Gv 6, 69)

1. «Il crollo di antiche sicurezze religiose»

a) La scissione tra sapere e credere
II contesto in cui ci troviamo ad affrontare le sfide di cui parlavamo ieri sera è quello del crollo delle antiche sicurezze religiose.
Nel suo libro Fede, Verità, Tolleranza, l'allora cardinale Ratzinger riferisce un episodio - narrato da Werner Heisenberg - molto significativo, accaduto a Bruxelles nell'ambito di una discussione tra scienziati.
«Ci si trovò a discutere del fatto che Einstein parlava spesso di Dio e Max Planck sosteneva l'opinione che non ci sia alcuna contraddizione tra scienze della natura e religione [...1. Secondo Heisenberg, a fondamento di tale apertura [di Planck] stava la concezione che scienze naturali e religione sono due sfere totalmente diverse, che non sono in concorrenza reciproca: quel che conta nelle scienze naturali è l'alternativa tra vero e falso, nella religione tra bene e male, tra valore e disvalore. [...]
 "Le scienze naturali sono, in certo senso, il modo con cui andiamo incontro al lato oggettivo della realtà [...].
La fede religiosa, viceversa, è l'espressione di una decisione soggettiva, con la quale stabiliamo quali debbano essere i nostri valori di riferimento nella vita". [...]
A questo punto Heisenberg aggiunge:
"Devo ammettere che non mi trovo a mio agio con questa separazione.
Dubito che, alla lunga, delle comunità umane possano convivere con questa netta scissione tra sapere e credere".
A un certo punto interviene Wolfgang Pauli e raf-| forza il dubbio di Heisenberg, addirittura lo eleva al grado di certezza:
"La separazione completa tra sapere e credere è soltanto un espediente d'emergenza per un tempo molto limitato. Per esempio, nell'ambito; culturale occidentale, potrebbe venire in un futuro non troppo lontano! il momento in cui le parabole e le immagini della religione qual è stata: finora non possiederanno più alcuna forza di persuasione neppure per la gente semplice; allora, temo, anche l'etica finora vigente in breve tempo crollerà e accadranno cose di una atrocità che non ci possiamo neppure | immaginare"».
 " Era il 1927. Quello che è successo dopo lo sappiamo tutti.
Continuai Ratzinger:
«Nella ripresa del dopoguerra, era viva la fiducia che tale vicenda non potesse più accadere.
La legge costituzionale allora approvata nella "responsabilità davanti a Dio" voleva essere espressione del legame di diritto e politica con i grandi imperativi morali della fede biblica. Oggi, nella crisi morale dell'umanità che assume forme nuove e inquietanti, la i fiducia di allora svanisce.
Il crollo di antiche sicurezze religiose, che settant'anni addietro sembravano ancora reggere, nel frattempo è diventato i un fatto compiuto» (e questo lo diceva quindici anni fa; immaginiamo adesso...).
Questa è la situazione in cui ci troviamo ad affrontare le sfide della realtà: il crollo delle sicurezze religiose.
 Ma questa separazione tra sapere e credere ha un'origine ancora più lontana:
«L'Illuminismo aveva come bandiera l'ideale della 'religione nei limiti della pura ragione'. Tuttavia questa religione della pura ragione si disgregò rapidamente, ma soprattutto non aveva la forza di sostenere la vita. [...]
Così, dopo la fine dell'Illuminismo, [...] si è cercato un nuovo spazio per la religione [...]. Pertanto alla religione era stato assegnato il 'sentimento' come suo proprio ambito di esistenza nella vita umana.
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