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La Passione e Resurrezione di Cristo in san Giovanni

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2009 16:55
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14/09/2009 16:37

Ha ben ragione di parlare così. Egli descrive gli oltraggi e i vituperi, cose quindi

tutt'altro che grandi e mirabili, tali da non far nascere alcun sospetto sulla sua

veridicità; ma per ridurre al silenzio gli eretici, preannunciando i futuri misteri e

avendo presente il tesoro che in essi è racchiuso, ci espone minutamente i fatti

avvenuti.

Si compì dunque quella profezia: « Non gli sarà spezzato alcun osso »22. Anche se

queste parole vennero pronunciate a proposito dell'agnello dei giudei, la realtà però

venne preceduta da una prefigurazione che doveva trovare appunto in questo episodio

il suo pieno compimento. Per questo l'Evangelista citò la profezia: siccome,

presentando in ogni occasione soltanto se stesso come testimone, non sarebbe

apparso sufficientemente degno di fede, adduce come testimone Mosè, per far capire

che tutti questi eventi non si verificarono per caso, ma già da un pezzo erano stati

preannunciati dalle sacre Scritture. Da Mosè infatti è stato scritto: « Le sue ossa non

saranno spezzate »
23. Poi di nuovo lui stesso fornisce una conferma alle parole del

profeta. « Ho detto questo — precisa — perché apprendiate che grandissima è

l'affinità tra l'immagine e la verità ». Non vedi quanta cura ha posto nel persuaderci

che sono realmente accaduti fatti che appaiono ignominiosi e infamanti? Il fatto che il

suo corpo venisse oltraggiato da un soldato, era ancor più grave della stessa crocifissione.

« Tuttavia vi ho parlato anche di questo — aggiunge — e ho descritto

diligentemente tutti i particolari,
perché anche voi crediate »24. Nessuno perciò si

rifiuti di credergli e non rechi danno ai nostri per una falsa vergogna. Poiché anche i

fatti che appaiono i più infamanti, sono in realtà quelli che, tra tutti i nostri beni

spirituali, meritano maggiormente la nostra stima e la nostra venerazione.

Dopo questi fatti, essendo venuto Giuseppe d'Arimatea, che era discepolo...25: egli

non era uno dei dodici, ma forse uno dei settanta. Ritenendo che ormai, dopo la

crocifissione, si fosse placata la collera dei giudei, i discepoli si avvicinarono senza

paura, occupandosi del funerale.

22 Gv. 19, 36.

23 Es. 12, 46; Num. 9, 12.

24 Gv. 19, 35.

25 Gv. 19, 38.

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