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Ior, Gotti Tedeschi: così cambierò la banca
di FRANCA GIANSOLDATI
CITTA’ DEL VATICANO
Esce di scena Angelo Caloia, per 19 anni banchiere incontrastato allo Ior, l’Istituto di Opere di Religione. Papa Ratzinger ha accolto le sue dimissioni anche se la sua andata in pensione era prevista per la fine del 2010, secondo un accordo in tal senso pattuito con l’allora segretario di Stato, Sodano che gli aveva allungato il mandato. Ma il vento di rinnovamento che da un po’ di tempo in qua soffia forte dalle parti del Torrione di Niccolò V, sede storica dell’Istituto per le Opere di Religione, banca atipica spesso al centro di critiche per la mancanza di trasparenza, alla fine ha finito per lambire anche il consigliere economico numero uno d’Oltretevere. La Commissione dei cinque Cardinali, vale a dire l’organismo di vigilanza voluto da Papa Wojtyla dopo l’ingombrante caso Marcinkus - ha di fatto affrettato l’uscita di Caloia, sostituendolo con Ettore Gotti Tedeschi, professore di etica e finanza alla Cattolica, uomo vicino all’Opus Dei, presidente del Santander Consumer Bank, ma soprattutto in totale sintonia col pensiero di Benedetto XVI e con la linea dell’attuale segretario di Stato Bertone, il quale completa così l’operazione per il completo controllo della curia pontificia. Gotti Tedeschi - notista di punta dell’Osservatore Romano - sarà affiancato nel compito da altre quattro figure tecniche. Due new entry, Giovanni de Censi, presidente del Credito Valtellinese e l’americano Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, praticamente una potenza per la raccolta di fondi. Infine sono stati confermati lo spagnolo Manuel Soto Serrano ed il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, incaricato di reggere la vicepresidenza. Al momento, ma solo per il momento, resta al suo posto il Prelato dell’Istituto, monsignor Pioppo, il fedelissimo ex segretario personale del cardinale Sodano. Per lui si sussurra sia pronta una sede di nunziatura importante. Già a luglio il cardinale Bertone gli aveva proposto, senza troppo successo, il trasferimento all’estero. Ora si vedrà. Gotti Tedeschi alcuni anni fa ha illustrato il suo disegno economico in un libro intitolato «Denaro e paradiso» (Piemme). Il capitalismo e la globalizzazione non sono demoni da combattere ma fili di una rete complessa da governare attraverso regole etiche ben precise. Aveva persino composto una preghiera per gli economisti etici e umani. «Dacci o Signore, un capitalismo che sia un mezzo per l’uomo e non il suo fine e magari persino la sua fine. Aiutaci a formulare un modello economico per questa fase di globalizzazione che permetta rapidamente ai ricchi di aiutare i poveri con spirito di solidarietà, che prescinda da parametri di deficit, e di amore per il prossimo (...)». Chissà se questa preghiera è di gradimento al suo amico ministro Tremonti.
© Copyright Il Messaggero, 24 settembre 2009 __________________________________________________
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