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CEI: CROCIATA, PROGETTO CULTURALE NON E' IN DISCUSSIONE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 30 set.
Non e' in discussione da parte dei vescovi il Progetto Culturale della Chiesa Italiana, strategia - avviata sotto la presidenza del card. Camillo Ruini - che e' basata sul dialogo e il confronto tra la comunita' ecclesiale e le altre istanze della societa'. Lo afferma il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, in un'intervista alla Radio Vaticana. ''Non credo - spiega il presule - che ci sia l'esigenza o meglio la necessita', di parlare di una fase nuova, nel senso che quello che colgo nel cammino di questi anni, e in quest'anno in particolare, e' non solo il mantenimento dello sviluppo di cio' che il Progetto culturale ha significato, significa, vuole significare, come animazione a livello alto e anche ad un livello pastorale della coscienza dei credenti in Italia''. Nell'intervista, mons. Crociata si riferisce poi al ''caso Boffo'', per ''ribadire con molta sobrieta' il dispiacere per quello che e' successo''. Secondo il segretario della Cei, ''quando la lotta delle idee si trasforma in attacco alle persone, peraltro con modalita', strumenti indebiti, vuol dire che non siamo piu' nello stile e nel clima di una serena convivenza civile''. Per quanto riguarda l'impegno della Conferenza Episcopale nei mezzi di comunicazione, che e' parte integrante del Progetto Culturale, Crociata, il vescovo assicura che ''non c'e' nessun cambiamento da attendere o da mettere in conto, perche' nei tempi ragionevoli si procedera' alla nomina delle figure necessarie. E intanto - spiega - il servizio di questi strumenti continua e continuera' come e' avvenuto finora con lo stesso impegno per la verita' e per una comunicazione serena, pacata, leale, ma anche non timorosa del messaggio che la Chiesa in Italia vuole far giungere a tutti il piu' possibile''. A cominciare dai temi etici, ai quali, rileva il segretario della Cei, come vescovi ''siamo profondamente interessati, sensibilmente interessati, non in quanto direttamente attori di un dibattito politico, in senso partitico, ma in quanto vogliamo essere attori e protagonisti di un dibattito sociale, culturale ed etico, in cui tutti hanno spazio legittimamente''. Rispetto alla discussione specifica sulla legge per il ''fine-vita'', per Crociata il testo uscito dalla discussione, dall'approvazione del Senato, rappresenta ''un punto di equilibrio sul quale ci si possa ritrovare rispetto a quei principi e auspichiamo che questo equilibrio sia mantenuto nel dibattito e nell'esito della discussione alla Camera con il consenso piu' largo possibile. E riguardo alla RU486 - conclude - noi non abbiamo altro da dire che questo farmaco rischia di esporre ad un gravissimo pericolo di banalizzazione dell’aborto''.
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