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Frane e crolli nel Messinese, preghiamo per le famiglie delle vittime!

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2009 08:44
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06/10/2009 11:10

Gli scomparsi nel fango

Dispersi sotto le rovine: bambini, genitori, amici inghiottiti dal nulla
FABIO ALBANESE
Giampilieri (MESSINA)

Ilaria, Francesco, Lorenzo, Luccio, Salvatore, Maria, Giuseppa, Alessandro. Nell’elenco dei dispersi - non si sa neppure con esattezza quanti sono: 37 per la sala operativa di Messina, non più di 9 per Bertolaso - questi nomi non sono stati ancora cancellati. Ma nessuno si fa illusioni, prima o poi li troveranno, troveranno i loro corpi, perché a ritrovare qualcuno vivo nessuno pensa più da giorni, ormai.

A Giampilieri come ad Altolia, a Scaletta come a Molino, scavano ancora, con le ruspe e i badili e, quando serve, anche con le mani. Ora che è tornato il sole, il fango molle si è trasformato in una roccia polverosa. Lì sotto devono esserci tutti quelli che mancano all’appello, o forse il mare ne restituirà qualcuno di quelli trascinati via con le auto, prima o poi.

In via Rizzo, a Giampilieri, Antonio Lonia da quattro giorni non fa che andare avanti e indietro, spronando i soccorritori a cercare lì dove, sabato, è stato trovato il cadavere della moglie Maria Letizia Scionti e, poco più in là, quello del suocero Salvatore Scionti. Non si trovano ancora i loro due bambini, Francesco, due anni e mezzo, e Lorenzo, 6 anni. «Cercateli, devono essere qui, vicino alla loro mamma», ripete. Abitavano in via Puntale, la strada cancellata dalla più mortale delle cinque frane di Giampilieri. Lui si è salvato perché, camionista, era al lavoro. «Maria Letizia al telefono era spaventata - racconta la sorella Francesca - mi diceva, qui crolla tutto, che aveva chiamato i pompieri; le ho detto di stare tranquilla ma il telefono è diventato muto».

Era al telefono anche una parente di Maria Letizia Scionti, Maria Restuccia, che era a casa con il marito, Giuseppe Tonante. Dall’altro lato del filo c’era la figlia: «Erano spaventati - dice il genero Domenico De Luca - ci dicevano che stava crollando tutto, poi il silenzio». Il cadavere dell’uomo è stato trovato, quello della moglie ancora no. Giuseppe De Luca ha perso la moglie Teresa, il suo corpo è stato recuperato seicento metri più giù della loro casa, ma aspetta ancora di avere notizie di Ilaria, la loro bambina di 5 anni. Agli amici che cercano di consolarlo e di fargli da scudo chiede che qualcuno dica ad Anselmo, il loro bambino di otto anni, che la mamma e la sorellina non ci sono più, lui non ne ha la forza: «Ero al bar con il bambino - ha raccontato Giuseppe - Quando ha cominciato a piovere, mia moglie ci ha raggiunti per pochi minuti con la bambina per portare un giubbottino ad Anselmo. Poi la montagna è venuta giù, le ho viste inghiottire dal fango». Non c’è più nemmeno la nonna di Ilaria, Giuseppa Calogero, che era in casa di un’amica, Maria Li Causi, la sera del disastro, per farsi compagnia e scacciare insieme la paura. Tutte e due trascinate via dalla furia della montagna e non ancora ritrovate.

Come la compagna di Enzo Coco e il loro figlio Salvatore di 4 anni; lui continua a sperare: «Magari sono stati portati in un residence e non me l’hanno detto - dice, mentendo a se stesso - ho girato tutti gli ospedali, aspetto notizie dall’unità di crisi, non so più nulla nemmeno della mia casa». A trovare morto Onofrio Sturiale, a Scaletta Zanclea, sono stati i suoi familiari; era ancora nel furgone che stava guidando quella maledetta sera. Accanto aveva, avrebbe dovuto avere, il fratello Alessandro, entrambi facevano i meccanici. Di Alessandro non c’è più traccia. «Ha solo 22 anni - ripete disperata Maria Ardì, la cognata di Onofrio - cercatelo, aiutateci». Un amico, Francesco Piazza, indica un punto sotto un balcone: «Deve essere lì, dove c’è quel pezzo di parafango, che era del loro furgone».

Nell’inferno di Altolia vigili del fuoco, forestali e mezzo paese cercano ancora il corpo di Bartolo Sciliberto, da tutti conosciuto come Luccio, commerciante a Giampilieri Marina. Quella sera era in piazza Ponte, che oggi è invece una grande voragine. E’ stato visto rifugiarsi in un portone: «Era sceso in piazza per mettere al sicuro l’auto - racconta la sorella Caterina - ha cominciato ad aiutare la gente a scappare. Era con un cugino quando è arrivata la frana, si sono infilati nel portone di casa della madre del parente ma Luccio è rimasto travolto dal fango». Da giorni la moglie Cettina vaga per la vallata, dice che non si darà pace fino a quando non riporterà a casa il padre dei suoi due figli.

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