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AIDS: CARD. TURKSON, SI' A CONDOM NELLE COPPIE SPOSATE

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2009 13:21
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AIDS: CARD. TURKSON, SI' A CONDOM NELLE COPPIE SPOSATE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 ott.

Contro l'Aids, "la prima via e' la fedelta' nel matrimonio". Ma all'interno di una coppia sposata, quando uno dei coniugi e' sieropositivo, si puo' consigliare il condom. Ne e' convinto il card. Peter Turkson, relatore generale al Sinodo Africano, aperto ieri dal Papa. "Se una persona sa di essere contagiata - afferma il cardinale del Ghana - non dovrebbe avere rapporti, per carita' in quel caso - aggiunge pero' rispondendo ai giornalisti - consiglierei l'uso dei preservativi, ma in Africa ce ne sono di bassa qualita' che non proteggono completamente".
Le parole del cardinale africano Turkson ricalcano posizioni gia' espresse in Italia, sia pure con sfumature diverse, dai cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi. E non contraddicono in modo esplicito la posizione del Papa, che parlo' di questo tema nel volo verso il Camerun, lo scorso 17 gennaio ma non entro' nel merito della liceita' del preservativo se utilizzato all'interno di una coppia sposata, quando uno dei coniugi e' sieropositivo e non puo' sottrarsi ai doveri coniugali. Ed in realta' e' solo cosa fare in questa disgraziata eventualita' che divide dalla dottrina tradizionale quanti nella Chiesa sostengono la linea piu' morbida. "Non sara' la Chiesa a promuovere il profilattico" e su questo punto non possono esserci posizioni diverse", ha assicurato qualche mese fa il card. Javier Lozano Barragan, allora presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, sottolineando che fuori dal matrimonio i rapporti sessuali non sono mai leciti e dunque il problema non e' il condom. Benedetto XVI affermo', come e' noto, che l'uso del condom non era sufficiente a combattere l'Aids, anzi poteva peggiorare la situazione, offrendo garanzie di sicurezza che in realta' non sono assolute.
Le parole del Papa sull'aero verso il Camerun suscitarono uno strascico di polemiche e non basto' nemmeno diffondere il testo integrale delle dichiarazioni, che escludevano qualunque nuova condanna e si basavano sull'esperienza concreta dei cattolici impegnati nella lotta all'Aids. Le stesse polemiche, d'altra parte, avevano accolto Giovanni Paolo II a San Francisco nel 1987 e anche in quel caso non ci fu nulla da fare per frenarle, nemmeno basto' che il Papa abbracciasse e baciasse un bambino malato di Aids.
Fuori dal Centro visitato dal Pontefice polacco, infatti, gay e lesbiche vestiti da "papa" distribuivano condom come fossero caramelle ai passanti.
Scena che si e' ripetuta appena dieci giorni fa anche a Praga, nell'indifferenza generale. Ed e' proprio questo che la Chiesa non vuole fare: distribuire essa stessa i condom. Un rifiuto che comunque non impedisce il libero commercio dei preservativi, anche in Africa. Dove pero', denuncia oggi il card. Turkson, ne arrivano di pessima qualita', che non proteggono completamente. Quanto a verificare se questi mezzi poi sono sufficienti a eradicare l'Aids, il problema resta aperto: i medici cattolici, ad esempio, sono d'accordo con Ratzinger e dicono di no, avvertendo anzi che il preservativo puo' dare una falsa sicurezza e quindi ha l'effetto di favorire i rapporti promiscui e finisce cosi' con il favorire anche la diffusione dell'Aids. Il problema riguardo al "no" ribadito dal Vaticano pero' e' un altro, sganciato dagli effetti pratici del condom sull'epidemia: la Chiesa ha legittimamente una sua dottrina morale sul matrimonio, unico luogo lecito per i rapporti sessuali e distribuire i condom confliggerebbe proprio con il Catechismo che al numero 2391 recita: "l'unione carnale e' moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunita' di vita definitiva. L'amore umano non ammette la prova". Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro". Inoltre, per il Catechismo (come per l'enciclica 'Humanae Vitae' e il Magistero convergente degli ultimi Papi) "e' intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione". Sono questi in realta' i termini del problema.

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