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Pio XII tra realtà e spy story

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2010 19:13
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08/03/2010 22:03

Su "la Repubblica"

Pio XII difeso dagli archivi


 All'opportuna iniziativa della fondazione americana Pave The Way di mettere in rete le oltre ottomila pagine dei dodici volumi degli Actes et documents du Saint-Siège relatifs à la seconde guerre mondiale pubblicati tra il 1965 e il 1981, "la Repubblica" del 7 marzo ha dedicato un ampio e puntuale servizio di Marco Ansaldo intitolato Pio XII, la parola alla difesa. La grande raccolta documentaria voluta da Paolo VI e curata da quattro storici gesuiti (il francese Pierre Blet, lo statunitense Robert Graham, l'italiano Angelo Martini e il tedesco Burkhart Schneider) venne edita, per quanto riguarda il pontificato di Papa Pacelli in largo anticipo sull'apertura degli archivi vaticani, alla quale da tempo si sta lavorando. Nota agli specialisti, l'opera è tuttavia "quasi irreperibile se non in rare biblioteche", tanto da risultare - osserva con ragione il vaticanista del quotidiano romano - un insieme di "carte sconosciute" dal contenuto "pressoché ignoto". Proprio per questo motivo, Gary Krupp, l'ebreo americano che presiede la Pave The Way Foundation con l'intento di "rimuovere gli ostacoli fra le religioni", ha deciso di rendere accessibili in rete i documenti vaticani nel testo originale e in traduzione inglese. In particolare, è evidente la volontà di sgombrare il campo dalle infondate e strumentali polemiche su Pio XII che periodicamente rischiano di turbare i rapporti tra ebrei e cattolici. Oltre a riprodurre documenti che confermano l'imponente e silenziosa opera di aiuto disposta da Papa Pacelli verso gli ebrei perseguitati, Ansaldo attira l'attenzione sul resoconto vaticano del colloquio avvenuto il 16 ottobre 1943 tra il cardinale segretario di Stato, Luigi Maglione, e l'ambasciatore del Reich presso la Santa Sede, Ernst $\von Weizsäcker, subito dopo l'orrenda razzia consumatasi nel ghetto di Roma. E rileva il "silenzio" tenuto in proposito dal diplomatico tedesco nei suoi rapporti a Berlino, che non di rado viene addotto come prova di una supposta acquiescenza vaticana. Oltre i documenti vaticani, l'articolo comprende un tratto del diario inedito di padre Graham sul nono volume degli Actes et documents, quello relativo al 1943, che mostra la completezza della raccolta voluta da Paolo vi:  "Schneider dice che devo preparare l'introduzione e che essa dovrà essere assai buona, a causa della natura della documentazione, naturalmente sulla questione ebraica e dei soccorsi a Roma. Ho detto che c'è l'intera documentazione delle lettere inviate al Papa dopo il 16 ottobre (nessuna delle quali indicava la conoscenza di quanto si stava preparando). E poi l'intera lista di appelli per i fratelli arrestati nell'autunno del 1943". Scrivendo di archivi, lo stesso Ansaldo, inviato a Berlino, aveva anticipato - in un importante reportage uscito su "la Repubblica" del 29 marzo 2007 e intitolato in prima pagina I dossier segreti di Hitler che riabilitano Pio XII - che documenti inediti del Terzo Reich descrivono un Pio XII filotedesco ma certo non amico dei nazisti, anzi molto attivo nell'aiuto e nel soccorso a polacchi ed ebrei, e in attesa di "un cambiamento della situazione in Germania". Un Papa, insomma, al quale il regime hitleriano guardava "con diffidenza e perfino con preoccupazione" e la cui figura esce dai documenti nazisti allora resi pubblici come "nettamente diversa" rispetto a diffusi stereotipi:  quella cioè di "un avversario abile e temuto" del nazismo, "tutto il contrario del ritratto di un Pacelli timoroso e indeciso". E non a caso quei documenti, finiti in mano alla Stasi, il servizio segreto della Germania orientale, non vennero resi noti perché contrastavano con l'immagine del Papa complice del nazismo costruita dalla propaganda sovietica già durante la guerra e poi ripresa con forza a partire dalla metà degli anni Sessanta.


(©L'Osservatore Romano - 8-9 marzo 2010)
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