|
Mio padre è morto suicida, e io, per coscienza e per fede, riconosco che è un atto non buono, ma questo non mi impedisce di sperare e di pregare per lui.
Dunque l’atto di per se è deplorevole o comunque non accettabile, ma bisogna tenere conto delle condizioni e delle cause e, soprattutto della sofferenza che la persona vive e sperimenta.
Il “non si fa” lasciato cadere come imposizione, anche se giusto, non è in linea con la prerogativa principale di Dio, che è la misericordia. Perché Dio ama l’uomo, ogni uomo per quello che è, figlio, nel Figlio, e non per quello che fa e per le scelte che compie, soprattutto quelle non pienamente consapevoli e dettate da situazioni dolorose e al limite. |
|
|
|
|