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Sant’Agostino: dalla conversione alla santità

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2010 18:26
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29/01/2010 19:45

Agostino, il più grande padre della Chiesa

FRANCESCO ANTONIO GRANA

Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai”.
È con queste parole, nella sua più celebre opera, “
Le Confessioni”, che Sant’Agostino immortala la sua conversione matura al cristianesimo.
“Fin dalla mia più tenera infanzia - scrive il vescovo d’Ippona -, io avevo succhiato col latte di mia madre il nome del mio Salvatore, Tuo Figlio; lo conservai nei recessi del mio cuore; e tutti coloro che si sono presentati a me senza quel Nome Divino, sebbene potesse essere elegante, ben scritto, e anche pieno di verità, non mi portarono via”. La storia di Sant’Agostino e della sua travagliata conversione continua ad affascinare l’uomo contemporaneo, spesso assettato di trascendente.
Al più grande Padre della Chiesa, Raiuno ha voluto dedicare una miniserie televisiva in due puntate che andrà in onda in prima serata domenica e lunedì, con Alessandro Preziosi nei panni di Sant’Agostino, Monica Guerritore in quelli della madre, e Franco Neri nel ruolo del vescovo d’Ippona anziano.

Padre Remo Piccolomini, direttore della Nuova Biblioteca Agostiniana, chi era Sant’Agostino?

“Forse sarebbe meglio dire chi è Sant’Agostino. Per il più grande Padre della Chiesa latina, genio del pensiero e della santità, non esiste né data, né tempo, né luogo. Egli è il genio di tutti i tempi. L’Africa gli ha dato i natali, ma è cittadino del mondo. Il romanziere francese Julien Green ha scritto che egli ‘è sempre in anticipo sui tempi in cui si legge’. Sant’Agostino è un Padre e Dottore della Chiesa, insieme con Sant’Ambrogio, San Girolamo, San Gregorio Magno. Convertito al servizio di Cristo, dopo un lungo e travagliato cammino, all’età di 33 anni, fu battezzato da Sant’Ambrogio la notte tra il 24 e il 25 aprile del 387. In Africa diede vita a un movimento monastico, il cui carisma si trova sinteticamente riassunto nella espressione ‘in pluribus unitas’, cioè ‘l’unità dei molti’. Sacerdote dal 391, vescovo nel 395-396, scrisse moltissimo. Le opere più famose e più lette, dopo la Bibbia, sono ‘Le Confessioni’, ‘La Città di Dio’, ‘La Trinità’. Morì a Ippona nel 430, all’età di 76 anni. Ci ha lasciato in eredità i suoi libri, oggi curati dalla Nuova Biblioteca Agostiniana e stampati dalla casa editrice Città Nuova in edizione bilingue latino-italiano, dove, come afferma Possidio, amico e confratello del santo, tutti lo possono trovare vivo”.

La Rai ha scelto di raccontarlo in una fiction in due puntate che è stata presentata in anteprima a Papa Benedetto XVI.

“Era stata annunciata da tempo. Per me vale quanto ha detto il Papa che, a parte l’autorevolezza, ha anche competenza, per aver studiato le opere del grande Agostino.
Ecco le parole di Benedetto XVI: ‘Questo film mi è sembrato un viaggio in un continente spirituale molto distante e tuttavia vicino a noi, perché il dramma umano è sempre lo stesso, tutta la realtà della vita con i suoi problemi, tristezze, insuccessi, e il fatto che alla fine la verità è più forte e trova l’uomo. Speriamo che molti, vedendolo, possano essere trovati dalla verità e trovare la carità’. Questa conclusione mi pare molto importante, perché ci richiama un famoso testo de ‘Le Confessioni’ (X, 23,33), su cui il filosofo Martin Heidegger tenne un corso all’Università di Friburgo in Breslavia. In quel passo si afferma che la verità si rivela solo a chi è disposto ad accoglierne la rivelazione”.

Benedetto XVI è un Papa agostiniano per il forte legame alla figura e al magistero del vescovo d’Ippona.

“Benedetto XVI non ha fatto mai mistero della sua preferenza per il santo d’Ippona. La lettura di Agostino risale a una data lontana, al 1953. Allora egli scrisse la sua tesi di dottorato dal titolo ‘Popolo e casa di Dio in Sant’Agostino’. Un lavoro importante con il quale il giovane Ratzinger ‘rilegge, in chiave cristologica - come lui stesso afferma -, l’Antico Testamento e la vita sacramentale, centrata nell’Eucaristia, che sono i due elementi portanti nella visione agostiniana della Chiesa’. Dopo quest’opera ci sono stati molti altri interventi in convegni, conferenze, articoli. Eletto Pontefice, nell’aprile 2005 Benedetto XVI si è recato in pellegrinaggio a Pavia per visitare e pregare sulla tomba del santo, le cui spoglie sono custodiste nella chiesa agostiniana di San Pietro in Ciel d’Oro.
‘Davanti alla tomba di Sant’Agostino - così disse il Papa in quell’occasione - vorrei idealmente riconsegnare alla Chiesa e al mondo la mia prima enciclica, che contiene proprio questo messaggio centrale del Vangelo: ‘Deus caritas est’, Dio è amore. Questa enciclica, soprattutto la sua prima parte, è largamente debitrice al pensiero di Sant’Agostino, che è stato un innamorato dell’Amore di Dio, e lo ha cantato, meditato, predicato in tutti i suoi scritti, e soprattutto testimoniato nel suo ministero pastorale. […] Alla scuola di Sant’Agostino ripeto questa verità per voi come Vescovo di Roma, mentre, con gioia sempre nuova, la accolgo con voi come cristiano’. Vorrei anche ricordare le cinque catechesi sul santo d’Ippona che il Papa ha tenuto nel corso delle udienze del mercoledì nel 2008. Tutto ciò è più che sufficiente per ricordare l’amore che Papa Ratzinger nutre per il più grande Padre della Chiesa”.

Nel gennaio del 2008 lei ha donato a Benedetto XVI l’Opera omnia di Sant’Agostino. Cosa le disse il Papa?

“Ciò che mi ha affascinato è stata la familiarità, la semplicità e la cordialità che egli ha avuto con noi durante tutta l’udienza privata. Mi ha chiesto notizie sulla storia della Nuova Biblioteca Agostiniana, dalla progettazione e la messa in opera del fondatore e ideatore, Padre Agostino Trapè, fino alla pubblicazione di tutta l’Opera omnia con la direzione che ne ha proseguito il programma, cioè con il sottoscritto come direttore, con il segretario Padre Franco Monteverde, e l’economo Padre Gioele Schiavella. È rimasto molto affascinato dal sito internet in cinque lingue che abbiamo realizzato sul vescovo d’Ippona (www. augustinus.it), anche se ha sottolineato che egli ama sempre di più il cartaceo, in quanto gli pare di toccare la persona di Agostino”.

© Copyright L'Avanti, 29 gennaio 2010
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