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Ma i genitori dove stanno??????

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2010 01:15
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23/02/2010 09:02

Reazioni di disgusto anche da parte del cantautore
Eugenio Finardi, padre di una ragazza down di 26 anni:
Mi fanno veramente pena: hanno più problemi
loro che mia figlia. Da papà di una persona down
di 26 anni - racconta l 'artista - appena ho appreso
la notizia mi sono sentito gelare lo stomaco. Ma poi,
riflettendo, ho pensato che in realtà le persone down
sono perfettamente capaci di dimostrare la loro forza
e determinazione, in ogni momento. Mi fanno pena,
piuttosto, quelli che hanno messo in piedi questo gruppo:
quanto devono essere spaventati dal futuro, o sentirsi
delle nullità, per prendersela con i più deboli dei deboli?.
Secondo Finardi dietro iniziative di questo genere
c'e' probabilmente il tentativo di scandalizzare, ma anche
l'intolleranza: c'è chi brucia i barboni, chi picchia
gli omosessuali e chi ha pensato di spingersi un pò
più in là e di prendersela con i down.


Questi gruppi rappresentano un fatto grave generato da una cultura
crescente che denigra il più debole ribadisce Tonino Cantelmi
presidente degli psicologi psichiatri cattolici italiani.

D. In una società, che è tanto attenta giustamente
alla promozione dei diritti umani, del più debole,
del diverso, poi tali diritti vengono cancellati con un clic...

R. Questo tipo di contraddizione viene favorita dallo
strumento: lo strumento consente con un clic appunto
di ricominciare da capo. Quindi, immaginiamo quello
che succede nei videogiochi, dove si trasmette la possibilità
di fare qualunque cosa, anche la peggiore, e poi di poter
ricominciare da capo. Tutto questo determina una forza
di desensibilizzazione rispetto all'aggressività, rispetto
alla violenza, rispetto al rispetto dei valori.

RADIO VATICANA 22 febbraio 2010
[Modificato da Gabbianella1. 23/02/2010 09:06]
23/02/2010 09:23

Siamo alle solite!!!! Manca l'educazione ai sentimenti. Sembra che parlare dei disabili o frequentarli sia diventato un tabu'. Che tristezza!!!!! Se si abitua sin da piccoli a conoscere e qdi a voler bene a qti ragazzi ,non succedono qte cose. E' come un fiore: se lo si vuole bello e rigoglioso bisogna curarlo ed annaffiarlo ,altrimenti appassisce . Lo stesso vale per i figli...vanno seguiti in tutto ,non solo per l'aspetto materiale. Vanno seguiti in quella che è detta educazione dei sentimenti che non è altro che educazione ad amare. Io personalmente faccio qualcosa. Ho la fortuna di lavorare in un ambiente di persone. disabili ,anziane ,malate ...porto ogni tanto i bambini e spiego. Figuratevi...il mio piccolino guardandosi attorno tempo fa disse..."Che beeello!!!" beh....mi ha insegnato quella frase!!!!!! Mi chiedevo come si potesse vedere il bello nella sofferenza...certamente lui si riferiva all'ambiente. Ma è con gli occhi di un bambino che bisogna accostarsi alla sofferenza degli altri e vedere il bello che c'è in ognuno di loro ed attorno a loro.
[Modificato da Gabbianella1. 23/02/2010 09:25]
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24/02/2010 00:38

Spero che di questi siti non ne nascono mai più, al di là delle motivazioni (gioco, provocazione,crudeltà...) che ne stanno all'origine...!!
Leggendo le tue riflessioni, cara Gabbianella, mi viene in mente un episodio di un paio di mesi fa.
Con la mia famiglia sono entrata in Chiesa in un momento qualunque della giornata per far accendere una candela al mio nipotino di 19 mesi e "salutare Gesù" (lui vuole sempre entrare e gli manda sempre i bacini fra mille ohhh [SM=g7971]) quando vicino all'altare vediamo un ragazzo down da solo.
Andando verso di lui lo abbiamo visto con lo sguardo fisso alla Croce che ripeteva "Signore, io sono piccolo..".
Mi sono profondamente commossa e l'ho abbracciato con lo sguardo perchè c'era più verità in lui che in mille persone "intelligenti".
Gli ho sorriso, grata di avermelo ricordato.
Poi abbiamo scambiato qualche parola, dentro e fuori la Chiesa e queso ragazzo era dolciimo col mio nipotino, che lo guardava salutandolo poi con la manina.
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24/02/2010 01:15

C'è chi la chiama NOIA....chi la chiama "gioco di gruppo", resta palese che se una volta erano i così detti "ragazzi di strada" a fare certe corbellerie anche a causa della povertà e dell'ignoranza (san Giovanni Bosco ci ha insegnato come si dovrebbe operare) oggi sono i figli della borghesia, del benessere, ad ANNOIARSI...
e non chiamatela ignoranza vi prego....questi ragazzi non sono ignoranti sono proprio ANNOIATI....sono spavaldi...

E c'è un altro aspetto importante e per il quale LA COLPA E' NOSTRA, DEGLI ADULTI E DELLA SOCIETA': IL FATTO CHE NON SI CHIAMI PIU' IL MALE CON IL SUO NOME....

Infatti si dice: sono ignoranti! sono fatti così! è il bullismo!
CHIACCHIERE!
E' PURA CATTIVERIA, E' IL MALE, E' IL PIACERE DI COMPIERE VOLONTARIAMENTE QUALCOSA DI TRASGRESSIVO....ergo sanno che non si deve fare, ma la forza di gruppo, la noia, il troppo avere, li spingono ad infrangere le regole della COSCIENZA COME UNA SORTE DI SFIDA E PROVANDOCI PERFINO GUSTO...


L'altro giorno leggevo la storia di una mamma alla quale hanno massacrato il figlio sulla sedie a rotelle...i tre colpevoli hanno solo ricevuto tre anni di carcere...il figlio E' MORTO! e quando il giornalista le ha chiesto se aveva perdonato, risponde: " MI PIACEREBBE PERDONARLI, MA NON SONO MAI VENUTI DA ME PER CHIEDERMI IL PERDONO, NON SONO VENUTI SULLA TOMBA DI MIO FIGLIO PER CHIEDERGLI PERDONO, DAVVERO VOGLIONO QUESTO PERDONO? LI PERDONI DIO, FACENDOLI PENTIRE, PERCHE' IO ATTENDO SOLO DA LUI LA GIUSTIZIA VISTO CHE NON L'HO TROVATA SULLA TERRA...."

Questi giovani NON chiedono perdono perchè la nostra giustizia non lo prevede, non lo chiede, non fa capire loro che il MALE HA UN NOME NELLE COSE CHE SI FANNO A DANNO DI ALTRI...pensano solo a loro stessi, al fatto che un pò di carcere li priverà della libertà di fare altre corbellerie, ma non sono affatto pentiti......non chiedono affatto il perdono ma pretendono IL CONDONO....e questo si che è colpa non solo dei genitori ma di tutta la società...

Questa è la società che abbiamo tirato avanti, ora ne paghiamo le conseguenze perdendo fra l'altro la gioventù più bella...
perchè dei giovani che vivono così è una grave perdita per tutti non solo per le vittime dirette, ma anche la società ne diventa vittima...

Solo la cultura Cristiana (C maiuscola) può davvero rieducarci al vero rapporto con gli altri....
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