Un'amicizia sincera

"Il mio ricordo di Papa Wojtyla"

Dell'Arcivescovo Zigmunt Zimowski

In esclusiva per Tgcom, l’Arcivescovo Zimowski, polacco, "Ministro della Salute" del Vaticano, ricorda con una lettera Giovanni Paolo II a cinque anni dalla morte. E si chiede: "Chissà come sarebbe stato il suo pontificato senza Ratzinger!".

di Zigmunt Zimowski*

Sono passati già cinque anni dalla scomparsa del nostro amato Papa Giovanni Paolo II, una guida e un padre per me come per molti milioni di persone. Lo conobbi quando ero seminarista nella Diocesi di Tarnow (nel 1967), perchè Karol Wojtyla, già Arcivescovo Metropolita di Cracovia, visitava spesso il nostro Seminario. In seguito, mentre studiavo all’Università Cattolica di Lublino, ebbi modo di incontrarlo più volte perché il futuro Papa Giovanni Paolo II vi insegnava etica e spesso condivideva con noi studenti la prima colazione.

Nel febbraio 1983 iniziai a lavorare alla Congregazione per la Dottrina della Fede e, sia come officiale sia come suo connazionale, ebbi numerose occasioni di incontrarlo. Ebbi così modo di conoscerlo un po’ più da vicino rispetto a molti altri fedeli e di poter seguire il suo cammino di sofferenza. Poi la sua morte fisica e l’elezione del suo successore al Soglio di Pietro, Papa Benedetto XVI che, il 18 aprile dello scorso anno, mi ha chiamato a dirigere il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, proprio il Dicastero che Papa Giovanni Paolo II istituì 25 anni fa!

Tra gli aspetti del suo comportamento che mi affascinavano particolarmente, vi era quello nei confronti dei santi. Ogni volta, ad esempio, che entrava nella cappella privata si fermava dietro l’altare dove c’erano le reliquie non soltanto di San Pietro ma anche di molti altri santi. Baciava ciascuna reliquia con una grande venerazione e durante la Santa Messa rifletteva sulla vita dei santi e chiedeva la loro intercessione.

Circa il suo rapporto con il Santo Padre, Sua Santità Benedetto XVI, mi è capitato di domandarmi: come sarebbe stato il Pontificato di Giovanni Paolo II senza il Cardinale Joseph Ratzinger? E, al contempo, come sarebbe stata la vita di Sua Santità Benedetto XVI senza il Pontificato di Giovanni Paolo II?
Da quel che ricordo, l’allora Cardinale Ratzinger era molto affascinato dalla profondità spirituale di Giovanni Paolo II..

Tra i molti, piccoli esempi che posso portare ce n’è uno: una volta, passando in Piazza san Pietro, incontrai il Cardinale Ratzinger. Egli sorrise e molto emozionato mi disse. ”Sai, oggi ero con mia sorella e mio fratello alla santa Messa nella cappella privata del Santo Padre”. Era particolarmente emozionato, e raccontava tutto come se fosse la prima volta che vedeva il Papa da vicino.

Un semplice episodio che mi lasciò intravedere la sua grande ammirazione verso il Santo Padre.
I loro rapporti erano amichevoli. Una forma di reciproca stima della quale ancora oggi troviamo conferma guardando il Santo Padre continuare molte opere di Giovanni Paolo II e il riguardo che mostra verso il suo predecessore.

Il pontificato del Venerabile Giovanni Paolo II fu comunque un pontificato mariano. Il Papa aveva fisso lo sguardo su Maria. Egli era aperto ad ogni uomo e mostrava un nuovo stile nella pastorale, un’apertura che attuava quanto lui stesso ha più volte sottolineato: “l’uomo è la via della Chiesa”. La sua cura per le persone si manifestava tra l’altro nella preoccupazione per gli ammalati, i sofferenti, per il matrimonio e per la famiglia. Difendeva i diritti umani cominciando dal più importante, il diritto alla vita, e dal diritto alla libertà religiosa..

Tutti noi oggi sentiamo la sua vicinanza. Lo testimoniano migliaia dei pellegrini arrivanti dal mondo intero a Roma e che pregano presso la tomba di Giovanni Paolo II aspettando con emozione la sua beatificazione.

*Arcivescovo, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari