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Una presentazione fuorviante sul caso Michael Teta

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2010 14:46
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Una presentazione fuorviante


La presentazione fatta da alcune testate del caso Michael Teta, un sacerdote della diocesi di Tucson in Arizona negli anni Settanta, è "fuorviante". Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi, in una precisazione diffusa nella tarda mattinata del 3 aprile.

"Dalla documentazione risulta infatti con chiarezza e certezza che i responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede - a cui la diocesi si era rivolta trattandosi di un caso che riguardava il crimine di "sollecitazione" nel sacramento della penitenza - si sono più volte interessati attivamente nel corso degli anni Novanta perché il processo canonico in corso nella diocesi di Tucson fosse portato a termine debitamente (ciò che avvenne nel 1997, con sentenza di riduzione allo stato laicale).

Ciò è stato già confermato con precisione in risposta alle domande della stampa locale dal vescovo di Tucson, monsignor Gerald Kicanas, anche tramite la pubblicazione delle lettere provenienti dalla stessa Congregazione. Il reverendo Teta presentò però appello contro la sentenza e il suo ricorso pervenne al tribunale della Congregazione quando era stata già avviata la revisione delle norme canoniche precedentemente in vigore. Gli appelli rimasero perciò pendenti fino all'entrata in vigore della nuova legislazione nel 2001, che porta tutti i casi di "delitti più gravi" sotto la competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede per una trattazione più sicura e rapida.

Dal 2001 tutti gli appelli pendenti furono tempestivamente trattati, e quello del caso Teta fu uno dei primi a essere discusso. Ciò richiese del tempo, anche perché la documentazione prodotta era particolarmente voluminosa. In ogni caso, la sentenza di primo grado venne confermata in toto, con la conseguente riduzione a stato laicale nel 2004. Non si deve dimenticare che anche quando gli appelli rimangono pendenti e la sentenza è sospesa, sono in vigore le misure cautelative imposte dal vescovo all'imputato. Infatti - conclude la precisazione di padre Lombardi - Teta era già sospeso dall'anno 1990".

La presentazione fatta da alcune testate del caso Michael Teta, un sacerdote della diocesi di Tucson in Arizona negli anni Settanta, è "fuorviante". Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi in una precisazione diffusa nella tarda mattinata del 3 aprile. "Dalla documentazione risulta infatti con chiarezza e certezza che i responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede - a cui la diocesi si era rivolta trattandosi di un caso che riguardava il crimine di "sollecitazione" nel sacramento della penitenza - si sono più volte interessati attivamente nel corso degli anni Novanta perché il processo canonico in corso nella diocesi di Tucson fosse portato a termine debitamente (ciò che avvenne nel 1997, con sentenza di riduzione allo stato laicale).

Ciò è stato già confermato con precisione in risposta alle domande della stampa locale dal vescovo di Tucson, monsignor Gerald Kicanas, anche tramite la pubblicazione delle lettere provenienti dalla stessa Congregazione. Il reverendo Teta presentò però appello contro la sentenza e il suo ricorso pervenne al tribunale della Congregazione quando era stata già avviata la revisione delle norme canoniche precedentemente in vigore. Gli appelli rimasero perciò pendenti fino all'entrata in vigore della nuova legislazione nel 2001, che porta tutti i casi di "delitti più gravi" sotto la competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede per una trattazione più sicura e rapida. Dal 2001 tutti gli appelli pendenti furono tempestivamente trattati, e quello del caso Teta fu uno dei primi a essere discusso.

Ciò richiese del tempo, anche perché la documentazione prodotta era particolarmente voluminosa. In ogni caso, la sentenza di primo grado venne confermata in toto, con la conseguente riduzione a stato laicale nel 2004. Non si deve dimenticare che anche quando gli appelli rimangono pendenti e la sentenza è sospesa, sono in vigore le misure cautelative imposte dal vescovo all'imputato. Infatti - conclude la precisazione di padre Lombardi - Teta era già sospeso dall'anno 1990".


(©L'Osservatore Romano - 4 aprile 2010)

I detrattori stanno diventando patetici
 
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04/04/2010 14:46

Mio fratello prete si astiene di accarezzare un bambino...coi tempi che corrono!
Oggi avevo a pranzo a casa mia, oltre che i figli, anche il fratello prete.
Si è parlato anche di pedofilia.........e di preti.
Lui (mio fratello) diceva che in sti tempi non s'azzarda fare una carezza ad un bambino (come ha sempre fatto) per paura di essere accusato di pedofilia.

P.S.
E' il colmo, cose da pazzi! Ma daltronde ha ragione eh
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