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La Comunione a Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 22/04/2010 10:47
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21/04/2010 13:25

Non avrei dato la comunione a Berlusconi, é in situazione irregolare. Un atto arrogante da parte del politico. Il diritto canonico vale per tutti. I sacerdoti siano credibili. Credente e non praticante? Un non senso

Molto giornali e blog dedicano spazio alla questione relativa alla amministrazione della comunione a Berlusconi durante i funerali di Raimondo Vianello. Di tanto chiediamo il parere al Vescovo Emerito di Senigallia, Monsignor Odo Fussi pecci. Eccellenza, secondo le norme del diritto canonico, Berlusconi poteva ricevere la santa comunione, vista la sua particolare situazione?: " la regola generale che sin quando esiste va rispettata, é che colui il quale sta in situazione di peccato mortale non può ricevere la comunione. Berlusconi versa da divorziato e poi successivamente convivente more uxorio con altra compagna, in situazione di peccato e non ha per altro dimostrato reale volontà di pentimento e conversione. A tanto non basterebbe neppure una confessione, ma una vera condotta pubblica coerente col cambiamento di vita e il rivolgersi ai tribunali ecclesiastici. Pertanto, duole dirlo, ma io avrei rifiutato di ammnistrargli la comunione". ...

... Che cosa dire del sacerdote che invece la ha data?: " ha commesso un errore, tutti possono sbagliare. probabilmente ha pensato di evitare uno scandalo maggiore negandola, ma non condivido questa sua scelta che, in una società relativista, lascia credere ad una chiesa che usa due pesi e due misure e così non é".

Che cosa intende per due pesi e due misure?: " severa con gli sconosciuti e i semplici e accomodante con i potenti. Non é assolutamente così, ma involontariamente la gente é portata a pensarlo".

Non avrebbe forse fatto bene il politico ad evitare di accostarsi al sacramento per non mettere in difficoltà il sacerdote?: " certo. Credo che si sia trattato di un atto arrogante, poco elegante. Qualche volte si pensa che il potere ed il prestigio ci possano fare stravolgere o adattare a proprio tornaconto anche il diritto canonico che deve essere uguale per tutti".

Domenica prossima la Chiesa celebra la domenica del buon Pastore. Che cosa deve fare questo pastore per essere buono e bello?: " essere coerente con la sua vita e il suo esempio. Un prete scarsamente coerente nello stile di vita non invoglia ad avvicinarsi alla Chiesa. Il buon pastore é colui il quale mette sempre Cristo al centro della sua vita, molti sono i pastori, ed una sola é la porta". Spesso si sente dire: sono credente, ma non praticante, che pensa di questa espressione?: " non ha senso e chi dice questo nno ha fede ed é presuntuoso. Ci vuole coerenza e sintonia tra vita e parola, bisogna essere testimoni con le opere ed anche con la parola ed il culto a Dio".

La settimana prossima la Chiesa ricorderà il grande Papa San Pio V, quale fu il suo maggior merito?: " oltre ad una bella riforma liturgica con un messale ancor oggi valido, l' aver resistito ai Turchi e quindi all' Islam. Grazie a lui la fede in occidente é salva. Oggi corriamo gli stessi rischi, ma senza la mentalità di san Pio V".

Bruno Volpe

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Eretiche le dichiarazioni attribuite al Vescovo Emerito di Foggia: "va rivisto il divieto di comunione ai divorziati". Vogliamo rivedere anche il Mistero dell'Incarnazione di Cristo nella Santa Eucaristia?

Ci lasciano basite dichiarazioni attribuite dalla Gazzetta del Mezzogiorno al Vescovo Emerito di Foggia, in merito alla Dottrina sulla Santa Eucaristia e sul caso Berlusconi. Citiamo, a seguire, le presunte dichiarazioni attribuitegli ed in fine commenteremo le suddette rifacendoci alla Dottrina ed a quanto di immodificabile ci tramanda da circa 2000 anni la Santa Romana Chiesa. << ROMA - Va "rivista" la norma che vieta ai divorziati di ricevere la comunione. La proposta arriva nientedimeno che da un vescovo, monsignor Giuseppe Casale che, interpellato sulla polemica sorta dopo che il presidente del Consiglio ha ricevuto la particola ai funerali di Raimondo Vianello, afferma: "attualmente l’eucaristia è vietata a chi è divorziato ma si tratta di una norma che andrebbe rivista. E non tanto - afferma all’ADNKRONOS il vescovo emerito di Foggia - per un allargamento lassista ma perché, una volta che una persona anche divorziata abbia ...

... intrapreso un cammino penitenziale, non ha senso escluderlo dalla vita cristiana".

Il presule cita il caso della chiesa ortodossa orientale. "Qui già si prevede che un divorziato che si risposi e abbia capito gli errori, possa essere riammesso alla comunione. Il che - ripete mons. Casale - non significa che dobbiamo allargare le maniche ma non possiamo nemmeno inibire ai divorziati la vita cristiana. E così, al termine di un cammino penitenziale, si dovrebbe certamente essere riammessi".

Quanto al caso specifico del premier Berlusconi che ha ricevuto la comunione, mons. Casale è molto chiaro: "il parroco mica poteva cacciare il presidente o chiunque egli fosse. Ma non perché si trattava del premier - sente di dover precisare il presule - semplicemente parchè il prete non può fare un gesto discriminatorio che avrebbe creato scandalo. Piuttosto, Berlusconi si doveva astenere dal fare la comunione: con la sua azione non si è comportato da cristiano coerente".

Secondo mons. Casale, "tutt'al più il sacerdote avrebbe dovuto fare capire alla persona che era un gesto sbagliato, da non farsi". >>

Invitiamo, sempre se quanto dichiarato corrisponde al vero, il Vescovo Emerito a ricordare che vi sono norme puramente disciplinari o pastorali che possono essere riviste, riformate od abolite (sempre con il dovuto discernimento ed ovviamente solo dalla Santa Sede): come ad esempio se la chiesa volesse modificare l'età minima per l'ordinazione sacerdotale. Ci sono, invece, norme disciplinari che hanno base nel Depositum Fidei, cioè si basano sulla Fede immutabile ed irreformabile della Divina Rivelazione: come ad esempio il fatto che per celebrare in modo valido la Santissima Eucaristia bisogna utilizzare la stessa sostanza utilizzata da Gesù Cristo, ovvero il pane ed il vino ( ... e non come fanno i Neo Catecumenali che utilizzano, e lo dico ironicamente, pan di spagna e succo d'arancia ... ).  Per cui se ad esempio un Sacerdote celebrasse usando altri alimenti non solo disobbedirebbe ad una norma del Diritto Canonico, ma peccherebbe anche contro la fede, per cui la norma non potrebbe mai essere rivista, neppure dalla Santa Sede stessa.

Citando il Catechismo della Chiesa Cattolica: 1650 Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”: Mc 10,11-12 ), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.

E' pur vero, come recita sempre il Catechismo della Chiesa Cattolica, che costoro non sono mai abbandonati dalla Chiesa: 1651 Nei confronti dei cristiani che vivono in questa situazione e che spesso conservano la fede e desiderano educare cristianamente i loro figli, i sacerdoti e tutta la comunità devono dare prova di una attenta sollecitudine affinché essi non si considerino come separati dalla Chiesa, alla vita della quale possono e devono partecipare in quanto battezzati:

"Siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità in favore della giustizia, a educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza, per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio" [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 84].

La Santa Comunione e le Leggi divinamente trasmesse, sono intoccabili. Concludiamo questo breve editoriale chiedendo giustificazioni da parte dell'Emerito Mons. Casale, per lo meno come segno di ravvedimento e di rispetto nei confronti dei Cattolici Credenti come noi. Grazie

Carlo Di Pietro

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21/04/2010 13:44

... Che cosa dire del sacerdote che invece la ha data?: " ha commesso un errore, tutti possono sbagliare. probabilmente ha pensato di evitare uno scandalo maggiore negandola, ma non condivido questa sua scelta che, in una società relativista, lascia credere ad una chiesa che usa due pesi e due misure e così non é".

sono daccordo
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21/04/2010 14:34

Per onestà intellettuale devo rivelare un errore che mi hanno fatto notare nel primo messaggio dove si dice: "Berlusconi versa da divorziato e poi successivamente convivente more uxorio con altra compagna, in situazione di peccato e non ha per altro dimostrato reale volont... Mostra tuttoà di pentimento e conversione. A tanto non basterebbe neppure una confessione, ma una vera condotta pubblica coerente col cambiamento di vita e il rivolgersi ai tribunali ecclesiastici".

Berlusconi non convive più da mesi more uxorio.
Ciò nondimeno il Premier non ha mostrato alcun cambiamento ne tanto meno un percorso spirituale nella fede cattolica.
Dunque l'eucarestia doveva essergli negata.
21/04/2010 16:51

Berlusconi non convive più da mesi more uxorio.
Ciò nondimeno il Premier non ha mostrato alcun cambiamento ne tanto meno un percorso spirituale nella fede cattolica.
Dunque l'eucarestia doveva essergli negata.

fermo restando il fatto che è stato un'errore e che sono daccordo con quanto afferma monsignor Pecci, non possiamo noi in base alle immagini e notizie mediatiche valutare ne tantomeno giudicare il percorso spirituale di una persona
21/04/2010 18:27

...e se invece si fosse confessato prima ,magari qualche giorno prima del funerale,e magari proprio dallo stesso sacerdote che gli ha amministrato il Corpo di Cristo?
O gli editorialisti sanno pure questo e cioe' che non si è confessato? O hanno controllato che va a letto con una donna ?
Intanto e' separato poi per quel che mi riguarda so che erano separati in casa lui e Veronica.
Credo che solo Dio puo' giudicare.Per me il sacerdote ha voluto evitare lo scandalo maggiore oppure poteva andare forse a dirgli prima del funerale:"Premier non faccia la Comunione"?

21/04/2010 19:20

Nel 1964 conobbe Carla Elvira Lucia Dall'Oglio (La Spezia, 1940), che sposò nel 1965 e dalla quale ebbe in seguito i figli: Maria Elvira detta Marina (Milano, 1966) e Pier Silvio (Milano, 1969).[16] Nel 1980, al Teatro Manzoni di Milano conobbe l'attrice Veronica Lario, nome d'arte di Miriam Bartolini (Bologna, 1956), intraprendendo da subito con lei una relazione extraconiugale, facendola trasferire a vivere insieme alla madre di lei nella sede operativa della Fininvest, presso villa Borletti di via Rovani a Milano.[14] Nel 1985 Berlusconi divorziò da Carla Dall'Oglio e ufficializzò la relazione con Veronica, che sposò con rito civile nel 1990, dopo la nascita dei figli: Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988). Il 2 maggio 2009 Veronica Lario ha annunciato di voler chiedere il divorzio.

Dunque sposato divorziato e risposato e riseparato???

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

LETTERA
AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA
CIRCA LA RECEZIONE
DELLA COMUNIONE EUCARISTICA
DA PARTE DI FEDELI DIVORZIATI
RISPOSATI

5. La dottrina e la disciplina della Chiesa su questa materia sono state ampiamente esposte nel periodo postconciliare dall'Esortazione Apostolica «Familiaris consortio». L'Esortazione, tra l'altro, ricorda ai pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le diverse situazioni e li esorta a incoraggiare la partecipazione dei divorziati risposati a diversi momenti della vita della Chiesa. Nello stesso tempo ribadisce la prassi costante e universale, «fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla Comunione eucaristica i divorziati risposati»(9), indicandone i motivi. La struttura dell'Esortazione e il tenore delle sue parole fanno capire chiaramente che tale prassi, presentata come vincolante, non può essere modificata in base alle differenti situazioni.

21/04/2010 19:27

ESORTAZIONE APOSTOLICA
FAMILIARIS CONSORTIO
DI SUA SANTITA'
GIOVANNI PAOLO II
ALL'EPISCOPATO
AL CLERO ED AI FEDELI
DI TUTTA LA CHIESA CATTOLICA
CIRCA I COMPITI
DELLA FAMIGLIA CRISTIANA
NEL MONDO DI OGGI



e) I divorziati risposati

84. L'esperienza quotidiana mostra, purtroppo, che chi ha fatto ricorso al divorzio ha per lo più in vista il passaggio ad una nuova unione, ovviamente non col rito religioso cattolico. Poiché si tratta di una piaga che va, al pari delle altre, intaccando sempre più largamente anche gli ambienti cattolici, il problema dev'essere affrontato con premura indilazionabile. I Padri Sinodali l'hanno espressamente studiato. La Chiesa, infatti, istituita per condurre a salvezza tutti gli uomini e soprattutto i battezzati, non può abbandonare a se stessi coloro che - già congiunti col vincolo matrimoniale sacramentale - hanno cercato di passare a nuove nozze. Perciò si sforzerà, senza stancarsi, di mettere a loro disposizione i suoi mezzi di salvezza.

Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C'è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell'educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido.

Insieme col Sinodo, esorto caldamente i pastori e l'intera comunità dei fedeli affinché aiutino i divorziati procurando con sollecita carità che non si considerino separati dalla Chiesa, potendo e anzi dovendo, in quanto battezzati, partecipare alla sua vita. Siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità in favore della giustizia, a educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio. La Chiesa preghi per loro, li incoraggi, si dimostri madre misericordiosa e così li sostenga nella fede e nella speranza.

La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall'Eucaristia. C'è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all'Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio.

La riconciliazione nel sacramento della penitenza - che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico - può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l'indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l'uomo e la donna, per seri motivi - quali, ad esempio, l'educazione dei figli - non possono soddisfare l'obbligo della separazione, «assumono l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Giovanni Paolo PP. II, Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi, 7 [25 Ottobre 1980]: AAS 72 [1980] 1082).

22/04/2010 08:40

non possono soddisfare l'obbligo della separazione, «assumono l'impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Giovanni Paolo PP. II, Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi, 7 [25 Ottobre 1980]: AAS 72 [1980] 1082).






Esatto!!!!
Chi ci dice che lui non si sia pentito e non si sia confessato e non viva ora in continenza?
Perche' altrimenti sarebbe consapevole dello scandalo che ha dato...
io voglio sperare che non fosse questa la sua intenzione e non sarebbe neanche di esempio per i suoi nipotini...un nonno che da' scandalo insomma non è un buon esempio o lui vuole l'immunita' ecclesiale?Ma ci sara' pure un limite a tutto.
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22/04/2010 10:47

[SM=g7497] come ho scritto già a pontifex lo ripeto qui:
occorre fare attenzione alle parole usate dal vescovo Casale perchè non ha tutti i torti...

La Comunione ai divorziati, come è stato dimostrato dai documenti che avete messo qui, è possibile se il divorziato o la divorziata NON intrattengono rapporti adulterini...

Nel caso di Berlusconi egli è divorziato si e per la Chiesa il matrimonio con Veronica NON c'è mai stato... di conseguenza, poichè si sono separati, nessuno può giudicare l'attuale situazione privata di Berlusconi (o come di altri nello stesso caso), non sappiamo infatti se egli si sia copnfessato e stia vivendo attualmente senza alcun rapporto...il che gli da libero accesso ai Sacramenti... [SM=g7566]

Diverso è quello che viene attribuito alle parole di mons. Casale, sulla comunione ai divorziati E RISPOSATI... non è lecito ad un vescovo fare il paragone con la decisione presa dalla Chiesa ortodossa perchè appunto NON siamo ortodossi [SM=g8468]
mentre è necessario divulgare la corretta informazione sulla dottrina cattolica perchè spesse volte ho riscontrato io stessa che la genete, cattolica, non conosce affatto la differenza fra i divorziati ligi al celibato e i divorziati risposati...e dove nel primo caso essi sono ammessi ai Sacramenti, nel secondo caso no, perchè vivono nell'adulterio...ed è assurdo che la Chiesa possa dare con tanta leggerezza un Sacramento ben sapendo LO SCANDALO che si da e soprattutto, come avverte san Paolo, dare la Comunione CHE RISCHIA DI DIVENTARE, se preso in stato di peccato, MOTIVO DI CONDANNA...

mons. Casale dimentica forse che NON è in potere della Chiesa dare i Sacramenti a chi vive in una condizione di peccato PERMANENTE.... [SM=g7497]

ecco perchè esiste il CONFESSIONALE attraverso il quale il Sacerdote può valutare caso per caso le condizioni indispensabili per accedere ai Sacramenti...e su Berlusconi, nella situazione attuale, le condizioni positive potrebbero esserci.... [SM=g7566]


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