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Meditazioni per il Mese di Maggio

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2010 18:49
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P. Stefano M. Manelli F.I. - MEDITAZIONI PER IL MESE DI MAGGIO - Diciannovesimo giorno

19 MAGGIO - IL VICARIO DI CRISTO


Il primo figlio di Maria, dopo Gesù, è il Papa. Nessuno può togliere al Vicario di Cristo questo primo posto nel cuore della Madonna.

Se noi vogliamo amare molto il Papa, quindi, dobbiamo chiedere questa grazia alla Madonna, perché chi può amare il Papa come lo ama Lei?

Il Papa è la nostra roccia, una roccia evangelica, una roccia divina, perché creata dalla Parola viva di Gesù, Verbo incarnato: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt. 16, 18).

Giustamente, san Francesco di Sales diceva che «Gesù Cristo, la Chiesa e il Papa sono tutt'uno». È impossibile dividerli. Essi sono la «testata d'angolo» (Lc. 20, 17) dell'umanità, del mondo, dell'universo da salvare.

Per questo c'è tanta superficialità nelle parole di chi dice che accetta Gesù Cristo e la Chiesa, ma non il Papa.

Quando Napoleone tenne prigioniero il Papa Pio VII, per decidere alcune questioni sulla Chiesa, radunò egli stesso a Parigi molti Vescovi di Francia e d'Italia, e voleva che deliberassero sui punti in questione.

Ma i Vescovi rimasero in assoluto silenzio. Napoleone insistette e fece forti pressioni. Nulla. Allora cominciò a impazientirsi e a minacciare. A questo punto il più anziano dei Vescovi si alzò e disse con molta calma: «Sire, aspettiamo il Papa. La Chiesa senza il Papa non è la Chiesa!».

Soltanto il Papa, il Successore di San Pietro, insegna il Catechismo, «è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli» (n. 882).


Non può sbagliare

Il Papa è l'unico maestro sulla terra che non possa mai sbagliare nell'insegnamento della fede e della morale.

«La fede romana - scriveva san Girolamo - è inaccessibile all'errore». Ed è per questo che san Cipriano poteva affermare: «La Chiesa di Roma è radice e madre di tutte le Chiese». Soltanto chi si trova unito al Papa è sicuro di essere nella verità infallibile di ciò che deve credere e operare per salvarsi.

È Gesù stesso che volle l'infallibilità di san Pietro: «Ho pregato perché non venga meno la tua fede» (Lc. 22, 32). È Gesù stesso che lo volle nostra guida infallibile: «Tu conferma i tuoi fratelli» (Lc. 22, 32).

Per questo il Papa è l'unico maestro universale e indefettibile; anzi, è l'unico che può «confermare la fede» dei cristiani, garantendola infallibilmente da ogni errore dottrinale e morale. In questo senso, sulla terra il Papa, ogni Papa, è il sommo teologo, il sommo biblista, il sommo moralista. Soltanto la sua parola di maestro universale è parola divinamente garantita da Cristo «Via, Verità e Vita» (Gv. 14, 6).

Per questo san Tommaso d'Aquino, chiamato «maestro del mondo», era pronto a rinunciare a qualsiasi pensiero dei grandi Santi Padri, di fronte al pensiero del Papa.


Il fiasco dell'inferno

Contro il Papato faranno fiasco non solo tutti gli uomini che volessero lottarlo, ma anche tutto l'inferno. È sempre Gesù che lo garantisce: «Le porte dell'inferno non prevarranno mai» (Mt. 16, 18).

E non solo i nemici non prevarranno, ma si sfracelleranno su questa «testata d'angolo, roccia contro cui si sbatte e pietra di rovina. Difatti, contro di essa andranno ad urtare coloro che non hanno voluto credere al Vangelo» (1 Pt. 2, 7-8).

Contro di essa andò a sbattere Lutero, l'impenitente eresiarca, che offendeva e malediceva il Papa come un forsennato: «O Papa, io sarò la tua morte!... Sì, io, papa Lutero I, per comandamento di Nostro Signore Gesù Cristo e dell'Altissimo Padre, ti mando all'inferno!...». Povero e infelice Lutero!

Contro il Papa si scagliò anche il terribile Napoleone. Il Papa, inerme, gli disse: «Il Dio d'altri tempi vive ancora. Egli ha sempre stritolato i persecutori della Chiesa...».

Sull'isolotto di sant'Elena, Napoleone ricordava queste parole, e diceva a un amico: «Ah, perché non posso gridare da qui, a quelli che hanno qualche potere sulla terra: "Rispettate il rappresentante di Gesù Cristo! Non toccate il Papa: altrimenti sarete annientati dalla mano vendicatrice di Dio. Anzi, proteggete la cattedra di Pietro!"».


«I falsi maestri»

Scrivendo a Timoteo, san Paolo insegna questa importante verità: quando non si sopporta più la sana dottrina, ci si procura «una folla di maestri» che consentono di «assecondare le proprie passioni», e che parlino di fantasie anziché di verità (cf. 2 Tim. 4, 3-4).

Ci siamo. Basta leggere certi libri di teologi ritenuti «grandi e celebri» per dare ragioni a san Paolo a occhi chiusi. E questi teologi sono davvero «una folla» e hanno messo su un mercato enorme di libri e riviste che sono pressoché tutti simili a cibi guasti, avariati o sospetti. Poveri gli incauti che ci cascanoa comprarli!

Questi teologi sono i «falsi maestri» di cui parlano con parole terribili, anzi, spaventose, san Pietro e san Paolo (cf. 2 Pt. 2, 2-11; 1 Tim. 1, 3-7; 4, 1-11; 6, 3-5; 2 Tim. 3, 1-7; 4, 1-5). Questi «falsi maestri» vengono chiamati dal Papa Paolo VI «teologi da camera» e «autoteologi», e di essi - dice ancora il Papa - è necessario «diffidare», perché fanno fare «naufragio nella fede» (1 Tim. 1, 19).


Pregare per il Papa

La piccola Giacinta di Fatima, prima della morte, ebbe dalla Madonna una visione in cui vide il Papa in mezzo a gravissime sofferenze.

La piccola veggente raccomandò con tutte le forze, da parte della Madonna, di pregare per il Papa, di soffrire con lui e per lui, che deve pascere il gregge universale (Gv. 21, 15-17).

Si sa che sempre ci sono state anime generose che hanno offerto e immolato la loro vita per il Papa. San Vincenzo Strambi, ad esempio, confessore del Papa Leone XIII, si offrì come vittima per far vivere più a lungo il Papa. E così avvenne: il Papa visse altri cinque anni, mentren san Vincenzo morì cinque giorni dopo la sua offerta.

Guido Negri, intrepido soldato, morì al fronte dopo aver offerto la sua vita per il Papa.

Noi tutti possiamo dimostrare al Papa il nostro filiale attaccamento, come lo dimostrava san Massimiliano M. Kolbe, che considerava ogni volta una grazia entusiasmante poter vedere il Papa, accostarsi vicino, baciargli la mano; come lo dimostrava san Pio da Pietrelcina, che voleva avere sempre l'immagine del Papa accanto a quella della Madonna, e poco prima di morire scrisse una lettera al Papa per rinnovargli la sua dedizione e fedeltà totale.



Fioretti

- Offrire la giornata per il Papa.

- Recitare un Rosario per il Papa.

- Fare una mortificazione per il Papa.
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