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Propaganda anti-motu proprio sul sito della diocesi di Milano

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2010 15:33
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16/07/2010 15:12

Aggiungo alcuni commenti dal Blog Messainlatino che naturalmente potete leggere direttamente dal link supra citato:

"o mamma!!!! quanta banalità sto prete, la liturgia è solo guardarsi e parlarsi? non c'ha capito proprio niente!!!"

"Mi auguro davvero che l'articolista in epigrafe, abbia inteso manifestare - per voglia di quieto vivere o nella speranza di progressioni in carriera - la sua corriva acquiescienza alle direttive superiori del Sinedrio della sua diocesi; nel caso contrario, qualora avesse invece esternato nello scritto l'espressione della sua effettiva buona fede, sarebbe da ridurre immediatamente allo stato laicale, avendo con ciò assolutamente rivelato la sua assoluta non comprensione dello spirito e della sostanza della sua missione di sacerdote !! Povera Chiesa ambrosiana ..."

"Non solo frasi fatte, ma neppur un minimo sforzo di approfondimento, anche con frasi fatte, non si pretende troppo, in fondo. Non sanno dir altro, questi novatori. La lingua era incomprensibile, letta su quel messale pesante (!) e  si volgevano le spalle al popolo. Allora è meglio volger le spalle alla croce e al tabernacolo, cioè a Cristo; è bello non usare una lingua sacralizzata da millenni ed ancora sacra, in cui la Verità è resa immutabile, eterna, tanto che anche nell'anima di questo modernista è rimasta scolpita in alcune sue frasi umili e magnifiche, ma parole quotidiane, neppur previste dal messale, spesso assente e sostituito da un foglietto meno pesante da spostare, ma ad libitum in una gara a chi le spara più grosse: un linguaggio quotidiano che non può nepppur disegnar un vago contorno del mistero che si rinnova. Guardare in faccia i fedeli, sorridere a destra e a sinistra, come si fa a tavola, magari raccontar facezie come spesso s'usa, è bello e gratificante: invece fa male, suscita orrore il salire l'altare maestoso, frutto dell'arte e della pietà dei secoli, a forma di Golgota dove Gesù viene immolato. A questo han condotto i mitici 40 anni, a non aver più alcuna nozione della S. Messa, solo ridotta a momento conviviale,  senza Passione e Morte, senza Croce, senza sangue e lacrime, anche di coloro ch'eran ai piedi della Croce. Ma senza il Sacrificio, senza quel corpo martoriato offerto per la vita eterna, cosa mangian i convitati e il presidente? Forse son vegetariani."

"Grandissimo, ospite!..Puntuale eappassionato.  
Io mi permetto di aggiungere solo qualche altra brace..  
1. Da come "il" Grampa parla della Messa come rapporto "noi-Dio", balza subito evidente una certa deformazione "eckartiana": tutto si concentra sul rapporto Dio-Padre---> noi-figli escludendo dalla Messa qualunque tipo di intervento soprannaturale di ripo redentivo nei confronti di questi ultimi; se redenzione c'è non si gioca tramite azioni "esterne e gratuite" (come la Redenzione operata dal Cristo), ma unicamente, sembra suggerire il Grampa, nell'intimo rapporto "Padre-figlio".  
2. La lingua latina nella liturgia.. ora, tante sono le corbellerie che costui scrive e lascia intendere, che mi è davvero difficile non dimenticarne alcune.. Non mi soffermo su come la lingua latina sia la lingua della Chiesa, sia garanzia di universalità e d'unità nella Fede eccetera eccetera... MA vorrei evidenziare come la lingua latina stessa sia UN SIMBOLO; non vuol affatto esser elemento di "erudizione", vuole piuttosto sottolineare la difficoltà di decifrare la realtà, che si può sì anche percepire immediatamente (ascoltare, leggere..) MA per decifrare compiutamente la quale bisogna avere la chiave d'accesso (..la conoscenza della lingua latina), l'acquisizione della quale richiede tempo e fatica (tempo e fatica nello studio).. non è forse l'uso del latino che meglio indica la Realtà di Dio?!..una realtà che si può sì "percepire immediatamente", giacchè esiste di per sè... MA richiede tempo e fatica, richiede volontà, impegno e dedizione per entrare in rapporto con LUI.  
E poi, se il Grampa in quest'anno sacerdotale avesse meditato su ciò che diceva della Messa il S. Curato d'Ars, avrebbe capito come NESSUNO possa capire veramente cosa avviene in una Santa Messa, nemmeno un santo sacerdote come il Vianney(se ne avessimo piena coscienza, moriremmo..): il che mi lascia pensare che, se ora tutti pensano di capire "tutto" della Messa, qualcosa di sbagliato ci deve esser per forza.  
 
3.. ed ultimo: dipingere un quadretto bucolico della gioia, della solidarietà, della fratellanza, dell'amicizia e dell'AMMMMORE che sprigiona la gente in Chiesa con la Messa di Paolo VI, è fazioso, caricaturale e ridicolo.  
In "Le lettere di Berlicche", C.S.Lewis scrive: "..quando entra in chiesa (il cristiano), vi trova il droghiere locale, con un'espressione untuosa sul volto, che si dà da fare per offrirgli (...) un libriccino che contiene testi corrotti di un certo numero di canti religiosi, la maggior parte orrendi (...). Entra nel banco, e, guardandosi intorno, si incontra proprio con quella cernita di quei suoi vicini che finora aveva cercato di evitare..(...).Se uno qualsiasi di questi vicini canta con voce stonata, se ha le scarpe che gli scricchiolano o la pappagorgia, se ha vestiti strani..(..) se egli sa che quella donna con quel cappellino assurdo è una fanatica giocatrice di bridge, che quel signore con le scarpe scricchiolanti è un avaro e uno strozzino (...)..  
Mi dispiace per il Grampa, ma non è proprio cambiato nulla.. anzi.. per quel che so io molti abbandonano la Chiesa proprio perchè vedono nella messa domenicale un'assurda festa dell'ipocrisia.. tutti a stringersi le mani e a dire GIOA AMORE PACE E LIBERTA'.. e poi, appena usciti, non rimane che la vuota eco di quelle inverosimili enormità..  
Io preferisco lasciare queste esplosioni di freschezza allo scoiattolo della vigorsol..  
E andare a Messa, in ginocchio, in silenzio.. assistere al Santo Sacrificio per i miei e nostri peccati.. e via. senza troppe esplosioni di "panismo" di dannunziana memoria.  
Ecco: più Panis Angelorum, meno "panismo" filo-pagano."

"Non mi meraviglia questo intervento da Milano .  
In una delle riunioni preparatorie del Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà in Ancona il prossimo anno, è intervenuto un signore milanese, che fa parte di uno dei mille comitati organizzatori, che nel corso dell'assise ha attaccato pesantissimamente il Motu Proprio e il Papa Benedetto XVI.  
L'intervento del milanese è stato tanto forte che uno dei partecipanti, il liturgista Padre F.M.Campana, manifestamente di idee lontane dal tradizionalismo, ma persona retta umanamente, ha voluto, udite, udite, difendere il MP e il Papa dagli indegni attacchi del milanese.  
Ora non mi sovviene il nome dello "scismatico" ( l'episodio mi è stato narrato da due sacerdoti presenti ) ma avrò modo di segnalarlo ancora sia a qui che alle competenti Autorità Vaticane."

Carissimo ***** io c'ero e le posso assicurare che fu una manifestazione di assoluta villania nei confronti del Sommo Pontefice... non solo il signore di Milano inveì contro il motu proprio ma anche contro Sua Santità e la cosa più scioccante fu che questa scialba invettiva scatenò l'appaluso di molti sacerdoti e seminaristi presenti alla conferenza... il professore Campana fu però splendido nell'esprimere con fermezza parole di difesa al Santo Padre e al suo magistero legando il tutto alla obbedienza e lealtà al Vicario di Cristo, la cosa mi commosse poichè in quel momento non mi sentii più solo e scatenai anche io con coraggio, a quelle belle parole, un bell'applauso di solidarietà che trascino anche quei pochi che come me si sentirono offesi nalla loro fede Cattolica da quell'eretico anzi eretici bestemmiatori.
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